Dalla pagina facebook
del Funzionario Gaetano Guarino
Fare chiarezza sulla Legge di riforma forestale. Cambiare poco per favorire chi, che cosa? Nel breve, medio e lungo temine Essa stessa avrebbe potuto e potrebbe ancora dare risposte vere ai lavoratori forestali da sempre precari
Spesso mi chiedo se vivo sul pianeta Terra o su un altro pianeta. La
risposta è sempre la stessa: vivo, fortunatamente, sul pianeta Terra,
che mi piace tanto, e precisamente in Sicilia, e ancor più
dettagliatamente a Palermo. Dopo aver soddisfatto la mia richiesta di
effettiva localizzazione, mi chiedo: ma solo io vivo su questo pianeta? O
ci sono tanti altri individui che, come me, ci vivono? Perché, se è
così, la faccenda è davvero grave!
Chi vive su questo pianeta – dico io - dovrebbe conoscere la realtà come la conosco io; anzi, meglio e di più. Sicuramente, tutto dipende anche dal ruolo che ognuno riveste nel contesto in cui vive. Io, per esempio, sono un Soldato dello Stato, e sopra di me ci sono migliaia di Generali. Loro, comandando e facendo scelte importanti, hanno o dovrebbero avere una conoscenza delle cose maggiore rispetto a me. Purtroppo mi rendo conto che spesso non è così, nel senso che non solo non le conoscono, ma, qualche volta, peggio ancora, fanno finta di non conoscerle. E questo è veramente grave.
Dopo questa premessa un pò sarcastica, voglio affrontare un argomento che conosco bene, perché mi ha dato la possibilità di poter vivere: il settore specifico della Forestale e, specificatamente, la proposta di Legge di Riordino del settore che, ciclicamente, quasi ogni dieci anni, qualcuno ritiene di modificare, sempre per il bene dei lavoratori del settore, dei Siciliani e della Sicilia tutta.
Ebbene, leggendo la proposta presentata alle OO.SS., mi sembra di ritornare indietro negli anni. Rispetto alle Leggi forestali del 1996 e del 2006, dove qualche reale riorganizzazione del settore c’era, in questa attuale proposta non riesco a riscontrare nulla, ma proprio nulla di nuovo. Anzi, rispetto al passato, è una proposta di Legge che fa sorgere degli interrogativi inquietanti. La prima domanda è: perché sotto il Governo Cuffaro si è trasformata l’Azienda Foreste Demaniali in Dipartimento Azienda Regionale Foreste Demaniali? E ancora: Perché sotto il Governo Crocetta si è proceduto ulteriormente nell’opera di trasformazione, o meglio, di snaturamento, facendolo diventare Dipartimento dello Sviluppo Rurale e Territoriale?
E oggi, perché si vuole trasformare di nuovo in un contenitore chiamato Agenzia?
Forse si vuole creare un nuovo carrozzone politico? E la cosa più raccapricciante (e vorrei proprio sbagliarmi) è che la Regione finanzierà sempre e comunque l’istituenda Agenzia, darà anche il suo personale, ma – udite udite - i proventi dell’attività dell’Agenzia resteranno nelle casse della stessa. Dico io: Ma che senso ha???
E poi, guarda caso, non si parla di costi dell’operazione di costituzione.
Io avrei preferito un’altra riforma. Una riforma che facesse rinascere l’Azienda Foreste Demaniali, facendola diventare realmente un elemento di sviluppo della Sicilia e punto di riferimento e volano di crescita per tutto il Mezzogiorno d’Italia. Il mio non è un ragionamento velleitario o da cretino megalomane, come sono stato definito da un Dirigente nello sfottere il mio operato e le mie idee.
