C'era un «giro» di legname rubato e venduto in nero denunciato un minorenne
Gli uomini della forestale hanno recuperato in un terreno parte dei tronchi sottratti. L'Azienda forestale, prima di subire il furto, doveva venderli a privati
I tronchi degli alberi già tagliati e accatastati recuperati dalla Forestale
Foto lasicilia.it
Cinquecento quintali di legname già tagliato e accatastato "spariti" nel giro di due mesi dai boschi a cavallo tra Vizzini, Licodia Eubea e Mineo. Troppi per passare inosservati, abbastanza per far pensare a qualcosa di più serio di uno sporadico (ma comunque illecito) approvvigionamento da parte di ignoti alle prese con il freddo della stagione invernale. Piuttosto, dietro i furti denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Caltagirone dal Distaccamento forestale di Vizzini sembra esserci un commercio in nero tutt'altro che saltuario. Il sospetto è nato nelle scorse settimane, in seguito alle sempre più frequenti segnalazioni, da parte dei dipendenti dell'Azienda forestale, di ammanchi di legname che gli operai addetti alla manutenzione accantonano durante l'anno.
Episodi divenuti oggetto di un esposto inoltrato alla Procura calatina, che ha dato incarica al Nucleo Operativo forestale di Catania di effettuare le indagini. Per risalire a una parte del "bottino" non c'è voluto molto. Gli uomini del Noc hanno individuato in un terreno privato in contrada Guzza, a pochi chilometri dalla periferia sud di Vizzini, circa cinquanta quintali di legname riconducibile a quello sottratto dai boschi demaniali. Una probabile refurtiva sufficiente a mettere nei guai un ragazzo sedicenne che ha in uso il terreno. Per il minorenne è infatti scattata la denuncia per furto. Non è da escludere, tuttavia, che altre persone possano essere coinvolte nella sottrazione delle cataste.
Ma la caccia alla legna da rivendere in nero non si limita, purtroppo, a quella prodotta nei cantieri demaniali. Ben più grave, infatti, è il danno inflitto a un bosco di roverelle ricadente in terreni privati (alcuni dei quali di proprietà della Curia arcivescovile di Catania) nelle contrade vizzinesi di San Giuseppe, Santa Barbara e Roccaro, a ridosso del tracciato dell'ex ferrovia per Buccheri. In questo caso i malviventi hanno prima sfrondato una sessantina di alberi, per poi portarne via i grossi fusti, tagliati senza troppi riguardi alla base. Legno prezioso da rivendere, la cui ricerca ha portato alla distruzione di piante adulte di età compresa tra i 30 e gli 80 anni. Uno scempio ambientale sottoposto a indagini, ma che, al di là dell'individuazione dei colpevoli, provoca un danno difficile da sanare. Il Distaccamento forestale di Vizzini si è reso disponibile a supportare i proprietari dei terreni per cercare di far riattecchire con interventi mirati, dove possibile, gli alberi abbattuti, che impiegheranno comunque non meno di vent'anni per tornare piante adulte.
Nel frattempo, è in arrivo una stretta sui controlli. Per chi sottrae il legname, il rischio è una denuncia per furto, alla quale in caso di abbattimento di piante demaniali, si aggiungono anche i reati di danneggiamento e deturpamento del patrimonio naturalistico.
Altrettanto cara può costare l'imprudenza di acquistare legna di incerta provenienza: l'accusa in cui si potrebbe incappare è quella di ricettazione. Un rischio assurdo se si pensa che la stessa Azienda forestale permette ai privati, tramite il versamento di una modica cifra, l'approvvigionamento legale e privo di impatto ambientale di legname.
Livio Giordano
29 Gennaio 2014
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