"Sviluppo, la Regione preferisce
pagare i forestali"
Bloccati i fondi per il lancio del distretto di meccatronica. I cinque milioni previsti sono stati destinati al pagamento di forestali ed enti di formazione. "Nessuno vuole negare i pagamenti ma bisogna permettere alle aziende che producono occupazione e fiscalità di trascinare e rilanciare la nostra economia”.
PALERMO - La meccatronica e lo sviluppo possono aspettare. L'avvio dei lavori del nuovo distretto tecnologico è stato fermato, infatti, da una decisione della Regione che ha congelato i cinque milioni per il finanziamento di una parte del progetto (Edimec), destinandoli ad assessorati, detti, "improduttivi". La denuncia arriva da Confindustria Palermo: “In un momento di crisi nera – ha detto oggi in conferenza stampa il presidente Alessandro Albanese - ci sono trenta imprenditori che si sono messi in gioco, che hanno scommesso e hanno già pagato le fideiussioni per partire con il piano di investimento”.
Ma la decisione della Regione, adesso, rischia di mandare tutto a monte. "Non diciamo che non debbano essere aiutati i lavoratori del pubblico impiego – aggiunge Albanese – ma è certo che l'impresa che produce fiscalità e lavoro non può essere sempre svilita in nome delle manovre elettorali. In ballo - denunciano gli industriali - c'è la realizzazione di un distretto produttivo che ha già sviluppato un progetto di investimento di 22 milioni, che darà lavoro a 400 nuovi addetti, che migliorerà la competitività di 30 aziende e svilupperà sei prodotti ad altissimo contenuto tecnologico in Sicilia".
Ma la politica sembra guardare altrove e Edimec (nato dalla collaborazione tra Confindustria Palermo, Università degli Studi di Palermo, il Consorzio Arca e la Federazione dei distretti produttivi) che ha già visto rinviare di cinque mesi la sua nascita, potrebbe così restare in panchina. “Chiediamo che vengano fatti partire i progetti di rilancio per l'economia – dice Albanese - nessuno vuole negare i pagamenti ai forestali e agli enti di formazione ma bisogna permettere alle aziende che producono occupazione e fiscalità di trascinare e rilanciare la nostra economia”.
Edimec prevede la nascita di un centro di ricerche e innovazione in grado di offrire a tutte le aziende del distretto un servizio comune di progettazione e consulenza per la realizzazione dei prototipi. Il risparmio energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili sono le altre due colonne del progetto sostenuto dalle aziende del distretto, che divise in sei sottogruppi produranno: distributori automatici, impianti di rilevamento con l'utilizzo di droni per il controllo di boschi e coste, ascensori ed elevatori indistriali, software di elaborazioni grafiche da attrezzature medicali come tac e radiografie.
“Abbiamo la capacità e le idee per creare sviluppo – spiega il presidente di Confindustria Palermo – ma è chiaro che se si ferma un progetto che ha le potenzialità di rilanciare l'economia regionale non siamo sulla strada giusta”. Infatti, due importanti aziende emiliane attratte da Edimec hanno deciso di aderire anche al progetto del distretto meccatronica: si chiamerà Siko e svilupperà servizi integrati a chilometro zero per la gestione e realizzazzazione di impianti a risparmio energetico.
Ma la decisione della Regione, adesso, rischia di mandare tutto a monte. "Non diciamo che non debbano essere aiutati i lavoratori del pubblico impiego – aggiunge Albanese – ma è certo che l'impresa che produce fiscalità e lavoro non può essere sempre svilita in nome delle manovre elettorali. In ballo - denunciano gli industriali - c'è la realizzazione di un distretto produttivo che ha già sviluppato un progetto di investimento di 22 milioni, che darà lavoro a 400 nuovi addetti, che migliorerà la competitività di 30 aziende e svilupperà sei prodotti ad altissimo contenuto tecnologico in Sicilia".
Ma la politica sembra guardare altrove e Edimec (nato dalla collaborazione tra Confindustria Palermo, Università degli Studi di Palermo, il Consorzio Arca e la Federazione dei distretti produttivi) che ha già visto rinviare di cinque mesi la sua nascita, potrebbe così restare in panchina. “Chiediamo che vengano fatti partire i progetti di rilancio per l'economia – dice Albanese - nessuno vuole negare i pagamenti ai forestali e agli enti di formazione ma bisogna permettere alle aziende che producono occupazione e fiscalità di trascinare e rilanciare la nostra economia”.
Edimec prevede la nascita di un centro di ricerche e innovazione in grado di offrire a tutte le aziende del distretto un servizio comune di progettazione e consulenza per la realizzazione dei prototipi. Il risparmio energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili sono le altre due colonne del progetto sostenuto dalle aziende del distretto, che divise in sei sottogruppi produranno: distributori automatici, impianti di rilevamento con l'utilizzo di droni per il controllo di boschi e coste, ascensori ed elevatori indistriali, software di elaborazioni grafiche da attrezzature medicali come tac e radiografie.
“Abbiamo la capacità e le idee per creare sviluppo – spiega il presidente di Confindustria Palermo – ma è chiaro che se si ferma un progetto che ha le potenzialità di rilanciare l'economia regionale non siamo sulla strada giusta”. Infatti, due importanti aziende emiliane attratte da Edimec hanno deciso di aderire anche al progetto del distretto meccatronica: si chiamerà Siko e svilupperà servizi integrati a chilometro zero per la gestione e realizzazzazione di impianti a risparmio energetico.
14 Settembre 2012
livesicilia.it
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