PA: Cisal-Forestale, quale futuro per tutti i dipendenti del corpo?
(AGENPARL) – Roma, 28 gen – “La delega
alla riforma della Pubblica Amministrazione sembra non poter
prescindere dall’assorbimento del Corpo forestale dello Stato nel
Ministero degli Interni. Questo vuol dire che la riduzione del numero
dei Corpi di Polizia Civili dello Stato non produrrà la tanto discussa
razionalizzazione delle risorse attuali perché non verranno eliminate le
sovrapposizioni e duplicazioni. Andare avanti con le riforme è un
argomento prioritario,occorre in ogni modo trasformare questa profonda
crisi in un rinnovato impegno per creare nuove possibilità ed occasioni,
tuttavia la fretta può essere cattiva consigliera ed è questa la
sensazione che si sta facendo strada all’interno della riforma sulla
Pubblica Amministrazione. Assorbire il Corpo Forestale nella Polizia di
Stato significherebbe duplicare i presidi sul territorio. Senza
stabilire i limiti delle specifiche competenze si genererebbero
sovrapposizioni
difficilmente utili ai cittadini. La soluzione più realistica sarebbe procedere progressivamente con il rafforzamento delle singole specificità, pensare ad esempio ad un’unica Polizia Ambientale, aggregando al Corpo Forestale, tutti quei soggetti, polizie provinciali, corpi forestali delle regioni autonome e delle provincie a statuto speciale, personale della repressione frodi del Ministero delle Politiche Agricole, che attualmente operano in questo settore autonomamente e senza alcun tipo di coordinamento. Prima di tutto questo, il Ministro Madia e il Ministro Martina, espressione del Governo Renzi, dovrebbero occuparsi dei 1400 lavoratori, assunti con contratto privato L. 124/85, che da oltre un trentennio aspettano di essere stabilizzati. Tutti operai a tempo indeterminato e determinato integrati e professionalizzati all’interno del Corpo Forestale che oggi, in virtù di una scellerata e frettolosa riforma, rischiano di tornare a casa. Il Governo Renzi, tanto attento con il jobs act, alle forme contrattuali del settore privato dovrebbe preoccuparsi con la stessa attenzione delle anomalie presenti nel settore pubblico, con il rischio di generare GRAVI DANNI. Nessuno, ad esempio, parla o ipotizza un futuro certo per le 1.400 famiglie che con l’attuale disegno potrebbero andare ad incrementare il popolo dei disoccupati. Abbiamo bisogno di risposte chiare per tutti i lavoratori del Corpo forestale dello Stato, non soltanto per i dirigenti. Nessuno si sta occupando di questa problematica nonostante la Cisal-CFS l’abbia evidenziata difronte al Ministro Martina, ai vertici del Corpo Forestale e agli organi parlamentari. Nessuno si è degnato di tranquillizzare 1.400 famiglie che da decenni lavorano con un contratto di tipo privato in un amministrazione pubblica, nonostante già nel 2007 la funzione pubblica consigliasse di stabilizzarli inserendoli nei ruoli. Lavoratori che svolgono compiti importanti come quello di collaborare alla gestione amministrativa e alla tutela della biodiversità nelle Riserve Naturali dello Stato. Al contrario proprio ieri il Consiglio di Amministrazione si è riunito per nominare nuovi Dirigenti Superiori, come se non fossero sufficienti quelli già esistenti. Qual è la razionalizzazione e quali sono i risparmi che ha in mente di perseguire questo Governo? “.
difficilmente utili ai cittadini. La soluzione più realistica sarebbe procedere progressivamente con il rafforzamento delle singole specificità, pensare ad esempio ad un’unica Polizia Ambientale, aggregando al Corpo Forestale, tutti quei soggetti, polizie provinciali, corpi forestali delle regioni autonome e delle provincie a statuto speciale, personale della repressione frodi del Ministero delle Politiche Agricole, che attualmente operano in questo settore autonomamente e senza alcun tipo di coordinamento. Prima di tutto questo, il Ministro Madia e il Ministro Martina, espressione del Governo Renzi, dovrebbero occuparsi dei 1400 lavoratori, assunti con contratto privato L. 124/85, che da oltre un trentennio aspettano di essere stabilizzati. Tutti operai a tempo indeterminato e determinato integrati e professionalizzati all’interno del Corpo Forestale che oggi, in virtù di una scellerata e frettolosa riforma, rischiano di tornare a casa. Il Governo Renzi, tanto attento con il jobs act, alle forme contrattuali del settore privato dovrebbe preoccuparsi con la stessa attenzione delle anomalie presenti nel settore pubblico, con il rischio di generare GRAVI DANNI. Nessuno, ad esempio, parla o ipotizza un futuro certo per le 1.400 famiglie che con l’attuale disegno potrebbero andare ad incrementare il popolo dei disoccupati. Abbiamo bisogno di risposte chiare per tutti i lavoratori del Corpo forestale dello Stato, non soltanto per i dirigenti. Nessuno si sta occupando di questa problematica nonostante la Cisal-CFS l’abbia evidenziata difronte al Ministro Martina, ai vertici del Corpo Forestale e agli organi parlamentari. Nessuno si è degnato di tranquillizzare 1.400 famiglie che da decenni lavorano con un contratto di tipo privato in un amministrazione pubblica, nonostante già nel 2007 la funzione pubblica consigliasse di stabilizzarli inserendoli nei ruoli. Lavoratori che svolgono compiti importanti come quello di collaborare alla gestione amministrativa e alla tutela della biodiversità nelle Riserve Naturali dello Stato. Al contrario proprio ieri il Consiglio di Amministrazione si è riunito per nominare nuovi Dirigenti Superiori, come se non fossero sufficienti quelli già esistenti. Qual è la razionalizzazione e quali sono i risparmi che ha in mente di perseguire questo Governo? “.
28 Gennaio 2015
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