27 settembre 2012

I LAVORATORI ANTINCENDIO DI ADRANO: O LE 151 O NON ANDREMO A VOTARE






I lavoratori della squadra antincendio di Adrano lanciano un «messaggio» ai politici


Foto lasicilia.it


Stanchi per un'incertezza che dura ormai da 20 anni, hanno deciso di difendere i loro diritti e il loro lavoro con un'iniziativa chiara per mandare un messaggio inequivocabile a tutti i politici: «Non andremo a votare se non arriveranno garanzie sul futuro del nostro lavoro». Sono i lavoratori forestali della squadra antincendio di Adrano, una sessantina circa, che operano nelle postazioni boschive delle zone Montalto, Feliciusa e Timpone. Ieri hanno messo all'interno di una scatola le loro schede elettorali e sono pronti a disertare le urne, assieme ai familiari, in occasione della tornata elettorale di ottobre per il rinnovo dell'Ars. Fanno parte del gruppo del più vecchio precariato siciliano, quello appunto dei forestali antincendio. Età media 45 anni, metà dei quali trascorsi a spegnere incendi nei boschi dell'Etna, a rincorrere le giornate lavorative e l'indennità di disoccupazione per portare a casa l'unica fonte di reddito.
Il prossimo 15 ottobre cesserà il servizio di antincendio boschivo e molti lavoratori rischiano di non potere effettuare le 151 giornate lavorative necessarie per ottenere poi l'indennità di disoccupazione. I forestali adraniti, dunque, fanno sentire la loro voce, chiedono soprattutto il rispetto degli accordi del 2009, appunto sulle 151 giornate e adesso, così come hanno già annunciato altri loro colleghi del Catanese, dicono che non andranno a votare.
«La nostra è un'iniziativa spontanea e autonoma - dice Alfredo Zingale, 41 anni, 20 da precario - se in questi giorni non avremo risposte chiare, non andremo a votare e ritireremo le deleghe ai sindacati. Ci sentiamo traditi dai politici e dai sindacati».


 Foto lasicilia.it

«Se non ci faranno completare le 151 giornate - aggiunge Nunzio Cocina, 44 anni, precario da 25 - perderemo parte dell'indennità di disoccupazione e per noi sarebbe un duro colpo. Tutte le nostre famiglie sono mono reddito e cosi non possiamo andare avanti».
«Ci prendono in giro da decenni - dice Alfio Lo Cicero, 43 anni, 20 da precario - pretendiamo più rispetto per il nostro lavoro utile a tutti, invece per i politici siamo solo un serbatoio di voti». «Abbiamo dovuto subire anche gli insulti e le denigrazioni, come se il nostro lavoro fosse superfluo - afferma Angelo Rapisarda, 50 anni, precario da 27 - invece è grazie al nostro lavoro, svolto anche con 45 gradi sotto il sole, che viene salvaguardato il nostro territorio dagli incendi. Anche con sacrifici di vite umane, ricordiamo i nostri colleghi morti durante i roghi».
«Non è facile trascorrere una vita da precario - aggiunge Emanuele Liotta, 44 anni, precario forestale da 23 - e oggi vogliamo fare sentire la nostra voce con un'iniziativa forte alla quale si sono uniti anche i nostri colleghi di Nicolosi».
SALVO SIDOTI

26 Settembre 2012


Semplicemente grandi!!!



L'accordo del 14 maggio 2009:   

“Noi l’abbiamo voluto e noi lo faremo rispettare”

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