Non una ma due diverse finanziarie, una di tagli lacrime e sangue ed una secondo di sviluppo fatta con i fondi comunitari e nella quale trovare le risorse per le compartecipazioni regionali (mentre quelle statali dovrebbero venire dalla finanziaria appunto nazionale).
Una scelta senza precedenti e senza legame alcuno con le disposizioni di legge sul bilancio che non prevedono in alcun modo lì’esistenza di un doppio binario per la legge che regolamenta i conti della Regione e ne dispone i sistema di impiego ed utilizzo.
La decisione è stata comunicata dall’assessore all’economia Alessandro Baccei ai partiti della maggioranza nel vertice conclusosi a tarda ora Palazzo d’Orleans. Un vertice che ha fatto saltare e dunque inviare il previsto incontro con i sindacati già sul piede di guerra prima di qusto rinvio e che ora si preparano alla battaglia anche perché contestano il principio secondo il quale prima vengono fatte le scelte e poi vengono loro comunicate come cosa fatta e non come argomento su cui discutere.
Per scavalcare le disposizioni di legge che non prevedono ‘due finanziarie’ sarà utilizzato uno ‘stratagemma ordinario’. In pratica la finanziaria sarà quella dei tagli mentre lo sviluppo sarà contenuto in una legge ordinaria che non avrà, dunque, caratteristiche e vincoli di una finanziaria, e che potrà essere approvata anche dopo dopo maggio. Una sorta di legge di spesa alla quale si affiancheranno norme di adeguamento di bilancio. In questo modo entro aprile si potrà fare la finanziaria dei tagli e lo sviluppo aspetterà ma senza che il governo abbia più fretta o corra il rischio della scadenza dei termini.
Nella finanziaria ci saranno ulteriori tagli per circa 200 milioni di euro che riguarderanno i forestali, il personale della Regione, la riduzione del numero dei consiglieri comunali e delle indennità (ma solo dalle legislatura future escludendo i comuni che sono in carica o che andranno al voto in questi mesi), dalla vendita dei beni demaniali o dalla dismissione di affitti e spese varie (se ne parla da 15 anni), ma saranno messi a frutto anche i beni ambientali (biglietti nelle riserve e concessioni varie), sarò prevista la soppressione di alcuni enti, come gli Iacp e l’ente autonomo porto di Messina, ma si affiancherà anche la dismissione attraverso concessione ai privati di alcuni istituti come quello per l’incremento ippico di Catania mentre diventeranno a pagamento da parte di comuni e non solo molti dei servizi resi dall’Arpa l’Agenzia regionale per l’Ambiente.
Prevista, poi, la riorganizzazione dei dipartimenti regionali per tagliare sulle spese ad iniziare dal Dipartimento dell’economia e dalle sue filiazioni in tutti i dipartimenti attraverso le ragionerie di ogni ufficio che potranno essere centralizzate.
Un complesso di norme anche da completare ma che già ha fatto alzare il tono delle proteste già all’interno della giunta, Proteste fini a se stesse perché l’assessore Baccei avrebbe già informato tutti che la strada è questa e non si cambia e la decisione di dar tempo ai partiti per analizzare la manovra e prospettare modifiche appare solo come un contentino senza effetti.
Non si tocca, ad esempio, il complesso di norme sul personale con l’adeguamento del sistema pensionistico dei regionali a quello statale cancellando anche la porzione del sistema contributivo, i prepensionamenti, il taglio del salario accessorio e dei permessi sindacali, la mobilità interna obbligatoria. Norme sulle quali la battaglia sarà certa con le parti sindacali
Nonostante tutti i tali i fondi non bastano per coprire il bilancio 2015. La strategia è usare i fondi per investimenti per coprire la spesa corrente contando su un tacito consenso dal governo centrale che potrebbe impugnare un simile provvedimento dopo che il Commissario dello Stato è stato defraudato di questo diritto /dovere, e ottenere da Roma il miliardo e 700 milioni mancante.
Da oggi, invece, dovrebbe prendere corpo un nuovo tavolo interassessoriale per dar vita alla finanziaria bis ovvero la legge di sviluppo da mandare in aula a maggio. Un tavolo composto dagli assessori al Turismo, ai Beni culturali, alle Infrastrutture, alle Attività produttive e all’Economia. Un contentino senza effetti almeno fiono a quando non sarà completato il percoros della finanziaria di tagli e dunque il governo non sis arà salvato dalla scadenza del 30 aprile.
Stasera, intanto, si riunirà la giunta di governo per la seconda seduta dopo 30 giorni di stop. Una giunta che, però, potrebbe saltare. L’incontro previsto per ieri a Roma, infatti, è stato spostato ad oggi e la trattativa capitolina ha la priorità su tutto.

18 Febbraio 2015 
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