BENEVENTO. FORESTALI, NEI PROSSIMI MESI LAVORI LUNGO LE STRADE PROVINCIALI. IL BLOG: ANCHE I FORESTALI SICILIANI DOVREBBERO FARE LA STESSA COSA



29 Novembre 2017 Anna Liguori
Entro i prossimi mesi gli operatori della forestazione dipendenti della Provincia di Benevento saranno incaricati di sfalciare, curare e manutenere il verde spontaneo lungo le strade provinciali. Lo ha dichiarato Renato Lombardi, Consigliere provinciale delegato alla Forestazione, durante la odierna seduta del corso di formazione e aggiornamento professionale dei forestali.

L’impiego dei forestali in questi incombenza è molto atteso dagli innumerevoli utenti dei 1.300 chilometri di strada amministrati dalla Provincia che spesso si trovano di fronte a veri e propri muri di arbusti sul loro percorso. “Con l’approvazione del Bilancio della Provincia potremo acquistare i dispositivi di protezione individuale che fanno parte della dotazione obbligatoria per questo tipo di intervento”, ha dichiarato Lombardi.

Automobilisti, camionisti, ciclisti, sindaci avevano più volte segnalato alla Rocca dei Rettori che dal ciglio delle strade provinciali il verde invadeva anche parte della carreggiata creando oggettivi pericoli alla circolazione stradale.

Proprio Lombardi aveva partecipato alla redazione dell’Accordo tra Provincia, Regione Campania e Unione delle Comunità Montana e Organizzazioni Sindacali per consentire questo nuovo impiego dei forestali sui cantieri delle strade provinciali al fine di provvedere allo sfalcio del verde invadente. Con il necessario aggiornamento professionale dei lavoratori la Provincia si era impegnata ad acquistare anche le attrezzature necessarie per tale tipo d’intervento che ora si viene a concretizzare.

Nell’Aula del Corso ha fatto visita agli operatori forestali anche il Presidente della Provincia Claudio Ricci che ha dichiarato di aver particolarmente apprezzato il lavoro straordinario compiuto nei mesi estivi dagli operatori per la lotta agli incendi boschivi e li ha ringraziati per quanto hanno fatto. Ricci ha anche dichiarato che la Provincia si attende molto dal nuovo campo d’intervento dei forestali lungo le strade provinciali. “Purtroppo i tagli di Bilancio che ci sono stati imposti dallo Stato ci impediscono di fatto interventi completi di manutenzione sulla viabilità; ma la misura che abbiamo assunto d’intesa con al Regione, le Comunità Montane e i Sindacati vuole andare anche nella direzione di ottimizzare le risorse finanziarie disponibili ed assicurare la conservazione dei posti di lavoro dei forestali”.

Fonte: www.labtv.net




LAVORO E SALUTE LE PRIORITÀ DEI SICILIANI



30 Novembre 2017
PALERMO – Nel giorno in cui nasce il nuovo governo della Regione, l’Istituto Demopolis ha chiesto ai siciliani di tracciare la loro agenda per il presidente Nello Musumeci e per i 12 assessori chiamati a comporre la Giunta.

“Quale priorità assoluta per il governo Musumeci – spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento – l’80% dei cittadini indica l’occupazione, legata a doppio filo con la ripresa economica nell’Isola. La Sicilia avverte in modo rilevante gli effetti della crisi degli ultimi anni: la questione lavoro pesa oggi ancor più che in passato, mentre – conclude Pietro Vento – cresce nelle famiglie la convinzione che manchino nell’Isola reali prospettive occupazionali per le nuove generazioni”.

Il 67% dei siciliani chiede al governo e al nuovo assessore alla Salute un impegno preciso per ridare efficienza alla sanità pubblica, i cui servizi sono oggi bocciati dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Sul podio dell’agenda di governo dei siciliani, con il 64% delle indicazioni, si attesta al terzo posto il tema “trasporti, viabilità e infrastrutture” che costituisce il pre-requisito per qualunque credibile ipotesi di sviluppo.

Il 53%, la maggioranza assoluta dei siciliani intervistati dall’Istituto Demopolis, chiede al presidente Musumeci una capacità strategica di programmazione e gestione dei fondi europei, ben diversa da quella mostrata, nell’ultimo quinquennio, dal governo Crocetta; per il 45% risultano infine necessarie la riduzione degli sprechi e una nuova efficienza della burocrazia regionale.

Il sondaggio è stato condotto dall’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento, dal 26 al 28 novembre su un campione regionale stratificato di 800 intervistati, rappresentativo dell’universo della popolazione maggiorenne residente in Sicilia.

Fonte: www.lasiciliaweb.it







ASSUNZIONI, CONTRIBUTI E FONDI UE GIUNTA, QUANTO VALGONO LE POLTRONE. L’AGRICOLTURA È UN BACINO ENORME DI POTENZIALE CONSENSO, COME È QUELLO DEI FORESTALI. IL TERRITORIO AMBIENTE AVRÀ ANCHE LA RESPONSABILITÀ DI GESTIRE LA PREVENZIONE DEGLI INCENDI, OLTRE A UNA PARTE DEL BACINO DEI FORESTALI



IL NUOVO GOVERNO

di Accursio Sabella
Dal 'granaio' dell’Agricoltura, ai soldi della Sanità, passando per la gestione dei contributi comunitari. Il 'peso' dei 12 assessorati.

