Regione delle follie e Ragione che non c’è, tra beni immobili venduti & presi in affitto e forestali in carriera
Franco Busalacchi
Cronache dalla colonia extramondo/
Gli immobili della Regione venduti e poi presi in affitto dalla stessa
Regione: una tavola ‘cunsata’ di fatto mai ‘sparecchiata’ da
magistratura contabile e magistratura penale (hanno pagato solo i
contribuenti). Il circo informatico Barnum di Sicilia E-servizi. I
‘capi’ delle società collegate risparmiati dalla ‘scure’ di Baccei. E la
progressione di carriera dei forestali, invenzione del sindacato
siculo-ellenico
1) Gli immobili della Regione.
2016) La Regione va caccia di immobili di proprietà per liberarsi dagli affitti.
2007 La Regione vende gli immobili di proprietà per prenderli in affitto.
Non è un gioco, purtroppo, è la realtà di una politica perversa e affaristica,
Cominciamo dalla fine. Nel 2007 il Governo regionale di Salvatore Cuffaro, si dice per fare ‘cassa’, vende i gioielli di famiglia, una trentina di immobili circa ad una società privata nella quale, per come si potrà leggere nella relazione della Corte dei Conti, fa capolino il nome di uno dei furbetti del quartierino legato all’immobiliarista Ricucci. Cuffaro va avanti. L’operazione va a buon fine e la Regione, dopo aver ceduto la proprietà degli immobili, se li prende in locazione. La brillante operazione finisce sotto il mirino della Sezione del Controllo della Corte dei Conti che, nelle sue conclusioni, rileva come le locazioni siano state concluse in pura perdita per la Regione, in quanto i canoni di affitto sono risultati assai superiori a quelli di mercato.
Curiosamente, la Corte non trasmette gli atti alla sua Procura per una valutazione dell’eventuale danno all’Erario e nemmeno alla Procura della Repubblica per eventuali rilievi penali. Tutti salvi. Eccetto i contribuenti.
2) Chiude alla Regione l’Ufficio informatico.
L’ultimo dei moicani, il dottore Maurizio Pirillo, ha gettato la spugna e ha lasciato l’Ufficio informatico, la struttura che la Regione aveva creato per coordinare l’attività informatica. La struttura è rimasta sulla carta. E forse era questa la sua vera funzione: uno specchietto per le allodole, leggasi eventuali inquirenti che avrebbero potuto avere da ridire sulla creazione di una società esterna per svolgere un servizio interno alla Regione, opponendo che, guarda caso ci abbiamo appena pensato. Scampato il pericolo con l’arrivo del Grande Imbonitore, il Barnum Sicilia E-servizi, in cui, è notizia di questi giorni, tutte le assunzioni di chiunque e comunque sono legittime, è cresciuto forte e rigoglioso.
Domanda: ma se si poteva fare all’interno, perché non lo si è fatto?
3) Tagli agli emolumenti e alle pensioni dei dirigenti regionali.
La tosatura dell’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, sui regionali continua… Sono sicuro però che i mie ex colleghi saranno contenti di sapere che i loro sacrifici sono destinati ad una buona causa: mantenimento di una serie di piccole, simpatiche realtà tanto care ed utili ai nostri politici: centri studi, associazioni culturali e congregazioni per la difesa del cardo selvatico e del finocchio ingranato, et similia…
La contentezza dei mie ex colleghi diventerà gioia sfrenata quando apprenderanno che, per procedere ad analoghe tosature per i componenti dei consigli di amministrazione e dei dirigenti delle società partecipate la politica interverrà successivamente, con un apposito disegno di legge che sarà presentato “a babbo morto”.
6) La progressione di carriera di forestali
A quanto pare il meccanismo ad orologeria delle progressioni di carriera dei forestali avventizi (come possa verificarsi una progressione di carriera di un avventizio è un mistero tutto nostro), è stato interrotto in Commissione Bilancio e Finanze all’Ars. Vedremo se il blocco resisterà all’urto dell’Aula.
