I soldi falsi della Regione
di Giulio Ambrosetti
Il clamoroso buco del bilancio regionale, i maghi del bianchetto, i tagli da fare, la botte piena dei novanta deputati e il governo nazionale a cui piace aspettare. E stare alla finestra
Un articolo letto qualche giorno fa sul quotidiano la Repubblica di Palermo mi ha aperto nuovi orizzonti. In un paio di minuti ho capito quello che non avevo capito negli ultimi sette-otto anni. Parlo del mio lavoro, in particolare della politica regionale, settore che seguo dall’ormai lontano 1985.
Chi mi ha insegnato questo mestiere mi diceva sempre: “Se vuoi capire quello che combinano in Assemblea regionale siciliana devi studiare il Bilancio. Devi imparare a capire il linguaggio impossibile degli addetti ai lavori: residui passivi, residui attivi, regolazioni contabili, fondi di riserva, fondi globali, perenzione, accantonamenti negativi e via continuando. E poi lo devi tradurre in parole semplici per i lettori”.
Per tanti anni ho fatto questo. Ma, a quanto pare, ho sbagliato. Perché la chiave di lettura, la pietra filosofale per comprendere i segreti della politica siciliana non è dettata dallo studio degli aridi numeri del Bilancio. Serve l’intuizione geniale: quell’intuizione che, come una folgorazione, mi ha chiarito tutti i dubbi che mi porto sempre dietro nella vita e nel lavoro. Parlo sempre dell’arguto e profondo articolo che ho letto qualche giorno fa.
Pensate: quest’anno, come faccio sempre, sono andato a studiare i numeri del Bilancio regionale 2016. Quando ho iniziato a immergermi tra i dati mi stava venendo un colpo: a me risultava, infatti, un buco di circa tre miliardi di euro! Possibile? Poi su altri giornali leggevo che il buco era di un miliardo e mezzo di euro e mi tranquillizzavo: ho sbagliato. Poi siccome conosco un commercialista che si occupa di finanza pubblica l’ho chiamato e gli ho chiesto: “Hai letto il Bozzone?”. “Sì”, mi ha risposto. “Io devo averlo letto male – gli ho detto -, pensa che veniva fuori un buco di tre miliardi di euro”. “Hai letto bene”, mi ha detto.
Così, un po’ frastornato, ho raffrontato i capitoli di Bilancio del 2016 – cioè di quest’anno – con quelli del 2015 e ho scoperto che un miliardo di euro di buco l’hanno fatto sparire con “tagli orizzontali”: in pratica, muto tu e muto io, i bravi dirigenti e funzionari regionali hanno tagliato soldi a buona parte dei capitoli del bilancio regionale 2016. Tagli per tutti: ad alcuni il 15% in meno, ad altri il 10, ad altri ancora il 5% in meno.
Restava da capire come avrebbero coperto gli altri due miliardi di euro di buco. Il governo nazionale – che è il vero responsabile del buco di tre miliardi della Regione siciliana – ha detto che avrebbe erogato alla Regione un miliardo e 400 milioni. Di questi, lo Stato ha però erogato solo 900 milioni. Precisando che altri 550 milioni li avrebbe erogati dopo che l’Assemblea regionale siciliana avrebbe tagliato altri 500 milioni.
Già il bilancio regionale 2015 era all’osso. Mi sono chiesto dove – Governo e Assemblea regionale siciliana – avrebbero tagliato altri 500 milioni. Cosa che, a mio modesto avviso, si sarebbe potuta fare solo tagliando carne viva, cioè le retribuzioni: in una parola, togliendo dalle tasche di migliaia di siciliani i soldi. E così è stato: perché, alla fine, hanno tagliato 400 milioni a gente – migliaia di persone – che si ritroverà con le retribuzioni ridotte e, alcuni di loro, senza retribuzione già a giugno.
Insomma, alla fine, con questi 550 milioni in arrivo da Roma la Regione siciliana avrebbe, bene o male, appattato la settanta: con un miliardo e mezzo di tagli pesantissimi certo, ma avrebbe chiuso la manovra.
Invece, ecco la sorpresa che, pensavo, dovesse essere la notizia e la massima preoccupazione della politica siciliana di oggi: i 550 milioni che il governo nazionale si era impegnato ad erogare alla Regione siciliana e che ancora non ci sono. E che forse – ma questa è una mia illazione – non si materializzeranno mai.
