Nuovo assessore all`Agricoltura
Cinque assessori in tre anni. Se
non è un record, poco ci manca, A stabilirlo è stato il governatore
della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, che con la nomina di Antonello
Cracolici alla guida dell'assessorato all'agricoltura, ha restituito
alla politica una poltrona in questi anni spesso occupata da tecnici.
Cracolici succede a Sarà Barrasi, già dirigente generale, che era stata
nominata dopo le polemiche dimissioni di Nino Caleca. 52 anni,
palermitano, fino a qualche giorno fa capogruppo del Pd all'Assemblea
regionale siciliana, Cracolici è un "politico di lungo corso". Da
responsabile dei giovani del Poi in poi, ha scalato tutte le tappe della
politica comunale e regionale. Adesso però dovrà dedicarsi a sbrogliare
una matassa parecchio ingarbugliata. La prima grande vertenza è quella
dei 24mila forestali che dall'oggi al domani si sono visti annullare i
contratti per mancanza di fondi. Per risolvere il problema, è stato
deciso che la Regione anticiperà le somme che tra qualche mese
dovrebbero arrivare da Roma grazie a una delibera del Cipe. E per gli
agricoltori? Dal neo assessore arrivano rassicurazioni sul dissesto
idrogeologico e sulla viabilità secondaria («Saranno inserite nel Piano
per il Sud preannunciato da Renzi») e in merito alla rapida approvazione
del Psr da oltre 2,2 miliardi («Le procedure dovranno essere
semplificate e velocizzate. Penso non più a bandi con procedure
farraginose ma a più snelli bandi a sportello, con finestre che si
aprano ogni tré mesi cosi da permettere alle aziende che hanno progetti
completi e disponibilità certa di risorse economiche un iter veloce per
ottenere il finanziamento»), Nulla, però, Cracolici ha detto sul Psr che
sta per concludersi e che rischia di diventare una doppia débàcle:
quella dell'amministrazione regionale e quella delle aziende che si sono
avventurate nella realizzazione dei progetti Psr. Il termine ultimo per
la rendicontazione da parte della Regione è il 31 dicembre. Per la
Sicilia c'è il rischio disimpegno per tutte le somme che non potranno
essere rendicontate. E per molte aziende agricole il rischio è quello di
dovere restituire le anticipazioni.
Angela Sciortino
27 Novembre 2015
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