PALERMO - Non tutte le poltrone sono uguali. E così, la partita delle deleghe nella giunta di Nello Musumeci che si insedierà oggi pomeriggio, è anche un gioco di poteri, di pesi e contrappesi. Perché è indubbio che alcuni assessorati “valgano” più di altri, per diversi motivi. A cominciare ovviamente dalla capacità di spesa.

L’economia al centro di tutto

Due, su tutti, rappresentano oltre tre quarti dell’intero bilancio regionale. L’Economia e la Sanità da sempre sono stati i luoghi del potere alla Regione. Sulla poltrona di guida del Bilancio andrà Gaetano Armao, con l’incarico anche di vicepresidente. E davvero l’assessore che guida quel ramo dell’amministrazione, storicamente, può essere considerato un “quasi-governatore”, anche solo per il fatto che gestirà una spesa che negli ultimi anni si è attestata intorno ai dieci miliardi di euro. Ma ovviamente il potere è anche nella preparazione delle manovre finanziarie, e nel raccordo con una figura-chiave della burocrazia siciliana, quella del Ragioniere generale, ruolo oggi ricoperto da Giovanni Bologna. E c’è di più. Da pochi anni, alle dipendenze proprio della Ragioneria generale è stata posta la Centrale unica di committenza: da questa struttura passano appalti milionari e miliardari, tra cui quelli per le strutture ospedaliere siciliane.

Metà de bilancio regionale: la Sanità

A proposito, se all’Economia vanno cercati i cordoni della borsa, il potere di spendere e potenzialmente di trasformare quella spesa in consenso va ricercato storicamente nell’assessorato alla Sanità. Poltrona-simbolo, per tanti motivi in Sicilia. Ma le vere ragioni vanno cercate anche stavolta nei bilanci: la Sanità rappresenta più della metà della spesa complessiva della Regione. Anche per questo, forse, il governatore Musumeci ha scelto per quel ruolo Ruggero Razza, un fedelissimo, da sempre in grande sintonia con lui e tra i fondatori del movimento #DiventeràBellissima. L’avvocato catanese, tra l’altro, erediterà parte del lavoro compiuto nell’ultima parte della scorsa legislatura: l’approvazione dell’ultima rete ospedaliera, infatti, ha consentito, proprio sotto elezioni, di sbloccare le prime assunzioni in ospedali e Asp. Provvedimenti che hanno fatto felici tanti precari in attesa, mentre l’assessore uscente Baldo Gucciardi centrava la conferma a Sala d’Ercole. Ma i concorsi sono solo all’inizio e adesso tutto potrebbe passare nelle mani del nuovo assessore.

Il “granaio” dell’Agricoltura

L’altro assessorato tradizionalmente considerato “di prestigio” è quello all’Agricoltura. Forse anche perché da lì iniziò l’ascesa politica dell’ex governatore Totò Cuffaro, che fu appunto assessore alle Risorse agricole. Ma i motivi sono altri, probabilmente. E il bilancio li spiega solo in parte, visto che la spesa di questo assessorato si aggira annualmente intorno al mezzo miliardo di euro. Ma in questo caso a rendere appetibile la poltrona sulla quale si siederà il forzista Edy Bandiera sono altri fattori. A cominciare dalla gestione di un bacino enorme di potenziale consenso, come è quello dei Forestali siciliani. E ancora, l’assessore al ramo ha il potere di indicare e nominare i componenti dei cda dei tanti enti regionali (dall’Istituto vino e Olio, all’Esa). Soprattutto, però, l’Agricoltura, diventa importantissima per la gestione dei tanti fondi europei che passano da lì. I dipartimenti di quell’assessorato, infatti, rappresentano l’Autorità di gestione di programmi comunitari come il Piano per lo sviluppo rurale e il Feamp destinato alla pesca: in tutto fanno quasi un miliardo e mezzo di spesa possibile.

I fondi per la Formazione

E in effetti, è il fiume di fondi europei a far “brillare” alcuni assessorati. È il caso ad esempio di quello alla Formazione professionale. Un settore che soprattutto anni addietro è stato luogo di clientelismo sfrenato. Il nuovo assessore Roberto Lagalla erediterà due strumenti molto importanti: l’Avviso 8 da 136 milioni che il governo Crocetta non è riuscito, dopo anni, a far partire, darà lavoro a circa quattromila persone. E poi, anche in questo caso ecco i fondi strutturali: il dipartimento della Formazione gestisce il Fondo sociale europeo: per la programmazione 2014-2020 sono disponibili circa 700 milioni di euro che si aggiungono ai 600 milioni circa previsti dal bilancio regionale.

I bacini di lavoratori

L’assessorato alla Funzione pubblica e alle Autonomie locali è uno di quelli che, bilancio alla mano, effettua la maggiore spesa: circa due miliardi e mezzo l’anno. Il neo assessore Bernadette Grasso si troverà a gestire un bacino potenziale di lavoratori smisurato (oltre al personale della Regione, anche le decine di migliaia di precari della stessa amministrazione e degli enti locali). Molto più “povero”, ma solo apparentemente, l’assessorato alle Attività produttive che verrà guidato da Mimmo Turano: se negli ultimi anni la spesa si è attestata intorno ai 300 milioni di euro, da lì passerà la spesa effettiva di molti fondi di varia origine: da quelli previsti dal Piano di Azione e coesione passando per quelli del Patto per la Sicilia. Fondi complessivi da 900 milioni nel primo caso e di 1,1 miliardi nel secondo. Cioè quel “patto” lanciato da Renzi che in molti casi passerà da un altro assessorato ricco come quello alle Infrastrutture, dove andrà l’azzurro Marco Falcone e che già spende, al di là dei fondi europei, circa 1,2 miliardi di euro l’anno. Dovrà gestire circa mezzo miliardo l’anno e le vicende delicatissime di alcune categorie di lavoratori come gli ex “sportellisti” e i Pip, l’assessore alla Famiglia e alle politiche sociali Mariella Ippolito che dovrà anche far dimenticare i problemi legati ai fondi per l’assistenza dei disabili.