Ora proverò, se ci riesco, a illustrare quello che potrebbe succedere nei prossimi mesi, anzi forse nelle prossime settimane. Sul taglio di un miliardo e mezzo nulla da dire: è previsto dalla manovra di Bilancio 2016. Chi ha subito questo taglio dovrà fare di necessità virtù: mi riferisco ai Comuni lasciati senza soldi, alle ex nove Province di fatto fallite (a rischio ci sono gli stipendi di 6 mila e 500 persone), ai forestali ai quali hanno tolto la progressione di carriera, a enti, fondazioni culturali e teatri con i fondi ridotti eccetera, eccetera, eccetera. In realtà – come abbiamo già accennato – il taglio è di due miliardi e mezzo, perché i dirigenti dell’assessorato regionale all’Economia hanno fatto sparire un miliardo tra le pieghe del bilancio regionale 2016. Ammucciuni, come direbbero a Sciacca.
Ora, però, mancano i 500-550 milioni. E questo taglio non è previsto dal bilancio regionale 2016. Io, di natura, sono un malpensante e, come ho già detto, la Regione questi soldi non li vedrà. Ma è anche possibile che Roma li eroghi. Perché io posso pure sbagliare previsioni. Anzi mi auguro di sbagliare le previsioni.
Il problema è che – e siamo già nella terza decade di marzo – questi 500-550 milioni ancora non ci sono. Io pensavo che la notizia politica dovesse essere questa. E sapete perché? Perché questi 500-550 milioni che ancora non ci sono, sono stati inseriti nel bilancio regionale, con una legge (perché il bilancio regionale è una legge), come soldi da spendere. In pratica, hanno finanziato, sulla carta, soggetti istituzionali e settori economici e sociali, per un valore di circa 500 milioni , con soldi che non ci sono!
Vi pare poco? Facciamo un esempio pratico: hanno scritto che daranno ai Comuni siciliani oltre cento milioni per pagare alcune spese; quindi soldi per pagare certe manifestazioni culturali; e poi spese sociali e altro ancora. Hanno messo nei capitoli del bilancio soldi che il Governo Renzi ancora non ha erogato alla Regione. Vi sempre normale? A me, no.
Per essere ancora più chiari, è come se la Regione siciliana avesse già emesso pagamenti con assegni non coperti. Se provate a pagare un fornitore o, peggio, l’Agenzia delle Entrate con un assegno a vuoto secondo voi che succede? Il fornitore prima si viene a lamentare con voi che la banca gli ha contestato l’assegno a vuoto, vi riporta l’assegno a vuoto, vi chiede i soldi, voi non glieli date e quello, come minimo, vi rompe le corna.
Ebbene, fino a questo momento, la Regione ha fatto la stessa cosa. Solo che nessuno gli andrà a rompere le corna. Anche perché, grazie a Dio, nessuno parla di questo. Perché oggi, la vera notizia di politica regionale è quella che ho letto su la Repubblica: e cioè che Totò Cuffaro, che si è fatto cinque anni di galera tondi tondi, se n’è andato nella sua ex scuola, dove ha frequentato il liceo – il Don Bosco di Palermo – ha presentato il suo libro e ha riempito la sala di gente. Così una notizia di cronaca è diventata la notizia di politica numero uno: chi sarà l’erede di Totò Cuffaro, Saverio Romano candidato a sindaco di Palermo, Totò di qua Totò di là.
Che buco che ho preso, ragazzi. E io che pensavo, ingenuamente, che la notizia dovesse essere una Regione siciliana che sta emettendo pagamenti a vuoto per 500 milioni. Mio Dio quanto sono antico e noioso con ‘sti numeri!
P.S.
Ah, dimenticavo. Come ho cercato di raccontare – e spero di esserci almeno in parte riuscito – nel bilancio regionale 2016 ci sono soldi veri e soldi falsi. Questi ultimi – cioè i soldi che mancano, perché Roma non li ha ancora erogati – incasineranno i disgraziati che dovrebbero essere pagati con tale risorse. Ora vi pongo una domanda: secondo voi gli stipendi dei 90 califfi dell’Assemblea regionale siciliana – cioè dei nostri 90 deputati di sala d’Ercole – sono tra i soldi veri o tra i 500-550 milioni che mancano? Vediamo se indovinate.
24 Marzo 2016
caro Ambrosetti,non tutti possono permettersi di porsi tale domanda.Per quanto mi riguarda,sono fermo alla risposta che per gli incasinati mancheranno i soldi e che continuiamo a regredire...altro che progressione di carriera.Siamo alla terza decade di marzo e solo qualche rondine si vede a Messina(per avviamento al lavoro,per il resto il letargo continua.Aspettando quietamente la primavera verra? aldo rizza rg.
RispondiElimina