31 agosto 2013
IRF DI PALERMO HA INTESTATO IL PRESIDIO A.I.B. AL NOSTRO COLLEGA FRANCO PIZZUTO, MORTO DURANTE L'INCENDIO DEL 4 AGOSTO 2012
Ricevo (tramite mms) e con piacere pubblico
da Gianfranco Blanda, Componente della Segreteria Regionale della Fai Cisl.
Epigrafe commemorativa con cui l'IRF di Palermo, il giorno dell'anniversario della tragedia ha intestato la Postazione a Franco Pizzuto (nella foto), che per colpa di uno o più criminali, ha perso la vita mentre esplicava il suo dovere in un'incendio nel bosco di Castronovo.
Carissimo Gianfranco ti ringrazio di vero cuore. Sono veramente onorato ed emozionato che è stato scelto questo spazio per rendere pubblica l'intitolazione di un presidio a un nostro collega.
Ancora una volta ricordiamo il nostro eroe in questo link.
Ciao Francesco....
ANDREA VECCHIO (LISTA CIVICA): FORESTALI SICILIANI PIROMANI. HA LE PROVE?
Andrea Vecchio (Lista Civica): “Forestali siciliani piromani”. Ha le prove?
SUL QUOTIDIANO ON LINE LETTERA 43 IL PARLAMENTARE NAZIONALE MONTIANO HA LANCIATO ACCUSE GRAVISSIME
Apprendere dalla stampa che i bagnanti possano dichiarare che l’incendio sia stato appiccato dai forestali è comprensibile, si può anche capire, non fosse altro per la campagna denigratoria che certa stampa non ha mai lesinato di amplificare.
Che le stesse parole escano dalla bocca di un parlamentare nazionale, eletto peraltro con il ‘Porcellum’, e dunque ‘nominato’ e non scelto liberamente dal corpo elettorale, è fatto grave che deve far riflettere tutti.
Protagonista dell’ennesimo gesto il parlamentare di Lista Civica alla Camera dei deputati, Andrea Vecchio. Lo stesso che da assessore alle Infrastrutture della Regione siciliana nel precedente Governo, guidato dal presidente Raffaele Lombardo, si era distinto per avere accusato tutti lavoratori forestali di responsabilità gratuite e non provate come l’appiccare dolosamente fuoco per giustificarne il lavoro. Ed è stucchevole l’idea che proprio al deputato Vecchio non sia calato giù la decisione dell’allora Governatore di cacciarlo in malo modo dopo l’uso improprio di dichiarazioni al vetriolo contro i circa 25 mila forestali della Sicilia.
Eppure dall’esperienza di tecnico alla corte del Governo Lombardo, Vecchio ha beneficiato di quella notorietà utile a compiere il passo di qualità, per finire a Montecitorio. Da imprenditore a politico. E paradossale poi che, da situazioni come quella dell’attacco agli operai forestali, Vecchio, ottenendo una grande notorietà, ne possa avere tratto vantaggio. Non esiste un legame diretto tra il fatto e l’elezione, che sia chiaro. Però un dato è certo: dopo l’esperienza di tecnico al Governo della Regione siciliana oggi lo stesso può esprimersi nel ruolo di parlamentare della Repubblica italiana.
Eppure lo status non più di tecnico, ma di politico dovrebbe far riflettere il parlamentare del partito di Mario Monti prima di agire e straparlare. Invece quest’ennesima sparata denota che Vecchio ha acquisito sì il patentino di politico, ma probabilmente non di uomo responsabile. Eppure appartiene ad un partito che si fonda sulla politica di responsabilità. Valli a capire i paradossi.
Scagliarsi contro una categoria di lavoratori con tale impeto e rabbia lascia stupiti. Cosa possa spingere l’onorevole Vecchio ad accanirsi contro gli operai forestali non ci è dato sapere. Che sia solamente una ritorsione per essere stato cacciato l’anno scorso dal presidente Lombardo per le accuse pesanti e senza riscontri precisi lanciate ai forestali? Può darsi. Oppure l’ennesimo gesto potrebbe essere ricondotto ad una precisa strategia politica architettata a tavolino dal mondo dal quale proviene?
Non è un mistero che Confindustria Sicilia si sia specializzata, negli ultimi anni, a sfornare politici di ‘razza’ anziché nuove imprese e nuova occupazione. Anche Vecchio fa parte della ‘nidiata’ industriale? Qualcuno additerà il nostro giornale come apertamente ostile a Confindustria Sicilia. Sarà anche vero che non ci vanno a genio, ma almeno rispetto alle sparate di qualche esponente di spicco del mondo industriale siciliano abbiamo il buon senso di motivare la nostra posizione. E’ chiaro ed inconfutabile che Confindustria Sicilia governi, in maniera quasi “bulgara”, l’assessorato alle Attività produttive, quello che più fa gola per al cosiddetto mondo produttivo. Una ‘barcata’ di soldi pubblici da investire. E, soprattutto, le lucrose liquidazioni dei Consorzi Asi da gestire (non è un caso che Confindustria Sicilia abbia imposto all’Irsap un proprio esponente che, come ha detto il presidente della Regione Crocetta, “ha acquisito i titoli sul campo”).
La nostra polemica lanciata in un precedente articolo ci piace richiamarla perché riveste grande attualità. Ci dispiace, infatti, scrivere queste cose, ma non si può parlare di antimafia, di legalità e di antiracket e poi nominare un Commissario illegittimo e con il voto politico contrario dell’Assemblea regionale siciliana (ordine del giorno dello scorso 31 luglio e seduta-farsa della Commissione Affari istituzionali dello scorso 26 agosto). Incongruenze e contraddizioni nell’azione di alcuni esponenti di Confindustria Sicilia che non sottraggono l’associazione degli industriali da responsabilità verso i cittadini, i lavoratori e soprattutto i forestali. Vecchio, piuttosto che occuparsi dei forestali, da industriale che vesta i panni del politico, dovrebbe occuparsi anche di quello che succede nel mondo dal quale proviene.
In tutto questo, Andrea Vecchio, imprenditore chiamato a fare il parlamentare della Repubblica dal partito di Mario Monti ne è un esempio. Un esempio cioè (chiariamolo) di imprenditore che diventa politico, anziché creare posti di lavoro, in una Regione dove di imprese ve ne sono veramente poche e disoccupazione tanta. Nella terra del precariato, alimentato proprio dal mondo politico al quale lo stesso Vecchio oggi appartiene, quali colpe andrebbero ascritte ai forestali? Forse quella di rischiare la vita per spegnere un incendio? Oppure quello di lavorare un certo numero di giornate e poi beneficiare degli strumenti di sostegno al reddito previsti dalla legge?
In un Paese normale, avendo lanciato gravissime accuse penalmente rilevanti, l’onorevole Vecchio dovrebbe essere chiamato dalla magistratura per esibire le prove di quello che ha affermato. Sarà così?
Detto questo, un ultimo dubbio, quasi un retropensiero. Nella bozza ddel Bilancio regionale 2014, che il Governo Crocetta ha già inviato ai dipartimenti della Regione, non ci sono soldi per quasi tutti i settori dell’amministrazione. Manca, almeno fino a questo momento, anche il finanziamento per i forestali. Non è che certe polemiche, a freddo, debbono, alla fine, giustificare il taglio di tutte le attività forestali?
noi non ci crediamo. Non possiamo credere, infatti, che il Governo della Regione possa decidere di eliminare un servizio essenziale.
30 Agosto 2013
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Mi permetto a nome di tutti, di ringraziare di cuore la redazione di "LinkSicilia, l'unica fonte giornalistica a difendere la categoria dei Forestali.
