Ristrutturazione dell’organizzazione della macchina pubblica con accorpamenti delle funzioni che possono portare ad una riduzione reale della spesa dall’8 al 10%, revisione totale dei servizi partendo dalle esigenze e valutando il personale necessario per poi accompagnare gli esuberi verso la fuoriuscita con strumenti sociali adeguati, mobilità interna obbligatoria nel pubblico impiego regionale, salario accessorio dei funzionari e dirigenti pubblici legato al raggiungimento di obiettivi di risparmio e ‘piano sblocca opere’ entro 90 giorni in Sicilia.
E’ il progetto di riforma con il quale la Cisl ha spiazzato il governatore Rosario Crocetta. Un piano ancor più forte di quanto fino ad ora proposto dal governatore stesso e dal suo governo e che nessuno si sarebbe atteso venisse da un sindacato. Maurizio Bernava lo ha presentato ufficialmente durante il lungo confronto (oltre 3 ore e mezza) governo – sindacati avvenuto a Palazzo d’Orleans.
“E’ stato il Presidente Crocetta – racconta Bernava a BlogSicilia – a darci la parola per primi chiedendoci di far proposte piuttosto che ascoltare il governo e poi criticare. Forse non si attendeva che avessimo idee chiare ed un piano preciso. Sono le medesime cose che diciamo già dal 2010 e che avevamo detto anche a Lombardo”.
“La Sicilia – continua Bernava – si trova in una crisi economica terribile. La Corte dei Conti, nella sua relazione in Commissione Bilancio – ha detto chiaramente quali sono i problemi. Il costo del personale pubblico ingessa la macchina e non è più sostenibile. Bisogna riequilibrare la spesa con le reali possibilità della Regione e questo non si può fare lasciando le cose come stanno. Bisogna avere il coraggio di intervenire con scelte coraggiose ed impopolari”
Bernava ma non teme la rivolta dei lavoratori contro il sindacato ?
“Non è più tempo di mantenere in vita rendite di posizione. Siamo pronti ad una vera e propria assunzione di responsabilità. Spero che Crocetta abbia compreso che questa classe dirigente vuole fare sul serio. Se non si interviene rischiamo che il governo continui a far finta di governare ed il sindacato continui a far finta di difendere i lavoratori. Per assurdo è il momento di intervenire sul lavoro per salvare il lavoro. Solo con scelte coraggiose si possono liberare risorse da impiegare nel sistema produttivo per far ripartire la macchina. Dobbiamo uscire da queste ipocrisie e assumerci responsabilità reali”.
 Quindi, nel dettaglio, cosa propone la Cisl ?
“Dobbiamo renderci conto che siamo in una vera e propria ‘economia di guerra’. E’ inutile discutere della finanziaria ter. Quello è un documento che la Regione deve chiudere per far fronte alle esigenze di cassa da qui a dicembre ma non c’è spazio per lo sviluppo. Il sindacato propone di ristrutturare l’intera macchina guardando al comparto pubblico allargato dunque non solo ai regionali ma anche al personale degli enti, delle partecipate, ai forestali stagionali e così via”.
In concreto  alla Regione la Cisl chiede un piano “reale” di risparmi attraverso la riorganizzazione di aree e servizi che comporta una contrazione della spesa valutata in circa il 10% quindi svariati milioni di euro.
“Occorre fare nel pubblico – riprende Bernava -la medesima cosa che il sindacato fece negli anni ’80 con le aziende private. Allora si chiamò ristrutturazione aziendale. Bisogna redigere un piano dei servizi e stabilire i costi standard di questi servizi e, in base a questo, verificare quanto personale serve e cosa deve fare. Ciò fatto si potrà sapere quali e quanti sono gli esuberi nel pubblico impiego e, insieme, sindacati e Regione, studiare le misure sociali per accompagnare questo personale”.
Quindi, in pratica, riduzione del personale pubblico e fine della stagione del posto fisso?
“E’ inevitabile. Se non si riporta la macchina regionale in equilibrio finanziario salterà tutto per tutti. Bisogna gestire l’emergenza e non subirla, in modo da evitare la macelleria sociale che ne deriverebbe e che, per certi versi, è già in corso”.
“Il secondo passaggio – continua Bernava – è la mobilità interna obbligatoria. Bisogna cancellare lo strumento dell’atto di interpello. Il personale pubblico va dove serve e non deve potersi rifiutare altrimenti la macchina non cammina. Terzo passaggio è la produttività. Anche il pubblico deve rispondere a criteri di produzione come avviene nel privato. Per far ciò bisogna legare il salario accessorio al raggiungimento degli obiettivi di efficienza e di risparmio. Un dirigente non può prendere premi se non ha reso più di quello che costa anche in termini di risparmio della macchina pubblica”.
Insomma, Bernava, un piano che sembra redatto dalla controparte non dal sindacato?
“Ma non c’è solo la parte del riequilibrio di gestione nel nostro piano. Le risorse liberate, una volta raggiunto l’equilibrio, devono essere reinvestite e utilizzate nella creazione di lavoro produttivo e nella ripartenza del sistema economico siciliano. Da subito si può fare un piano ‘sblocca Sicilia’ per mutuare i termini usati a Roma dal governo Renzi. Al governo abbiamo chiesto di predisporre, entro 90 giorni, un elenco di opere cantierabili e da sbloccare subito. Le risorse per determinate opere pubbliche ci sono e sono rimaste ferme per cavilli burocratici. Bisogna sbloccarle subito. Anche questo farebbe ripartire una parte essenziale dell’economia”.
Sempre in tema di investimenti, poi, il piano del sindacato parla anche di fondi Europei “E’ ora di smetterla con la frammentazione – incalza il segretario generale regionale della Cisl – la Regione dia vita ad una autorità unica di gestione e impieghi la stragrande maggioranza della programmazione 2014/2020 che ormai potrà partire solo dal prossimo anno, in interventi mirati allo sviluppo”.
Fin qui l’idea della Cisl. Per parte sua il governo si è impegnato solo a dar vita a 4 tavoli di confronto dalla prossima settimana. Si tratterà di un tavolo su forestali e incendi, uno su formazione professionale e servizi per l’impiego, un terzo su cassa integrazione in deroga e ammortizzatori sociali ed infine un quarto, con l’intervento dei Comuni, su precari pubblici, società partecipate e sblocca opere. Lunedì Palazzo d’Orleans dovrebbe trasmettere un documento di intenti ai sindacati e in settimana i tavoli dovrebbero partire ma nel frattempo potrebbe arrivare la decisione della Corte dei Conti sulla parifica (o meno) del bilancio 2013 della Sicilia. Una decisione che vale, comunque, 463 milioni di euro per la Finanziaria ter e che, dunque, potrebbe cambiare le carte in tavola a partita iniziata.

28 Giugno 2014
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