Forestali siciliani sempre più precari, altro che stabilizzazione
Come noto nella categoria degli operai
forestali da anni regna l’agitazione per il ritardo sia nelle
assunzioni, sia nella corresponsione del salario arretrato e sia per
l’incertezza del futuro lavorativo, ma da qualche tempo sta salendo, in
maniera esponenziale, pure il disappunto per la politica sindacale della
triplice, da taluni ritenuta speculatrice e soprattutto compiacente con
la linea del governo regionale.
In riferimento ad alcune notizie stampa
apparse nei giorni scorsi a firma dei responsabili sindacali di Cgil
Cisl e Uil, che avevano denunciato il mancato pagamento delle spettanze
ai lavoratori forestali, sono intervenuti Angelo Barbagallo e Maurizio
Marino, responsabili della Sinalp Fnl (Confederazione Sindacale
Nazionale Autonoma dei Lavoratori e dei Pensionati), rilasciando una
dichiarazione al nostro giornale per fare chiarezza su alcune
problematiche che riguardano la controversa questione dei forestali
siciliani.
“È un fatto grave che i responsabili
sindacali di Cgil Cisl e Uil omettano di dichiarare ai lavoratori e
all’opinione pubblica che il mancato pagamento degli emolumenti ai
forestali siciliani scaturisce da una loro scelta politica che ha come
punto nodale l’approvazione dell’art. 12 della legge finanziaria
regionale. Infatti – affermano i due sindacalisti – l’articolato
di legge pone tutti gli operai forestali a carico del Dipartimento
regionale Azienda foreste demaniali aggravando, di fatto, l’iter
burocratico concernente il pagamento delle spettanze. Basti pensare che
prima dell’approvazione della finanziaria la Regione assegnava le somme e
gli uffici provinciali calcolavano le giornate di lavoro di ogni
singolo operaio. Solitamente entro la prima decade di ogni mese gli
operai percepivano il salario. Oggi per liquidare le spettanze occorre
invece una lunga trafila fra uffici centrali e quelli provinciali. Di
conseguenza, basta una minima difficoltà amministrativo-contabile per
bloccare l’intera procedura che riguarda, complessivamente, tutte le
province siciliane. A nostro avviso – continuano i responsabili della Sinalp Fnl – ciò
avviene sistematicamente per due motivi. Da un lato la mancanza di
organico assegnato a tali funzioni, dall’altro lato la mancanza di
formazione del personale che si è trovato a gestire un numero
consistente di operai con una procedura che pare sconoscano del tutto.
Questa situazione paradossale è scaturita da una scelta irragionevole
pensata e voluta dalle segreterie di Cgil Cisl e Uil che hanno
ricattato e costretto i loro deputati di riferimento a votare il
suddetto art. 12. A onor del vero, per ben tre volte – ci dicono Barbagallo e Marino – eravamo
riusciti a far respingere l’articolo, ma al momento della votazione
finale, con un atto di forza, la triplice ha fatto reinserire la norma
minacciando, addirittura, la maggioranza che il mancato inserimento
dell’art. 12 era pregiudizievole per la votazione favorevole dell’intera
finanziaria.
L’aggravio del procedimento porta
alle organizzazioni sindacali dei vantaggi anche di natura economica,
basti pensare ai ricavi che ne derivano dalla presentazione delle
domande di disoccupazione o a quelle per gli assegni familiari, le cui
prestazioni invece dovrebbero essere gratuite o al massimo “rimborsate”
con un’offerta spontanea e facoltativa. Per non parlare poi della possibile “gestione” dell’unica graduatoria con il meccanismo, a dir poco perverso, della scappatoia delle qualifiche. In questo modo – spiega Marino – potremmo
ritrovarci lavoratori che dopo trent’anni di servizio nell’azienda
forestale restano bloccati nella fascia dei 101nisti e operai con pochi
anni di lavoro transitare, persino, nella fascia a tempo indeterminato
per il solo fatto di possedere una determinata qualifica.
In cambio dei vantaggi derivanti dall’approvazione dell’art. 12 – dichiarano Barbagallo e Marino – la
triplice si presterebbe a fare da scudo al governo regionale contro il
diffuso malcontento dei lavoratori ormai stremati da continue promesse e
oggetto da molto tempo di continui sacrifici e di decurtazioni al
salario da fame, fermo da tredici anni.
A questo stato di cose noi non ci stiamo – gridano a gran voce i responsabili della Sinalp Fnl –
in primo luogo perché siamo direttamente interessati, essendo noi
stessi operai forestali, in secondo luogo perché non vogliamo prendere
in giro nessuno, né tanto meno i nostri colleghi che appartengono a una
delle categorie più insultate del mondo del lavoro. Noi non siamo
sindacalisti di professione che al momento opportuno si candidano nelle
competizioni elettorali o cambiano comparto all’interno dello stesso
sindacato, noi siamo operai forestali che resteranno tali sino alla
pensione”.
Gaetano Scarpignato
01 Settembre 2014
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