Crocetta difende i forestali
Lillo Miceli
Palermo. Per replicare alle accuse sugli sprechi che comporterebbe l'alto numero di braccianti forestali che ogni anno l'Azienda delle foreste ingaggia (circa 25 mila), il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha scelto un luogo simbolo: Godrano, un paesino di circa mille anime, immerso nella riserva naturale di Ficuzza. Paese che percentualmente ha il più alto numero di forestali e che con la manutenzione del bosco ha sempre vissuto: dalla pastorizia alla produzione di carbone. Dagli inizi degli anni ‘60 quando fu decisa la demanializzazione dei boschi e l'ampliamento delle aree da rimboschire, pastori e braccianti agricoli furono i primi ad essere chiamati al lavoro. Fino ad arrivare ai circa 25 mila odierni che sono divisi in tre fasce: 78 giorni; 101 giorni; 151 giorni. Complessivamente, vengono svolte 2,5 milioni di giornate lavorative che divise per 270 giorni feriali, corrispondono a circa 9 mila lavoratori a tempo pieno. Lombardia e Veneto, affermano Maroni e Zaia, gestiscono i loro boschi con circa 5 mila lavoratori ciascuno. Omettendo un particolare: i loro braccianti lavorano tutto l'anno e non per fasce come in Sicilia. Di più: in Lombardia e Veneto i periodi di siccità sono pari a qualche settimana, nell'Isola non piove per tre o quattro mesi di fila. Non solo, ma la manuntezione dei boschi è necessaria per la salvaguardia delle zone interne dove ormai risiede il 10% della popolazione siciliana.
Chi viene chiamato a lavorare nei boschi demaniali ha diritto ad un proporzionale periodo di disoccupazione. Nella maggior parti dei casi, però, si «arrotonda» con un periodo di malattia. Più o meno lungo. Ed è ciò che meno convince. Come mai chi trascorre 78, 101 o 151 giornate nei luoghi più salubri della Sicilia, alla fine del ciclo lavorativo si ammala? Sono mai stati fatti controlli?
A Godrano, il presidente della Regione ha rassicurato che sta per essere messo a punto, «un grande progetto per utilizzare al meglio i lavoratori forestali con l'obiettivo di salvaguardare il territorio, per anni devastato e sottoposto a un notevole rischio ambientale. E, intanto, una grande operazione verità: scopriremo che non è vero che in Sicilia il settore costa di più che in altre Regioni, anzi in Lombardia le cose non funzionano cosi perfettamente come vogliono fare credere». Per Crocetta, «i forestali possono diventare una grande risorsa per la Sicilia. Abbiamo già cominciato a mettere ordine, riducendo la spesa corrente da 400 a 200 milioni di euro con progetti produttivi per investimenti per ulteriori 90 milioni, alcuni già partiti, per la salvaguardia di tutta la Sicilia, esaltandone le bellezze e dando occupazione concreta ai lavoratori. Già abbiamo aperto un tavolo di confronto con i sindacati ma non possiamo accettare chi, in una visione anti-solidaristica, pensa a licenziamenti di massa dei forestali».
Per il governatore le accuse di Regione spendacciona per foraggiare l'esercito dei forestali, «sono prive di fondamento. È scorretto accostare i dati della Sicilia con le altre regioni, perché non c'è omogeneità e non si può fare un rapporto tra la Sicilia e le regioni del Nord o addirittura con l'estero». Crocetta ha rivelato di avere istituito un gruppo di lavoro interno alla Presidenza «che sta esaminando i dati di tutte le Regioni inclusa la Lombardia, magari scopriremo che non è proprio perfetto il sistema lombardo, governato da comuni, enti parco, comunità montane e persino un ente regionale creato dalla Lega Nord che da solo spende 30 milioni: magari scopriremo che alcune Regioni danno numeri falsi e non utilizzano i lavoratori come dovrebbero».
Crocetta, nelle scorse settimane, ha avviato un confronto con il ministero del Lavoro, «per studiare meccanismi di esodi volontari con l'obiettivo di ridurre il bacino nel giro di tre anni. Non accettiamo lezioni da nessuno. Se il sistema in Sicilia è quello che è non è colpa del mio governo e neppure dei lavoratori, ma di chi ha creato un organizzazione scellerata. Noi abbiamo deciso di mettere ordine nel settore».
Tra oggi e domani, Crocetta assegnerà le deleghe ai nuovi assessori. Non è previsto alcun vertice di maggioranza, ma incontri bilaterali tra Pd, Udc, Pdr e Leanza.
