Sicilia: Ferlito (Ance), la politica penalizza le imprese edili
Palermo, 31 ago.- (Adnkronos) - L'Ance Sicilia contesta la decisione dell'assessore regionale all'Economia, Gaetano Armao,"di limitare i pagamenti alle imprese per recuperare risorse finanziarie con cui garantire forestali, precari e formatori, e gli ha chiesto un incontro urgente per sollecitare soluzioni alternative". "Ci rendiamo conto, ma non lo giustifichiamo -dichiara Salvo Ferlito, presidente regionale dell'Ance Sicilia- che la politica voglia dare conto ai piu', assistiti anche dalle spese improduttive, che cingono d'assedio i 'palazzi'. Ma l'edilizia -osserva Ferlito- e' il settore che in assoluto ha pagato il prezzo piu' alto alla crisi, con 40 mila licenziamenti diretti e almeno 30 mila nell'indotto. Ogni impresa sana che ottiene liquidita' solo dal lavoro e' impossibilitata ad onorare gli impegni assunti per l'esecuzione di ogni commessa, esponendosi oltre i limiti sostenibili, sol perche' le amministrazioni pubbliche non provvedono minimamente ai pagamenti dovuti. Incredibilmente di questi numeri altissimi la politica non tiene mai conto ed e' sempre pronta a penalizzare le imprese edili e a scatenare altre decine di migliaia di licenziamenti pur di salvaguardare inconfessabili rapporti clientelari". "Ben altri -conclude Ferlito- sono i settori del bilancio regionale dai quali trarre le necessarie risorse per fare fronte alle emergenze, a partire dai privilegi della stessa politica e dagli innumerevoli sprechi della pubblica amministrazione. La Regione, se davvero vuole avviare una gestione efficiente e trasparente del vero interesse pubblico, nel rispetto del principio di legalita' e nell'ottica di affermare valori di eccellenza sino ad oggi nemmeno pensati, non dia piu' l'immagine di insensibilita' sociale verso le imprese e i lavoratori che stanno pagando un prezzo troppo alto e che rappresentano, per la loro eccezionale produttivita', l'unica speranza di ripresa. Tutto cio', peraltro, farebbe conquistare di conseguenza anche la fiducia dei mercati".31 Agosto 2012
Posto dalla crisi finanziaria a dover scegliere tra pagare i fornitori della Regione Siciliana oppure i forestali e gli enti di formazione professionale, il dimissionario presidente Lombardo non ha avuto dubbi e ha preferito i secondi. Ogni riferimento alla campagna elettorale in corso é puramente casuale.
Del resto, l’utilità sociale dei 30.000 forestali sicilianio é risultata particolarmente evidente proprio questa estate caratterizzata dalla più vasta estensione di incendi degli ultimi anni mentre i frutti delle centinaia di milioni di euro destinati ogni anno agli enti di formazione professionale sono giustificati dagli alti tassi di occupazione degli iscritti come ben sanno le società di ricerca di personale che sgomitano pur di contenderseli.
Solo un ragioniere prestato alla politica e dedito sadicamente alla “macelleria sociale” avrebbe potuto preferire, di questi tempi, delle attività produttive in quest’uso cosí lungimirante delle risorse pubbliche.
Se ne faccia una ragione il giovane presidente degli industriali di Palermo, Alessandro Albanese, che ha scritto sconsolato a LiveSicilia: ”Assistiamo giorno dopo giorno alla farsa di un governo dimissionario che continua a foraggiare clientele, ad alimentare la subcultura del posto fisso calato dall’alto di una raccomandazione politica. Altrimenti non riusciamo a spiegarci quest’ennesima manovrina con cui il presidente della Regione ha rivisto i limiti di spesa, regalando nuove elemosine ai sottoboschi della formazione, dei forestali, dando priorità al personale.
Le scelte strategiche di Lombardo possono comprendersi solo studiando i meccanismi di certe mentalità incrostate. Chi per tanto anni ha vissuto grazie a uno stipendio pubblico, governerà con la mentalità dell’impiegato pubblico. Favorirà il posto pubblico, a spese della Sicilia.
