Regione, fuochi d’artificio sul Bilancio. Slitta la seduta dell’Ars
Nervi tesi in queste ore nei Palazzi della politica siciliana. La deadline sempre più vicina del 30 Aprile,
data entro cui va approvato il Bilancio della Regione, sta facendo
salire la temperatura tra i partiti della maggioranza e
dell’opposizione.
Nei fatti, il governo Crocetta non ha ancora depositato all’Assemblea regionale il maxi emendamento
alla legge di stabilita’; di conseguenza le sedute delle commissioni di
merito dell’Ars, previste per stamattina, sono tutte slittate. Per
poter entrare nel merito del bilancio, le commissioni hanno bisogno di
lavorare sulla manovra finanziaria.Di conseguenza, la seduta d’aula dell’Assemblea regionale siciliana,che oggi evrebbe dovuto discutere del bilancio è stata rinviata a mercoledi’ prossimo, 24 aprile.
Una situazione estremamente critica, come vi abbiamo raccontato qui, con un governo che non sa più che pesci prendere per fare quadrare i conti e, a cui, forse manca il coraggio di andare ad uno scontro frontale con Roma che, con i suoi diktat, tra richieste di accantonamenti e limiti del patto di stabilità, sta complicando non poco le cose.
In questa atmosfera fioriscono gli attacchi:“Valutare il bilancio senza il testo e senza la finanziaria non è facile. L’impressione è comunque che ci troviamo di fronte solo a tagli per far fronte al debito, che non ci sia nessun segnale di riqualificazione della spesa e che, dopo sei mesi di esercizio provvisorio, non ci sia niente che possa fare pensare allo sviluppo” dice Ferruccio Donato, reggente della Cgil Sicilia.
Anche la Cisl ci va giù duro: “La Sicilia si trova in una situazione simile, sotto il profilo economico, a quella della Grecia. Siamo a rischio default e a poco più di dieci giorni dalla scadenza dell’esercizio provvisorio, Crocetta, come il suo predecessore Raffaele Lombardo, arriva al termine per l’approvazione di bilancio e Finanziaria senza una strategia anticrisi” dice all’Ansa il segretario del sindacato siciliano, Maurizio Bernava,
Lo stesso fa Erasmo Palazzotto, coordinatore Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà Sicilia: “Spesso Crocetta ha utilizzato la parola “Rivoluzione” per descrivere ció che la sua giunta sta facendo in Sicilia. Se però è vera rivoluzione, – continua – l’approvazione del bilancio deve esserne il momento centrale e non può, invece, come appare dalle prime analisi del testo, essere una parentesi di vecchia politica. Pur nella complicatissima fase economica e contabile, questo Governo ha il dovere di identificare delle priorità e dare dei forti segnali di cambiamento nella destinazione delle risorse”.
Critiche dello stesso tenore sono arrivate anche da Davide Faraone, il renziano del Pd, come vi abbiamo detto qui, oltre che dall’opposizione. Il capogruppo del Pdl, Nino d’Asero ha, infatti, dichiarato che : “In un periodo di forti tensioni sociali, causate da mancati interventi positivi nei confronti di precariato, piccole e medie imprese, agricoltura e forestali e tant’altro ¬ non sono queste le variazioni di Bilancio che ci aspettavamo”.
E, ancora, prima il deputato Vincenzo Vinciullo (Pdl) e poi il suo collega di partito Salvino Caputo hanno criticato, dal pulpito di sala d’Ercole, l’assenza del governo durante la seduta parlamentare, ma soprattutto hanno contestato l’esecutivo per non avere ancora depositato in Parlamento il maxiemendamento alla legge di stabilita’. Caputo ha annunciato la richiesta di censura nei confronti degli assessori ‘che disertano le commissioni’, contestando all’assessore all’Economia, Luca Bianchi, ‘di avere esposto verbalmente le norme finanziarie nel corso di alcune riunioni con gruppi parlamentari di maggioranza’.
Smorza gli attacchi, il leader di Confindustria in Sicilia, Antonello Montante:“E’ chiaro che il governo in carica non ha responsabilita’ e si trova a fare i conti con una situazione ereditata dal passato ma serve una programmazione di lungo periodo. I soldi alle imprese bisogna lasciarli: in questo momento servono strateghi non ragionieri, cosi’ come serve una strategia fondata sul confronto con le parti sociali”.
17 Aprile 2013
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