CARO PRESIDENTE CROCETTA, CARO MINISTRO D'ALIA IN SICILIA NON CI SONO PRECARI DI SERIE "A" E PRECARI DI SERIE "B"
Caro presidente Crocetta, caro Ministro D’Alia, in Sicilia non ci sono precari di serie “A” e precari di serie “B”. Ovvero, salario minimo garantito per tutti
NOTIAMO CHE SUL PRECARIATO SICILIANO E’ IN CORSO UNA COMMEDIA DEGLI INGANNI. La nostra sensazione è che la politica starebbe provando, di fato, a far passare una tesi in base alla quale ci sarebbero precari di serie “A” e precari di serie “B”. I primi sarebbero i 23 mila precari degli enti locali. I secondi tutti gli altri,
Ci permettiamo di ricordare che, in Sicilia, grazie alla politica – e grazie allo Stato che non si è mai opposto alla proliferazione incontrollata dei precari – non ci sono soltanto i 23 mila precari degli enti locali. A questi si aggiungono i precari della Regione e degli enti regionali (si pensi ai precari dei Consorzi di Bonifica: ma non sono i soli), i precari delle Province (che non sono mai state abolite, ma ci sono ancora) e le new entry: per esempio, i circa 12 mila precari creati dagli Ato rifiuti negli ultimi anni.
Come ci capita spesso di scrivere, il vice presidente dell’Ars, Antonio Venturino, ha avviato uno studio piuttosto dettagliato sul precariato siciliano. Con una serie di incontro ad hoc.
Ebbene, da questi studio – e mettendoci dentro anche i 25 mila operai della Forestale – Venturino ha calcolato che in Sicilia si contano circa 100 mila precari.
Togliendo da questi 100 mila i 25 mila operai della Forestale – che hanno una storia e un ruolo completamente diverso da precari – si contano, nella nostra Isola, circa 75 mila precari.
Poiché le cose vanno dette tutte, fino in fondo, va precisato che i circa 23 mila precari degli enti locali (ammesso che il numero sia rimasto tale e non sia ‘lievitato’) non sono mai stati pagati dai Comuni. Li ha sempre pagati la Regione, con un costo che si aggira intorno a 250 milioni di euro all’anno.
Questa precisazione è importante. In queste ore si parla di un incontro tra il ministro della Pubblica amministrazione, Gianpiero D’Alia, e il presidente della Regione, Rosario Crocetta. Si parla, inoltre, di assorbimento dei precari da parte dei Comuni con concorsi che dovrebbero prevedere una riserva del 50 per cento dei posti ai precari.
Non abbiamo letto, però, chi dovrebbe tirare fuori i soldi per pagare questo personale. I Comuni siciliani, pur non avendo mai pagato i 23 mila precari, sono quasi tutti in deficit (una ventina di Comuni ha già dichiarato il dissesto finanziario). Molti Comuni dell’Isola scontano già grosse difficoltà a pagare il personale ordinario, figuriamoci quello che dovrebbe essere ‘assunto’ con i concorsi.
Il presidente della Regione, Crocetta, che di cose ne dice tante, spesso anche a sproposito, ha detto (dichiarazione che abbiamo letto su LiveSicilia) che la Regione potrebbe assorbire i precari. Con quali soldi, presidente? E poi quali precari dovrebbe assorbire la Regione? Tutt’e 75 mila e rotti?
Ricordiamo che nella bozza di bilancio 2014 che l’assessore all’Economia, Luca Bianchi, ha già inviato ai dipartimenti ci sono solo i soldi schitti schitti per le spese di funzionamento della ‘macchina’ regionale: sanità, stipendi del personale, pensioni (che si pagano ancora con i fondi del Bilancio regionale, visto che il Fondo pensioni regionale, istituito nel 2009, non è in grado di funzionare), mutui e, forse, le bollette. Per tutto il resto – cioè per interi settori dell’amministrazione pubblica regionale e, quindi, della vita pubblica siciliana – non c’è un euro. Con quali soldi il presidente Crocetta vorrebbe ‘assorbire’ i precari? Forse la Regione ha un Bilancio parallelo che noi non conosciamo?
Tuttavia, e ci limitassimo enunciare i problemi che la politica nasconde, beh, non renderemmo un grande servizio. Vanno anche proposte soluzioni. E una possibile soluzione al problema del precariato siciliano esiste.
Su tale proposta il nostro giornale insiste da quando siamo in rete. Proposta in parte lanciata anche da un dirigente del Megafono da noi intervistato alcuni mesi addietro, Angelo Forgia. La proposta è quella di istituire un salario minimo garantito per tutti i precari siciliani.
Sia chiaro: non siamo innamorati del precariato. A nostro avviso, nella pubblica amministrazione si accede per concorso, così come prevede la Costituzione del nostro Paese. Cosa ribadita dalla riforma varata dal ministro D’Alia. Tuttavia, in Sicilia, i precari creati dalla politica ci sono e non possono essere ignorati. Né si può dare più possibilità ai precari anziani rispetto ai giovani precari. Nessuno di loro ha sostenuto un concorso e tutti sono entrati nella pubblica amministrazione per segnalazione. Quindi sono tutti uguali.
Dunque, un salario minimo garantito per tutti. E i soldi? Lo Stato, quest’anno, ha scippato dal Bilancio della Regione 914 milioni di euro per il Fiscal Compact, un trattato internazionale demenziale che obbliga il nostro Paese a pagare 50 miliardi di euro all’anno per vent’anni. Per il 2014 Roma prevede di scippare alla Sicilia un altro miliardo di euro (e forse più). Bene, basta bloccare questo scippo.
Con un miliardo di euro si può benissimo istituire il salario minimo garantito per pagare tutti i precari siciliani (compresi i lavoratori della Gesip e gli ex Pip di Palermo). Evitando di fare lievitare il numero (lo diciamo subito perché molti Sindaci, non ‘contenti’ dei precari pagati dalla Regione, hanno creato altre forme di precariato con cooperative sociali e altro ancora).
Bisogna solo convincere Roma a esentare la Regione siciliana dal pagamento del Fiscal Compact. Del resto, non vediamo altre alternative.
A meno che la politica non intenda aumentare le tasse in Sicilia per drenare alle famiglie e alle imprese siciliane un miliardo di euro all’anno per pagare questi precari. Opzione che a noi appare improponibile, perché trasformerebbe la Sicilia, già allo stremo, nella Grecia di questi giorni.
Del resto, la politica ha provato a scippare ai siciliani un miliardo di euro, con un aumento indiscriminato dell’Irpef, per pagare i debiti alle imprese. Ma la manovra ‘intelligente’ dell’assessore Bianchi è stata bloccata – e in questo grande merito va dato al Pd – perché tale opzione avrebbe ulteriormente ridotto i consumi dei siciliani facendo esplodere la disoccupazione che è già alle stelle.
Sarebbe molto singolare che un a manovra per pagare i debiti alle imprese siciliane, bloccata perché ultra-recessiva, venisse adesso riproposta e approvata per pagare i precari! Anche per una questione morale: il precariato è il frutto del clientelismo della politica siciliana, attuato scientemente aggirando la Costituzione. Sarebbe assurdo far pagare il prezzo di queste clientele a cittadini e imprese siciliane.
A pagare il costo del precariato siciliano deve essere lo Stato, che in tutti questi anni ha avallato tutte le leggi sul precariato. Compresa una legge regionale dei primi anni 2000, assolutamente folle, che ha avviato la ‘stabilizzazione’ dei precari nella pubblica amministrazione. Compresa la legge nazionale in base alla quale tanti Lsu sono stati ‘stabilizzati’ (si pensi all’Amia di Palermo).
Il Governo Letta se ne faccia una ragione: la Sicilia non può pagare il Fiscal Compact.