Inutile fare notare che la ricchezza di un territorio la fanno le imprese e il lavoro privato. È troppo ovvio il principio per cui, per redistribuire ricchezza, è necessario crearla. E solo l’impresa e il lavoro privato possono creare ricchezza. Se veramente volessimo fare dell’autonomia un valore aggiunto e non solo un trito slogan, dovremmo cominciare a camminare sulle nostre gambe. E certamente mai potremo camminare sulle gambe della finta formazione o dei forestali.
Inutile sottolineare che solo l’impresa potrà essere la chiave per uscire da questo tunnel. E altrettanto vano è rimarcare che da sette mesi tutti gli imprenditori che insistono in aree industriali ex asi non hanno un interlocutore. L’irsap esiste ma per privilegiare la politica ancora non è operativo. Chi sconta i ritardi e le inefficienze di una barca senza timone? Naturalmente le imprese. Chi viene sacrificato da scelte illogiche e anacronistiche? Guardiamo attoniti le decisioni assurde di un dittatore dimezzato che ancora privilegia gli stipendifici e si ostina a non vedere che il mondo soffre la crisi e la Sicilia corre verso il precipizio.
E noi, lavoratori e imprese private, paghiamo”.
31 Agosto 2012
Regione blocca il pagamento dei fornitori, insorge il mondo delle imprese
di Achille Castello
31 agosto 2012 - Si fa sempre più profondo il solco tra governo regionale e imprese. Il mondo produttivo siciliano è in rivolta contro il governo del dimissionario Lombardo, che – per rispettare il patto di stabilità e al contempo recuperare risorse finanziarie con cui pagare forestali, precari e formatori - ha deciso di rinviare al gennaio 2013 il pagamento del miliardo di euro atteso da mesi dai fornitori.
Sul piede di guerra Ance, Confartigianato e Confindustria che chiedono la riapertura dei rubinetti, perché fortemente preoccupati della stessa tenuta del sistema produttivo isolano.
Durissimo il presidente regionale dell’Ance, Salvo Ferlito che non si stupisce se la politica “dà conto ai più, assistiti anche dalle spese improduttive, che cingono d’assedio i ‘palazzi’”. Tuttavia “l’edilizia e’ il settore che in assoluto ha pagato il prezzo piu’ alto alla crisi, con 40 mila licenziamenti diretti e almeno 30 mila nell’indotto” ricorda Ferlito puntando il dito contro il governo regionale che “incredibilmente di questi numeri altissimi la politica non tiene mai conto ed e’ sempre pronta a penalizzare le imprese edili e a scatenare altre decine di migliaia di licenziamenti pur di salvaguardare inconfessabili rapporti clientelari”.
Secondo il presidente Ance per reperire risorse e fronteggiare l’emergenza bisogna tagliare in altri settori “a cominciare privilegi della stessa politica e dagli innumerevoli sprechi della pubblica amministrazione”. Il j’accuse di Ferlito si conclude invitando la Regione a non dare “più l’immagine di insensibilità sociale verso le imprese e i lavoratori che stanno pagando un prezzo troppo alto e che rappresentano, per la loro eccezionale produttività, l’unica speranza di ripresa”.
Confartigianato Sicilia, che conta 15 mila associate, invece pensa a una class action. Sempre più numerose sono le imprese che si sono rivolte o si stanno rivolgendo alle sedi provinciali dell’ associazione per aderire azione collettiva spinte sull’onda anche delle preoccupazioni delle banche che allarmare dal blocco dei pagamenti ai fornitori potrebbero chiudere ulteriormente i cordoni della borsa.
Al vetriolo le dichiarazioni del presidente di Confindustria Palermo Alessandro Albanese, che lamentando l’assenza di interlocutori nel governo Lombardo, evidenzia che le decisioni nonostante la presenza di due assessori-imprenditori, Vecchio e Venturi, sono nelle mani di “dittatore che, sia pur dimissionario, ancora privilegia gli stipendifici e si ostina a non vedere che la Sicilia corre verso il precipizio”.
31 Agosto 2012
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