Ragusa
Giornale di Sicilia Online: Forestali iblei in agitazione
La vertenza riguarda complessivamente 1.800 persone dcui 400 nell’antincendio. «Vogliamo risposte precise»
RAGUSA. In stato di agitazione i forestali della provincia di Ragusa che ieri mattina hanno iniziato un sit-in in via Ducezio, dove c’è la sede dell’Azienda Foreste Demaniali. I forestali chiedono tre cose: «Il rispetto di accordi siglati e non rispetatti, la dignità al nostro lavoro spacciato per inutile ed assistenziale, la stabilizzazione perchè siamo i precari più antichi d’Italia».
Hanno detto che faranno il sit-in ad oltranza anche perchè ad oggi hanno percepito lo stipendio di giugno e di luglio. «Anche sbagliato - dice Giorgio Antoci - Ma il problema più geave è che stiamo tornando indietro di qualche anno. C’era un accordo del 2009 che prevedeva l’aumento delle giornate fino ad arrivare al numero di 151. Cosa che non sta avvenendo anche perchè già a qualche collega è arrivata la sospensione».
Ma i forestali, che sono quasi 400 che si occupano di antincendio, ed oltre 1400 che si occupano di azienda, vogliono andare avanti per tutelare i loro diritti. «Siamo colloro i quali tutelano e proteggono il territorio nel quale vivono, assicurando il verde e proteggendolo dalle calamità». Gianni Paino è un fiume in piena: «Non è possibile tornare indietro. Lo scorso anno ci hanno fatto lavorare 151 giornate, oggi ci dicono che non ne possiamo fare più di 101». Ma ieri i dirigenti provinciali, Antonio De Marco dell’Azienda Foreste Demaniali, e Giuseppe Di Martino, dell’Ispettorato Forestale, non hanno dato notizie positive e neanche si erano avvicianti fino al tardo pomeriggio nel luogo del sit-in.
02 Ottobre 2012
Ragusa (2)
La vertenza. Installato un gazebo dinanzi all'Uplmo. Il racconto di chi è precario a vita: «Che fine faremo?»
forestali, sit-in in pianta stabile
I lavoratori non hanno ancora percepito gli stipendi di agosto e settembre. Futuro incerto
il sit in dei forestali, foto lasicilia.it
Rossella Schembri
A pochi giorni dalla scadenza del servizio antincendio boschivo i forestali
iblei hanno aperto il sit-in permanente, davanti la sede
dell'Ispettorato di Ragusa. Con striscioni e la loro presenza
continuativa, sui marciapiedi di via Ducezio, lo storico precariato
regionale, sta manifestando rabbia e timori crescenti per un futuro
sempre più incerto. Il futuro occupazionale di questi precari per
eccellenza, è davvero a rischio, perché non ci sono garanzie sull'avvio
del prossimo turno di 101 giornate lavorative.
La Regione, infatti,
non ha pagato ancora gli stipendi di agosto e settembre e non sa dove
recuperare le somme per garantire la copertura finanziaria della
prossima stagione lavorativa. "Ci siamo fatti prestare dai nostri amici
della Protezione Civile un gazebo che installiamo qui in via Ducezio per
dormirci la notte - spiega il presidente provinciale del Sifus, il
sindacato di base per la stabilizzazione dei forestali, Gianni Paino - visto che il sit-in che è partito lunedì, durerà ad oltranza".
Il
sit-in è stato annunciato da tempo, ha un inizio, appunto ieri, ma non
si sa quando finirà. Anche perché questi lavoratori non hanno nulla da
perdere, e le iniziative sindacali che da settimane si susseguono e che
li vedono protagonisti, rappresentano il loro unico strumento per
richiamare l'attenzione delle istituzioni e dei politici sulla loro
vertenza.
"Da lunedì presidiamo in forma permanente l'Ispettorato
ibleo - spiega Giorgio Antoci del Sifus - e ci alterniamo in questi
sit-in, perché molti di noi, ancora, stanno lavorando, per concludere
entro il 15 ottobre il proprio monte ore di lavoro stagionale".
Emanuele
Parrino ha 58 anni e lavora in forestale dal 1988. "Se l'anno prossimo
non potremo più fare affidamento sulle 101 giornate dove andremo, che
fine faremo? - chiede Parrino - e dove vado io a 59 anni suonati senza
un lavoro? Quale attività posso andare a svolgere dopo 24 anni di
forestale, dopo essere stato per una vita precario? ". La storia di
Emanuele è simile a tante altre. Ci sono forestali
che lavorano da vent'anni e sono ancora precari, sempre più vicini
all'età pensionabile, eppure così lontani da una sistemazione
occupazionale più certa. "Mia figlia lavorava quattro mesi l'anno nel
settore sanità, almeno sino al 2011 - racconta Parrino - e avrebbe
dovuto svolgere questo monte di giornate lavorative entro l'anno 2012:
siamo giunti a settembre e ancora non è stata chiamata per fare un solo
giorno di lavoro, questo significa che era precaria come me, ma forse
presto diventerà completamente disoccupata".
Sono 320 i centunisti della provincia di Ragusa, forestali
che lavorano 101 giornate in un anno, che chiedono una stabilizzazione.
Alcuni di loro tentano di arrotondare il proprio magro reddito, facendo
lavori in nero. "Da anni sono in grande difficoltà economica - racconta
un lavoratore forestale - così, dall'anno scorso, ho cercato di fare
anche la raccolta del ferro vecchio: poi mi hanno scoperto e mi hanno
sequestrato tutto, il mezzo col quale trasportavo il ferro. Lo Stato ci
obbliga a essere e restare precari a vita e nello stesso tempo ci
impedisce di trovare altri sbocchi".
02 Ottobre 2012
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