L’Energia scomoda, i soldi a pioggia del Turismo

Più o meno lo stesso budget è quello amministrato dall’assessorato al Territorio e ambiente che sarà guidato da Toto Cordaro: avrà anche la responsabilità di gestire le operazioni che riguardano la prevenzione degli incendi, oltre a una parte del bacino dei “forestali”. Sembra che nessuno volesse invece l’assessorato all’Energia dove è andato Vincenzo Figuccia: da lì bisognerà passare per trovare soluzioni ai complicatissimi problemi della raccolta dei rifiuti, della gestione delle discariche, della riforma del sistema idrico. Ma da quegli uffici passerà anche il potenziale mega-affare dei termovalorizzatori. Infine, ecco gli assessorati considerati più “poveri”, nonostante il tema sia considerato centrale e decisivo da tempo: quelli del Turismo e dei Beni culturali. Il primo, dove andrà Sandro Pappalardo in quota Fratelli d’Italia spende circa 130 milioni l’anno, il secondo che avrà come guida, per un paio di mesi, Vittorio Sgarbi pesa sul bilancio per circa 200 milioni. Ma nel corso di ogni campagna elettorale, è emersa la potenziale utilità di assessorati che possono finanziare a pioggia sagre, convegni, eventi, manifestazioni, concerti e anche le associazioni sportive dell’Isola. Un discorso a parte merita poi la presidenza della Regione. Al di là del ruolo stesso del governatore, va ricordato infatti che il dipartimento della Programmazione è direttamente dipendente da Palazzo d’Orleans: da lì passeranno circa 1,3 miliardi del Fondo europeo di sviluppo regionale. Un fiume di denaro a disposizione del nuovo governo.
30 Novembre 2017

Fonte: livesicilia.it






“SICILIA AL CAPOLINEA”. E LA FURLAN LANCIA #PASSODOPOPASSO. RIFIUTI, PRECARI, ENTI DI AREA VASTA E SPESA REGIONALE. SONO CINQUE LE EMERGENZE CHE LA CISL SEGNA IN ROSSO NELL’AGENDA DEL GOVERNO MUSUMECI


Rifiuti, precari, enti di area vasta e spesa regionale. Sono cinque le emergenze che la Cisl segna in rosso nell’agenda del governo Musumeci. Sul fronte nazionale, il pacchetto pensioni di cui si discute in parlamento, “riflette l’intesa col governo. E grazie a un anno e mezzo di difficile confronto, supera tante rigidità della Fornero”. Così Milazzo, Furlan e l’assemblea dei 500 quadri Cisl

29 Novembre 2017
Rifiuti, precari, enti di area vasta e spesa regionale. “Cinque punti cinque per dar corpo alla svolta che la Sicilia attende”. Sul fronte nazionale, l’appello al parlamento “affinché dia definitivo corso al pacchetto previdenza, frutto di oltre un anno e mezzo di confronto tra governo e sindacati e che supera tante rigidità della Fornero”. Sono i temi emersi dall’assemblea regionale dei quadri Cisl, svoltasi in mattinata a Palermo. All’assise, aperta dal segretario della Cisl Sicilia Mimmo Milazzo e conclusa dalla leader nazionale Annamaria Furlan, hanno preso parte 500 delegati delle nove province dell’Isola. In prima fila una poltrona vuota sulla quale una locandina macchiata di rosso recitava: “Riservato a tutte le donne vittima di violenza”.

Milazzo ha puntato l’indice sui dati dell’emergenza Sicilia. “Nei primi nove mesi di quest’anno – ha detto – nell’Isola sono state assunte, in tutto, quasi 282 mila persone. Ma ne sono state licenziate 246 mila 700. La gran parte delle assunzioni, 173 mila 700, sono state a tempo determinato, poi apprendisti (9100) e stagionali (25 mila 700). Gli impieghi a tempo indeterminato hanno riguardato appena 73 mila persone o poco più. Troppo poco”. Ecco perché il sindacato, ha insistito il segretario, si augura “che il governo Musumeci prenda forma nei prossimi giorni. Che l’eventuale esercizio provvisorio non vada oltre un mese. E che il nuovo esecutivo dia corso a una rapida un’inversione di rotta. Perché siamo al capolinea”. “Alla vigilia del voto del 5 novembre, assieme a Cgil e Uil – ha ricordato Milazzo – abbiamo consegnato ai candidati alla presidenza della Regione un documento programmatico. E abbiamo chiesto il via immediato al confronto Regione-forze sociali per dare corpo a un patto che, facendo pure leva sull’insularità riconosciuta alla Sicilia dal Parlamento Ue, contribuisse ad attrarre investimenti, promuovere fiscalità compensativa e zone economiche speciali. A mettere in circolo le risorse disponibili, comprese quelle degli accordi con Anas e Rete ferroviaria. Ancora, a semplificare la macchina amministrativa, rilanciare le infrastrutture, riqualificare il territorio. E creare occupazione stabile e diffusa”. Adesso che siamo al dunque, il toro va preso per le corna. Anche perché l’ennesima collocazione in coda delle province siciliane, nella parallela graduatoria nazionale sulla qualità della vita pubblicata qualche giorno fa da Italia Oggi e Sole 24 Ore, è una “umiliazione da cui bisogna trovare il modo di venire fuori. Ma servono lungimiranza. E volontà politica”. Da qui la richiesta spedita a Palazzo d’Orleans dai 500 delegati Cisl, del “via al confronto già dalla prossima settimana. In ogni caso subito dopo l’ormai prossima, speriamo, formazione del governo. E a partire dai cinque punti cinque”.

