01 maggio 2015

A PALERMO I REGIONALI CHIEDEVANO CONTO E RAGIONI DI TAGLI ALLE INDENNITÀ PENSIONABILI DEGLI OPERAI FORESTALI. DI QUEI LAVORATORI CHE SONO OGGI NEL MIRINO DI UNA DEMAGOGIA FACILE



Sciopero. Dipendenti regionali in corteo contro Crocetta: «Calpesta noi per salvare i privilegi della casta politica»
«Non abbiamo stipendi astronomici»




Folta rappresentanza siracusana al corteo di Catania


Isabella Di Bartolo
In una Sicilia spaccata a metà per mala gestio di opere e cosa pubbliche, fa notizia che si sia trovata unità d'intenti. Specie se a farlo sono stati, ieri, i dipendenti regionali. Sì, coloro che nell'immaginario collettivo godono di super stipendi, benefit e sconti su pacchetti vacanze. Proprio loro, da Palermo a Catania, sono scesi in piazza per protestare contro un governo regionale che taglia e continua a tagliare mantenendo però i privilegi di una casta politica sempre più lontana dalla gente comune.
Uniti anche i sindacati che si sono ritrovati insieme per contestare la Finanziaria regionale e le riduzioni a discapito di stipendi e pensionamenti dei tanti, tantissimi dipendenti regionali. «Non vogliamo essere capro espiatorio di una Sicilia che non funziona», è stato il grido che si è levato da Siracusa rappresentata, a Catania, da una combattiva rappresentanza sindacale. Mentre a Palermo, altri regionali chiedevano conto e ragioni di tagli alle indennità pensionabili degli operai forestali. Di quei lavoratori che sono oggi nel mirino di una demagogia facile. Facile e scontato prendersela con chi siede in uno dei tanti, troppi uffici siglati Regione siciliana. Facile e scontato guardare imbarazzati (per loro) chi ha la fortuna di fare il custode di un museo e poter respirare aria di bellezza e invece, noiosamente, si dedica a cruciverba. Non è facile, invece, restituire dignità ai lavoratori - tutti - che rappresentano l'istituzione pubblica e, dunque, la collettività. Perché per farlo dovrebbe essere l'istituzione pubblica a crederci, per prima. E allora ben venga una manifestazione, un segno di protesta se questo serve a riflettere sul senso del lavoro pubblico, sull'utilità collettiva, sulla necessità di riformare un settore che chiude le porte a troppi per tenerle aperte a troppe poche persone. Il lavoro va tutelato. Quando viene svolto


30 Aprile 2015









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