Di che si tratta? Semplice: la regola è una rigida applicazione del principio:
“Chi si alza perde la piazza, chi si siede è cavaliere”.
Un’invenzione del sindacato siculo-ellenico, che, vivendo in una bolla irreale, trasforma ogni fantasiosa pretesa in diritto.
(Che bella idea, vero?)
Foto tratta da scuolazoo.com
1) Gli immobili della Regione.
2016) La Regione va caccia di immobili di proprietà per liberarsi dagli affitti.
2007 La Regione vende gli immobili di proprietà per prenderli in affitto.
Non è un gioco, purtroppo, è la realtà di una politica perversa e affaristica,
Cominciamo dalla fine. Nel 2007 il Governo regionale di Salvatore Cuffaro, si dice per fare ‘cassa’, vende i gioielli di famiglia, una trentina di immobili circa ad una società privata nella quale, per come si potrà leggere nella relazione della Corte dei Conti, fa capolino il nome di uno dei furbetti del quartierino legato all’immobiliarista Ricucci. Cuffaro va avanti. L’operazione va a buon fine e la Regione, dopo aver ceduto la proprietà degli immobili, se li prende in locazione. La brillante operazione finisce sotto il mirino della Sezione del Controllo della Corte dei Conti che, nelle sue conclusioni, rileva come le locazioni siano state concluse in pura perdita per la Regione, in quanto i canoni di affitto sono risultati assai superiori a quelli di mercato.
Curiosamente, la Corte non trasmette gli atti alla sua Procura per una valutazione dell’eventuale danno all’Erario e nemmeno alla Procura della Repubblica per eventuali rilievi penali. Tutti salvi. Eccetto i contribuenti.
2) Chiude alla Regione l’Ufficio informatico.
L’ultimo dei moicani, il dottore Maurizio Pirillo, ha gettato la spugna e ha lasciato l’Ufficio informatico, la struttura che la Regione aveva creato per coordinare l’attività informatica. La struttura è rimasta sulla carta. E forse era questa la sua vera funzione: uno specchietto per le allodole, leggasi eventuali inquirenti che avrebbero potuto avere da ridire sulla creazione di una società esterna per svolgere un servizio interno alla Regione, opponendo che, guarda caso ci abbiamo appena pensato. Scampato il pericolo con l’arrivo del Grande Imbonitore, il Barnum Sicilia E-servizi, in cui, è notizia di questi giorni, tutte le assunzioni di chiunque e comunque sono legittime, è cresciuto forte e rigoglioso.
Domanda: ma se si poteva fare all’interno, perché non lo si è fatto?
3) Tagli agli emolumenti e alle pensioni dei dirigenti regionali.
La tosatura dell’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, sui regionali continua… Sono sicuro però che i mie ex colleghi saranno contenti di sapere che i loro sacrifici sono destinati ad una buona causa: mantenimento di una serie di piccole, simpatiche realtà tanto care ed utili ai nostri politici: centri studi, associazioni culturali e congregazioni per la difesa del cardo selvatico e del finocchio ingranato, et similia…
La contentezza dei mie ex colleghi diventerà gioia sfrenata quando apprenderanno che, per procedere ad analoghe tosature per i componenti dei consigli di amministrazione e dei dirigenti delle società partecipate la politica interverrà successivamente, con un apposito disegno di legge che sarà presentato “a babbo morto”.
6) La progressione di carriera di forestali
A quanto pare il meccanismo ad orologeria delle progressioni di carriera dei forestali avventizi (come possa verificarsi una progressione di carriera di un avventizio è un mistero tutto nostro), è stato interrotto in Commissione Bilancio e Finanze all’Ars. Vedremo se il blocco resisterà all’urto dell’Aula.
Di che si tratta? Semplice: la regola è una rigida applicazione del principio:
“Chi si alza perde la piazza, chi si siede è cavaliere”.