Furlan e la campagna #PassoDopoPasso a sostegno del pacchetto pensioni. “Abbiamo alle spalle oltre un anno e mezzo di difficile confronto col governo nazionale – ha sostenuto la leader Cisl – grazie al quale sono arrivati una serie di benefici per i lavoratori, che prima non c’erano. Ora sì. In forza del quale tante rigidità della Fornero, passo dopo passo, sono state tolte di mezzo. Ed è stato accolto il principio che i lavori non sono tutti uguali”. L’emendamento alla legge di bilancio che in parlamento è passato qualche giorno fa, per la segretaria “raccoglie in toto il percorso che abbiamo fatto col governo”. L’anno scorso avevamo portato a casa il cumulo gratuito dei contributi, la quattordicesima ai pensionati, l’Ape social; quest’anno il blocco dell’aspettativa di vita per quindici categorie di attività gravose e, per tutti i lavoratori, il calcolo dell’aspettativa di vita sulla media degli ultimi due anni. Poi la costituzione, da subito, di due fondamentali commissioni: “la prima, istituzionale e di cui faranno parte pure i sindacati, verificherà la reale aspettativa di vita per tutti i settori e per tutti mestieri; la seconda affronterà, finalmente, il tema della separazione tra assistenza e previdenza, una richiesta che sono anni che avanziamo”. Così, questa è una legge di bilancio che guarda al sociale. Con lo sblocco del contratto per oltre tre milioni di lavoratori pubblici; con il reddito di inclusione, che combatte la povertà; con l’allargamento degli ammortizzatori sociali, il rafforzamento dell’apprendistato, le misure per politiche attive e gli sgravi per la formazione legati al piano impresa 4.0. Questa finanziaria insomma, per Furlan, sui temi della previdenza riflette il confronto col governo. “Non sono concessioni – ha rimarcato – ma conquiste ottenute grazie alla contrattazione, alla nostra pervicacia. Alla nostra coerenza”. Il cambiamento del meccanismo perverso e intollerabile dell’aspettativa di vita, non è roba da poco. “Né molliamo – ha sottolineato la segretaria – sul tema del lavoro per i giovani che è e rimane al centro della nostra iniziativa assieme a quello della previdenza per i giovani. Ma oggi l’urgenza per i giovani è il lavoro più che la pensione”.

Ma ecco i cinque punti cinque snocciolati da Milazzo e su cui il segretario ha invocato l’intervento del governo Musumeci. I rifiuti. Per la Cisl è tempo di “affidare agli archivi della storia il sistema arcaico e perverso delle discariche e la logica perdente delle proroghe su proroghe”. Tanto più che siamo sull’orlo dell’ennesima crisi. Domani scade l’ordinanza che ha assegnato alla Regione poteri speciali. Ma aldilà dell’immediato, servono una nuova organizzazione del sistema “praticamente bloccato da vent’anni”; un piano regionale che s’intrecci con quello per l’energia. L’incremento della raccolta differenziata, inchiodata sul 24-25 per cento in media contro il 65% voluto dall’Ue. E l’accelerazione sul fronte dei sistemi di riciclo e degli impianti di valorizzazione. La spesa regionale. “C’è bisogno di uno sprint, di uno scatto, di un sussulto”, ripetono alla Cisl, a cominciare dagli 1,9 miliardi della delibera Cipe pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale qualche giorno fa. Attraverso la “rimodulazione dei piani per i fondi Ue e di quelli relativi ai 5,2 miliardi dei patti per la Sicilia e per le tre aree metropolitane”. “Proponiamo l’istituzione di una cabina di regia governo-Anci-forze sociali presso la presidenza della Regione – precisa Milazzo – per la verifica con cadenza bimestrale dello stato di avanzamento della progettazione esecutiva e per rilevare eventuali impasse che fermano gli uffici tecnici, che semmai vanno potenziati”. Città metropolitane ed enti di area vasta. Tanto più dopo la sospensiva del Tar, di un paio di giorni fa, queste istituzioni “non possono rimanere nel limbo di una grottesca confusione, in attesa che prima o poi la Consulta si pronunci”. Con seimila dipendenti più 800 delle Partecipate, appesi a un filo e con la palude delle attività. “Governo e Ars si mettano di buzzo buono e diano velocemente un punto alla questione”. I precari. Una pagina triste, che va chiusa. Oltretutto perché in certi casi aperta è rimasta per decenni. Adesso è disponibile una finestra anche grazie alla circolare Madia, la 3 del 2017, arrivata dopo una lunga trattativa col sindacato. Per la Cisl, “vanno messe in atto tutte le procedure possibili per la stabilizzazione”. E per questo gli enti locali che non lo abbiano già fatto, “che sono purtroppo la gran parte”, dovrebbero essere richiamati a chiudere celermente il consuntivo 2016, il preventivo 2017-19. E a fare il bilancio consolidato senza il quale ormai non si va da nessuna parte.
Umberto Ginestra


Fonte: www.cislsicilia.it








IL SIFUS SI CONGRATULA CON IL NEO ASSESSORE ALL'AGRICOLTURA, ON. BANDIERA E GLI CHIEDE UN INTERVENTO IMMEDIATO PER SALVARE IL REPERIMENTO DEI FONDI PAC