30 Agosto 2013
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30 agosto 2013
L'EX ASSESSORE VECCHIO INSISTE: SONO I FORESTALI AD APPICCARE IL FUOCO
DIATRIBA
Sicilia, guardaboschi nella bufera: «Sono i responsabili dei roghi»
I forestali sull'Isola sono 30 mila. E costano 700 mln. L'ex assessore: «Sono loro ad appiccare il fuoco».
di Maurizio Zoppi
A prendere fuoco un monte a ridosso della spiaggia di Scopello, luogo turistico in provincia di Trapani. In azione un elicottero, poi un canadair della Guardia Forestale. Molti i bagnanti che osservavano le operazioni per lo spegnimento. «L’incendio sarà doloso», hanno sussurrato alcuni. «Sono gli stessi forestali che appiccano il fuoco per giustificare il proprio stipendio».
La Sicilia stipendia quasi 30 mila forestali per poco più di 5 mila chilometri quadrati di boschi. Un vero e proprio 'esercito' che costa alla Regione quasi 700 milioni di euro all’anno. I siciliani lo sanno. Sanno anche che gli addetti ai lavori nei boschi sono un «bacino importante di voti per i politici dell’Isola».
SOLO 1.300 A TEMPO INDETERMINATO. La Regione, in virtù della sua autonomia, opera con il Corpo forestale e con l’Azienda foreste demaniali. Il primo ha circa 7.240 dipendenti, la seconda quasi 20 mila. Ma di questi gli assunti con contratto a tempo indeterminato e che lavorano tutto l’anno sono poco più di 1.300. Gli altri sono impiegati con diverse mansioni per 78 giorni, 101 o 151 giorni l'anno. Per i rimanenti mesi restano a carico dell’Inps.
PIOPPO, 2 MILA ABITANTI E 380 FORESTALI. Lo stipendio è di 1.200 euro mensili, nonostante i recenti tagli da 150 milioni introdotti con la Finanziaria regionale. Ovviamente, nessun licenziamento è stato effettuato dalla Regione. I precari hanno optato per una riduzione dell’orario di lavoro, salvando l’impiego.
Come risultato, nell'Isola c'è una densità di forestali senza eguali in Italia. A Pioppo, frazione di Monreale, un piccolo paese in provincia di Palermo, ci sono circa 2 mila abitanti: 383 sono forestali.
L'ex assessore Vecchio: «I forestali? Dovrebbero andare tutti a casa...»
(© Imagoeconomica) L'ex assessore alle Infrastrutture e Mobilità in Sicilia, Andrea Vecchio.
Le sue affermazioni, l’anno scorso, furono il motivo per cui l'allora presidente della Regione, Raffaele Lombardo, gli tolse l'incarico di assessore.
L’ex governatore sa bene che l’esercito dei forestali sull’Isola è un problema, ma - interpellato da Lettera43.it - si è limitato a dire: «Me li sono ritrovati, mica li potevo ammazzare».
«NESSUN POLITICO NE PARLERÀ MALE». Le ragioni per cui questa situazione fa comodo a tutti, secondo Vecchio, è prettamente politica: «I forestali votano. Sono intere famiglie che portano voti alla politica. Nessun politico in Sicilia parlerà male di loro», ha spiegato il deputato. «I forestali non sono dei lavoratori, sono degli stipendiati. Appena tratti il problema degli stipendiati in Italia, ecco che spunta l’argomento macelleria sociale. Come se non è una grande macelleria sociale quella che sottrae risorse ai servizi di qualità per destinarla al sistema clientelare».
GLI INTERESSI DELLE SIGLE SINDACALI. A trarre benefici da questo sistema, ha proseguito Vecchio, sono anche «le sigle sindacali», che incassano, oltre all’1% della trattenuta sul compenso di ciascun operaio, anche quella sull’indennità di disoccupazione corrisposta dall’Inps agli operai precari.
I forestali onesti, però, queste accuse non le vogliono sentire. E fanno sentire la propria voce: «Si dice sempre che siamo noi forestali ad appiccare gli incendi, ma quando non ci sono roghi, noi veniamo pagati lo stesso», ha detto uno di loro. «A noi lo straordinario viene pagato 7 euro in più all’ora. Chi rischierebbe la propria vita per una simile cifra?».
Giovedì, 29 Agosto 2013
29 Agosto 2013
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PALERMO - D'ora in avanti per visite mediche e controlli che riguardano i dipendenti della Regione e altro personale come forestali e addetti alla Protezione civile, la Regione siciliana si avvarrà delle Asp. Il governo Crocetta mette fine alle convenzioni con i privati, con un risparmio quantificato, dalla segreteria generale, di circa il 50%: da 12 a 6 milioni circa. Ad annunciare la ''mini rivoluzione'' è il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta. ''E' un bel risparmio - dice - Inoltre, il costo finora sostenuta, con la nuova convenzione con le Asp si trasforma in una partita di giro''.
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28 Agosto 2013
ABRACADABRA, ECCO COME ALLUNGARE IL SERVIZIO ANTINCENDIO SENZA UNA GIORNATA IN PIU' (2)
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29 Agosto 2013
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PALERMO. AL PARCO CASSARA' CON LA COLLABORAZIONE DELL'AZIENDA FORESTE CI SARANNO DIECIMILA ALBERI
Al Parco Cassarà
Diecimila alberi entro il 2015
Palermo avrà un bosco urbano
Diecimila piante di frassino e altri alberi saranno piantati entro la fine del 2015 all'interno del Parco Cassarà dal Comune in collaborazione con l'orto botanico, l'azienda Foreste della Regione e con il supporto finanziario della Fondazione Yves Rocher.
PALERMO - Diecimila piante di frassino ed altri alberi mediterranei saranno progressivamente messi a dimora entro la fine del 2015 all'interno del Parco Cassarà dall'amministrazione comunale in collaborazione con l'orto botanico dell'Università, l'Azienda Foreste della Regione e con il supporto finanziario della Fondazione Yves Rocher. E' questo il risultato dell'accordo sottoscritto a Villa Niscemi dal sindaco Leoluca Orlando, dal direttore della Fondazione Yves Rocher Claude Fromageot, dal professor Francesco Maria Raimondo, direttore dell'orto botanico e dall'ingegnere Pietro Lo Monaco, dirigente generale dell'Azienda Foreste. All'incontro ha partecipato anche l'assessore al Verde e alla vivibilità Giuseppe Barbera.
Nell'arco di tre anni, il Comune procederà quindi a piantare gli alberi su un'area pari a poco meno della metà del Parco (esteso in tutto per 26 ettari), che diventerà un "Bosco urbano". "Questo nuovo bosco - spiega l'assessore Barbera - si svilupperà in modo armonico e secondo un progetto ben preciso che lo renda fruibile dai cittadini e sarà curato in modo da prevenire il diffondersi di piante infestanti". "Il Parco Cassarà - afferma il sindaco Orlando - sarà sempre più un nuovo punto di riferimento per i cittadini, un luogo di vivibilità e socialità, oltre che un importante polmone verde nel tessuto urbano. Questo progetto è il frutto di una ritrovata capacità di dialogo della nostra città con il mondo, in questo caso con una fra le più prestigiose case cosmetiche internazionali, che conferma la sua attenzione alla vivibilità e ai temi della sostenibilità".
