L'ultimo scandalo della Formazione, i dipendenti pagati due volte
I lavoratori che erano stati soddisfatti dal giudice rimborsati pure attraverso i contributi agli enti. Un "buco" da 50 milioni dentro un debito fuori bilancio all'esame all'Ars
di EMANUELE LAURIA
Sorpresa: la
Regione ha un debito fuori bilancio da 133 milioni di euro. L’Ars lo
scopre all’improvviso, un paio di giorni fa, quando sbarca nelle caselle
di posta elettronica della presidenza e della commissione Bilancio un
disegno di legge approvato il 30 maggio dalla giunta di Palazzo
d’Orleans. Per la prima volta, in base a un decreto legislativo (il
118), il parlamento regionale si deve comportare quest’anno come un
consiglio comunale: e dare un voto, in aula, a un provvedimento
dell’esecutivo che riconosce una spesa fatta senza un corrispondente (e
precedente) impegno. Nella fattispecie, si tratta di un debito che si è
accumulato dal 1999 al 2015, senza un evidente, adeguata, vigilanza
degli uffici che avrebbero dovuto iscrivere nei bilanci, anno per anno,
queste somme.
Cosa c’è nel calderone? Ventisei milioni
di anticipazioni ai Comuni e quasi nove di anticipazioni agli Ato. La
maggior parte del debito, però, nasce da pagamenti effettuati in seguito
a pignoramenti disposti dal giudice. Davanti a centinaia, migliaia, di
azioni esecutive attivate negli anni dai creditori (spesso propri
dipendenti), la Regione ha pagato ma non ha messo l’uscita in bilancio.
E ora qualcuno deve risponderne. «È uno scandalo», dice il governatore
Rosario Crocetta che punta il dito soprattutto sugli ammanchi nella
formazione professionale. È questo, infatti, il comparto gravato dalla
mole più pesante di debiti: 50 milioni. La Regione, in questo campo,
avrebbe subito numerosi pignoramenti da parte del personale degli enti
che reclamava stipendi non pagati. Poi, anziché rivalersi
sugli stessi enti riducendo i trasferimenti, ha continuato regolarmente a
versare i contributi. In sostanza, il sospetto — per Crocetta è più che
un dubbio — è che gli stessi dipendenti della formazione siano stati
pagati due volte. «È una conferma a quanto sospettavo da tempo — afferma
il presidente della Regione — C’era un sistema marcio che, negli anni,
ha creato un notevole danno alle casse dell’amministrazione. Eppure c’è
chi colpevolmente ha fatto finta di niente. Abbiamo istituto un gruppo ispettivo per fare luce su tutte le irregolarità».
Sul “conto” che ora la Regione presenta
all’Ars ci sono pure 40 milioni relativi a somme che la Regione è stata
chiamata a restituire all’Europa a chiusura del programma comunitario
Pop per il periodo che va dal 1994 al 1999. Una quota dei 218 milioni di
partite sospese è stata saldata per via amministrativa,
dopo una circolare del ragioniere generale Salvatore Sammartano. Il
debito fuori bilancio che il governo chiede all’Ars di riconoscere, in
ogni caso, ammonta a quasi 133 milioni di euro. Ancora da recuperare,
concretamente, ci sarebbero 85 milioni di euro. E bisogna farlo entro il
2016.
Curiosità: a determinare il “buco” ci sono anche le commissioni bancarie sugli incassi dei biglietti dei musei. La Regione avrebbe dovuto pagare una percentuale per ogni pagamento fatto dai visitatori con il Pos: se l’ha fatto, non l’ha dichiarato nei bilanci. Il debito, in questo caso, ammonta a 73 mila euro.
Crocetta è comunque soddisfatto per un risultato definito storico: «Se all’inizio
del mio mandato avessi detto che in tre anni avremmo portato il bilancio della Regione in attivo, la valanga di critiche sarebbe stata incredibile. C’era chi diceva che non saremmo riusciti a pagare neppure gli stipendi dei dipendenti. Siamo partiti da due miliardi in meno nel 2012 e con il consuntivo del 2015 — segnala il governatore — abbiamo un avanzo di 637 milioni di euro: vuol dire
del mio mandato avessi detto che in tre anni avremmo portato il bilancio della Regione in attivo, la valanga di critiche sarebbe stata incredibile. C’era chi diceva che non saremmo riusciti a pagare neppure gli stipendi dei dipendenti. Siamo partiti da due miliardi in meno nel 2012 e con il consuntivo del 2015 — segnala il governatore — abbiamo un avanzo di 637 milioni di euro: vuol dire
ridurre l’indebitamento del popolo siciliano a tutela delle nuove generazioni».
02 Giugno 2016
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