Ricevo e pubblico
dal Segretario Regionale Sifus 
Giuseppe Fiore

Nell'augurare un proficuo lavoro al neo assessore all' Agricoltura, On. Edy Bandiera lo invitiamo a prendere le redini in mano circa la grave situazione che si è  venuta ha determinare nel settore forestale a causa del  mancato reperimento di 21 milioni di euro dal Cipe. 
I fondi, come dal Sifus Più volte denunciato, dovevano essere disponibili da almeno 15 giorni ed invece, non vi è traccia. Ciè sta determinando il rischio oggettivo per migliaia di lavoratori forestali di non completare le giornate di legge. Buon lavoro.
Maurizio Grosso - G. Fiore





E’ NATA LA GIUNTA MUSUMECI, ADESSO LE DELEGHE SONO UFFICIALI: DOMANI POMERIGGIO LA PRIMA RIUNIONE DELL’ESECUTIVO



PALERMO. Governo fatto. Nello Musumeci ha la sua squadra. Il presidente della Regione, proclamato undici giorni fa in Corte d'appello a Palermo, ha chiuso la quadra. Manca solo l'ufficializzazione, che potrebbe arrivare a ore dopo la firma dei decreti di nomina dei dodici assessori, tra cui due donne.

"Domani riunirò la giunta per la prima seduta" ha detto il presidente della Regione. La squadra di governo, aggiunge Musumeci, sarà presentata in Assemblea. Non appena riceverà dagli uffici di Palazzo dei Normanni la comunicazione dell'avvenuta proclamazione di tutti i deputati eletti da parte delle Corti d'appello provinciali, il governatore indicherà la data della prima seduta dell'Ars.

Ecco i nomi e le deleghe: l’avvocato Gaetano Armao (Forza Italia) all’Economia e vice presidente; l’agronomo Edy Bandiera (Forza Italia) all’Agricoltura; l’avvocato Toto Cordaro (Popolari e Autonomisti) al Territorio e Ambiente; l’avvocato Marco Falcone (Forza Italia) a Infrastrutture e Mobilità; Vincenzo Figuccia (Udc) a Energia e Servizi di pubblica utilità; l’avvocato Bernadette Grasso (Forza Italia) alle Autonomie locali e Funzione pubblica; la farmacista Mariella Ippolito (Popolari e Autonomisti) alla Famiglia, Politiche sociali e Lavoro; Roberto Lagalla (Idea Sicilia) all'Istruzione e Formazione professionale; il colonnello Sandro Pappalardo (Fratelli d’Italia) al Turismo, Sport e Spettacolo; l’avvocato Ruggero Razza (Diventerà Bellissima) alla Salute; Vittorio Sgarbi (Ind.) ai Beni culturali e Identità siciliana; l’avvocato Girolamo Turano (Udc) alle Attività produttive.




Nessun esponente per la Lega di Salvini. E proprio su questo oggi si sono registrati malumori in casa Lega per il mancato ingresso nella giunta. Il partito di Salvini aveva chiesto un riconoscimento per il risultato elettorale, ma alla fine nel governo è entrato Pappalardo, esponente di Fratelli d'Italia, il partito della Meloni con cui Noi con Salvini aveva fatto lista comune alle regionali, superando lo sbarramento del 5%, che ha permesso l'elezione all'Assemblea del leghista Tony Rizzotto. Il parlamentare andrà ora al gruppo Misto.

"L'esclusione della Lega dalla giunta è molto grave politicamente - dice il coordinatore della Lega-Noi con Salvini in Sicilia orientale, Angelo Attaguile -. Meloni e La Russa non hanno mantenuto gli impegni presi con noi: loro hanno chiesto e ottenuto un posto nel listo del presidente Musumeci e toccava a noi l'indicazione in giunta, invece non è andata così. Quando abbiamo posto la questione a Musumeci, ci ha risposto vedetevela voi".

"Dopo quanto accaduto con la Lega estromessa dalla giunta Musumeci andremo da soli in aula - aggiunge Attaguile -. Il nostro deputato Rizzotto farà gruppo a sé. All'Assemblea voteremo le leggi caso per caso. La maggioranza di centrodestra non è più di 36 deputati, ma di 35. Non cerchiamo vendette, non ci metteremo di traverso su Gianfranco Miccichè, anzi proprio lui ha riconosciuto che c'era un accordo con FdI per la giunta, che non è stato rispettato".

© Riproduzione riservata

Fonte: gds.it






SIFUS: FORESTALI AZIENDA, NON SONO ANCORA DISPONIBILI I 21 MILIONI DEI FONDI PAC CHE DOVEVANO ARRIVARE IN SICILIA



Dalla pagina Facebook
Maurizio Grosso Sifus Confali

Forestali azienda Catania.
I nodi vengono al pettine.
Da un colloquio telefonico avuto in data odierna con il Dott. De Marco (che è attualmente fuori sede) è emerso, in considerazione del grave fatto che non sono disponibili i 21 milioni dei fondi pac che dovevano arrivare in Sicilia già da tempo, quanto segue:
1) farà completare le giornate di legge ai 101isti e ai 151isti entro il 9 dicembre poichè le loro giornate sono inserite dentro progetti che devono finire necessariamente entro detta data. Pertanto, è necessario un lieve aumento dell'orario di lavoro.
L'alternativa a ciò, grazie all'incapacità del governo Crocetta, è quella di non completare, seppur per pochi giorni, le giornate di legge, visto l'indisponibilità dei fondi pac bloccati dal governo Gentiloni.
2) garanzia di lavoro per i 78isti intanto fino al 9 dicembre nelle more di trovare una soluzione positiva per il prosequio.

