La riforma forestale imposta da Roma, altrimenti niente più finanziamenti
di Giuseppe Candela
Leggendo la bozza di riforma forestale presentata dall’assessore Cracolici alle OO.SS. si evincono novità che hanno bisogno di approfondimento e scambio di opinioni. Ci sono novità che non si capiscono, e cose che si potrebbero attuare amministrativamente senza bisogno di essere leggiferate, come ad esempio l’impiego scaglionato dei lavoratori tutto l’anno da trimestralisti, quadrimestralisti e semestralisti, e non più da 78,101 e 151sti, gli oti sono diventati razza rara ad esaurimento. Chiedevo di usare questo metodo ai periti forestali e i direttori dei lavori 7,8 anni fa, così da avere operai nei cantieri tutto o almeno la gran parte dell’anno. Ho in seguito capito che quella che era un’ottima cosa per la salute dei nostri boschi non si poteva mettere in atto perché i bilanci regionali arrivavano “puntuali” a fine aprile, ho così declinato. Domanda: cosa potrebbe succedere all’organizzazione di impiegare tutto l’anno i lavoratori se i prossimi bilanci regionaliarriveranno come sempre a fine aprile? Poi ci sarebbe da approfondire quest’ampliamento di competenze dei forestali dell’azienda, chi si dovrebbe occupare insieme ai lavoratori dell’esa di prevenzione civile e dissesto idrogeologico, potranno agire anche fuori dai demani? E come, se i territori interessati appartengono perlopiù a privati? Si dovrà capire meglio a cosa servirà questa agenzia dove confluiranno tutti i lavoratori, si dovranno capire meglio gli avanzamenti nei contingenti superiori visto che le graduatorie verranno riformulate per ogni nuova competenza. Una di quelle poche cose chiare della bozza di riforma è quella che si vuole mandare a casa quanti più lavoratori possibile, con incentivi e con quell’articolo che vorrebbe escludere quei lavoratori che hanno precedenti penali. Io sono sempre convinto di quello che ho scritto qualche tempo fa, e cioè che solo i piromani vanno allontanati, tutti gli altri no, solo ai tribunali del lavoro spetta tale decisione. Per ultimo mi sono lasciato l’argomento che più sta a cuore a noi lavoratori tutti, la porcheria che la bozza non prevede nessun aumento di giornate, ma solo di competenze. Ora siamo 6200 forestali a tempo pieno, e con tutte queste competenze che ci vogliono appioppare siamo a mio parere diventati pure pochi, e quindi, bisogna necessariamente aumentare le giornate lavorative. Siamo in Sicilia e non sotto le alpi, qui necessitano lavori che al nord neanche fanno, come viali frangifuoco ( che non si fanno in un giorno e neanche con 5 operai) e piantumazione con tutte le cure di cui c’è bisogno nei primi anni di vita, e con tutto ciò che al nord l’avanzamento dei boschi è spontaneo, le regioni spendono quanto la Sicilia e forse anche di più, anche se hanno molti meno operai. Hanno un sistema diverso, danno il lavori in appalto a ditte private, e così i politici di turno prendono tangenti per loro stessi e per i partiti, perché su al nord dove è tutto privato si sa che se non paghi la tangente non lavori. Ma non è che per caso i politici stanno cercando di buttarci tutti fuori per copiare quelli del nord?Non è che per caso per raggiungere l’obbiettivo danno in fiamme la Sicilia dando la colpa ai forestali ( mela marcia a parte) che non hanno nessun interesse visto che hanno le giornate lavorative assicurate per legge, ed invece sono altri ad avere questo interesse?Cari colleghi, antincendio e azienda, sicuramente questa riforma forestale dopo delle modifiche e chiarimenti arriverà ad una struttura condivisa con le oo.ss., ma sono sicuro che non ci sarà nessun accordo in merito alle giornate lavorative. Sicuro che i sindacatifarannole loro pressioni nelle stanzedi potere, ma a noi lavoratori, iscritti e non, spetta la parte principale, quando saremo chiamati alla protesta dobbiamo dire; presente. Se falliamo questa volta chissà quando ci capiterà un’altra riforma, se ci ricapiterà.
SALUTI
GIUSEPPE CANDELA
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