Una attenzione, quella Fondazione Yves Rocher, confermata dal suo direttore che ha ricordato come questa iniziativa si inserisca nel più ampio impegno del Gruppo, che si è impegnato a piantare ben 50 milioni di alberi in tutto il pianeta a sostegno della campagna lanciata dal PNUE (il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente) per la piantumazione di almeno un miliardi di nuovi alberi entro il 2015. "Il nostro gruppo - ha affermato Claude Fromageot - ha nel suo DNA, fin dalla sua costituzione avvenuta oltre 50 anni fa, la sostenibilità e la tutela dell'ambiente, tanto da coniare la cosmetica vegetale oggi diffusa in tutto il mondo. Abbiamo registrato con molto piacere la disponibilità dell'Amministrazione comunale, dell'Università e dell'Azienda Foreste a sostenere e collaborare per la buona riuscita di questo nostro ambizioso progetto, che regalerà a Palermo e ai palermitani uno splendido bosco in uno splendido parco".
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29 Agosto 2013
INCENDIO DI VASTE PROPORZIONI NELLA ZONA DEL CIMITERO DI MOTTA S. ANASTASIA (CT)
Un incendio di vaste proporzioni ha investito, nella tarda mattinata di ieri, la zona a valle del cimitero di Motta S. Anastasia
Un incendio di vaste proporzioni ha investito, nella tarda mattinata di ieri, la zona a valle del cimitero di Motta S. Anastasia, interessando un'area posta tra via Andrea Caponnetto e le contrade Trigna e Salustro. Grande è stata la preoccupazione tra i residenti, dato che i focolai hanno lambìto diverse costruzioni. Solo grazie al rapido intervento di più squadre dei vigili del fuoco, provenienti da Catania e dai paesi limitrofi, è stato evitato il peggio.
Danni ha subìto invece l'area esterna di un capannone adibito a deposito, dove sono andati distrutti due silos usati per la raccolta dell'acqua e un generatore. Letteralmente incenerita un'ampia fetta della vallata, caratterizzata dalla presenza di uliveti, vigneti e aranceti. Sulle cause del rogo sono in corso gli accertamenti di rito, ma ieri mattina pare qualcuno abbia notato in zona la presenza di più focolai tra loro distanti: eventualità che potrebbe far propendere per l'origine dolosa.
L'incendio, sviluppatosi su più fronti, ha imposto un lungo e complesso intervento di spegnimento, che si è protratto per alcune ore. Presenti sul posto pure i carabinieri della Stazione di Motta, gli agenti della polizia municipale, che hanno regolato la viabilità dell'area e interdetto temporaneamente il transito su via Caponnetto, nonché personale della forestale e volontari della Protezione civile. Dall'alto, a monitorare lo sviluppo degli eventi, un elicottero dei vigili del fuoco. Un ingente spiegamento di forze apprezzato dai residenti e dai titolari del capannone lambito dalle fiamme che, per ore, hanno temuto un aggravarsi della situazione. «Sul posto sono intervenute quattro squadre più diversi mezzi di rincalzo, con autobotti di grande capienza, per assicurare adeguato rifornimento idrico - spiega il dott. Luigi De Luca, sostituto direttore Antincendi del Corpo dei vigili del fuoco - La criticità più grossa è stata registrata nel sito in cui è ubicato il capannone. Il problema principale era quello di proteggere le infrastrutture e per questo abbiamo fatto convergere sui luoghi tutti i mezzi disponibili, riuscendo in tal modo ad arginare le fiamme. A supportarci nell'intervento personale della forestale e volontari della Protezione Civile, che noi stessi abbiamo provveduto ad allertare: è stato un bel lavoro di squadra».
Un intervento sinergico e tempestivo che ha consentito di limitare i danni, evitando che il rogo si estendesse ulteriormente, con conseguenze ancor più gravi per chi vive e lavora in quest'area semiperiferica di Motta S. Anastasia. Ora l'attenzione degli esperti si incentrerà sui motivi che hanno dato origine all'incendio. «Per ciò che concerne le cause - conclude il dott. De Luca - stiamo effettuando delle verifiche, ma la presenza di più fronti contemporanei diventa una inusuale casualità».
Giorgio Cicciarella
29 Agosto 2013
LA VOCE DEL BILANCIO RELATIVA ALL'AGRICOLTURA SIA TENUTA DISTINTA DA QUELLA DEI FORESTALI
Per il settore agricolo. L'on. Greco pronta a presentare nuove iniziative legislative
«Accelerare l'accesso al credito»
Agira. "Presenterò presto iniziative legislative di competenza per migliorare gli interventi in favore del settore agricolo e zootecnico, per facilitare l'accesso al credito agevolato delle imprese agricole e per stabilire la perentorietà dei termini di pagamento in favore delle aziende".Queste le parole dell'on. Maria Greco, parlamentare nazionale del Partito Democratico, nel corso dell'incontro tenutosi all'interno dell'aula consiliare di Agira al fine di "sbrogliare alcune fastidiose matasse" che hanno ultimamente messo in ginocchio gli agricoltori e gli allevatori dell'entroterra siciliano, molti dei quali presenti alla riunione.
Alla presenza dei presidenti provinciali di Cia e Coldiretti, rispettivamente Francesco Salamone e Lucia Salvatrice Russo, del sindaco di Agira, Giunta, e di diversi amministratori dei Comuni limitrofi, si sono toccati infatti diversi tasti dolenti relativi alla categoria: dal mancato pagamento della compensativa ai ritardi nei pagamenti e nei contributi, fino ad arrivare all'eccessiva burocratizzazione nelle procedure.
Chi ha partecipato all'incontro ha apprezzato l'intervento della deputata ennese Maria Greco, sottolineando come "da tanti anni la politica si disinteressi di questo settore".
L'unica parlamentare ennese presente a Montecitorio ha chiesto di lavorare in sinergia con i Comuni e la Regione, nell'ambito delle rispettive competenze, e soprattutto ha invitato le associazioni di categoria a fornire ogni utile indicazione specifica da tutelare nelle sedi competenti.
"L'agricoltura e la zootecnia sono settori fondamentali per l'economia dell'entroterra siciliano - ha aggiunto l'on. Greco - bisogna dare loro assoluta priorità, spero che la voce del bilancio regionale relativa all'agricoltura sia tenuta distinta da quella dei forestali, l'agricoltura deve avere una voce a sé. Auspico inoltre la ripresa delle fiere dell'agricoltura, centro di scambi commerciali nel settore, e l'urgenza del piano di ammodernamento viario, per cui ho già presentato apposita e importante proposta di legge in Parlamento".
Nel corso dell'incontro è stato inoltre attenzionato la necessità di adeguarsi alla programmazione degli interventi europei Pac 2014-2020, essenziali per la vitalità delle aziende della provincia ennese.
Emanuele Parisi
29 Agosto 2013
29 agosto 2013
ABRACADABRA, ECCO COME ALLUNGARE IL SERVIZIO ANTINCENDIO SENZA UNA GIORNATA IN PIU'
Da facebook
Qualora venisse confermata questa notizia, si otterrebbe l'allungamento del servizio antincendio senza nessuna giornata di lavoro in più. Signore e signori questa è magia!
Più competenze e meno giornate di lavoro per tutti, azienda e antincendio, e vai.............
NOTTE DI FUOCO A MONREALE, IMPEGNATE QUATTRO SQUADRE DELLA FORESTALE
ZONA REAL CELSI
Notte di fuoco a Monreale
decine di villette evacuate
Le fiamme hanno distrutto quasi cinque ettari di macchia mediterranea. Paura per i residenti, fatti allontanare dalle proprie case.
MONREALE (PALERMO) - Cinque ore di paura quelle vissute la scorsa notte dai residenti della zona di Real Celsi, a Monreale, dove cinque ettari di macchia mediterranea sono finiti tra le fiamme. Danni ingenti ed evacuazione delle abitazioni nella vasta area dove fino a mezzanotte sono stati al lavoro quattro squadre della Forestale, tre dei vigili del fuoco, gli uomini della protezione civile di Altofonte e Monreale e i volontari dell'associazione Overland.