Lunedì 4 dicembre è previsto un incontro, tra direttore De Marco e Sifus presso l'Azienda di Catania.
In conclusione, dopo le promesse miracolistiche pre elettorali diffuse dall'ex assessore Cracolici col consenso di qui, quo, qua, addirittura, financo di aumenti contrattuali, i nodi, che denuncia da tempo il Sifus, purtroppo, vengono al pettine: mancano ancora i fondi pac x il 2017 e i dirigenti virtuosi, sono costretti ad industriarsi per ridurre i danni.
Maurizio Grosso Sifus Confali






"PORTELLA, I BRACCIANTI, LA MEMORIA": VENERDÌ PROIEZIONE DEL DOCUFILM AL MAJORANA

Articolo segnalato
dal Segretario Prov.le Uila Palermo
Giuseppe la Bua



29 Novembre 2017
Nota - Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

“Portella, i braccianti, la memoria”. Sarà presentato venerdì 1 dicembre a Palermo il docufilm inedito realizzato da Fabrizio De Pascale e Roberto Carotenuto per la Fondazione Argentina Altobelli con la “viva voce” di tre testimoni e quattordici parenti di vittime della “strage ignorata” di contadini e sindacalisti che s’è consumata in Sicilia tra il 1944 e il 1948 (i figli di Li Puma, Azoti, Raia, Miraglia, Casarrubea, Lo Iacono e Pipitone; la sorella e il nipote di Rizzotto).

Il video sarà proiettato con inizio alle 10.30 nell’aula magna dell’Istituto superiore “Majorana” di via Astorina 56, dove gli studenti saranno protagonisti dell’evento “perché settant’anni dopo l’eccidio di Portella delle Ginestre – spiega Stefano Mantegazza, segretario generale della Uila e vicepresidente della Fondazione – la strage di Portella nessuno dimentichi la richiesta di giustizia e verità per le vittime di ieri e di oggi delle battaglie contadine”. Assieme con Stefano Mantegazza, saranno venerdì mattina al “Majorana” di Palermo anche il segretario generale Uil, Carmelo Barbagallo, i segretari di Uil e Uila Sicilia Claudio Barone e Nino Marino, la direttrice generale dell’Ufficio scolastico regionale Maria Luisa Altomonte e la dirigente scolastica dell’Istituto “Majorana” Melchiorra Greco, il sindaco Leoluca Orlando e il docente di Storia contemporanea Michelangelo Ingrassia. Interverranno Dino Paternostro e Pierluigi Basile, coautori del libro “Una strage ignorata” pubblicato dalla Fondazione Argentina Altobelli nel 2014. In sala saranno presenti anche alcuni protagonisti del video.

Nel corso dell’incontro di venerdì, la Fondazione presenterà il concorso “Portella, i braccianti, la memoria” rivolto agli studenti degli Istituti tecnici e professionali per l’Agricoltura della Sicilia. I vincitori saranno premiati con buoni per l’acquisto di libri.

Fonte: www.palermotoday.it


Leggi anche: 

Uila. Portella, i braccianti, la memoria. 1 dicembre 2017 a Palermo, iniziativa rivolta agli studenti degli istituti tecnici e professionali per l'agricoltura della Sicilia





REGIONE, ECCO LA GIUNTA MUSUMECI: FIGUCCIA AI RIFIUTI, BANDIERA ALL'AGRICOLTURA

(lapresse)

Il presidente ufficializza i nomi della sua squadra: ci sono due donne e dieci uomini. Sorprese sulle deleghe. Salvini: "Hanno preferito gli uomni di Lombardo e Cuffaro, noi siamo fuori"
di ANTONIO FRASCHILLA e EMANUELE LAURIA

29 Novembre 2017
Dopo i nomi, adesso arrivano anche le deleghe. Nasce la giunta Musumeci. Giunta politica, con due o tre tecnici non sprovvisti di esperienza di governo. Due donne e dieci uomini, con qualche sorpresa: per i Rifiuti, ad esempio, è stato scelto l'Udc Vincenzo Figuccia, mentre l'Agricoltura è appannaggio del forzista siracusano Edy Bandiera.

La soluzione trovata dal neogovernatore, alla fine, scontenta la Lega che rimane fuori dalla squadra e invece premia Raffaele Lombardo, che avrà nell’esecutivo di Palazzo d’Orleans un’esponente di suo diretto riferimento, la presidentessa dell’ordine dei farmacisti di Caltanissetta Mariella Ippolito. Per lei si profila la delega al Lavoro e alla Famiglia, un assessorato considerato redditizio in chiave elettorale. Forza Italia rinuncia a un posto e ciò garantirà al commissario Gianfranco Micciché i voti dell’Mpa nell’elezione per la presidenza dell’Ars.

I prescelti azzurri sono il catanese Marco Falcone, capogruppo uscente che alla fine si accontenterà delle Infrastrutture, la messinese Bernadette Grasso, ex sindaco di Rocca di Caprileone che invece ottiene la delega alle Autonomie locali, e il siracusano Bandiera, neodeputato legato all’ex ministra Stefania Prestigiacomo che andrà appunto all'Agricoltura, un assessorato considerato di fascia "A". Il quarto assessore è Gaetano Armao, da tempo vicepresidente in pectore e delegato all’Economia. Anche Vittorio Sgarbi, in predicato di diventare assessore ai Beni culturali, entrerà in quota Forza Italia.

