Il caso
Il gran rifiuto del Commissario dello Stato
Crocetta: "Tragedia vicina, riprendere il dialogo"
Di Accursio Sabella
Carmelo Aronica non avrebbe gradito
l'invito all'incontro fissato per domani, durante il quale avrebbe
dovuto rivedere le decisioni prese in occasione dell'impugnativa. Per
questo motivo non andrà. Si complica il cammino verso la
"Finanziaria-bis".
PALERMO - Non ha gradito per nulla. E ha deciso di non fare il biglietto per Roma.
Il Commissario dello Stato Carmelo Aronica non parteciperà al vertice
convocato per domani al ministero degli Affari regionali da Graziano
Delrio.Stando a fonti vicine al Commissario dello Stato, infatti, Aronica non avrebbe gradito affatto l'esito del vertice di stamattina a Palazzo Chigi. Un incontro sfociato in quella convocazione che suona come un tentativo di far recedere il Commissario da alcune delle decisioni prese in occasione della mega-impugnativa alla Finanziaria.
Al momento il Commissario dello Stato preferisce la via del riserbo. Ma chi ha avuto modo di mettersi in contatto con lui e con i suoi uffici, descrive i dubbi sulla opportunità di partecipare al vertice di domani. Dubbi legati innanzitutto a un fatto chiaro: il Commissario dello Stato si considera – ed è, in effetti – un organo terzo, di rango costituzionale. E l'impugnativa appare è niente di più che un fatto “tecnico”. Per questo motivo – stando alle indiscrezioni - Aronica considera persino irrituale che due governi - proprio gli organi che emanano gli atti oggetto della verifica del Commissario - possano invitare Aronica a rivedere quelle decisioni. Se il governo regionale, infatti, volesse mettere in discussione le decisioni prese in occasione dell'impugnativa, ha un modo per farlo, ed è quello consentito dai codici: ricorrere alla Corte costituzionale. È quella, infatti, la sede per discutere del merito di una impugnativa. Non certo – questo pare il pensiero di Aronica – un incontro tra esponenti dei due esecutivi.
Il dubbio verrà ufficialmente sciolto nelle prossime ore. Ma di certo si tratta dell'ultima puntata di un fortissimo scontro istituzionale che ha raggiunto vette altissime pochi giorni fa, quando il presidente Crocetta ha accusato Aronica di avere “ucciso la Sicilia”, di essere stato – per la mancata vigilanza – corresponsabile di alcuni errori del passato e chiedendo, infine, l'abolizione della figura del Commissario stesso e il ricorso all'Alta Corte, sancita del resto dallo Statuto. Parole che avevano clamorosamente rotto il tradizionale riserbo di Aronica, che aveva chiesto a Crocetta di “misurare le parole” anche nell'interesse “dell'ordine pubblico”.
La nota di Crocetta
Una nota del presidente della Regione, Rosario Crocetta, tenta di smorzare le polemiche: “Ritengo urgente riprendere il dialogo con il Commissario nel rispetto del principio di leale collaborazione tra gli organi dello Stato, per il bene comune. La tragedia imminente della possibile perdita di migliaia di posti di lavoro ha contribuito ad alzare la tensione, ma è volontà della Regione riconoscere il ruolo di garanzia che svolge il Commissario. Spero sinceramente che si possa riprendere un ragionamento che consenta a Regione, Stato e Commissario, tutti assieme, di trovare soluzioni urgenti per evitare la catastrofe in Sicilia”.
29 Gennaio 2014
PRESIDENTE: prima finisce questa legislatura, meglio per la Sicilia è. Luigi Costanza (Antincendio AG)
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