Paura per chi abita nelle villette del circondario: l'incendio avrebbe avuto origine da due punti diversi, diffondendosi in pochissimo tempo attraverso le sterpaglie che coprono praticamente tutto il terreno. Nel frattempo per coloro che vivono a ridosso dell'area in cui le fiamme erano più alte, è stata disposta l'evacuazione: decine le persone che si sono dovute allontanare per evitare ogni rischio.
Decine di famiglie fatte rientrare in casa dalla Protezione civile soltanto quando il rogo è stato domato. Per sicurezza, nel corso delle operazioni di spegnimento è stata chiusa la strada provinciale 69 dopo Poggio San Francesco, sia in direzione di Altofonte che in quella di Monreale. Si è probabilmente trattato di un incendio doloso.
per sicurezza, hanno chiuso la strada provinciale 69 dopo Poggio San Francesco sia in direzione Altofonte che Monreale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
29 Agosto 2013
BOSCO GUARNERI CONVENZIONE COMUNE DI CEFALU' E AZIENDA REGIONALE FORESTE DEMANIALI
Bosco Guarneri - Convenzione Comune di Cefalù e Azienda Regionale Foreste Demaniali
Lo scorso 3 aprile la Giunta Municipale aveva approvato lo schema di convenzione in attuazione della volontà espressa dal Consiglio Comunale di Cefalù il 1 marzo 2011. In quella data, infatti, era stata approvata una mozione, il cui primo firmatario era l’allora Consigliere Rosario Lapunzina, con la quale si impegnava la Giunta del tempo a predisporre uno Schema di Convenzione per l’affidamento del Bosco di Guarneri all’Azienda Regionale Foreste Demaniali.
La Convenzione, della durata di 10 anni rinnovabili, garantisce la salvaguardia e la pubblica fruizione dell’importante patrimonio forestale rappresentato dal Bosco di Guarneri. Inoltre saranno effettuati interventi di pulizia del sottobosco, diradamenti, spalcature, realizzazione di viali parafuoco e il rifacimento della recinzione.
Saranno realizzate anche iniziative nel campo dell’educazione scolastica e della diffusione della conoscenza del patrimonio boschivo, anche attraverso visite, escursioni, manifestazioni di propaganda forestale.
L’Area del Bosco di Guarneri, che si trova a circa 8 chilometri dal centro abitato di Cefalù e nei pressi della frazione di Sant’Ambrogio, è l’unica area a ricadere, per l’importanza naturalistica che ricopre, nell’ambito della zona A del Parco delle Madonie.
L’area è anche di elevato interesse geologico e naturalistico per la presenza del rilievo roccioso di Serra Guarneri, in parte ricoperto da licheni che attribuiscono all’area una suggestiva colorazione giallo – oro.
Per il Sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, “ con questo Atto, viene garantita la salvaguardia e la fruibilità di un patrimonio boschivo di eccezionale importanza che rappresenta un interessante ecosistema all’interno del quale vi è la presenza di numerose specie faunistiche. In considerazione del fatto che il comune non ha, al momento, la possibilità di far fronte alla tutela di un bene così prezioso, mediate proprie risorse umane ed economiche, la convenzione con l’Azienda Foreste Demaniali rappresenta un modo efficace per garantire la realizzazione di importanti opere infrastrutturali e della necessaria attività di vigilanza”.
29 Agosto 2013
28 AGOSTO 2013 VERTENZA FORESTALI. LETTERA AL PRESIDENTE, AGLI ASSESSORI E AI CAPIGRUPPI ALL'ARS
SEGRETERIE REGIONALI SICILIA
Al Presidente della Regione Siciliana
On.le Rosario Crocetta
All’Assessore Regionale delle Risorse Agricole e Alimentari
Dott. Dario Cartabellotta
All’Assessore Regionale
del Territorio e dell’Ambiente
Dott.ssa Mariella Lo Bello
Ai Capigruppo dei Partiti presenti all'ARS Sicilia
Oggetto: Vertenza Forestali
Le scriventi OO.SS. fortemente preoccupate per le contraddizioni che sul versante del lavoro agricolo e forestale si registrano tra le rassicurazioni rilasciate e i provvedimenti paventati dagli Uffici periferici dell'Amministrazione Forestale, con la presente intendono evidenziare il grave stato di malessere esistente tra i lavoratori.
La parziale copertura intervenuta con storno di fondi dall'Azienda a favore del Corpo Forestale, unitamente al taglio dei finanziamenti attuato nella Finanziaria, ci lascia perplessi e preoccupati perché da un lato non bastano a completare la campagna antincendio e dall'altro diminuiscono le già carenti risorse messe a disposizione dell'Azienda con grave pregiudizio per i diritti dei lavoratori.
Queste Segreterie, unitamente alle proprie strutture territoriali ed ai lavoratori da anni lottano per una forestazione che sia efficiente e utile per il territorio e le comunità siciliane e nel contempo assicuri ai lavoratori regole e certezze indispensabili per la produttività del comparto.
L'interruzione delle trattative per il rinnovo del contratto regionale ferme dal 2001, il mancato rispetto di norme e istituti contrattuali previsti dal CCNL, i ritardi e le incertezze nei pagamenti, i silenzi sul versante del riordino legislativo del settore, non più differibile, la ricerca dell'economicità basata sul ridimensionamento dei diritti dei lavoratori in essi inclusi il rispetto dell'Accordo 2009, la mancata affermazione degli strumenti di programmazione per tutelare ambiente e territorio e su cui parametrare i lavori da effettuare, di fatto stando determinando una situazione confusionaria e di ingovernabilità che non può non preoccupare.
In presenza di questa realtà asfittica, le scriventi ritengono urgente e indifferibile l'apertura di un ampio confronto che oltre a trovare adeguate soluzioni per l'anno in corso conduca a riorganizzare il settore come tutta l'amministrazione forestale.
A tal fine si chiede al Presidente e agli Assessori in indirizzo un urgente incontro, mettendo in evidenza che le problematicità in atto esistenti, ove non rimosse, rischiano di far precipitare l'attuale stato di malessere, in iniziative anche di lotta non facilmente controllabili.
In attesa di riscontro si porgono distinti saluti.
Palermo, 28 Agosto, 2013
PAURA A PIZZO SELLA
Fiamme e paura a Pizzo Sella INCENDIO.
C'è voluto l'intervento di due elicotteri per domare le lingue di fuoco
Pomeriggio di paura ieri sulla collina di Pizzo Sella con un incendio che ha sfiorato le numerose villette che si trovano nella zona. Il fronte del fuoco si è scatenato dal versante di via Spinasanta. Sono impegnate numerose squadre dei vigili del fuoco per ostacolare il percorso delle lingue di fuoco che hanno minacciato le abitazioni. A scopo precauzionale si è resa necessaria, ad un certo punto, l'evacuazione dei residenti. Questi ultimi, prima dell'arrivo dei soccorsi, hanno cercato di respingere il fuoco con secchi d'acqua e «tubazioni fai da te». Ovviamente, questa tipologia di intervento non è servita a nulla anche perchè il vento caldo ha spinto velocemente, e pericolosamente verso le strutture abitative, le fiamme.
Grazie a due elicotteri del Corpo forestale il vasto rogo, che è stato alimentato da diversi focolai, è stato spento nel tardo pomeriggio. I due velivoli hanno effettuato ben 23 lanci di acqua sul fronte delle fiamme per avere ragione dell'incendio. Da terra i vigili del fuoco sono stati affiancati dagli uomini del servizio forestale regionale.