La novità è Bandiera, che taglia fuori dalla corsa verso l'esecutivo  almeno un paio di forzisti cui Micciché in campagna elettorale aveva promesso un assessorato: il trapanese Giuseppe Guaiana, il coordinatore agrigentino Vincenzo Giambrone.

L'altro volto nuovo, rispetto alla squadra su cui Musumeci lavorava fino a ieri mattina, è appunto quello del deputato palermitano Figuccia, da pochi mesi transitato da Forza Italia all'Udc. Figuccia prevale al fotofinish su Margherita La Rocca Ruvolo, anche lei parlamentare regionale e sindaco di Montevago. L'altro nome in quota Udc è quello dell'ex capogruppo Girolamo Turano, che andrà alle Attività produttive.

I Popolari autonomisti guadagnano dunque un posto in più con l’ingresso della Ippolito in quota Mpa. Gli altri due nomi sono quello di Roberto Lagalla (per lui la Formazione professionale) e Toto Cordaro, per il quale si profila la delega al Territorio.

Musumeci promuove in giunta un uomo di fiducia, l’avvocato catanese Ruggero Razza destinato alla Sanità. Per la componente Fratelli D’Italia-Noi con Salvini ecco in giunta Sandro Pappalardo, esponente catanese di Fdi, altro assessore che Musumeci considera un “fedelissimo”: si occuperà di Turismo.

La Lega protesta perchè è fuori dalla squadra di governo. "Prendiamo atto che

non abbiamo chiesto niente a nessuno - dice Matteo Salvini -  Musumeci è valido, onesto, sono contento abbia vinto. Se hanno ritenuto di preferire per la giunta gli uomini di Lombardo e Cuffaro lasciando fuori noi mi hanno fatto un favore. Se nella squadra si è preferito il vecchio al nuovo, il nuovo sta alla finestra". Sulla permanenza in maggioranza "ci sono nostri consiglieri che decideranno senza nessun dramma. Voteremo i provvedimenti che condivideremo".

Fonte: palermo.repubblica.it





L'ANTIMAFIA: «ALLE ELEZIONI REGIONALI IN SICILIA, CANDIDATI SEI “IMPRESENTABILI”»


29 Novembre 2017
L'annuncio della presidente della commissione Rosi Bindi. Un altro episodio anche a Ostia. Ma solo un caso il candidato non poteva essere in lizza per via della legge Severino

Le risultanze della verifica delle candidature alle elezioni del 5 novembre scorso emerse dal lavoro della commissione parlamentare antimafia sono «numericamente limitate». Lo ha detto la presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi. Si tratta in tutto di 7 situazioni rilevate, di cui 6 in Sicilia e 1 a Ostia. 

La presidente dell’Antimafia ha specificato che una posizione è risultata «incandidabile per la Severino, mentre le altre sei per il nostro codice di autoregolamentazione, varato nel 2014", aggiungendo che non saranno resi noti i nomi dei candidati “impresentabili”: «Non sono definitivi tutti i nostri accertamenti - ha spiegato - né sappiamo se scatterà sospensione in base alla Severino».

 I lavori della commissione antimafia sono quindi passati in seduta segreta per l’analisi delle singole posizioni nominative. 
«Non sono infatti definitivi tutti i nostri accertamenti - ha precisato Bindi - perché attendiamo ancora alcuni riscontri dagli uffici giudiziari; inoltre, non essendoci ancora la proclamazione degli eletti da parte degli uffici elettorali siciliani, non possiamo ancora sapere se scatteranno le sospensioni previste dalla legge Severino. Naturalmente, appena ricevute queste informazioni, se tutto sarà confermato, desecreteremo immediatamente questo resoconto stenografico e i suoi contenuti potranno essere resi pubblici».

Bindi ha inoltre chiarito che la rilevazione della Commissione ha riguardato le situazioni alla data del 16 ottobre, «quindi non potevano emergere - in quanto ancora in fase di indagine, e perciò segrete - le note situazioni che si sono tradotte in provvedimenti giudiziari, comprese le ordinanze di custodia cautelare in carcere, che sono state eseguite dopo le elezioni», come il caso di Cateno De Luca (UDC), Genovese (Forza Italia) e altri, emersi subito dopo la data del voto.

Complessivamente i candidati sono stati in tutto circa 1.500, considerando la Sicilia, Ostia e i due comuni di Mazzarrà s. Andrea in provincia di Messina, di Nardodipace in provincia di Vibo Valentia sciolti per mafia.

Infine la presidente Bindi ha ricordato che la Commissione da lei presieduta aveva deliberato di effettuare il lavoro di verifica delle candidature, sia in relazione alle disposizioni della legge Severino, così come era stato fatto per le regionali del 2015 e per le amministrative del 2016, sia in relazione alle previsioni del codice di autoregolamentazione contenuto nella relazione approvata dalla Commissione il 23 settembre 2014. "In base ad un accordo unanime tra i gruppi, le coordinate temporali erano state determinate in modo da evitare sovrapposizione con l’ultima settimana di campagna elettorale. E' infatti noto - ha concluso Bindi - che i tempi di una tale attività di verifica sono alquanto ridotti, ristretti tra i termini delle operazioni di ammissione delle candidature da parte delle Commissioni elettorali e poi della campagna elettorale, si era perciò convenuto di non rendere pubbliche eventuali risultanze prima dell’ultima settimana precedente le elezioni». 

