SOSPIRO DI SOLLIEVO A VIZZINI
Dietrofront della Regione, il centro per l'impiego non sarà chiuso
La Regione sarebbe pronta a fare marcia indietro sull'annunciata chiusura delle sedi distaccate dei Centri per l'impiego, convinta dalle numerose proteste contro una spending review che non fa risparmiare un euro. La notizia è trapelata dall'incontro di martedì a Palermo, nella sede dell'assessorato del Lavoro, tra il capogruppo di Forza Italia all'Ars, Marco Falcone, il consigliere comunale di Vizzini, Pippo Li Volti e la dirigente del Dipartimento del Lavoro, Anna Rosa Corsello. Falcone e Li Volti, dopo aver depositato le 515 firme raccolte in meno di una settimana a Vizzini per dire «no» alla soppressione del locale recapito del Cpi, hanno appreso dalla Corsello l'intenzione di mantenere in vita gli uffici periferici, la cui attività doveva cessare da lunedì prossimo. Tuttavia, manca ancora il provvedimento ufficiale, in attesa del quale gli impiegati in servizio nella cittadina verghiana, insieme ai colleghi del recapito di Mineo, hanno comunque proweduto a preparare gli scatoloni per il trasloco a Grammichele. «Abbiamo chiesto la disponibilità per una riunione, tra settembre e ottobre, con l'assessorato del Lavoro - ha spiegato Falcone - per discutere la sostenibilità dell'ufficio di Vizzini e di molti alti. Dobbiamo capire se può essere potenziato e diventare zonale. C'è per ora soddisfazione per aver evitato la chiusura e aver strappato la promessa di maggiore attenzione». La decisione di eliminare i recapiti dei Cpi (i cui costi, eccetto che per il personale, sono a totale carico dei Comuni) aveva suscitato dure proteste, soprattutto per i disagi all'utenza locale e, in particolare, per i lavoratori forestali alle prese con le chiamate per la stagione antincendio. Per Vizzini e Mineo si era mobilitato anche il gruppo del M5s all'Ars, che con un'interrogazione predisposta dal deputato Francesco Cappello aveva puntato il dito contro «esigenze di spending revew che mal si conciliano con le esigenze delle popolazioni locali» e chiesto al Governo di «recedere dalla decisione, atteso il grave nocumento che ne deriverebbe». Sulla stessa linea anche il deputato Salvatore Giuffrida (gruppo misto), al quale il consigliere comunale Pippo Barbuzza aveva chiesto di farsi portavoce, tramite un'interpellanza, della richiesta di conoscere «le motivazioni della chiusura del Cpi di Vizzini», una scelta ritenuta «a danno dei cittadini del territorio».
LIVIO GIORDANO
03 Luglio 2015
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