Marziano a Lo Bello: la Sicilia si liberi da lobby, governi ombra e piccoli interessi di bottega
"Se si sbaglia la diagnosi non si può curare il male: ecco perché la
ricetta di Ivan Lo Bello non è quella giusta per guarire i mali attuali
della Sicilia. Infatti se è vero che spesso l’Ars non offre un bello
spettacolo e qualche volta più che un Parlamento si trasforma in
‘parlatoio’, non è altrettanto vero che gioca un ruolo di paralisi e contrappeso rispetto al governo sulle
politiche di sviluppo economico perché, purtroppo, la quasi totalità
delle risorse destinate alle politiche di sviluppo sono nazionali ed
europee che non passano dalle decisioni del Parlamento”. Lo dice Bruno
Marziano, presidente della commissione Attività produttive dell’Ars,
commentando le affermazioni del vicepresidente nazionale di
Confindustria Ivan Lo Bello pubblicate oggi sul quotidiano La Sicilia.
“E se è vero che una parte consistente del Bilancio della Regione è anchilosato a causa di pesanti retaggi del passato, è altrettanto vero che la ripartizione, l’utilizzo e la gestione delle risorse europee - le uniche oggi disponibili per le politiche di sviluppo - stanno totalmente in capo al governo regionale e al presidente della Regione, mentre il Parlamento poco o nulla può incidere nella accelerazione della spesa ma ancor meno può ritardarla”.
“Il problema, dunque, non sta nell'equilibrio tra Ars e presidente poiché la regola ‘simul stabunt simul cadent’ da già oggi al presidente un potere formidabile di ‘dissuasione’ nei confronti del Parlamento. Il problema sta, semmai, in un cambio di passo nella capacità del governo regionale di tornare ad avere, dopo più di un decennio, una seria politica di sviluppo industriale ed economico che oltre alla lotta agli sprechi, alla spesa improduttiva ed ai retaggi del passato - che il governo attuale sta portando avanti con coerenza assieme alle forze che lo sostengono – compia anche scelte precise sull'uso del territorio, sulla difesa dell'ambiente, sulle politiche di incentivo alla crescita dell'apparato produttivo basata sulla certezza dei tempi e accompagnata ad una profonda riforma della burocrazia regionale, sulle politiche di agevolazioni per l'industria e incentivi alla piccola e media impresa, sul rapporto virtuoso tra tutela e fruizione dei beni culturali e politiche di sviluppo del turismo, su una moderna politica energetica. Su questo terreno e senza condizionamenti, da un lato di lobby e governi ombra e dall'altro di piccoli interessi di bottega, si deve sviluppare il rapporto virtuoso tra presidente della Regione, giunta e Parlamento".
"In questi giorni - conclude Marziano - con l'approvazione della legge sulla riduzione dei costi della politica e con le norme per l'agricoltura per le piccole medie imprese, il Parlamento ha dato risposte importanti: credo che l’Ars abbia la consapevolezza della gravità della situazione e sarà in grado di raccogliere e vincere questa sfida”.
“E se è vero che una parte consistente del Bilancio della Regione è anchilosato a causa di pesanti retaggi del passato, è altrettanto vero che la ripartizione, l’utilizzo e la gestione delle risorse europee - le uniche oggi disponibili per le politiche di sviluppo - stanno totalmente in capo al governo regionale e al presidente della Regione, mentre il Parlamento poco o nulla può incidere nella accelerazione della spesa ma ancor meno può ritardarla”.
“Il problema, dunque, non sta nell'equilibrio tra Ars e presidente poiché la regola ‘simul stabunt simul cadent’ da già oggi al presidente un potere formidabile di ‘dissuasione’ nei confronti del Parlamento. Il problema sta, semmai, in un cambio di passo nella capacità del governo regionale di tornare ad avere, dopo più di un decennio, una seria politica di sviluppo industriale ed economico che oltre alla lotta agli sprechi, alla spesa improduttiva ed ai retaggi del passato - che il governo attuale sta portando avanti con coerenza assieme alle forze che lo sostengono – compia anche scelte precise sull'uso del territorio, sulla difesa dell'ambiente, sulle politiche di incentivo alla crescita dell'apparato produttivo basata sulla certezza dei tempi e accompagnata ad una profonda riforma della burocrazia regionale, sulle politiche di agevolazioni per l'industria e incentivi alla piccola e media impresa, sul rapporto virtuoso tra tutela e fruizione dei beni culturali e politiche di sviluppo del turismo, su una moderna politica energetica. Su questo terreno e senza condizionamenti, da un lato di lobby e governi ombra e dall'altro di piccoli interessi di bottega, si deve sviluppare il rapporto virtuoso tra presidente della Regione, giunta e Parlamento".
"In questi giorni - conclude Marziano - con l'approvazione della legge sulla riduzione dei costi della politica e con le norme per l'agricoltura per le piccole medie imprese, il Parlamento ha dato risposte importanti: credo che l’Ars abbia la consapevolezza della gravità della situazione e sarà in grado di raccogliere e vincere questa sfida”.
27 Dicembre 2013
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