Al tramonto i residenti sono tornati nelle rispettive abitazioni e qualcuno ricordava un simile episodio con l'incendio del luglio 2011 che ha visto l'impiego, anche in quel caso, dei mezzi aerei della Protezione civile e della forestale.
Per un incendio che è stato domato, un altro che, ieri sera, si è sviluppato a San Martino delle Scale, in territorio di Monreale. Gli uomini del Corpo forestale sono intervenuti con tutti i mezzi a disposizione. Il fonte del fuoco, infatti, era abbastanza ampio. Ad ogni modo la situazione è stata definita «sotto controllo» dal personale operante.
l. z.
28 Agosto 2013
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28 agosto 2013
IL MINISTRO D'ALIA: IN SICILIA USO CRIMINALE DEL PRECARIATO
Il Ministro D’Alia: “In Sicilia uso criminale del precariato”
Nel complesso, in Sicilia, secondo una stima fatta dal vice presidente dell’Ars, Antonio Venturino, si contano circa 100 mila precari non stabilizzati. Però, in questo conto, Venturino ci mette pure i 25 mila operai della Forestale che, a nostro avviso, vanno considerati in modo diverso rispetto al precariato. A conti fatti, i precari non stabilizzati, nella nostra Regione, dovrebbero attestarsi tra 75 mila e 80 mila.
Un numero enorme. E’ possibile stabilizzare tutto questo personale? Il Provvedimento dell’esecutivo nazionale non lascia spazio alle speranze: “Troppi vincoli, in Sicilia saranno assunti non più di 2 mila persone sui 25 mila precari esistenti che anche da vent’anni lavorano nei Comuni, e poi saranno i sindaci a stabilire di quali figure hanno bisogno aprendo così un nuovo mercato clientelare”, dice Massimo Bontempo, del Movimento giovani lavoratori.
Critiche si levano anche dal mondo dei sindacati e della politica siciliana. Dal Pd al Pdl, tutti scontenti: ”Il progetto del governo nazionale costruisce un quadro normativo che non tiene conto della specificità siciliana di oltre 20 mila lavoratori precari contrattualizzati da enti pubblici – dicono i deputati Mariella Maggio (nella foto a sinistra) e Baldo Gucciardi del Partito democratico -. Senza una concreta ipotesi di deroga al patto di stabilità degli enti locali siciliani, senza la modifica del parametro “dipendente pubblico-popolazione” relativo alle dotazioni organiche degli enti pubblici e senza l’abbattimento dei limiti stabiliti dalle leggi nazionali per le assunzioni non sarà possibile parlare di soluzione al problema dei precari siciliani. Tutto ciò non è accettabile: non possiamo usare la stessa medicina per curare malattie diverse”.
Dello stesso tono la dichiarazione di Nino D’Asero, parlamentare regionale del Pdl: “I Comuni non possono restare, d’improvviso, senza finanziamenti a partire da gennaio. Si può pure pensare a una graduale Si può pure pensare a una graduale stabilizzazione ma il governo deve comunque accompagnare questo percorso continuando a finanziare il fondo per il precariato anche nei prossimi anni. In questo senso Crocetta deve avviare una trattativa vera con il governo nazionale”.
Parole e analisi che non convincono il Ministro della Funzione Pubblica, Giampiero D’Alia. Che, senza esitazione, definisce “criminale” l’uso che in Sicilia è stato fatto del precariato. Difficile, su questo punto, dargli torto. ”La legge è uguale per tutti, da Milano a Palermo, e non potevano prevedere ‘eccezioni’ per l’Isola, non si può pretendere che in Sicilia si facciano assunzioni di massa senza rispettare parametri economici minimi.
Le critiche – aggiunge il Ministro – arrivano da chi ha fatto un uso criminale dei precari, utilizzandoli per le proprie fortune elettorali. I precari, così come i vincitori idonei dei concorsi, sono stati vittime di provvedimenti economici e di scelte politiche del passato che hanno privilegiato scorciatoie a quella che è la figura fondamentale sancita dall’articolo 97 della Costituzione, cioè il concorso pubblico per accedere nelle pubbliche amministrazioni”.
In effetti il ddl, soprattutto per la Sicilia, è praticamente rivoluzionario: sancisce cioè, ancora una volta, la procedura dei concorsi pubblici che ormai da anni non si bandiscono più. Non a caso, d’altronde, nella nostra regione i curricula, prima che nei centri impiego, vanno a finire dritti nelle segreterie dei partiti.
28 Agosto 2013
Al Ministro D'Alia gli ricordiamo che i Governi in carica devono correggere gli errori fatti in passato, in questo caso tutelando proprio quel precariato che è servito ai fini elettorali, gli ricordiamo che il suo partito, l'Udc, è stato al potere in Sicilia per parecchi anni, quindi ha contribuito anch'esso ad allargare la maglia e nello stesso tempo a illudere quei lavoratori che oggi si ritrovano senza garanzie e senza diritti!
PALERMO. INCENDIO CIRCOSCRITTO A PIZZO SELLA
Incendio a Pizzo Sella: le fiamme minacciano le ville
Fiamme
e paura. Va a fuoco la collina di Pizzo Sella, a Palermo. Sul posto, in
via Spinasanta, stanno operando alcune squadre dei vigili del fuoco. Le fiamme si starebbero avvicinando ad alcuni villini e abitazioni di villeggiatura, che a questo punto potrebbero essere evacuate. Richiesto l’intervento di due mezzi aerei.
L’incendio sta minacciando alcune ville
sulla collina che si affaccia sul Golfo di Mondello. Il rogo si è
propagato tra le sterpaglie dell’altura, ed è alimentato anche dallo
scirocco che soffia sul litorale. Sono intervenuti due elicotteri, e da terra squadre della Forestale dei vigili del fuoco, che hanno circoscritto il fronte di fuoco.
Pizzo Sella è noto anche come “la
collina del disonore” per la grande lottizzazione abusiva realizzata sul
pendio che guarda il mare, e che è tuttora abitata.
27 Agosto 2013
ANTINCENDIO CALATINO. SALTANO ANCORA I PAGAMENTI DI GIUGNO E LUGLIO
Forestali: «Ritardi farsa» Caltagirone.
Per errore saltano ancora gli stipendi di giugno-luglio
I lavoratori forestali del Calatino la definiscono "una farsa". In effetti, la vicenda dei ritardi nei pagamenti, dei mesi di giugno e luglio per i quasi mille forestali dell'antincendio di Catania, oltre 300 dei quali nel solo Calatino, ha del paradossale. Più volte annunciati, gli stipendi sono rimasti, sinora, almeno per gli addetti all'antincendio, un pio desiderio per via di una burocrazia regionale considerata dai sindacati «inadeguata e superficiale», messa sul banco degli imputati anche dagli operai inferociti.
Il paradosso consiste nel fatto che - come peraltro si sottolinea in una nota dell'Ispettorato ripartimentale forestale di Catania, che ripercorre gli accadimenti e sottolinea «l'impegno profuso» - i pagamenti sono stati bloccati per un mero errore materiale: la mancata comunicazione, da parte di un lavoratore, del cambio delle proprie coordinate bancarie. Il precedente mandato informatico è stato, pertanto, annullato e ieri mattina, dopo avere ripercorso l'iter burocratico, è stato riammesso. Dall'Irf si informa che «per il futuro, si sta verificando la possibilità informatica che eviti di bloccare un intero mandato a causa di una paga mensile riferita a un solo lavoratore».
A questo punto, la corresponsione delle attese mensilità dovrebbe essere soltanto questione di qualche giorno, ma intanto i lavoratori sono su tutte le furie e reclamano chiarezza e chiedono soprattutto che situazioni del genere non abbiano più a verificarsi. «A pagare le conseguenze di errori e altro - affermano - siamo sempre noi e tutto ciò è inconcepibile». Flai, Fai e Cisl stigmatizzano come, nell'era del progresso informatico, «la Regione continui ad adottare sistemi obsoleti e antistorici».
