Barbagallo a Crocetta «Ci sono i segnali per invertire la rotta»
Lillo Miceli
Palermo. La situazione finanziaria della Regione è al limite del collasso. Ma i tagli già operati dalla Giunta presieduta da Rosario Crocetta non sono giudicati sufficienti dal governo nazionale, che chiede ulteriori colpi di scure alla spesa in cui si anniderebbero ancora parecchi sprechi. Approfittando della presenza a Palermo del leader della Uil, Carmelo Barbagallo, Crocetta ha voluto incontrarlo per chiedergli di intervenire su Palazzo Chigi affinché venga allentata la stretta economica sulla Sicilia. Insomma, non solo spending review si chieda alla Regione siciliana, ma bisogna anche darle la possibilità di approvare norme per la crescita e lo sviluppo che, ovviamente, necessitano di investimenti.
Barbagallo, da siciliano, ha promesso che farà la propria parte, rilevando che se la Sicilia non gode di buona fama a livello nazionale è perché per decenni ha dilapidato enormi risorse, «ma adesso ci sono chiari segnali per un'inversione di rotta».
Subito dopo, Crocetta ha incontrato le forze sindacali, alle quali ha illustrato la parte del disegno di legge di stabilità sul contenimento della spesa, relativo ai costi dei dipendenti regionali, dei lavoratori della forestale e dei consorzi di bonifica. Un nuovo incontro è previsto per mercoledì prossimo, quando il presidente della Regione dovrebbe rendere noti i contenuti del disegno di legge sullo sviluppo.
Intanto, ieri l'Ars avrebbe dovuto approvare il Dpef, ma il vice presidente Antonio Venturino ha rinviato la seduta a giovedì 26 febbraio, perché la stragrande maggioranza dei parlamentari era assente. A Sala d'Ercole c'erano solo i grillini ed alcuni deputati del Pd e del centrodestra. La decisione di Venturino è stata contestata vivacemente da alcuni deputati arrivati subito dopo in Aula. «Il Dpef - ha detto Venturino - non è un documento qualunque, ma è fondamentale per la vita della Regione. Invito i colleghi ad essere più puntuali». La domanda è: sono state assenze dettate dal disinteresse? o si è trattato di assenze "politiche"?
In Aula, peraltro, non c'era neanche l'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, che era invece presente all'incontro con le forze sindacali, che hanno manifestato il loro dissenso rispetto ai tagli di circa il 20% che dovrebbero colpire tutti coloro che in qualche modo percepiscono uno stipendio pagato dalla Regione.
Baccei, però, ha subito messo le cose in chiaro: «Tutto è discutibile, tranne la difesa dei privilegi». Ma i segretari generali di Cgil (Michele Pagliaro), Cisl (Mimmo Milazzo) e Uil (Claudio Barone) hanno definito «irricevibili le misure del disegno di legge del governo perché si tratta di tagli lineari incapaci di qualificare la spesa pubblica della Regione». Il confronto riprenderà mercoledì prossimo, ma le iniziative di lotta programmate dai sindacati confederali restano confermate.
Per il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone, «la maggioranza non sa ancora cosa fare. Ancora l'Ars non approva il Dpef. Baccei a Roma avrebbe avuto solo risposte interlocutorie e dovrebbe tornarci con Crocetta». Nella Capitale sono stati istituiti tre tavoli istituzionali, ma le risposte concrete probabilmente cominceranno ad arrivare solo dopo che ci sarà la certezza che in Sicilia si sia invertita la rotta. In verità, il governo Crocetta la sua spending review l'ha fatta, tagliando circa 2,9 miliardi di euro. I 17 articoli del disegno di legge di stabilità noti, prevedono solo tagli alla funzione pubblica. Ma c'è sempre il capitolo delle società partecitate che ancora rimane aperto. Le aziende non strategiche sono in liquidazione, ma rimane il peso dei dipendenti assunti da società private, anche se a capitale pubblico. Cosa fare di questi lavoratori? Potranno transitare nei ruoli del pubblico impiego, pur non avendo mai partecipato ad un concorso?
20 Febbraio 2015
Nota
Respingere con forza i tagli che mortificano i lavoratori forestali.
Al Presidente Crocetta e al Pd (Nazionale e Regionale) che nei prossimi giorni organizzeranno una conferenza regionale sul
comparto forestale.
Vi diciamo a gran voce che nella società del ventunesimo secolo le 78 e le 101 giornate nel settore pubblico non hanno più senso logico e produttivo.
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