“Marchette al sud, tasse al nord. La gente paga e muore”
Livore leghista: “Forestali siciliani?
Un cappio per il Paese”
“Marchette
al sud e tasse al nord. I 28.000 forestali siciliani sono un cappio per
la nostra gente, che paga e muore per mantenere un Paese che non ha
ragione di esistere”. Parole e musica di Massimo Bitonci, presidente dei senatori della Lega Nord.
Il livello di livore e di rozzezza non conosce limiti, al di là della
questione in sé, che ovviamente non riguarda solo la Sicilia ed il
precariato siciliano.
Bitonci non sa che lo Statuto speciale affida alla Regione siciliana
il comparto della forestazione, altrove assegnato allo Stato. Ma questo
è un dettaglio. Il problema dei forestali esiste ed è oggetto di
discussione in Assemblea regionale.
Che la Sicilia sia sotto tiro ormai non ci sono dubbi.
È bastato un contratto colf, stipulato da un deputato regionale (o
pochi deputati regionali), per suggerire al quotidiano Libero, “una
edizione speciale” con tre pagine, compresa la prima, dedicate alle
malefatte isolane, “una risposta alle sollecitazioni di Napolitano”.
A provocare la reazione furibonda, una iniziativa della parlamentare regionale siciliana Concetta Raia.
“Passata dalla Cgil al Pd – riferisce Bitonci in una nota diffusa da
AgenParl – Raia ha presentato tre emendamenti all’articolo 12 della
Legge finanziaria regionale per salvare i 28.000 forestali isolani”.
“La deputata regionale – prosegue il presidente dei senatori leghisti -
sostiene l’inopportunità di risparmiare sulla pelle di migliaia di
operai che non possono essere considerati dei privilegiati e chiede che
sia ripristinato il rimborso chilometrico, altrimenti abolito, per i
lavoratori forestali, in quanto già penalizzati dal tipo di attività che
svolgono”.
Fatta questa premessa, Bitonci ne trae una certezza:
“La linea del Pd di Renzi, certamente informato dell’attività dei
deputati regionali siciliani, non è cambiata: marchette al sud e tasse
al nord”. Ciò stabilito, Bitonci spiega la diversità leghista: “La linea
della Lega è un’altra: i 28.000 forestali siciliani sono un cappio per
la nostra gente, che paga e muore per mantenere un Paese che non ha
ragione di esistere”.
Infine un avvertimento: “La prossima volta che Renzi metterà piede nelle nostre città,
dovrà spiegare ai figli degli imprenditori suicidi, agli esodati, ai
giovani precari, ai disoccupati, a chi vanta crediti dallo Stato e a
tutti i contribuenti del Nord che i forestali siciliani sono penalizzati
e che noi dobbiamo pagargli lo stipendio e i rimborsi chilometrici”.
06 gennaio 2014
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