Marco Moroni, sindacalista dei Forestali, scrive al ministro Martina: "Ultimo appello contro lo smantellamento del Corpo"
Pubblichiamo la lettera aperta di Marco Moroni, Segretario Generale
Sapaf (Sindacato Autonomo Polizia Ambientale Forestale) al ministro
dell'Agricoltura Maurizio Martina: "Ultimo appello contro lo
smantellamento dei Forestali, poi sarà ricorso in sede europea".
Signor ministro,
con la riforma della pubblica amministrazione
targata Marianna Madia il Corpo forestale dello Stato si avvia ad una
profonda trasformazione. Una reformatio in peius che, nelle previsioni
non ancora formalizzate dei decreti delegati, ma sempre più cogenti,
spiana la strada alla soppressione e soprattutto alla militarizzazione
“grazie” al previsto accorpamento all'Arma dei carabinieri.
Si
tratta di una scelta destinata ad assestare un duro colpo alle indagini
in materia di reati ambientali ed agroalimentari perchè, senza nulla
togliere alla "benemerita", questo tipo di attività mal si confà con gli
eccessivi formalismi dello status militare e con la forma mentis di chi
è abituato a portare le "stellette": il nostro lavoro si svolge anche
in chiave preventiva e non solo come repressione. Questo modo di operare
in materia di illeciti ambientali, purtroppo, è spesso ben distante dal
modus operandi militare.
Del resto, tutte le associazioni
ambientaliste e animaliste del nostro paese - senza contare Libera di
Don Ciotti - si sono espresse a favore di una battaglia che, è bene
ricordarlo, vede il 90 per cento dei forestali contrari alla
militarizzazione.
Lo sa, caro ministro, che a vigilare sulla terra
dei fuochi oggi è praticamente solo il Corpo forestale dello Stato e
che col passaggio all'Arma verrebbero cancellate in un solo colpo circa
1.000 stazioni (che diventerebbero normalissimi presidi dei
carabinieri), distruggendo competenze specifiche, professionalità ed
esperienze che da decenni sono un vanto dell'Italia anche in Europa?
Lo
sa, caro ministro, che ogni giorno i forestali sono in prima linea per
tutelare l'agroalimentare italiano, per constrastare le contraffazioni e
per difendere i nostri prodotti migliori che con giusto orgoglio lei ha
presentato a Expo Milano?
Lo sa, caro ministro, che pressochè in
tutto il mondo la polizia ambientale e agroalimentare è un Corpo ad
ordinamento civile e il suo personale gode di diritti sindacali
inalienabili? Anche laddove altri corpi di polizia militare svolgono
funzioni di polizia ambientale, non esiste in nessuna nazione l’anomalia
di una forza di polizia ad ordinamento militare che è anche quarta
forza armata!
Sarebbe questa la "grande riforma" dell'apparato
della sicurezza italiano per "efficientare il sistema e produrre
risparmi di spesa"? Qui di risparmi non se ne vedono e anzi si
registrano aggravi di costi! Per altro, si ha l'impressione che il
Governo si sia limitato a toccare solo l'anello debole. Se proprio si
voleva attuare una riforma seria, non era più ragionevole creare una
specialità di polizia ambientale nell'ambito della polizia di Stato,
analogamente a quanto oggi avviene per la stradale o la polfer? Non è
per fare polemica, ma il capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato,
ha presentato nella scorsa legislatura e anche in questa delle proposte
relative al passaggio in polizia dei forestali: perchè il Governo non ne
vuol tenere conto?
Fa specie che un Esecutivo che si definisce
"progressista" intenda portare avanti una riforma che cancella ope legis
i diritti di rappresentanza di oltre 7.000 appartenenti al Corpo
forestale dello Stato.
Signor ministro, abbiamo tentato di
dialogare con lei molte volte, le abbiamo chiesto un incontro che viene
costantemente negato o rinviato dai suoi uffici, abbiamo posto in essere
una costante attività di mobilitazione e protesta - destinata a
continuare - che è stata a dir poco ignorata e sottaciuta. Quello che
abbiamo, invece, costantemente e pervicacemente riscontrato è l’assenza
totale di confronto con le rappresentanze del personale.
Soggiungo,
inoltre, che sin dal suo arrivo al dicastero delle politiche agricole,
alimentari e forestali, lei ha sostenuto e supportato il peggior capo
del Corpo forestale che la storia ricordi, l'ing. Cesare Patrone,
protagonista di una gestione a dir poco dissennata e scarsamente
trasparente - come dimostrano anche alcune interrogazioni parlamentari
con le quali ne sono state chieste apertamente le dimissioni - e gran
maître a penser dell'accorpamento coi carabinieri, magari in cambio di
qualche poltrona come generale dell'Arma.
Non ci resta, dunque,
che una sola strada per contrastare gli ormai prossimi decreti attuativi
della legge 124/2015: il ricorso giurisdizionale alla Corte di
giustizia europea.
E' appena il caso di ricordare, infatti, che
alcune direttive europee impongono precise prerogative sindacali e
civilistiche per i Corpi armati dello Stato.
Un ricorso che,
secondo gli avvocati internazionalisti che abbiamo contattato e con i
quali stiamo lavorando, ha ottime possibilità di essere accolto.
Saremo
una spina nel fianco sempre, anche nella malaugurata ipotesi di un
accorpamento con l'Arma dei carabineri. Questa non è una minaccia, ma
una certezza.
Distinti saluti.
Roma, 2 novembre 2015
Marco Moroni
Segretario Generale Sapaf
Sindacato Autonomo Polizia Ambientale Forestale
Segretario Generale Sapaf
Sindacato Autonomo Polizia Ambientale Forestale
02 Novembre 2015
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