A un anno dal decreto regionale che istituì il ticket d'accesso alle riserve pubbliche, nulla si è mosso
Riserve, gestione in stand by
Mastriani: "Così non si possono garantire servizi indispensabili alle aree protette"
SIRACUSA - A un anno dal decreto che rivoluziona la gestione delle Riserve naturali regionale, nulla si muove. La Regione siciliana, infatti, ha deciso di istituire un ticket di accesso alle oasi verdi pubbliche al fine di garantirne fruizione e manutenzione. Una decisione sostenuta con forza dalle associazioni ambientaliste, Ente fauna siciliana in testa, che chiedevano appunto l'avvio di una nuova gestione capace di mettere in moto un circuito economico e di rilancio del settore. "Eppure, è trascorso oltre un anno dalla firma del decreto assessoriale n. 85 da parte dell'assessore regionale al Territorio e ambiente Maurizio Croce e per l'applicazione del biglietto d'ingresso in alcune aree protette gestite dalla Regione dove da sempre di accede gratuitamente - dice Marco Mastriani, consigliere regionale e
responsabile della sezione di Siracusa dell'Ente fauna Siciliana, e nulla è stato attuato con un grave danno economico per le entrate regionali soprattutto per la tutela e la gestione delle aree protette in Sicilia". Con il decreto assessoriale n. 85 del 18 marzo 2015 venne approvato il "Piano per l'accesso alle riserve naturali di diretta gestione regionale" in cui si disciplina il sistema di applicazione del ticket d'ingresso in alcune riserve naturali il cui ente gestore è l'Azienda foreste demaniali. Le aree protette ricadenti nella provincia di Siracusa sono: "Cava Grande del Cassibile", 'Tantalica Val d'Anapo e torrente Cava Grande", "Oasi Faunistica di Vendicari". Così come previsto dall'art.2 e dall'art.3 del D.A. n° 98, il soggetto responsabile a incassare le risorse economiche e a utilizzare le stesse per la creazione o il potenziamento dei servizi all'intemo della riserva naturale è sempre l'Azienda foreste Demaniali. "Non si capisce il motivo per cui si continui a disattendere la normativa - prosegue il consigliere Mastriani - soprattutto creando un notevole mancato introito per le entrate della regione Sicilia non applicando il ticket d'ingresso e non consentendo di creare o potenziare tutti quei servizi utili e indispensabili all'intemo delle aree protette". Spesso, infatti, nelle Riserve regionali mancano cartine turistiche da distribuire ai visitatori, info-point, aree attrezzate, aree di parcheggio adeguate, servizi igienici e tutti quei servizi legati alla promozione e divulgazione dei valori naturalistici e culturali delle riserve naturali necessari per potenziare l'ecoturismo. "Basta vedere le nostre aree protette e capire subito che ancora ad oggi mancano i servizi essenziali - dice il responsabile di Ente fauna siciliana a partire da 'Cava Grande del Cassibile' chiusa da quasi tré anni a causa di un incendio e con una situazione ancora da chiarire per la messa in sicurezza di alcuni sentieri; la Riserva di Vendicari con centinaia di migliaia di turisti ogni anno a cui non si riesce ad offrire i servizi essenziali, in cui il visitatore non ha un servizio toilette e nemmeno una cartina turistica dell'area protetta" Anche nelle aree protette non gestite direttamente dall'Azienda foreste demaniali come l'oasi "Fiume Ciane e saline di Siracusa", il cui ente gestore è il Libero consorzio comunale di Siracusa (ex Provincia Regionale), la situazione è disastrosa. "La parte sud della riserva naturale è chiusa - dice Mastriani - e non si può effettuare la storica risalita in barca del fiume Ciane per un problema di diserbo di rami di alberi non effettuato negli anni che oggi potrebbero compromettere la sicurezza dei visitatori. È necessario applicare subito la normativa vigente ed evitare un assurdo immobilismo amministrativo regionale, al fine di poter utilizzare eventuali risorse economiche, cosi come prevede la legge, per la creazione e il potenziamento di servizi, offrendo una migliore qualità di immagine al visitatore".
Isabella Di Bartolo
26 Aprile 2016
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