17 agosto 2014

SECONDO LA COMMISSIONE EUROPEA L'ITALIA RISCHIA DI BRUCIARE 41,5 MILIARDI DI FONDI EU


Renzi ci fa perdere 41,5 miliardi di fondi UE. E l’Europa prepara una lettera di richiamo

Scontro a tutto campo tra Europa e governo Renzi su deficit e fondi UE. L'Europa starebbe preparando una lettera di richiamo all'Italia sul rispetto dei conti pubblici.


Si profila un autunno caldo per il governo Renzi, la cui sopravvivenza politica si giocherà tutta nei prossimi 60 giorni. In questo frangente, il suo esecutivo sarà atteso al passo, tra legge di stabilità e rassicurazioni formali sui conti pubblici per l’anno in corso. Un’autorevole fonte europea, rimasta anonima, spiega che l’Italia rischia quasi certamente un richiamo formale da parte della Commissione di Bruxelles sul deficit. L’oggetto del contendere è il seguente: in un’intervista al Financial Times, il premier Matteo Renzi ha rassicurato che il deficit italiano quest’anno non supererà il 3% del pil, il tetto massimo previsto dal Patto di stabilità. La speranza, ha spiegato, è di chiudere al 2,9%. Ma per Bruxelles non basta.  I commissari europei vogliono che l’Italia abbassi il deficit strutturale (al netto del ciclo economico), tale da comportare un calo del rapporto tra debito e pil. In altri termini, non basterà restare entro il 3%, ma bisognerà raggiungere come obiettivo un rapporto tra deficit e pil che faccia diminuire il peso del debito.
Su questo orecchio, Renzi non ci vuole sentire. La sua idea è chiarissima: l’Europa non potrà imporre nuovi tagli o nuove tasse a un’economia in recessione e che ha già un deficit pubblico contenuto. Il governo italiano è intenzionato, quindi, a portare avanti un braccio di ferro, se sarà necessario.

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Fondi UE addio?

Altro motivo di scontro: la Commissione europea ha inviato un mese fa una lettera al governo italiano – rimasta celata fino a poche ore fa – con la quale si spiega che i 41,5 miliardi di fondi UE destinati al finanziamento della ricerca, dell’innovazione e dello sviluppo per il settennato 2014-2020, allo stato attuale, non potrebbero essere erogati all’Italia per assenza di programmazione del governo stesso e per una pubblica amministrazione non funzionante. Secondo Bruxelles, l’Italia rischia di bruciare i fondi con interventi a pioggia e non mirati.
Un colpo durissimo all’immagine di Renzi, ma soprattutto all’economia italiana. Trattandosi di fondi che necessitano il cofinanziamento nazionale o regionale, la perdita ammonterebbe nei sette anni a oltre 80 miliardi di euro, il 5% del pil di quest’anno.
Il senso di queste due misure dell’Europa è unico: mettere Renzi sotto pressione, costringendolo a varare una manovra correttiva per tagliare il deficit. Se non sarà così, la sfiducia delle cancellerie e dei mercati seguirà inevitabile.

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Sfida sulla Commissione

L’asso nella manica del premier si chiama, però, Pièrre Moscovici, l’ex ministro dell’Economia francese, che potrebbe andare alla Commissione UE, in qualità proprio di commissario agli Affari monetari, posto fino a poche settimane fa occupato dal finlandese Olli Rehn, dimessosi dalla carica, essendo stato eletto parlamentare a Strasburgo. Al momento, è un altro finlandese ad averlo sostituito, l’ex premier Jyrki Katainen, un fautore delle politiche di austerità come il suo predecessore.
Renzi sosterrà la nomina di Moscovici agli Affari monetari, in quanto il socialista si mostra più propenso a un ammorbidimento delle regole fiscali. Ma se la dovrà vedere con un altro socialista più filo-austerity, il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. Inutile dire che la Germania vedrebbe di buon occhio proprio quest’ultimo e se l’Italia sosterrà Moscovici con lo stesso piglio con il quale ha sostenuto la candidatura della Mogherini al Pec, sarà una battaglia persa in partenza.
Il premier “rottamatore” dovrà portare a Bruxelles risultati al più presto e non chiacchiere su fumose riforme da attuare in un futuro non meglio precisato. Il tempo dei rinvii è scaduto. E la fiducia dell’Europa in Renzi vacilla ogni giorno di più.

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4 commenti:

  1. Egregio Sig. La Placa, se vuole delle spiegazioni sono pronto a dargliele nel momento in cui mi dice in quale provincia e distretto lavora. Ho il sospetto che lei stia usando un'altra identità, se le da fastidio tutto quello che faccio, perché continua a seguirmi? Perché é così invidioso? Ripeto per l'ennesima volta, a me tramite mail arrivano decine e decine di mail perché faccio parte di un circuito che non sto qui a spiegare, quindi faccio una selezione su quello che può interessare al comparto, le faccio anche presente che per essere in regola con la legge, metto sempre la fonte, da quello che ricordo non ho mai pubblicato articoli del sito che mi ha citato. Mi faccia sapere con chi ho parlato, se con il Sig. La Placa Giuseppe o con qualche altro. Concludo, se lei fosse un operaio forestale come sicuramente lo é, Le chiedo scusa per tutte quelle iniziative che ho fatto e abbiamo fatto anche per lei. Buona domenica.

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  2. Per verificare se lei è realmente il Sig. La Placa Giuseppe. Comunque la ringrazio per i complimenti, ma lo fa solamente per invidia. Se questo spazio non le piace, le consiglio di non collegarsi più. Arrivederci.

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