Una volta rinata l’Azienda Foreste Demaniali, bastava razionalizzare le uscite, come è stato fatto nel recente passato; pratica poi, forse, interrotta. Ancora: programmare bene i lavori, organizzare quella magnifica risorsa specializzata che sono gli Operai Forestali e quindi rendere produttivo ciò che l’Azienda detiene. Sognavo la riconversione dei vivai forestali, la vendita delle royalties delle sementi certificate, in quanto l’Azienda Foreste era e potrebbe diventare nuovamente l’unico Ente riconosciuto. Procedere allo sfruttamento delle biomasse e dei residuali, creare un circuito internazionale turistico-ambientale, mettendo sul mercato, affittandoli, i 1500 rifugi forestali; alcuni sono di gran lunga superiori a quelli del Trentino, della Val d’Aosta etc. Regioni, queste, che come tante altre che non hanno né l’Etna, né il Mare, ma che sanno come trarre giusto profitto dalle ricchezze ambientali.
C’è dell’altro: amministrazione razionale delle Riserve gestite, aumentando i servizi e facendo pagare il ticket di ingresso, come fanno, per esempio, in Germania; utilizzazione delle magnifiche aree attrezzate, potenziando i servizi, e facendo pagare il ticket; vendita dei crediti di carbonio (Protocollo di Kyoto del 2005). Giusto per rendere l’idea, nel 2012 l’ISPREA valutava i nostri boschi (la nostra aria) già 1.500.000 Euro: apertura degli opifici, deposito del marchio e commercializzazione dei prodotti naturali provenienti dalle proprietà dell’Azienda (olio, vino, strobili e quant’altro), in quanto l’Azienda Foreste è proprietaria di antichi frantoi e parmenti.
Non voglio aggiungere altro sulle potenzialità.
Vedete, conoscendo e gestendo la nostra Azienda in maniera oculata, sicuramente, nel breve, medio e lungo temine Essa stessa avrebbe potuto e potrebbe ancora dare risposte vere ai 15.000 operai forestali da sempre precari. Si sarebbero resi individui produttivi liberi e non più mortificati, si combatterebbe il lavoro nero.
Stesso discorso vale per gli Operai impegnati nel Servizio Antincendio Boschivo: professionalità da valorizzare al massimo. Formandoli adeguatamente, risulterebbero come sempre indispensabili nel periodo estivo, e altrettanto preziosi successivamente, insieme agli altri, utilizzandoli nella manutenzione. E sarebbe la volta buona per dimostrare che in Sicilia non serviva prima e non serve oggi avere la Fiat. Noi abbiamo la nostra Ferrari, rappresentata dai nostri boschi, dall’ambiente, dai beni culturali e dall’eno-gastronomia. Questa sì che sarebbe una vera Riforma rivoluzionaria.
Chi vive su questo pianeta – dico io - dovrebbe conoscere la realtà come la conosco io; anzi, meglio e di più. Sicuramente, tutto dipende anche dal ruolo che ognuno riveste nel contesto in cui vive. Io, per esempio, sono un Soldato dello Stato, e sopra di me ci sono migliaia di Generali. Loro, comandando e facendo scelte importanti, hanno o dovrebbero avere una conoscenza delle cose maggiore rispetto a me. Purtroppo mi rendo conto che spesso non è così, nel senso che non solo non le conoscono, ma, qualche volta, peggio ancora, fanno finta di non conoscerle. E questo è veramente grave.
Dopo questa premessa un pò sarcastica, voglio affrontare un argomento che conosco bene, perché mi ha dato la possibilità di poter vivere: il settore specifico della Forestale e, specificatamente, la proposta di Legge di Riordino del settore che, ciclicamente, quasi ogni dieci anni, qualcuno ritiene di modificare, sempre per il bene dei lavoratori del settore, dei Siciliani e della Sicilia tutta.
Ebbene, leggendo la proposta presentata alle OO.SS., mi sembra di ritornare indietro negli anni. Rispetto alle Leggi forestali del 1996 e del 2006, dove qualche reale riorganizzazione del settore c’era, in questa attuale proposta non riesco a riscontrare nulla, ma proprio nulla di nuovo. Anzi, rispetto al passato, è una proposta di Legge che fa sorgere degli interrogativi inquietanti. La prima domanda è: perché sotto il Governo Cuffaro si è trasformata l’Azienda Foreste Demaniali in Dipartimento Azienda Regionale Foreste Demaniali? E ancora: Perché sotto il Governo Crocetta si è proceduto ulteriormente nell’opera di trasformazione, o meglio, di snaturamento, facendolo diventare Dipartimento dello Sviluppo Rurale e Territoriale?
