01 maggio 2013

CHI STA PAGANDO IL PREZZO PIU' ALTO SONO I FORESTALI


Bilancio e Finanziaria: Roma ha scippato alla Sicilia 800 milioni di euro


Il “sì” è arrivato all’alba di oggi. Sala d’Ercole ha approvato Bilancio e Finanziaria. Ci sarà tempo per approfondire i temi della manovra. Ora, a caldo, solo qualche considerazione.
Il Parlamento siciliano ha approvato una delle peggiori manovre economiche della storia dell’Autonomia siciliana. Una manovra che, come è stato sottolineato ieri sera dalla Cna della Sicilia, non prevede assolutamente nulla per la crescita economica della nostra Isola.
Siamo davanti a una legge che prevede soltanto spese obbligatorie, tagli e clientele di ogni tipo. Peggio di così non poteva andare.
Su questa manovra pesano i tagli neo-colonialistici operati dal Governo nazionale. Roma ha scippato alla Sicilia 800 milioni di euro dalle ‘casse’ della Regione. Soldi che verranno pagati dai siciliani a lacrime e sangue.
Di questa manovra va contestato tutto: l’impostazione, la filosofia, i rapporti con Roma (che ha potuto contare sull’immancabile ‘ascarismo’ del Governo di Rosario Crocetta, che continua a trascinarsi in Giunta un assessore all’Economia, Luca Bianchi, imposto da Roma a guardia dei nostri conti: ‘colonialismo’ allo stato puro), la disinvolta conduzione dei lavori d’Aula, gli appostamenti nei capitoli, le entrate, in parte fittizie.
Come abbiamo scritto nei giorni scorsi, la manovra è a rischio di impugnativa da parte dell’ufficio del Commissario dello Stato. La coperta era corta, perché il Governo e l’Ars hanno accettato supinamente i tagli imposti da Roma nel nome del Fiscal Compact, un trattato internazionale-demenziale che costringe il nostro Paese a versare ogni anno, per 20 anni, 50 miliardi di euro a sua ‘Eccellenza’ l’Unione Europea (leggere banche e finanza speculativa).
Alla Sicilia, pronto accomodo, il Governo nazionale ha scippato, come già ricordato, 800 milioni di euro (a tanto ammontano gli accantonamenti). Per reperire questi soldi il Governo e l’Ars hanno tagliato a destra e a manca. Tagli alla sanità (140 milioni di euro richiesti indietro ai Laboratori di analisi, contrariamente a quanto promesso loro in campagna elettorale), tagli alla sanità pubblica, tagli ai Comuni, scomparsa la formazione professionale che rimane tutta a carico del Fondo sociale europeo, tagli alla cultura, tagli al personale della Regione (è saltata una parte dell’indennità dei circa mille e 800 dirigenti), tagli alle auto blu: insomma tagli, tagli, tagli…
Si sono salvati solo i precari. Per due motivi. Primo motivo: perché in Sicilia i posti nella pubblica amministrazione non si assegnano sulla base di concorsi pubblici, come prevede la Costituzione del nostro Paese, ma per segnalazione e raccomandazione da parte di politici, sindacalisti e potenti vari. Ovvio che la politica siciliana, dopo aver creato queste decine di migliaia di precari in cambio di voti (in alcuni casi con la ‘consulenza’ della mafia, che ‘seleziona’ il personale che poi ‘vince’ il concorso per diventare precario), non può abbandonarli.
Secondo motivo: trattandosi di migliaia di precari (23 mila solo nei Comuni siciliani), il mancato rinnovo dei contratti metterebbe in atto il programma annunciato dal presidente della Regione, Rosario Crocetta: cioè la rivoluzione: rivoluzione che il governatore ha annunciato solo per prendersi i voti e gabbare i siciliani, non certo per attuarla.
Insomma, con migliaia di precari che nei giorni scorsi hanno ‘assediato’ il ‘Palazzo’, la politica siciliana non ha avuto molta scelta.
Salvati i precari per non trasformare l’Isola in un ‘bordello’ sociale, a Governo e Ars non è rimasto altro che tagliare a destra e a manca. Chi sta pagando il prezzo più alto sono i forestali. Per loro il finanziamento passa dai 400 milioni di euro dello corso anno ai 20 milioni di euro. Il Governo conta di metterci una pezza facendo lavorare questo personale in altre branche dell’amministrazione. Con quali soldi? Supponiamo con i soldi che dovrebbero essere utilizzati per investimenti. Insomma, siamo nel solco del ‘sano’ sottosviluppo del Sud.
Per il resto, lo ribadiamo, tagli per tutti (a parte la tabella H, 25 milioni di euro circa spartiti a 137 soggetti tra Enti, Associazioni e Fondazioni, come riferiamo in altra parte del giornale). E, soprattutto, totale assenza di iniziative per rilanciare l’economia dell’Isola.
Chi guadagna veramente dall’approvazione del Bilancio e della Finanziaria è il Governo nazionale che ha derubato alla Sicilia, come già ricordato, 800 milioni di euro.

01 Maggio 2013

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2 commenti:

  1. tutti i politici sono buffoniiiiiiiiiiiiiiiiiii


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  2. da crocetta e gli altri deputati cera da aspettarselo cominciando da ardizzone bianchi e cosi via ci anno preso per i fondelli dal primo giorno e loro lo sapevano che tutte queste proteste erano inutile pultroppo a pagare sono soltanto i forestali perche sono stati sempre giudicati come dei fannulloni e invidiati da queste giornate lavorative infatti gli operai forestali sono tutti ricchi e con tre mesi lavorative possono campare ma la mala gente guarda solo i forestali ma non guarda gli altri enti dove ogni mese rubano gli stipendi buffoni tutti i politici e chi ce la con i forestali gente che si alza la mattina per fare il loro lavoro e non ruba a nessuno

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