Precari, respinto l'emendamento per la creazione dell'agenzia. Vertice a Roma per salvare il bilancio
E' stato dichiarato inammissibile l'emendamento alla legge di stabilità che prevedeva la stabilizzazione dei 22 mila precari degli enti locali siciliani, con la creazione di un'Agenzia unica partecipata da Regione, Comuni e Stato. Ad annunciare l'emendamento era stato il sottosegretario Davide Faraone che aveva parlato del via libera del governo Renzi a "una norma speciale, solo per la Sicilia" che avrebbe garantito "finalmente la stabilizzazione di tutti i precari storici dell'Isola". "L'emendamento è stato definitivamente dichiarato inammissibile", dice il deputato del Pd Giuseppe Berretta, componente della commissione Lavoro alla Camera. Mentre riesplode la grana precari, con i sindacati già sul piede di guerra, è in corso a Roma un vertice per salvare i conti della Regione. Il governo siciliano tenta di recuperare 1 miliardo e 400 milioni, per mettere a riparo il bilancio 2016. Intanto, stamane, l'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, e' stato convocato dalle sezioni riunite della Corte dei Conti per un chiarimento sullo stato di salute della Regione dal punto di vista contabile.
Il sottosegretario Davide Faraone, da cui era partita la proposta dell'Agenzia, getta acqua sul fuoco: "Nessuna bocciatura. Il progetto dell'Agenzia del Lavoro va avanti, parallelamente all'operazione di risanamento dei conti della Regione Siciliana. Nonostante i gufi siciliani, che si sono scatenati con le loro critiche all'indomani della proposta, noi procediamo con impegno e convinzione. Il governo nazionale e quello regionale stanno già lavorando, nell'ambito di questa Legge di Stabilità, per trovare una soluzione che risani in maniera strutturale il disavanzo di bilancio della regione. Dai tempi di realizzazione di questa operazione dipende la nascita dell'Agenzia". Dopo la riscrittura dell'emendamento, continua Faraone, si sta valutando l'impatto finanziario pluriennale che l'Agenzia unica partecipata da Regione, Comuni e Stato inevitabilmente comportera': "Per questo è necessario che la copertura del disavanzo del bilancio della nostra regione diventi strutturale, e non concesso una tantum". Una copertura che dovrà avvenire seguendo un duplice meccanismo, secondo Faraone: "Da una parte frutto delle maggiori entrate derivanti dell'intesa con il governo nazionale, dall'altra risultato dell'attività di contenimento della spesa operata del governo regionale attraverso l'attuazione delle riforme necessarie".
Ma i sindacati insorgono. "Vorremmo conoscere la ragione vera per cui è stato dichiarato inammissibile dalla Commissione Lavoro della Camera l'emendamento sui precari siciliani, considerato che, in un modo pilatesco tipico di questo governo, non prevedeva nessun costo aggiuntivo per lo Stato", dice dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro. "La Cgil - continua - non ha mai pensato che quell'emendamento fosse risolutivo del problema del precariato siciliano. A esso hanno del resto fatto sfondo le note dichiarazioni del sottosegretario Davide Faraone che, da responsabile del welfare del Pd, ha detto che bisognava fermare le finte o impossibili stabilizzazioni e che si doveva aprire il mercato dei servizi pubblici ai privati incentivando il trasferimento dei precari nelle aziende". Pagliaro sottolinea che "non si poteva certo pensare che a fare la differenza sarebbe stata un'Agenzia del Lavoro in più che così che com'è immaginata sarebbe solo l'ennesimo carrozzone foriero di prebende e costi impropri della politica. Il fatto concreto, oggi - dice il segretario della Cgil Sicilia - è che dopo oltre un quarto di secolo, siamo di fronte a lavoratrici e lavoratori in molti casi indispensabili per gli Enti Locali e per la Pubblica Amministrazione ai quali occorre dare risposta immediata".
Agguerrita anche la Cisl Fp. "Un comportamento gravissimo, a Roma come a Palermo", incalzano il segretario generale Luigi Caracausi e il segretario di categoria, Paolo Montera. ''Da sempre - proseguono Caracausi e Montera - rivendichiamo la necessità di affrontare la questione per tempo, cosa disattesa anno dopo anno. Ancora una volta 100 mila siciliani passeranno un Natale nel segno dell'incertezza, nell'indifferenza e nel cinismo dei governi regionale e nazionale. L'inammissibilità dell'emendemento dimostra ancora una volta l'approssimazione e la superficialità con cui viene affrontata la questione. Crocetta e Renzi - concludono i due sindacalisti - la smettano di litigare per mere beghe politiche e corrano adesso ai ripari''. Dura anche la Uil. "Non possiamo gettare in mezzo a una strada migliaia di famiglie - dice il segretario generale Claudio Barone - e mettere in crisi i Comuni che dipendono da questo personale. Continuiamo, quindi, a chiedere ai rappresentati del governo nazionale e regionale un incontro urgente per trovare delle soluzioni. Basta annunci a cui poi non seguono fatti concreti, mentre si perdono quelle poche giornate disponibili a litigare per incarichi e poltrone al posto di trovare soluzioni vere. La politica deve dare subito risposte".
02 Dicembre 2015
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