Consorzio Bonifica 9, gli operai stagionali perdono da 5 a 10mila euro
La denuncia nell’esecutivo aziendale Fai Cisl: “La cattiva amministrazione degli anni passati e le decisioni della politica regionale a danno solo degli operai”
CATANIA – Mentre al Consorzio di
bonifica 9 si trovano risorse per mezzi e per stabilizzare il personale
d’ufficio, gli operai e le loro famiglie perdono dai 5.500 a oltre
10mila euro ciascuno.
È la denuncia del direttivo aziendale della Fai Cisl, riunitosi con il segretario generale Fai Cisl provinciale Pietro Di Paola, per analizzare la situazione del Consorzio catanese.
Erano presenti, il segretario territoriale Fai Cisl Pippo La Spina, e i componenti Salvatore Messina, Rosario Piccione, Ernesto Abate, Aldo Monciino, Salvatore La Russia e Umberto Parisi.
“A causa della cattiva amministrazione fatta in precedenza – dicono gli operai – stiamo pagando conseguenze pesantissime: la politica regionale nel 2015 ci ha declassati, da stagionali ad avventizi, facendoci perdere definitivamente le garanzie occupazionali. Abbiamo perso in un anno da 40 a 120 giornate di lavoro. Anche il personale a tempo indeterminato ha perso il progetto obiettivo. Per le nostre famiglia è una perdita che va da 5.500 a oltre 10mila euro. Ora, vogliono inserire il personale, oggi avventizio, in un bacino unico dove confluiranno lavoratori dell’ESA, forestali, dei consorzi di bonifica e Ares che saranno chiamati solo se ci sarà di bisogno”.
Gli operai stagionali del Consorzio bonifica 9, a fronte di un servizio prestato dal 2000 per alcuni, dal 2004 per altri e dal 2006 per altri ancora, oggi vedono svanire con la scusa della crisi il sogno di un lavoro stabile e duraturo, che doveva avvenire con la trasformazione dei contratti di lavoro a tempo indeterminato; il personale a tempo indeterminato, da parte sua, vede cancellati diritti acquisiti e la possibilità di riconoscimento lavorativo sulla carriera costruita.
“Su tali questioni – dicono gli operai – sono state vinte cause ed altre ne verranno vinte a breve. Ma, ironia della sorte, ancora nessuno è stato riconosciuto operaio a tempo indeterminato. La beffa maggiore è accaduta con il riconoscimento e la trasformazione a tempo indeterminato del personale d’ufficio che era stato assunto nel 2001 e nel 2006”.
“Inoltre – lamentano ancora – è stato possibile riconoscere per loro transazioni con cifre a 4/5 zeri e una crescita verticale sia per tale personale sia per il personale a tempo indeterminato già in servizio da prima, tramite promozioni per meriti comparativi, garantendo soddisfazione di carriera e beneficio economico”.
“Se tutto ciò servisse a fare funzionare meglio l’ente, come la spesa di oltre un milione di euro per l’acquisto del parco mezzi, sarebbero provvedimenti benvenuti. Ma come mai, allora, da tutti questi benefici ottenuti a pagare è solo la classe operaia stagionale e a tempo indeterminato?”.
La Fai Cisl, assieme alla Filbi Uil, aveva anche presentato, a febbraio, una richiesta volta a recuperare risorse che prevedeva di revocare gli incarichi di consulenza esterna del neonato Consorzio Sicilia Orientale, dato che le professionalità richieste, legali e geologi, sono presenti nell’organico; la chiusura dei contenziosi a costo zero se possibile; la copertura dei posti vacanti con personale interno.
“Una richiesta che a oggi risulta priva di ogni risposta – concludono – mentre dal 3 giugno timbreremo nella sede di via Centuripe, per riconfermare il periodo lavorativo come negli anni precedenti, le garanzie occupazionali e l’applicazione del turn-over come da legge”.
È la denuncia del direttivo aziendale della Fai Cisl, riunitosi con il segretario generale Fai Cisl provinciale Pietro Di Paola, per analizzare la situazione del Consorzio catanese.
Erano presenti, il segretario territoriale Fai Cisl Pippo La Spina, e i componenti Salvatore Messina, Rosario Piccione, Ernesto Abate, Aldo Monciino, Salvatore La Russia e Umberto Parisi.
“A causa della cattiva amministrazione fatta in precedenza – dicono gli operai – stiamo pagando conseguenze pesantissime: la politica regionale nel 2015 ci ha declassati, da stagionali ad avventizi, facendoci perdere definitivamente le garanzie occupazionali. Abbiamo perso in un anno da 40 a 120 giornate di lavoro. Anche il personale a tempo indeterminato ha perso il progetto obiettivo. Per le nostre famiglia è una perdita che va da 5.500 a oltre 10mila euro. Ora, vogliono inserire il personale, oggi avventizio, in un bacino unico dove confluiranno lavoratori dell’ESA, forestali, dei consorzi di bonifica e Ares che saranno chiamati solo se ci sarà di bisogno”.
Gli operai stagionali del Consorzio bonifica 9, a fronte di un servizio prestato dal 2000 per alcuni, dal 2004 per altri e dal 2006 per altri ancora, oggi vedono svanire con la scusa della crisi il sogno di un lavoro stabile e duraturo, che doveva avvenire con la trasformazione dei contratti di lavoro a tempo indeterminato; il personale a tempo indeterminato, da parte sua, vede cancellati diritti acquisiti e la possibilità di riconoscimento lavorativo sulla carriera costruita.
“Su tali questioni – dicono gli operai – sono state vinte cause ed altre ne verranno vinte a breve. Ma, ironia della sorte, ancora nessuno è stato riconosciuto operaio a tempo indeterminato. La beffa maggiore è accaduta con il riconoscimento e la trasformazione a tempo indeterminato del personale d’ufficio che era stato assunto nel 2001 e nel 2006”.
“Inoltre – lamentano ancora – è stato possibile riconoscere per loro transazioni con cifre a 4/5 zeri e una crescita verticale sia per tale personale sia per il personale a tempo indeterminato già in servizio da prima, tramite promozioni per meriti comparativi, garantendo soddisfazione di carriera e beneficio economico”.
“Se tutto ciò servisse a fare funzionare meglio l’ente, come la spesa di oltre un milione di euro per l’acquisto del parco mezzi, sarebbero provvedimenti benvenuti. Ma come mai, allora, da tutti questi benefici ottenuti a pagare è solo la classe operaia stagionale e a tempo indeterminato?”.
La Fai Cisl, assieme alla Filbi Uil, aveva anche presentato, a febbraio, una richiesta volta a recuperare risorse che prevedeva di revocare gli incarichi di consulenza esterna del neonato Consorzio Sicilia Orientale, dato che le professionalità richieste, legali e geologi, sono presenti nell’organico; la chiusura dei contenziosi a costo zero se possibile; la copertura dei posti vacanti con personale interno.
“Una richiesta che a oggi risulta priva di ogni risposta – concludono – mentre dal 3 giugno timbreremo nella sede di via Centuripe, per riconfermare il periodo lavorativo come negli anni precedenti, le garanzie occupazionali e l’applicazione del turn-over come da legge”.
30 Maggio 2015
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