Finanziaria, c’è l’accordo di massima
Ma le opposizioni vogliono Crocetta in aula
Quasi 500 emendamenti ritirati, e l’accorpamento di altri 200
emendamenti fra di loro per la trattazione unificata. C’è l’accordo fra
maggioranza e opposizione per giungere entro domani sera
all’approvazione della finanziaria regionale. Ma si tratta di un accordo
condizionato. Le opposizioni chiedono che il Presidente della Regione
non fugga dalle sue responsabilità e si presenti in aula dal pomeriggio
di oggi a ‘metterci la faccia’, ad assumersi la paternità di questa
legge di stabilità
Si tornerà, dunque, in aula alle 15 con Crocetta presente per iniziare l’analisi degli articoli della Finanziaria dopo che ieri è stato approvato l’articolato del bilancio ma con ben tre stop. Tre voti a scrutinio segreto che hanno mostrato tutta l’inconsistenza della maggioranza andata sotto in tutte e tre le occasioni. Gli emendamenti approvati ieri hanno tolto fondi alle auto blu per darli alle borse di studio antimafia, hanno cancellato i fondi per la comunicazione del Presidente e quasi dimezzato i fondi per esperti e consulenti sempre del Presidente.
Segnali mandati a Crocetta più che fatti concreti. il presidente annuncia che quei fondi saranno ripristinati perché sono obbligatori, Ci sono contratti da rispettare. In realtà spese obbligatorie non sono ma c’è da aspettarsi che per tali saranno fatte passare per rimettere a posto i soldi del Presidente.
Il clima in aula, però, deve cambiare ieri sera sono state poste le basi perché questo avvenga ma Crocetta deve presentarsi al Parlamento e deve farlo contenendo la sua tradizionale esuberanza se non vuole altri incidenti visto che al voto segreto una decina di franchi tiratori ieri ci sono stati ad ogni occasione nella sua scontenta maggioranza.
Intanto oggi scendono in piazza i regionali. Indiscussione ci sono anche le norme di riforma unilaterale del pubblico impiego e del loro contratto.
Stamani sciopero generale contro le misure del governo su contratti, pensioni e assetti organizzativi del personale. “I regionali – accusano nel documento sindacale confederali e autonomi – sono diventati un utile strumento per nascondere l’inadeguatezza del governo e della politica. Si toccano diritti maturati condizionando l’opinione pubblica con menzogne quotidiane. La stragrande maggioranza dei dipendenti regionali ha stipendi che vanno da mille a mille e cinquecento euro, altro che privilegi!”.
Due le manifestazioni in programma dopo che il crollo del ponte Himera ha reso difficili i collegamenti nell’Isola. A Palermo a partire dalle 9,30, concentramento e presidio dei lavoratori in piazza del Parlamento. A Catania, invece, alla stessa ora i lavoratori della Sicilia orientale si incontreranno davanti alla Prefettura per muoversi in corteo fino al Palazzo della Regione.
A proclamare lo sciopero, dopo il fallimento della trattativa all’Aran dove il governo si è presentato spaccato, sono state le segreterie regionali di confederali ed autonomi congiuntamente. Annunciati disagi in tutti gli uffici pubblici e negli enti regionali.
Si tornerà, dunque, in aula alle 15 con Crocetta presente per iniziare l’analisi degli articoli della Finanziaria dopo che ieri è stato approvato l’articolato del bilancio ma con ben tre stop. Tre voti a scrutinio segreto che hanno mostrato tutta l’inconsistenza della maggioranza andata sotto in tutte e tre le occasioni. Gli emendamenti approvati ieri hanno tolto fondi alle auto blu per darli alle borse di studio antimafia, hanno cancellato i fondi per la comunicazione del Presidente e quasi dimezzato i fondi per esperti e consulenti sempre del Presidente.
Segnali mandati a Crocetta più che fatti concreti. il presidente annuncia che quei fondi saranno ripristinati perché sono obbligatori, Ci sono contratti da rispettare. In realtà spese obbligatorie non sono ma c’è da aspettarsi che per tali saranno fatte passare per rimettere a posto i soldi del Presidente.
Il clima in aula, però, deve cambiare ieri sera sono state poste le basi perché questo avvenga ma Crocetta deve presentarsi al Parlamento e deve farlo contenendo la sua tradizionale esuberanza se non vuole altri incidenti visto che al voto segreto una decina di franchi tiratori ieri ci sono stati ad ogni occasione nella sua scontenta maggioranza.
Intanto oggi scendono in piazza i regionali. Indiscussione ci sono anche le norme di riforma unilaterale del pubblico impiego e del loro contratto.
Stamani sciopero generale contro le misure del governo su contratti, pensioni e assetti organizzativi del personale. “I regionali – accusano nel documento sindacale confederali e autonomi – sono diventati un utile strumento per nascondere l’inadeguatezza del governo e della politica. Si toccano diritti maturati condizionando l’opinione pubblica con menzogne quotidiane. La stragrande maggioranza dei dipendenti regionali ha stipendi che vanno da mille a mille e cinquecento euro, altro che privilegi!”.
Due le manifestazioni in programma dopo che il crollo del ponte Himera ha reso difficili i collegamenti nell’Isola. A Palermo a partire dalle 9,30, concentramento e presidio dei lavoratori in piazza del Parlamento. A Catania, invece, alla stessa ora i lavoratori della Sicilia orientale si incontreranno davanti alla Prefettura per muoversi in corteo fino al Palazzo della Regione.
A proclamare lo sciopero, dopo il fallimento della trattativa all’Aran dove il governo si è presentato spaccato, sono state le segreterie regionali di confederali ed autonomi congiuntamente. Annunciati disagi in tutti gli uffici pubblici e negli enti regionali.
29 Aprile 2015
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