E oggi, perché si vuole trasformare di nuovo in un contenitore chiamato Agenzia?
Forse si vuole creare un nuovo carrozzone politico? E la cosa più raccapricciante (e vorrei proprio sbagliarmi) è che la Regione finanzierà sempre e comunque l’istituenda Agenzia, darà anche il suo personale, ma – udite udite - i proventi dell’attività dell’Agenzia resteranno nelle casse della stessa. Dico io: Ma che senso ha???
E poi, guarda caso, non si parla di costi dell’operazione di costituzione.
Io avrei preferito un’altra riforma. Una riforma che facesse rinascere l’Azienda Foreste Demaniali, facendola diventare realmente un elemento di sviluppo della Sicilia e punto di riferimento e volano di crescita per tutto il Mezzogiorno d’Italia. Il mio non è un ragionamento velleitario o da cretino megalomane, come sono stato definito da un Dirigente nello sfottere il mio operato e le mie idee.
Una volta rinata l’Azienda Foreste Demaniali, bastava razionalizzare le uscite, come è stato fatto nel recente passato; pratica poi, forse, interrotta. Ancora: programmare bene i lavori, organizzare quella magnifica risorsa specializzata che sono gli Operai Forestali e quindi rendere produttivo ciò che l’Azienda detiene. Sognavo la riconversione dei vivai forestali, la vendita delle royalties delle sementi certificate, in quanto l’Azienda Foreste era e potrebbe diventare nuovamente l’unico Ente riconosciuto. Procedere allo sfruttamento delle biomasse e dei residuali, creare un circuito internazionale turistico-ambientale, mettendo sul mercato, affittandoli, i 1500 rifugi forestali; alcuni sono di gran lunga superiori a quelli del Trentino, della Val d’Aosta etc. Regioni, queste, che come tante altre che non hanno né l’Etna, né il Mare, ma che sanno come trarre giusto profitto dalle ricchezze ambientali.
C’è dell’altro: amministrazione razionale delle Riserve gestite, aumentando i servizi e facendo pagare il ticket di ingresso, come fanno, per esempio, in Germania; utilizzazione delle magnifiche aree attrezzate, potenziando i servizi, e facendo pagare il ticket; vendita dei crediti di carbonio (Protocollo di Kyoto del 2005). Giusto per rendere l’idea, nel 2012 l’ISPREA valutava i nostri boschi (la nostra aria) già 1.500.000 Euro: apertura degli opifici, deposito del marchio e commercializzazione dei prodotti naturali provenienti dalle proprietà dell’Azienda (olio, vino, strobili e quant’altro), in quanto l’Azienda Foreste è proprietaria di antichi frantoi e parmenti.
Non voglio aggiungere altro sulle potenzialità.
Vedete, conoscendo e gestendo la nostra Azienda in maniera oculata, sicuramente, nel breve, medio e lungo temine Essa stessa avrebbe potuto e potrebbe ancora dare risposte vere ai 15.000 operai forestali da sempre precari. Si sarebbero resi individui produttivi liberi e non più mortificati, si combatterebbe il lavoro nero.
Stesso discorso vale per gli Operai impegnati nel Servizio Antincendio Boschivo: professionalità da valorizzare al massimo. Formandoli adeguatamente, risulterebbero come sempre indispensabili nel periodo estivo, e altrettanto preziosi successivamente, insieme agli altri, utilizzandoli nella manutenzione. E sarebbe la volta buona per dimostrare che in Sicilia non serviva prima e non serve oggi avere la Fiat. Noi abbiamo la nostra Ferrari, rappresentata dai nostri boschi, dall’ambiente, dai beni culturali e dall’eno-gastronomia. Questa sì che sarebbe una vera Riforma rivoluzionaria.
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