Manovra ter, il governo va subito ko
Sì alle norme su minori, disabili, Consorzi ed Eas
di Accursio Sabella
La maggioranza "scivola" su un emendamento tecnico: mancano i numeri. Poi Sala d'Ercole va avanti piano: via libera solo a 11 articoli. Ma i più complessi devono ancora arrivare. Si riparte domattina a mezzogiorno.
PALERMO - Pronti, via: e il governo va subito sotto. Se è un segnale, è un pessimo segnale. Un brutto presagio. All’inizio dell’esame della manovra ter, partita questo pomeriggio a Sala d’Ercole, l’esecutivo di Crocetta non ha i numeri. E così un emendamento presentato dall’assessore Agnello viene bocciato dall’Aula. Uno scivolone evidenziato da quello che accade subito dopo: l’approvazione di un emendamento presentato da Forza Italia.
In quei minuti, Rosario Crocetta era appena giunto a Palazzo dei Normanni. Ignaro del ko della sua maggioranza. Ma, informato del primo "problemino", ostentava tranquillità: “E’ un fatto fisiologico. Il problema non è politico, ma genetico. Certo, però, i deputati dovrebbero mostrare maggior senso si responsabilità”.
Il clima, da lì in poi, sarà un po’ più sereno. Non troppi gli scossoni durante un esame andato avanti ancora a ritmi blandi. Sono stati approvati, infatti, solo 11 degli oltre 50 articoli previsti. Un numero che potrebbe anche apparire non così deludente, se non si trattasse, in fondo, degli articoli meno “problematici”.
Accantonati, infatti, quelli riguardanti i Forestali (“Troppo complesso per essere affrontato stasera”, ha detto in Aula il presidente della Commissione bilancio Nino Dina) e quello sulle pensioni integrative ai dipendenti pubblici. Il governo ha previsto l’abolizione della “doppia pensione”. "Il nostro - ha detto Crocetta - è un provvedimento di buon senso. In Sicilia in passato alcune persone hanno ricevuto le pensioni integrative senza nemmeno una legge che le garantisse. La nostra, anzi, è praticamente una sanatoria". Ma se ne parlerà da domani.
Sala d’Ercole invece ha dato il via libera ad altre norme. Tra queste, l’articolo 3, appunto, che prevede il ripianamento del disavanzo dell’anno scorso, quello sul quale il governo è caduto in apertura di seduta. È stata necessaria una “riscrittura” dell’assessore Agnello che alla fine ha convinto le opposizioni. Sì anche all’articolo sugli accantonamenti tributari e sul recepimento di alcune norme nazionali.
Non è mancata la polemica, invece, sull’articolo che prevede la soppressione di consigli, comitati e organismi regionali. “Questa – ha attaccato il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone - è solo una norma spot: dice che sopprimerà organismi, ma non dice quali. Il governo venga a spiegare quali commissioni e collegi vuole davvero sopprimere. Altrimenti stiamo solo vendendo fumo". "Il governo porti avanti – l’invito di Nello Musumeci - una seria ricognizione dei comitati e delle commissioni in tutti i rami dell'amministrazione. Ci dica quali sono quelli onerosi e quali quelli gratuiti. Solo allora questo parlamento avrà elementi per votare. Altrimenti è la classica norma annuncio".
"Noi – ha replicato Crocetta in Aula - l'elenco lo abbiamo pronto. Se volete, possiamo aggiungere un subemendamento con questo elenco. Pensavamo però di agire con maggiore prudenza. Ma di sicuro non possiamo tenere gente che rilascia pareri su tutto e tutti". Alla fine, il sì alla norma, anche dopo l’intervento del deputato Pd Antonello Cracolici che ha sottolineato come l’articolo – riscritto in commissione rispetto all’ipotesi iniziale del governo – preveda già una scadenza: entro 60 giorni il parlamento dovrà approvare un ddl che specificherà nel dettaglio quali siano i cosiddetti “enti inutili”.
Passa il taglio da 25 milioni alla spesa sanitaria. Una riduzione frutto di un accordo con lo Stato, che però è stato messo in discussione da diversi deputati, dal grillino Ciaccio ai deputati di centrodestra Falcone, Formica, Figuccia e Ioppolo. E per restare in tema, ecco il via libera anche all’articolo sull’integrazione socio-sanitaria. Una norma prevista già nella prima Finanziaria, ma cassata dal commissario dello Stato.
"L'approvazione di questo articolo – ha spiegato Crocetta in Aula - consentirò alla Sicilia di evitare di perdere circa 39 milioni di euro. Non bloccate una cosa così importante. Ci sarà tempo per fare le leggi perfette. Non si rinvii ancora, passerebbe troppo tempo, mentre i Comuni non hanno più le risorse per soddisfare queste esigenze". L’appello, alla fine sarà raccolto.
Passano anche i finanziamenti da 12,8 milioni per i ricoveri destinati ai minori e quello da 14 milioni per le comunità alloggio per disabili psichici. Un finanziamento non sufficiente, però, secondo molti deputati di centrodestra, da Alongi (Ncd) a Milazzo (Forza Italia). Sì anche ai Fondi per i Consorzi di bonifica, quelli per altre attività riguardanti la forestazione e quelle per i dipendenti dell’Eas distaccati in altri enti.
Ma siamo solo all’inizio. Domani si riparte, da mezzogiorno. I deputati hanno davanti le “montagne” più difficili da scalare. A cominciare dall’articolo 27, la cosiddetta “ex tabella h”. Che secondo il presidente della Regione non esiste più, ma sulla quale – guarda caso – sono piovuti la bellezza di 140 degli 800 emendamenti complessivi. Ma probabilmente quell’articolo “slitterà” verso la fine dell’iter complessivo della manovra. Non mancheranno però anche domani i “test” per la maggioranza. Una maggioranza che già da mezzogiorno dovrà capire se quello che è accaduto oggi, al via della maratona, è stato solo un semplice, fisiologico, "genetico" scivolone.
28 Luglio 2014
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