M. M.
27 Agosto 2013
Piove sempre sul bagnato e il sole batte dove non serve.
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Ancora senza stipendi i forestali del catanese
27 agosto 2013
SIFUS: GIORNO 25 SETTEMBRE SCIOPERO GENERALE DI TUTTI I LAVORATORI FORESTALI
Sifus: Sciopero generale di tutti i lavoratori forestali
FORESTALI SICILIANI. ALLA REGIONE SICILIANA MANCANO CIRCA 70 MILIONI
DI EURO PER GARANTIRE 78-101-151 GIORNATE DI LAVORO NELL’ANNO IN CORSO.
PER QUESTE RAGIONI IL SIFUS ORGANIZZA IL 25 SETTEMBRE 2013 A PALERMO LO SCIOPERO GENERALE DI TUTTI I LAVORATORI FORESTALI SICILIANI!!
VOGLIAMO:
1) IMMEDIATA VARIAZIONE DI BILANCIO ATTA A REPERIRE LE RISORSE ECONOMICHE NECESSARIE;
2) L’ACCELERAZIONE DELL’ITER PROCEDURALE PER L’APPROVAZIONE DELLA NOSTRA PROPOSTA DI LEGGE SULLA STABILIZZAZIONE IN UN QUADRO DI PUBBLICA UTILITA’
3) IL PAGAMENTO PUNTUALE DEGLI STIPENDI;
4) IL RINNOVO DEL CONTRATTO INTEGRATIVO REGIONALE.
LA SEGRETERIA GENERALE DEL SIFUS
PER QUESTE RAGIONI IL SIFUS ORGANIZZA IL 25 SETTEMBRE 2013 A PALERMO LO SCIOPERO GENERALE DI TUTTI I LAVORATORI FORESTALI SICILIANI!!
VOGLIAMO:
1) IMMEDIATA VARIAZIONE DI BILANCIO ATTA A REPERIRE LE RISORSE ECONOMICHE NECESSARIE;
2) L’ACCELERAZIONE DELL’ITER PROCEDURALE PER L’APPROVAZIONE DELLA NOSTRA PROPOSTA DI LEGGE SULLA STABILIZZAZIONE IN UN QUADRO DI PUBBLICA UTILITA’
3) IL PAGAMENTO PUNTUALE DEGLI STIPENDI;
4) IL RINNOVO DEL CONTRATTO INTEGRATIVO REGIONALE.
LA SEGRETERIA GENERALE DEL SIFUS
26 Agosto 2013
Inoltre il Sifus comunica ai forestali
antincendio di Catania ed Agrigento:
Da Palermo stamattina (26 agosto 2013) hanno detto ke
lo stipendio di giugno è questione di giorni mentre quello di luglio
entro la prima decina di settembre. Maurizio Grosso
SAN LEONE (AG). QUARTIERE TRASCURATO E IL BOSCHETTO ANDREBBE DATO ALLA FORESTALE
La crisi di San Leone. Intervista a La Gaipa
«Quartiere trascurato»
Stelio Zaccaria
Continuiamo la nostra inchiesta su San Leone, il suo declino e il suo futuro intervistando il presidente del comitato di quartiere Fabrizio La Gaipa al quale chiediamo subito qual è la sua opinione su questa situazione di crisi.
"In gran parte chi lo dice ha ragione. Il quartiere, specie in inverno, sconta una mancanza di manutenzione sconcertante. Si ricorderanno, ad esempio, le palme non potate fino alla primavera scorsa. Poi, un capitolo a parte meriterebbe tutta l'area occidentale fino a Maddalusa con il porticciolo ancora danneggiato dalle mareggiate di quattro anni fa ed il ponte ormai fatiscente. Ci sarebbe davvero molto da fare".
- Ecco, appunto, cosa si potrebbe fare per invertire la tendenza?
"Intanto, bisognerebbe capire cosa dovrebbe diventare San Leone. Ci vuole una vision. Da piccolo borgo marinaro, negli anni è diventata prima una zona di villeggiatura e poi qualcosa di indefinito. Io, per mia vocazione e per buon senso, la vedo come una potenziale località turistica".
- Ed in quest'ottica cosa si potrebbe fare?
"Tutto parte dall'urbanistica e dall'architettura. Prima di tutto San Leone dovrebbe tornare ad essere bella. Bisognerebbe creare i presupposti affinché chi ha la casa incompleta e senza prospetto lo potesse realizzare e seguendo un piano del colore omogeneo. Chi ha lotti di terreno dovrebbe mantenerli e valorizzali. Ma questo vale per tutta la città".
- Come lo vede lei il lungomare?
"In primo luogo andrebbe estirpato con risolutezza il commercio abusivo degli ambulanti. Se c'è un business della collanina bisogna obbligare chi lo vuol fare a cercarsi un magazzino e a pagare le tasse. Questo indurrebbe tanti proprietari di abitazioni che si affacciano sul Lungomare a chiedere il cambio di destinazione d'uso e a fare lavori di adeguamento. Il valore degli immobili aumenterebbe ed il lungomare si rianimerebbe e diventerebbe più decoroso. Allo stesso tempo, il Comune dovrebbe prendere in concessione regolare il lungomare e cedere spazi sulla terrazza ai bar ed ai ristoranti che si trovano di fronte obbligandoli, ma non sarebbe neppure necessario, ad occuparsi della pulizia e del decoro delle aree. Inoltre, si dovrebbero dare in concessione i frangiflutti in modo da poter fare istallare sugli scogli delle piattaforme come succede a Catania in modo da restituire alla balneazione tutto il lungomare. Poi, dopo avere avviato questo processo, bisognerebbe annullare le corsie del lungomare per tutta la lunghezza della terrazza pavimentando tutto come un'unica grande piazza. Con i soldi del suolo pubblico il Comune potrebbe mantenere sempre tutto integro e pulito. Un circolo virtuoso".
- E per la zona delle Dune?
"Bisognerebbe premere sull'acceleratore per quanto riguarda la pianificazione dell'area. Lì sono previste numerose strade di collegamento fra via degli Imperatore ed il Viale delle Dune. Se venissero realizzate questo cambierebbe molto lo scenario della zona. Si potrebbe dare via libera agli insediamenti turistici che sono evidentemente necessari. Il boschetto andrebbe dato alla forestale".
- Ha qualche idea per il problema del traffico?
"Quello della circolazione è un problema che è stato affrontato con diversi esiti in molte località. L'esempio a noi più utile mi sembra quello di Taormina dove ci sono grandi parcheggi già a ridosso dell'area pedonale. L'eliporto, piazzale Caratozzolo, ed alcuni terreni a ridosso del Ragno d'Oro e delle Dune dovrebbero essere i luoghi per accogliere le auto con bus navetta elettrici che collegano gratuitamente le aree di sosta fra di loro. Ma si tratta di una cosa che deve avvenire a fronte di uno sviluppo complessivo del quartiere".
- Cosa mi dice della questione delle fogne?
