REGIONE. Il governatore ha presentato il pacchetto delle prossime riforme, il sottosegretario ha apprezzato la collaborazione
«Autonomia e responsabilità»
Delrio: pronti a dare una mano, purché si taglino gli sprechi e i servizi funzionino
Crocetta: conti a posto, no a scippo dei fondi Pac, lo Stato ci dia competenze dovute dal ’46
Graziano Delrio, Patrizia Monterosso,
Rosario Crocetta e Davide Faraone
Lillo Miceli
Palermo. Graziano Delrio non è lo «zio d'America». Non è venuto in Sicilia per dispensare aiuti economici ai «nipotini» che per parecchi decenni hanno avuto le mani bucate. No, Graziano Delrio è il sottosegretario alla Presidenza di un governo che ancora lotta per strappare all'Ue una maggiore flessibilità in cambio di riforme e lo stesso pretende che faccia la Regione nei confronti dell'Esecutivo.
Il governo Renzi è pronto a dare una mano di aiuto, ma a condizione che la Regione faccia la sua parte. Delrio lo ha detto chiaro e tondo, facendo ingresso a Palazzo d'Orleans, nel tardo pomeriggio di ieri, dopo avere trascorso la giornata a Lampedusa dove è stato inaugurato il nuovo potabilizzatore e dove ha incontrato, insieme con il sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone, tutti i sindaci delle isole minori siciliane. «La Sicilia ha grandi possibilità - ha risposto Delrio ai cronisti - per il futuro e per il presente, ci sono miliardi da spendere per il 2015. Noi siamo per il lavoro comune, ma se non ne hanno bisogno non ci sono problemi». Sembra una risposta indiretta al presidente della Regione, Rosario Crocetta, che a Lampedusa aveva sottolineato: «A Roma non chiediamo nulla, non mi appartiene questa logica rivendicazionista, siamo una Regione a Statuto speciale e teniamo alla nostra autonomia. In due anni abbiamo realizzato tagli per due miliardi di euro, ci presentiamo a Roma con i conti in regola. Certo, il passato ci insegue».
Sulla spesa dei fondi comunitari, il sottosegretario alla Presidenza ha rilevato che l'Italia al 31 dicembre del 2014 ha certificato oltre 2 miliardi di spesa comunitaria in più e che anche la Sicilia ha raggiunto gli obiettivi, «a dimostrazione che quando si lavora insieme, senza rivendicazionismi, ma semplicemente con attenzione e disciplina, si possono ottenere grandi risultati. Alla Regione siciliana abbiamo chiesto una serie di misure, è chiaro che devono funzionare le partecipate, i servizi, ma anche tutte le cose che un ente ha come responsabilità, a fronte di riforme, come si fa per il Paese».
Delrio, insieme con Faraone, ha fatto il punto della situazione sulle finanze regionali nel corso di una riunione con il presidente Crocetta e gli assessori della Giunta.
Diverse le questioni sul tavolo: dal taglio ai trasferimenti fino alla compartecipazione al fondo sanitario del 49,11% (mentre nel 2006 era del 42%). Il governo nazionale allora si impegnò a retrocedere alla Regione accise pari al maggiore importo. Ma questa norma non è mai stata applicata. Sul fronte delle riforme, il piano predisposto dall'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, prevede la riduzione dei dipendenti regionali, ricorrendo ai pre-pensionamenti; la chiusura di alcune società partecipate con i conti in rosso e troppi dipendenti; la riduzione dei braccianti forestali, senza certezza per il numero minimo di giornate finora garantito. Punti condivisi da Delrio. Il presidente della Regione, Crocetta, però, ha stigmatizzato lo «scippo» dei fondi Pac che nei giorni scorsi il governatore aveva definito «inconcepibile e delittuoso». Circa 1,2 miliardi di euro che erano stati programmati per incentivare la ripresa economica, per il finanziamento del Piano giovani e per gli ex Pip di Palermo. Soldi dei quali Crocetta ha chiesto la restituzione, ma senza ottenere una risposta positiva da Delrio.
Il sottosegretario alla Presidenza, nel corso dell'incontro con Crocetta e gli assessori regionali, avrebbe ribaltato i termini della questione: non è il governo nazionale che deve collaborare con la Regione, ma la Regione che deve effettuare le necessarie riforme strutturali per dare un taglio netto agli sprechi.
Delrio, poi, ha definito «tutte fantasie» le voci secondo cui l'assessore Baccei sarebbe una sorta di commissario inviato da Roma per tenere sono controllo i conti della Regione. «Baccei - ha aggiunto - è stato scelto dal presidente della Regione. Chi mi conosce sa che ho sempre promosso l'autonomia. Credo anche che Autonomia voglia dire responsabilità, quindi attenzione ad usare bene i soldi dei cittadini e fornire buoni servizi. La discussione nell'ambito di un miglioramento del bilancio siciliano, mi pare una discussione che va nella giusta direzione: più autonomia e più responsabilità».
E, comunque, sembra che ieri sera siano state gettate le basi perché la Sicilia imbocchi la risalita. Crocetta, con una nota diffusa a conclusione dell'incontro, ha fatto il punto: «A Delrio è stato illustrato il grande lavoro di spending review già fatto, i risultati sulla certificazione della spesa europea e un quadro sintetico dei grandi progetti di riforma che si vogliono incardinare giá nella prossima finanziaria: città metropolitane, riforma del pubblico impiego e del settore forestazione, partecipate, valorizzazione del demanio marittimo, riforma Iacp, operazioni sul patrimonio, riduzione dell'evasione, prepensionamenti e il riassetto della dirigenza». Inoltre, «dovrebbero avviarsi riforme che trovano fondamento all'interno dello Statuto della Regione, come il trasferimento di funzioni e competenze da parte dello Stato, che dal ‘46 non è mai stato attuato».
17 Gennaio 2015
Nota
A Crocetta e al tutto il Pd regionale, non è così che si risolve la partita dei forestali. Queste sono mortificazioni che la categoria non merita, le proposte sono prive di fondamento.
Colleghi, siamo già avvisati, quindi dobbiamo evitare questo scempio. Più loro ci distruggono e più noi rilanciamo: Nella società del ventunesimo secolo le 78 e le 101 giornate nel settore pubblico non hanno più senso logico e produttivo. Firma la petizione online, E' GRATIS! http://firmiamo.it/i-lavoratori-forestali-chiedono-due-soli-contingenti
Siamo ancora in tempo per bloccarli, la matematica ancora non ci condanna.
Ecco l'unica speranza, all'orizzonte non si intravedono alternative:
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