Palermo. Per replicare alle accuse sugli sprechi che comporterebbe l'alto numero di braccianti forestali che ogni anno l'Azienda delle foreste ingaggia (circa 25 mila), il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha scelto un luogo simbolo: Godrano, un paesino di circa mille anime, immerso nella riserva naturale di Ficuzza. Paese che percentualmente ha il più alto numero di forestali e che con la manutenzione del bosco ha sempre vissuto: dalla pastorizia alla produzione di carbone. Dagli inizi degli anni ‘60 quando fu decisa la demanializzazione dei boschi e l'ampliamento delle aree da rimboschire, pastori e braccianti agricoli furono i primi ad essere chiamati al lavoro. Fino ad arrivare ai circa 25 mila odierni che sono divisi in tre fasce: 78 giorni; 101 giorni; 151 giorni. Complessivamente, vengono svolte 2,5 milioni di giornate lavorative che divise per 270 giorni feriali, corrispondono a circa 9 mila lavoratori a tempo pieno. Lombardia e Veneto, affermano Maroni e Zaia, gestiscono i loro boschi con circa 5 mila lavoratori ciascuno. Omettendo un particolare: i loro braccianti lavorano tutto l'anno e non per fasce come in Sicilia. Di più: in Lombardia e Veneto i periodi di siccità sono pari a qualche settimana, nell'Isola non piove per tre o quattro mesi di fila. Non solo, ma la manuntezione dei boschi è necessaria per la salvaguardia delle zone interne dove ormai risiede il 10% della popolazione siciliana.
Chi viene chiamato a lavorare nei boschi demaniali ha diritto ad un proporzionale periodo di disoccupazione. Nella maggior parti dei casi, però, si «arrotonda» con un periodo di malattia. Più o meno lungo. Ed è ciò che meno convince. Come mai chi trascorre 78, 101 o 151 giornate nei luoghi più salubri della Sicilia, alla fine del ciclo lavorativo si ammala? Sono mai stati fatti controlli?
A Godrano, il presidente della Regione ha rassicurato che sta per essere messo a punto, «un grande progetto per utilizzare al meglio i lavoratori forestali con l'obiettivo di salvaguardare il territorio, per anni devastato e sottoposto a un notevole rischio ambientale. E, intanto, una grande operazione verità: scopriremo che non è vero che in Sicilia il settore costa di più che in altre Regioni, anzi in Lombardia le cose non funzionano cosi perfettamente come vogliono fare credere». Per Crocetta, «i forestali possono diventare una grande risorsa per la Sicilia. Abbiamo già cominciato a mettere ordine, riducendo la spesa corrente da 400 a 200 milioni di euro con progetti produttivi per investimenti per ulteriori 90 milioni, alcuni già partiti, per la salvaguardia di tutta la Sicilia, esaltandone le bellezze e dando occupazione concreta ai lavoratori. Già abbiamo aperto un tavolo di confronto con i sindacati ma non possiamo accettare chi, in una visione anti-solidaristica, pensa a licenziamenti di massa dei forestali».
Per il governatore le accuse di Regione spendacciona per foraggiare l'esercito dei forestali, «sono prive di fondamento. È scorretto accostare i dati della Sicilia con le altre regioni, perché non c'è omogeneità e non si può fare un rapporto tra la Sicilia e le regioni del Nord o addirittura con l'estero». Crocetta ha rivelato di avere istituito un gruppo di lavoro interno alla Presidenza «che sta esaminando i dati di tutte le Regioni inclusa la Lombardia, magari scopriremo che non è proprio perfetto il sistema lombardo, governato da comuni, enti parco, comunità montane e persino un ente regionale creato dalla Lega Nord che da solo spende 30 milioni: magari scopriremo che alcune Regioni danno numeri falsi e non utilizzano i lavoratori come dovrebbero».
Crocetta, nelle scorse settimane, ha avviato un confronto con il ministero del Lavoro, «per studiare meccanismi di esodi volontari con l'obiettivo di ridurre il bacino nel giro di tre anni. Non accettiamo lezioni da nessuno. Se il sistema in Sicilia è quello che è non è colpa del mio governo e neppure dei lavoratori, ma di chi ha creato un organizzazione scellerata. Noi abbiamo deciso di mettere ordine nel settore».
Tra oggi e domani, Crocetta assegnerà le deleghe ai nuovi assessori. Non è previsto alcun vertice di maggioranza, ma incontri bilaterali tra Pd, Udc, Pdr e Leanza.
03 Novembre 2014
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