Un’invenzione del sindacato siculo-ellenico, che, vivendo in una bolla irreale, trasforma ogni fantasiosa pretesa in diritto.
Fino ad ora ogni operaio forestale iscritto nelle liste di assunzione
a tempo determinato (dalle quali potrebbe uscire in qualunque momento
ad insindacabile giudizio dell’Amministrazione, come tutti gli altri
circa 24.000), che per qualunque motivo lascia il bacino, viene
sostituito da un suo collega di categoria che occupa il posto inferiore.
Il posto di quest’ultimo viene coperto dal collega di livello
inferiore e così fino alla fine della scala. Il posto libero alla fine
sarà quello più basso e non il più alto. Gli oneri pubblici nel primo
caso sarebbero inferiori. Ma questo ai sindacati non importa affatto, a
loro importa mantenere questo perverso meccanismo e dobbiamo ringraziare
se, come succede o succedeva in Grecia, ad ogni vuoto non subentrano
parenti fino al IV grado.
(Che bella idea, vero?)
Foto tratta da scuolazoo.com
12 Febbraio 2016
caro collega Michele e cari compagni di lavoro forestali mi sento offeso e umiliato nel sentirmi dire dopo 35 anni di servizio di essere un precario in carriera. Inoltre ci sono molti dei nostri che dopo 25 anni fanno 78 giorni di lavoro. Signor giornalista dei Vespri ma lei se è arrabbiato che i suoi figli sono disoccupati ( come molti giovani) non se la prenda con noi operai forestali che siamo tra gli operai più controllati sul posto di lavoro. Vada a prendersela con chi sta meglio di noi, timbra per altri colleghi che arrivano alle 10 sul posto di lavoro e guadagna duemila e passa euro al mese. P.S. venga a passare un giorno con noi . Però vada a letto la sera presto perchè la sveglia quando si lavora è alle 5 SI VESTA CON ABITI PULITI MA LISI ( lOGORI ) PERCHè LA TERRA SPORCA ESSI E NON DIMENTICHI ZAPPA E RASTRELLO PERCHè OGNI GIORNO LE SPETTANO 24 CENT. DI RIMBORSO attrezzi e se non porta l'attrezzo torna a casa e niente giornata pagata. una giornata che termina come orario di lavoro alle 16 e con la stessa paga del 2009. Attenzione lo faccia in maggio perchè in montagna quando fa freddo fa freddo e non ci sono riscaldamenti come nella sua stanza di lavoro...
RispondiEliminaCondivido in toto il pensiero di Federico, anch'io mi sento offeso da chi scrive e chi pubblica questi articoli.Ormai è diventato routine che ogni qualvolta si deve varare il bilancio regionale, il linciaggio mediatico ai danni dei forestali arriva con la puntualità di un orologio svizzero. Oggi è la volta del turn-over, questo sistema perverso voluto dai sindacati e che esiste da quando sono nate le graduatorie forestali, oggi in nome del risparmio è da abolire. Come dice qualcuno che ha fatto i conti si può stimare un risparmio di 5 milioni di euro per il bilancio regionale, e di riflesso quello che più conta per il governo nazionale è che l'inps dovrebbe elargire meno soldi per pagare le disoccupazioni ai lavoratori forestali, quello che non dicono è quanto l'inps potrebbe risparmiare. Bene, se chi ha scritto queste cose non sa quanto è il risparmio per l'inps glielo dico io, su 5 milioni di euro risparmiati dal bilancio regionale l'inps risparmierebbe il 40% di questa somma, e cioè 2 milioni di euro. Ecco, ora io penso che di perverso c'è pensare che queste cifre possano salvare il bilancio regionale e di riflesso i conti dell'inps, tutto sulla pelle di chi in un anno (compresa la disoccupazione) guadagna con onestà quanto guadagna un deputato in un mese. Saluti Giuseppe Candela
RispondiEliminaPS. Sempre disponibile a prendere un caffè con i giornalisti che vogliono scrivere cose serie sui lavoratori forestali.