“Emersa visione distorta della realtà”
I forestali siciliani contro l’Arena di Giletti
La presa di posizione del sindacato “Forestali uniti per la stabilizzazione”
Catania – “Una visione distorta della realtà che offende la dignità e l’immagine del comparto”. Non usa mezzi termini il sindacato “Forestali uniti per la stabilizzazione” nel commentare il dibattito andato in onda domenica scorsa nel programma
L’Arena di Rai Uno condotta da Massimo Giletti in cui hanno preso parte, tra gli altri, il presidente della Regione Rosario Crocetta e l’esponente della Lega Matteo Salvini. A ricostruire i fatti è il segretario generale del Sifus Maurizio Grosso: “A un certo punto parlando del comparto forestale l’onorevole Salvini ha chiesto a Crocetta come intendesse continuare a pagare migliaia di lavoratori facendo emergere che si tratta di costi parassitari a carico di contribuenti.
Il presidente Crocetta – prosegue Grosso - anziché zittirlo, dimostrando la loro utilità per la salvaguardia del patrimonio boschivo e le loro capacità professiona li oltre che ricordare il tributo di vite umane registrate nell'esercizio delle loro funzioni, ha spostato la discussione sul terreno della“compassione cristiana” e “dello scarica barile”, rispondendo che non si può attaccare chi prende solo 550 euro al mese e che, in ogni caso, questo elevato numero di forestali non lo ha creato lui.
Secondo il Sifus “in Sicilia i forestali non sono 30 mila come è emerso nel corso del dibattito televisivo, ma intorno ai 24 mila. Di questi,solo poco più di un migliaio lavorano a tempo indeterminato, circa 11 mila per 78 giornate l'anno, e gli altri per 101 e 151 giornate l'anno ed il monte giornate lavorate complessivamente in Sicilia corrisponde a circa 10 mila lavoratori stabilizzati.
Se si considerasse che i nostri boschi per il 70% sono artificiali e che nell'ultimo decennio hanno visto il raddoppio della loro superficie, passando dal 10%al 20 % , si capirebbe facilmente la ragione della necessità di tale numero.I n ogni caso - conclude Grosso - le ragioni per cui si è creata “una cattiva opinione” rispetto alla reale importanzadel comparto, sono dovute a responsabilità oggettive dei vari governi regionali, iquali, storicamente, anziché, programmare gli interventi lavorativi sulla base delle necessità del ciclo biologico delle piante, lo hanno fatto sulla base delle loro disponibilità di cassa”.
07 Marzo 2013
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