Forestali stagionali, incertezze sul loro futuro
Fra i 33 articoli della Legge di stabilità recentemente approvata dall’Assemblea regionale e impugnati dal commissario dello Stato, Carmelo Aronica, figurano anche i commi 5-6 dell’articolo 12, che riguarda la riorganizzazione del settore forestale.
In particolare, il comma 5, che prevedeva per il 2014 una copertura finanziaria di 180 mln di euro per i circa 25 mila “dipendenti del dipartimento regionale Azienda foreste demaniali e del Comando del Corpo forestale della Regione siciliana, per l’espletamento delle attività di sistemazione manutenzione idraulico-forestale, imboschimento e rimboschimento, difesa del suolo, valorizzazione ambientale e paesaggistica, anche al fine della fruizione sociale del territorio, attività per la produzione e la vendita di legno a scopi energetici, difesa della vegetazione dagli incendi”, è stato cassato perché, secondo Aronica, manca la copertura finanziaria.
Se quanto stabilito dal prefetto fosse vero, significherebbe che oltre 20.000 ranger stagionali sarebbero licenziati. “Un disastro senza precedenti – ha tuonato il governatore della Sicilia, Crocetta, prendendo subito le distanze dal decisione prefettizia – stiamo facendo i conti e posso dire già che ci sono almeno 26mila lavoratori e fra questi oltre 20mila forestali part-time a rischio licenziamento”.
Discorso diverso, invece, per il sesto comma impugnato da Aronica, che istituiva un sistema volto a limitare l’eccessiva spesa per i rimborsi chilometrici dei lavoratori stagionali. Secondo il Commissario, il legislatore ha superato i limiti entro i quali può muoversi. “Seppure nell’apprezzabile intento – leggiamo nell’impugnativa- di ridurre e razionalizzare le spese dalle attività di manutenzione e di rimboschimento in cui sono impiegate maestranze stagionali, interviene sulla quantificazione del rimborso chilometrico da corrispondere ai lavoratori”. Un tema che può essere solo il frutto della “contrattazione collettiva e non può essere integrata e/o modificata dal legislatore regionale”.
Proprio su questo punto, il 7 gennaio scorso, quindi poco prima che fosse varata la Legge, il segretario della Fai Cisl Sicilia Fabrizio Colonna aveva messo in guardia il governatore della Sicilia sulla inadeguatezza del provvedimento che andava contro l’art.54 del Ccnl che non prevede limiti di percorrenza. Ma il colpo di spugna del Commissario sui fondi destinati al comparto, fa storcere il naso a Colonna che, senza mezzi termini replica: “Questi soldi devono comunque essere trovati, visto che la legge 14/2006 garantisce le giornate di lavoro per questi 25 mila lavoratori. Ora che si andrà incontro all’estate, bisognerà organizzarsi subito per iniziare le attività di prevenzione e di manutenzione dei boschi, così da scongiurare eventuali incendi, ma anche per assicurare la fruibilità dei parchi ai cittadini. Il governo cerchi i risparmi in una moderna ed efficiente organizzazione del lavoro”.
Eppure il governo, con uno stanziamento di 180 mln, riteneva di fare un sostanziale cambio di rotta rispetto al passato, quando cioè le risorse per mantenere tutto il sistema che ruota intorno ai boschi non erano certo indifferenti. Basti guardare le cifre: nel 2011, 400 mln di euro spesi fra mezzi e personale; nel 2012, 300 mln (103 mln per 7.160 stagionali del Servizio antincendio Corpo forestale e 192 per i 18.500 stagionali dell’Aziende foreste dell’assessorato Agricoltura, secondo i dati forniti dall’assessore regionale al Territorio, Mariella Lo Bello); nel 2013, 278 milioni (80 mln per 7.100 stagionali e 198 mln per 18.000 stagionali dell’Aziende foreste). Cifre colossali, destinate solo ai compiti “istituzionali” di questi lavoratori e che fanno impallidire le somme volute oggi dalla giunta Crocetta che, già nella Finanziaria dello scorso anno, aveva stabilito una differenziazione delle attività dei forestali per rendere più produttivo uno dei settori strategici dell’amministrazione.
A chiarire meglio l’argomento interviene Pietro Lo Monaco, dirigente generale del Dipartimento regionale Azienda foreste demaniali. “Con l’articolo 25 legge 9 del 2013 si è stabilito che gli operai forestali potessero fare attività integrativa e aggiuntiva rispetto all’attività ordinaria. Pulizia dei siti archeologici, attività di prevenzione dei dissesti idrogeologici e quant’altro. Attività queste che producono un notevole risparmio di spesa per la Regione, perché se si puliscono i siti archeologici utilizzando il personale forestale, è evidente che per i Beni culturali non vi sarà alcun aggravio economico. Analogo discorso per i Comuni che ora, grazie a delle convenzioni con l’assessorato Agricoltura, non dovranno dare in appalto la manutenzione di ville i giardini”.
Il riferimento è ai cosiddetti “cantieri forestali” dove, a parità di giornate lavorative e senza alcuna modifica nelle retribuzioni, i forestali lavoreranno con un budget decisamente ridotto rispetto agli anni passati. “Per i forestali a tempo indeterminato – aggiunge Lo Monaco -, si farà una riorganizzazione dei servizi, non ci sarà un surplus di ore di lavoro. Sarò più chiaro. Se ad esempio si fanno dei progetti di pulitura di siti archeologici, anziché di aree boschive, utilizzeremo la stessa manodopera che prima operava sul bosco. Lavoreremo su progetti, in economia, e in base alla spesa (un buon 90% se ne va in manodopera) opereranno in maniera diversificata, così da rendere anche più produttiva la loro attività”.
Marina Pupella
29 Gennaio 2014
Aumentano le competenze ma diminuiscono le giornate lavorative.
La riforma del Governo Crocetta si baserà su questo punto e cioè senza nessun aumento del monte ore? Temiamo proprio di sì!
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