La Regione rilancia la social card
"Per i meno abbienti 40 milioni"
La Regione rilancia la social card. È allo studio del governo Crocetta una tessera ricaricabile per garantire un'integrazione mensile alle famiglie con reddito inferiore ai cinquemila euro annui. Dice l'assessore all'Economia Luca Bianchi: "Aiuteremo i più poveri evitando pericolose intermediazioni". Allarme bilancio: mancano i soldi per Comuni e forestali. Sindacati e imprese scettici sui cantieri di servizio.
di EMANUELE LAURIAUna social card siciliana per le famiglie meno abbienti. È lo strumento con cui la Regione farà funzionare il fondo per la povertà annunciato nei giorni scorsi dal presidente Rosario Crocetta. Per mettere a punto l'iniziativa è già al lavoro uno staff ristretto di collaboratori dell'assessore Luca Bianchi, che ha preso contatto con i vertici delle Poste. In pratica, appena il progetto diverrà operativo, le famiglie con un reddito inferiore a 5 mila euro annui riceveranno a casa un tesserino che sarà "ricaricato" di volta in volta: i contributi varieranno a seconda del numero di componenti del nucleo familiare ma anche di condizioni particolari di disagio (come la presenza di disabili).
"Pensiamo a un'integrazione mensile per dare un aiuto a chi è al di sotto della soglia di sussistenza, ancora più bassa della soglia di povertà", dice Bianchi. In ogni caso, i beneficiari potranno avere la carta solo dimostrando preventivamente il possesso di requisiti che la Regione metterà per iscritto nelle prossime settimane. Un'iniziativa che non ha precedenti a livello locale e che ricalca quella analoga del governo nazionale, partita nel 2008 su input dell'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti.
Al di là del diverso colore politico, Bianchi crede nello strumento della social card: "A livello statale ha funzionato bene: stiamo studiando come regolarne la distribuzione in Sicilia. Di certo, la social card ci dà una grande opportunità. Quella di evitare la pericolosa intermediazione fra chi eroga il contributo e il beneficiario. E con questo sistema - afferma l'assessore - non si rischia di creare una nuova categoria di assistiti che resta poi magari a carico della Regione. Su questi principi c'è l'assoluta sintonia con il presidente Crocetta, con il quale mi confronterò nei prossimi giorni".
L'idea del fondo ha avuto una genesi complessa: Crocetta in un primo momento aveva annunciato l'istituzione di un reddito minimo da assegnare a tutte le famiglie sotto la soglia della povertà. Ma ha dovuto emendare il suo piano dopo aver saputo, dallo stesso Bianchi, che per soddisfare le aspettative sarebbero serviti quasi due miliardi di euro. Si è quindi scelta la strada del fondo cui attingere in base alle disponibilità realmente esistenti.
Le incognite riguardano proprio le somme a disposizione: attualmente ci sono 40 milioni di euro: "Una cifra - dice l'assessore - proveniente dai risparmi dei cofinanziamenti regionali del piano di azione e coesione. Il fondo sarà rimpinguato grazie ai tagli su Province e partecipate: dalla lotta agli sprechi generiamo fondi per la solidarietà". Ma in un momento di pesante crisi finanziaria della Regione, bisogna ancora capire quanti siciliani potranno usufruire dei benefici del fondo - e della social card - e fino a che punto potranno essere reperite nuove risorse. "L'operazione - spiega ancora Bianchi - potrebbe concretizzarsi entro la fine dell'anno".
Intanto, proprio in queste ore Bianchi e il suo staff stanno mettendo a punto una manovra lacrime e sangue, che sarà discussa con gli assessori e con il presidente Crocetta prima di cominciare concretamente il suo iter in Assemblea regionale. La bozza 2013, sulla quale è stato predisposto il ddl di esercizio provvisorio, prevede già una riduzione del 40 per cento di tutte le rubriche. Ma all'appello mancano altri fondi. Per i forestali, allo stato, c'è una dotazione di 100 milioni: mancano altri trecento. Per il fondo dei Comuni a disposizione 300 milioni, a fronte di una richiesta di 600. Nodi che difficilmente si potranno sciogliere senza una decisone politica.
Per quanto riguarda i Comuni, l'idea è quella di introdurre il principio della "compartecipazione": i sindaci potrebbero trattenere direttamente i tributi invece che attendere lo storno dei trasferimenti da parte della Regione. Un "patto" fra Regione ed enti locali che dovrebbe rendere il sistema di riscossione più efficiente e assicurare maggiori risorse per i Comuni.
08 Marzo 2013
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