La Forestale che serve all’Italia. La riforma proposta dalla CGIL
No all'accorpamento, è necessario cambiare organigrammi, modalità e consuetudini
Col mutare degli assetti sociali e normativi, il Corpo Forestale dello Stato negli ultimi 10 anni, sotto la guida e le idee del suo attuale capo, ha disordinatamente cercato di modificare le proprie competenze e le proprie strutture nel tentativo di adeguarle alle nuove esigenze e situazioni. I pochi tentativi di rendere più efficiente quest’amministrazione sono stati però vanificati dalla sostanziale incapacità della dirigenza di attuare un vero ammodernamento e riorganizzazione, dirigenza che ha perso di vista il mandato originario del Corpo non arrestando il depauperamento di risorse, di mezzi e di personale. In tale compromesso quadro, si sono agevolmente incistate insane forme di clientelismo e di complicità politiche e sindacali, che hanno oltretutto cristallizzato gli assetti dell’amministrazione impedendo – nel tempo – il necessario cambiamento di organigrammi, modalità e consuetudini e lasciando spesso il personale che opera nelle periferie a subire prassi amministrative inadeguate e talvolta anche vessatorie, vieppiù pagando le conseguenze dei gravi errori commessi da parte di chi ha, fino ad oggi, gestito il C.F.S. che ha dichiarato obiettivi decisamente ambiziosi senza un’adeguata valutazione delle risorse umane e dei mezzi effettivamente disponibili.
Nel susseguirsi di proposte di legge e dichiarazione d’intenti che in qualche modo affermano un’idea di riorganizzazione delle Forze di Polizia e del C.F.S., pensiamo sia giunto il momento di esprimere quella che è la posizione di questa O.S. – largamente condivisa dagli operatori coinvolti – circa il futuro del Corpo Forestale dello Stato.
L’enorme patrimonio naturalistico, paesaggistico e agro-silvo-pastorale italiano, i numerosi compiti imposti dai trattati internazionali e dalla normativa europea, la deindustrializzazione forzata che la crisi ha imposto al nostro Paese, che ripone nel turismo e nel settore agroalimentare le maggiori opportunità di ripresa economica, rendono evidente e pressante la necessità di mantenere e se possibile rafforzare una Forza di Polizia ambientale, moderna e specializzata.
Del resto, la specificità tutta italiana, che vede insieme il consolidarsi del fenomeno di alti livelli di corruzione negli enti pubblici e dello strapotere delle ecomafie, non consente alcuna smobilitazione o “ritirata” dello Stato in settori come questo, di grande interesse strategico per la collettività.
Un ambiente che permane interessato da un fortissimo e preoccupante livello di illegalità e inquinamento del territorio, delle zone rurali e montane, delle aree protette, dovrebbe suggerire ben altri interventi da parte del governo.
Serve un presidio di legalità dotato di adeguate e moderne risorse, una presenza più costante, forte, qualificata e concreta dello Stato centrale sul territorio, che attraverso i propri apparati e servizi di Polizia deve poter rispondere alla criminalità organizzata con adeguata tempestività, competenza e grande efficacia nell’interesse della collettività e del suo ambiente, chiamato a impegnarsi quotidianamente per difendere un Paese che per le sue note caratteristiche territoriali e peculiarità culturali è universalmente riconosciuto come patrimonio dell’umanità. Per queste ragioni siamo convinti che le numerosissime competenze tecniche e di polizia che il Corpo Forestale dello Stato esercita a difesa dei valori sanciti dalla Costituzione e dalla Comunità Europea siano assolutamente inderogabili e che qualsiasi ipotesi di soppressione o assorbimento del C.F.S. debba essere, oggi più di ieri, respinta con forza, nella convinzione della necessità di una profonda riorganizzazione, essenziale a garantire una maggiore attività di vigilanza e contrasto ai crimini ambientali, all’inquinamento e dissesto idrogeologico del territorio, agli incendi e alle valanghe come pure alla salvaguardia della incolumità e salute dell’intera popolazione. Tale riorganizzazione dovrà rinnovare la prassi amministrativa, riordinare l’apparato perché le risorse esigue non si perdano in strutture periferiche di dubbia funzionalità ed eliminare sprechi e duplicazioni con altre Amministrazioni, permettendo così di reperire, senza costi aggiuntivi e nell’immediato, risorse e personale da reimpiegare nelle strutture operative sul territorio.
