AGRICOLTURA
Finanziaria, il piano della Regione:
ai giovani i terreni abbandonati
di
Giuseppina Varsalona
L’assessore Caleca ha fatto inserire nella Finanziaria una norma che potrà semplificare l’iter amministrativo per l’istituzione della «Banca della terra»
Un percorso, quello della «banca della terra», che richiama la Riforma agraria dei primi anni Cinquanta, quando migliaia di ettari di terra furono espropriati ai latifondisti dai primi governi autonomisti per essere «girati» ai poveri braccianti che erano attanagliati dalla crisi post bellica. Peccato, però che, a distanza di 65 anni, gran parte delle aree oggetto della riforma agraria, non risultano ancora riscattate dagli assegnatari e in alcuni casi hanno perfino perso la destinazione agricola e sono diventate edificabili o utilizzabili come cave.
La Finanziaria di gennaio prevede che la Regione entro due anni dovrà inserire nella «Banca della terra» tutti quegli appezzamenti dell’Esa, l’Ente sviluppo agricolo, del demanio e dei Comuni che dopo tanti anni non sono ancora utilizzati. Secondo le stime dell’assessorato sono circa 50 mila gli ettari da assegnare in capo all’Azienda foreste e tra 20 e 30 mila quelli in forza all’Esa. A questi, bisogna aggiungere i beni abbandonati che appartengono ai Comuni e persino alla Curia, per i quali è in corso la ricognizione della Regione.
05 Febbraio 2015
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