"E' ovvio che il mare rappresenta la ragion d'essere di San Leone. Senza il mare il quartiere non esisterebbe neppure. Per questo va tutelato e valorizzato. E' inaccettabile che si scarichi anche una sola goccia di acqua nera non depurata nel mare di Agrigento. Si tratta di una questione di civiltà, ma anche, più brutalmente, di una questione economica. Se si risolvesse il problema si potrebbe ambire persino ad avere la bandiera blu. Le case varrebbero di più, alberghi e ristoranti lavorerebbero di più impiegando più addetti, l'indotto crescerebbe. Il mare pulito serve a tutti"
26 Agosto 2013
DOMATO DALLA FORESTALE L'INCENDIO ALLA RISERVA DELLO ZINGARO
Domato incendio, minacciava
la riserva naturale dello Zingaro
Foto lasicilia.it
Trapani. Un incendio, che ha minacciato la riserva naturale dello Zingaro, è stato domato nel tardo pomeriggio dalla forestale che si è avvalsa di due Canadair ed un elicottero. Le fiamme sono rimaste all'esterno dell'area protetta anche grazie ai viali parafuoco. Ancora incendi in Sardegna. Il caldo di queste ore ma soprattutto il forte vento stanno alimentando due roghi divampati nel pomeriggio nell'isola. Il primo è scoppiato nel cagliaritano, nelle campagne del Comune di Serri, poco dopo le 14. Al lavoro ci sono le squadre dei Vigili del fuoco, gli uomini del Corpo forestale, dell'Ente Foreste e i volontari della Protezione civile. Stanno anche intervenendo tre elicotteri della flotta regionale ed un Canadair. In fiamme macchia mediterranea ed una pineta, mentre non si registrano problemi per abitazioni e capannoni poco distanti.
26 Agosto 2013
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SIRACUSA, INCENDIO IN CONTRADA CRETAZZO
Siracusa
Incendio in contrada Cretazzo
b. b.) Un vasto incendio in contrada Cretazzo (zona Tivoli) ha impegnato per ore ieri i vigili del fuoco. Le fiamme, divampate verso le 15,45, hanno tenuto impegnate quattro squadre dei pompieri, gli uomini della Guardia forestale e un elicottero dell'unità di Catania, fino a tarda sera. L'incendio, fortunatamente, ha coinvolto solo sterpaglie e canneti ma i residenti della zona hanno temuto il peggio. Le fiamme, infatti, hanno lambito le case che non sono state danneggiate grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco.
26 Agosto 2013
26 agosto 2013
FARE VERDE, PULIZIA DAI RIFIUTI ALLA FORESTALE DI RONDELLO
Fare verde
Pulizia dai rifiuti alla forestale di Randello
d. c) Spiaggia da continuare ad amare e da salvare dalla barbarie umana. Fare Verde di Vittoria non si perde d'animo e tornerà anche oggi alla forestale di Randello (nella foto). Qui allo spiaggione i "soliti quattro pazzi" degli ambientalisti vittoriesi proveranno a ridare dignità alla fauna e alla flora del magnifico luogo marino ripulendolo dal pattume lasciato.
25 Luglio 2013
GOLE DELL'ALCANTARA UN PARCO FLUVIALE IN STATO DI ABBANDONO
Gole dell'Alcantara un parco fluviale in stato d'abbandono
La denuncia
«Manca il controllo del territorio, né esiste una tutela delle risorse idriche»
Foto lasicilia.it
Antonio Parrinello
Gole Alcantara. A distanza di un anno, quando i quotidiani nazionali titolavano "Liquami nelle gole dell'Alcantara, oasi naturale vittima di un depuratore", nulla è ancora cambiato. Le acque in alcuni punti sono rimaste di color marrone perdendo la limpidezza che invece contraddistingueva questo meraviglioso parco fluviale, ma poco attenzionato dalle amministrazioni circostanti.
Percorrendo la strada provinciale 81 da Calatabiano verso le gole dell'Alcantara, in prossimità del parcheggio proprio sotto la rupe del maestoso castello, dove campeggia un cartello con scritto "Benvenuti nel Parco fluviale dell'Alcantara - qui la natura è protetta", enormi discariche. Non manca nulla: dal semplice sacchetto della spesa passato a contenitore di rifiuti scarto o avanzo, a pneumatici per auto di varie misure, elettrodomestici, suppellettili sembra un mercatino delle pulci.
Andando avanti si arriva all'ingresso di Terralcantara il parco botanico e geologico che ricade nella Parco Fluviale dell'Alcantara, istituito nel 2001 ma nato nei primi anni Sessanta. All'interno si trovano tre antichi borghi e casali contadini che sono stati ristrutturati per essere destinati a Resort nei quali è possibile soggiornare. Si praticano ancora oggi diverse attività agricole tradizionali per la coltivazione delle olive e degli agrumi. Si ottiene l'olio d'oliva dop e ottime marmellate e liquori di agrumi. Il Parco inoltre, predilige la promozione e la diffusione dell'arte italiana e della cultura locale, tanto che al suo interno è possibile visitare il Museo del Territorio, raccolta di attrezzi della civiltà contadina.
Prima di scendere nell'alveo delle gole e arrivare nelle acque freddissime del fiume, ci si può affacciare lungo sentieri panoramici, come il balcone delle Ninfe, di Venere, dell'anfiteatro o le terrazze Toboga con una visione spettacolare. In quest'ultimo tratto è vietata la risalita lungo il fiume, per il distacco di una piccola porzione di un costone roccioso avvenuta circa quattro anni addietro, così racconta l'ingegnere Maurizio Vaccaro, uno dei tre fratelli proprietari che gestiscono la struttura recettiva. «Ho prontamente chiuso le gole dopo il primo distacco del costone - spiega - L'Ente Parco Fluviale convoca una conferenza di servizio, il commissario straordinario, Giuseppe Castellana, si è immediatamente prodigato e riesce a recuperare la somma di centomila euro, destinata alla messa in sicurezza del costone roccioso, ma a causa della contorta burocrazia siciliana ancora oggi a distanza di quattro anni una parte delle gole sono inaccessibili. Avevo proposto di interessarmene personalmente spendendo la cifra di quindicimila euro per la messa in sicurezza, ancora aspetto risposte. Spero che il presidente del Parco Fluviale, Bruno De Vita, riesca ad esercitare le proprie funzioni in maniera determinata e decisa per iniziare a risolvere le varie problematiche».
«I parchi regionali devono capire, che bisogna investire nelle infrastrutture, in promozione, per dare un prodotto di alta qualità - continua l'ingegnere Vaccaro - Dopo undici anni siamo ancora senza un regolamento e una planimetrazione definitiva, anche se sono stati spesi 240mila euro per la realizzazione delle cartografie ma senza sapere che fine abbiano fatto. Bisogna attivare delle sinergie, delle combinazioni tra pubblico e privato, per programmare, progettare e realizzare, solo così possiamo riuscire a fare turismo e attirare gente in questo patrimonio naturale, si è detto troppe volte ma nulla cambia. Creare delle guide, degli interlocutori che sappiano comunicare nelle diverse lingue con i turisti».
Poi Vaccaro sottolinea l'«apporto interessante che ci è stato dato dell'associazione FederEscursionismo che con la partecipazione dei corsisti hanno dato la giusta accoglienza ai turisti. L'Ente di vigilanza del Parco è di competenza del Corpo forestale Regionale, ma non può sopperire a questo servizio per carenze di risorse umane».
E l'elenco delle inefficienze è infinito: «Manca il controllo del territorio, un servizio di pronto soccorso inesistente, che abbiamo dovuto organizzare noi stessi. Non esiste una tutela delle risorse idriche, la permanenza degli scarichi civili che confluiscono nei vari depuratori comunali, non funzionando in maniera corretta, sono causa delle acque sporche in alcuni tratti del percorso fluviale. Sono certo di una cosa non c'è più niente di definitivo del precario, vivere sempre nell'emergenza è diventata una regola per questa terra».
Resta la bellezza di queste gole, che sono veramente incantevoli dando la possibilità di stare a contatto con una natura unica nel suo genere, e per i più audaci vi aspetta una entusiasmante discesa, lungo le cascate, lanciandosi in un adrenalinico body rafting.
25 Agosto 2013