10 luglio 2013

LETTERA APERTA DEL SEGRETARIO GENERALE AGLI ISCRITTI








Oggetto: lettera aperta del Segretario Generale agli Iscritti di Forestale, Consorzi di Bonifica, ESA, ARAS, Industria Agroalimentare, Pesca.




Carissimi,
tutti dobbiamo trarre spunto dall’esempio e dal monito che Papa Francesco ha voluto dare ai potenti del mondo, ma anche a tutta la società occidentale, nella Sua recente visita a Lampedusa, in merito alla necessità di abbandonare i criteri esclusivamente economici, nelle decisioni e nelle politiche di investimenti che portano, in una spirale viziosa, solo all’indifferenza ed all’egoismo. Il mercato globale, privo di limiti e valori, lasciato esclusivamente in mano alla finanza ha creato le condizioni che hanno portato a quella crisi, mai verificatasi prima d’ora nella storia che, prima ancora di essere economica, è sociale ed etica. Tutta la classe dirigente politica, amministrativa, imprenditoriale e sociale è chiamata a misurarsi con un momento storico, secondo solo alle guerre mondiali, per la gravità delle condizioni e dei dati negativi registrati. La piccola Lampedusa ed i lampedusani, non a caso scelti dal Papa, pur con le loro endemiche difficoltà hanno saputo dare a tutto il mondo l’esempio in termini di accoglienza, di solidarietà nei confronti di chi sta ancor peggio di noi. Tale esempio deve essere colto dall’intera Sicilia, dall’Italia, dall’Europa e dall’intero mondo occidentale. L’U.E., lo Stato e la Regione, nelle persone fisiche che guidano pro-tempore tali istituzioni, devono capire e rivedere alcuni concetti base dei loro processi decisionali: i bilanci vanno risanati, lo spread è importante, altrettanto la tenuta della moneta, ma i bisogni concreti e primari della persona, delle donne e degli uomini, sono la base e devono tornare ad essere il fulcro attorno a cui deve girare l’economia globale e non viceversa. In quest’ottica, chiediamo con forza, al nostro livello regionale, alle Istituzioni ed alla politica, come ha già fatto la CISL Sicilia, di essere messi in condizione di fare la nostra parte, per poter contribuire con la nostra “etica della responsabilità” alla soluzione ed alla fuoriuscita dal tunnel della disperazione in cui versano le migliaia di famiglie dei lavoratori siciliani nostri assistiti. E’ tragico, a nostro avviso, in questo contesto, come da noi denunciato tante volte, con la fame vera che c’è, che degli oltre quattro miliardi di € dei fondi F.E.S.R. 2007-2013 la Sicilia ne abbia spesi solo 900 milioni (il 19% circa) per eccessiva farraginosità burocratica, per incapacità o insipienza della classe dirigente politica, amministrativa e imprenditoriale ed anche per la presenza e pressione (non sempre lecita) dei tanti interessi particolari. E ciò comporta il concreto ed immediato rischio di un ritorno all’U.E. di tali fondi non spesi, di un definanziamento automatico in favore di altre Regioni Estere, e di una riduzione percentuale della prossima programmazione 2014-2020. I criteri di appartenenza politica-partitica che guidano comunemente i meccanismi di attribuzione delle risorse, sono agli antipodi di una programmazione economica e strutturale mirata alla vera produzione e capace progressivamente di auto sostenersi e di affrancarsi da clientelismi e assistenzialismi di sorta. Quello che, come FAI Sicilia, chiediamo da tempo per i settori di nostra pertinenza (forestale, Consorzi di Bonifica, ESA, Industria Agroalimentare) è una visione strategica e lungimirante del settore agro-ambientale-alimentare-zootecnico capace (con un intelligente politica di investimento dei Fondi dell’U.E., mirata all’autofinanziamento produttivo,) di svolgere un compito di volano per la ripresa dell’intera economia siciliana. In tal senso ribadiamo l’esigenza della costituzione di una “Cabina di Regia Unica” del settore ove si compongano e si determinino le strategie d’investimento mirate ad un nuovo modo di pensare l’agroalimentare, la zootecnia e la pesca siciliane (in termini di tracciabilità, sicurezza e alta qualità del prodotto locale), l’ESA, i Consorzi di bonifica e la Forestazione (in termini di sicurezza idrogeologica e di sviluppo del turismo ambientale). In Sicilia non c’è più la FIAT ed insieme ad essa anche tante altre imprese sono andate via (o hanno chiuso battenti!): la nuova FIAT ed il futuro per la gente e le famiglie locali può e deve essere rappresentato dall’ambiente, dalla sicurezza del territorio, da turismo e cultura locali, da una rinnovata agricoltura maggiormente attenta alla valorizzazione dei prodotti tipici locali (come le arance rosse o il grano duro, che solo una terra baciata dal sole come la Sicilia può offrire). Apprezziamo, con grande prudenza, le aperture (fin’ora teoriche) fatte dai nuovi Assessori competenti nelle nostre materie (Agricoltura e Territorio e Ambiente) che “andrebbero” nella direzione di quanto da noi richiesto e proposto negli ultimi anni, ma restiamo attenti e vigili, rivendicando il nostro ruolo propulsore, affinché tali propositi si traducano in coraggiosi atti istituzionalmente rilevanti. Certo una visione unilaterale e calata dall’alto della gestione della cosa pubblica quale quella che il Governo Crocetta mette in atto, perpetrando vecchie abitudini da lui stesso contestate ai suoi predecessori, non agevola i processi democratici di condivisione e codecisione utili e auspicati dalla stessa U.E. per sbloccare l’attuale fase di stallo, e non aiuta certo a svelenire il pericoloso clima di conflitto sociale. Se ciò non si realizzerà in tempi da shock, come richiesto dalla CISL nazionale e regionale, l’alternativa non potrà che essere quella di un “accompagnamento rafforzato” o di una “surroga” da parte del Governo Nazionale su quello Regionale per spendere bene e subito i fondi 2007-2013 e per avviare una efficace programmazione 2014-2020. I Lavoratori siciliani sono pronti a rimboccarsi le maniche e fare la propria parte: chiediamo alla classe dirigente di fare altrettanto.







09 Luglio 2013







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