Resta lo sciopero, riesplode lo scontro in Giunta
ma per la Cisl «è il gioco del buono e del cattivo»
L'Assessore Alessandro Baccei
Lillo Miceli
Palermo. Crocetta apre al dialogo; Baccei chiude. È svanità così l'illusione dei segretari di tutte le sigle sindacali rappresentate alla Regione, che avevano prontamente risposto alla convocazione del presidente della Regione, Rosario Crocetta, con l'esplicita volontà di riprendere il confronto, per trovare un'intesa sulle misure di contenimento della spesa che mirano ad allineare le retribuzioni e le pensioni dei dipendenti regionali con quelle degli statali. La riapertura al dialogo con i sindacati, peraltro, il presidente Crocetta l'aveva annunciata domenica mattina durante l'incontro con i parlamentari e i dirigenti del Pd, convocato dal segretario regionale Fausto Raciti, alla presenza dell'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, che non aveva espresso alcuna contrarietà.
Ma ieri, quando già Crocetta e i segretari dei sindacati, erano seduti attorno al tavolo per riaprire la trattativa, è (sarebbe) arrivato il «niet» dell'assessore all'Economia, chiamato al telefono dal presidente della Regione per informarlo della disponibilità delle forze sindacali. La risposta, però, sarebbe stata gelida: «Non c'è nulla da discutere, nessuna trattativa da fare».
A questo punto, i sindacalisti si sono alzati e sono andati via, confermando il sit-in di oggi davanti a Palazzo d'Orléans e lo sciopero del 20 marzo.
Ecco come ha ricostruito l'imbarazzante riunione, Michele Palazzotto, segretario regionale della Cgil-Fp: «Crocetta l'ha chiamato al telefono davanti alla delegazione sindacale e Baccei ha risposto con un secco: "Non se ne parla proprio". Una situazione pirandelliana, fanno il gioco del buono e del cattivo: così non va».
Una risposta che non è certamente piaciuta al presidente della Regione, Crocetta, convinto invece che un gesto di disponibilità al confronto non si nega mai. Crocetta ha cercato di dissimulare il proprio imbarazzo, trincerandosi dietro un «no comment». Non è il primo «dissapore» che si registra tra Crocetta e Baccei; divergenze sempre diplomaticamente negate, ma questa volta è avvenuto di fronte a 25 persone. L'assessore all'Economia raggiunto all'aeroporto «Birgi» di Trapani da una troupe della Tgr-Sicilia, però, ha smentito di avere mai negato un confronto con i sindacati. «Nessuno mai - ha detto - mi ha chiesto un incontro. La mia porta è sempre aperta». Senza parole i rappresentanti sindacali che hanno assistito in diretta alla telefonata tra Crocetta e Baccei, alla presenza del capo della segreteria tecnica dell'assessore all'Economia, Gandolfo Librizzi.
Il presidente della Regione, da parte sua, ha informato di quanto accaduto il segretario regionale del Pd, Raciti, e quelli della coalizione di maggioranza. Lo scontro, tenuto per tanto tempo sotto traccia, rischia di esplodere clamorosamente nella fase più delicata della redazione del disegno di legge di stabilità.
«Sarebbe sensato - ha dichiarato Raciti - che l'assessore all'Economia, anche per sgombrare il campo di un po' di paure, fermo restando quello che si siamo detti domenica, incontrasse le forze sindacali. Credo sia una posizione sensata. Ho coinvolto anche il sottosegretario Davide Faraone per trovare un punto d'intesa». Ma la questione è molto più delicata di quanto si possa pensare, soprattutto per il presidente della Regione, che si è visto prima negare la disponibilità al dialogo e poi ha avuto la smentita di Baccei.
Ma per Gigi Caracausi e Paolo Montera (Cisl Fp), «il presidente Crocetta e l'assessore Baccei hanno fatto il gioco del buono e del cattivo. La nostra protesta continua. Avevamo proposto di discutere di fronte all'Aran le questioni che riguardano i dipendenti pubblici. Così il governatore ha chiamato Baccei al telefono. Quest'ultimo si sarebbe opposto. Ovviamente, a questo giochetto non crediamo. Confermiamo la nostra mobilitazione: domani manifestazione dei sindacati e il 20 marzo lo sciopero unitario». Luca Crimi (Uil Fpl), da parte sua, pur confermando le iniziative di lotta, ha auspicato «un confronto utile al fine di tutelare tutti i dipendenti regionali».
Ed è proprio questo il punto cruciale. Se per tutela s'intende la conservazione di privilegi ormai anacronistici, sarà piuttosto difficile. Eppoi, per quanto riguarda direttamente la rappresentanza sindacale, in Sicilia le giornate di permesso sono il doppio rispetto al resto d'Italia. Così come non può essere attribuito indistintamente il premio di produttività a tutti i dipendenti: a chi lavora e a chi non lavora.
Il clima che si sta creando non è certamente dei migliori. È concreta la possibilità che dopo i dipendenti regionali scendano in piazza i forestali, i precari di ogni tipo. Per non parlare di quelle categorie come agricoltori, artigiani e commercianti che dal risanamento dei conti della Regione si attendono ripresa economica e crescita.
Intanto oggi, oltre il sit in dei sindacati davanti Palazzo d'Orléans, l'Anci Sicilia terrà una conferenza stampa in piazza Politeama per denunciare il mancato trasferimento delle risorse che i comuni attendono dalla Regione.
17 Marzo 2015
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