In sintesi i punti principali da cui partire per una riforma strutturale ed organica del C.F.S.
. Revisione della Legge n. 36/2004, nella quale prevedere la trasformazione degli attuali Comandi Provinciali in Nuclei operativi, quali: NIPAF, CITES, Nuclei Agroalimentari e Nirda, con contestuale e migliore impiego della ex dirigenza provinciale sul territorio, ritenuta necessaria ad alleggerire i Comandi Stazione da attività particolarmente impegnative come, ad esempio, le indagini delegate dall’A.G. e, contestualmente, ottimizzare le risorse umane ivi impiegate. Queste nuove strutture si dovranno occupare anche del coordinamento dei Comandi Stazione per l’attuazione delle linee programmatiche operative determinate dal livello regionale/centrale.
. Accorpamento nei Comandi Regionali di tutte le funzioni amministrative e patrimoniali attualmente demandate ai Comandi Provinciali, che dovranno essere gestite da un 1° Dirigente.
. Ridimensionamento dei Coordinamenti Territoriali per l’Ambiente, attraverso la soppressione dei relativi uffici amministrativi e il contestuale potenziamento dei Comandi Stazione Parco con ampliamento della loro giurisdizione comunale, anche al territorio non incluso nel parco. Passaggio delle competenze amministrative al Comando Regionale.
. Rimodulazione delle piante organiche del Corpo, dalle quali va preliminarmente eliminata la fortissima sproporzione fin qui generata tra il personale impiegato negli uffici – oggi ben oltre il 40% dell’intera forza presente – e quello comandato nelle numerose strutture operative territoriali, anche per colmare il divario esistente tra le varie regioni che va ricalcolato, se del caso, anche individuando i carichi di lavoro affidati alle strutture locali che insistono sui territori maggiormente estesi. Per fare questa operazione, però, diventa assolutamente indispensabile prevedere la contrazione della quota di personale del Corpo da destinare agli uffici centrali.
. Rideterminazione delle funzioni esclusive affidate al Corpo, in modo da eliminare completamente le attuali duplicazioni di servizi assicurate da altre FF.PP. a competenza generale o Enti locali, riportando tutti i settori relativi alla tutela dell’ambiente, dall’agroalimentare, del paesaggio ad esclusiva competenza del Corpo Forestale dello Stato. In tal senso occorrerà coordinare strettamente l’attività del Corpo con quella svolta dall’ICQRF.
. Riorganizzazione dei reparti di specialità, con potenziamento e nuova regolamentazione di quelle che per la particolare competenza professionale del Corpo assumono un valore strategico per gli interessi dell’intera collettività, prevedendo l’abolizione delle specializzazioni inutili o proprie di altre FF.PP. e/o Enti locali. · Partecipare, insieme alle altre FF.PP., a VVF e Protezione Civile all’organizzazione e funzionamento delle Centrali Operative Unificate e alla gestione del numero unico di emergenza 112.
. Assegnazione esclusiva della “lotta attiva agli incendi boschivi” al Corpo dei Vigili del Fuoco, più specializzato e con risorse umane e strumentali più adatte al contrasto. Mantenimento delle competenze del Corpo Forestale dello Stato afferenti le sole indagini sulla natura degli incendi boschivi. Prevedere, in tale contesto, il conseguente passaggio della flotta aerea antincendio ai VV.FF.
. Cessione completa alla Capitaneria di Porto di funzioni e mezzi ancora in dotazione al CFS e dedicati al pattugliamento marino.
. Completa informatizzazione della macchina amministrativa di supporto, e conseguente ammodernamento e snellimento degli attuale adempimenti burocratici, dei compiti tecnici e delle tecniche investigative del C.F.S.
Pensiamo che un progetto di riforma di tale portata e significato, concepito nell’esclusivo interesse del Paese, dell’ambiente e del territorio in cui questo insiste, per essere definita credibile, debba essere accompagnata dall’indispensabile avvicendamento dell’attuale vertice del Corpo che, come è noto ai più ormai, è in carica dal lontano 2004, un vero e proprio record per le Amministrazioni dello Stato.
Funzione Pubblica CGIL
Coordinamento Nazionale Corpo forestale dello Stato
21 Marzo 2015
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