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REGIONE, MUSUMECI SCEGLIE I SUOI ASSESSORI: ENTRANO FIGUCCIA E BANDIERA

(ansa)

Il neopresidente ha ufficiliazzato i nomi della squadra di governo: due donne e dieci uomini. Il deputato Udc supera al fotofinish Margherita La Rocca Ruvolo, il forzista siracusano prevale su Guaiana. Due donne e dieci uomini in giunta. Oggi le deleghe: c'è il nodo dei rifiuti
di ANTONIO FRASCHILLA e EMANUELE LAURIA

28 Novembre 2017
I nomi ci sono, mancano le deleghe. Quelle, probabilmente, saranno ufficializzate oggi. Nasce la giunta Musumeci. Giunta politica, con due o tre tecnici non sforniti di esperienza di governo. Due donne e dieci uomini.

La soluzione trovata dal neogovernatore, alla fine, scontenta la Lega che rimane fuori dalla squadra e invece premia Raffaele Lombardo, che avrà nell’esecutivo di Palazzo d’Orleans un’esponente di suo diretto riferimento, la presidentessa dell’ordine dei farmacisti di Caltanissetta Mariella Ippolito. Forza Italia rinuncia a un posto e ciò garantirà al commissario Gianfranco Micciché i voti dell’Mpa nell’elezione per la presidenza dell’Ars.

I prescelti azzurri sono il catanese Marco Falcone, capogruppo uscente, la messinese Bernadette Grasso, ex sindaco di Rocca di Caprileone, e il siracusano Edy Bandiera, neodeputato legato all’ex ministra Stefania Prestigiacomo. Il quarto assessore è Gaetano Armao, da tempo vicepresidente in pectore e delegato all’Economia. Anche Vittorio Sgarbi, in predicato di diventare assessore ai Beni culturali, entrerà in quota Forza Italia.

La novità è Bandiera, che taglia fuori dalla corsa verso l'esecutivo  almeno un paio di forzisti cui Micciché in campagna elettorale aveva promesso un assessorato: il trapanese Giuseppe Guaiana, il coordinatore agrigentino Vincenzo Giambrone.

L'altro volto nuovo, rispetto alla squadra su cui Musumeci lavorava fino a ieri mattina, è quello del deputato palermitano Vincenzo Figuccia, da pochi mesi transitato da Forza Italia all'Udc. Figuccia prevale al fotofinish su Margherita La Rocca Ruvolo, anche lei parlamentare regionale e sindaco di Montevago. L'altro nome in quota Udc è quello dell'ex capogruppo Girolamo Turano.

I popolari autonomisti guadagnano dunque un posto in più con l’ingresso della Ippolito in quota Mpa. Gli altri due nomi sono quello di Roberto Lagalla (per lui la Formazione professionale) e Toto Cordaro.

Musumeci promuove in giunta un uomo di fiducia, l’avvocato catanese Ruggero Razza destinato alla Sanità. Per la componente Fratelli D’Italia-Noi con Salvini ecco in giunta Sandro Pappalardo, esponente catanese di Fdi, altro assessore che Musumeci considera un “fedelissimo”.

Da sciogliere, come detto, il nodo delle deleghe: una delle poltrone più calde dell’amministrazione, quella dell’Energia e dei Rifiuti, potrebbe andare a Pappalardo o  proprio all’ultimo entrato nel lotto, ovvero Figuccia. L'alternativa, per uno dei due, sarebbe il Turismo.

Falcone, in un primo momento destinato alla Sanità e poi all’Agricoltura, potrebbe invece avere le Infrastrutture. All’Agricoltura, assessorato di fascia “A”, potrebbe andare Bandiera, per il quale non è esclusa l’opzione Attività produttive. Per questa delega, in realtà, è in pole il palermitano Toto Cordaro, mentre la Ippolito avrebbe il Lavoro e la Famiglia, assessorato redditizio in chiave elettorale. Al Territorio potrebbe andare l’udc Turano, che fu già assessore regionale negli anni ‘90. Per Pappalardo si profila l’incarico al Turismo. Bernadette Grasso è destinata alla Funzione pubblica.

La Lega protesta perchè è fuori dalla squadra di governo. In una nota, i tre deputati siciliani Angelo Attaguile, Carmelo Lo Monte e Alessandro Pagano si dicono dispiaciuti perché "in Sicilia si sceglie il vecchio invece che il nuovo" e dicono che il movimento "non è interessato a poltrone di sottogoverno". La Lega ha disertato l'incontro convocato ieri sera da Musumeci a Palazzo d'Orleans: "Non ci sarò, non ho nulla su cui confrontarmi, ho già espresso pubblicamente la posizione del partito e Musumeci ha fatto scelte diverse" dice all'Adnkronos Angelo Attaguile. Il rospo che la Lega pare non voler mandare giù
 è la decisione del presidente della Regione di escludere dalla sua squadra proprio il partito di Salvini, per fare posto a Fratelli d'Italia. "Gli accordi in campagna elettorale erano diversi e non sono stati rispettati" spiega Attaguile, ricordando "l'impegno in prima persona" di Matteo Salvini, che nell'Isola "ci ha messo la faccia, spendendosi in prima persona". Ma il leader non si è ancora espresso sullo "sgarbo" di Musumeci.

Fonte: palermo.repubblica.it





28 novembre 2017

LA NUOVA LEGISLATURA. GIUNTA MUSUMECI, ORE DECISIVE. IL GOVERNO È PRONTO: TUTTI I NOMI. SPUNTA FIGUCCIA


di Accursio Sabella
Entro stasera i dodici assessori. Udc: spunta Figuccia. Critiche dei salviniani.

PALERMO - Sono davvero le ore decisive. Il primo governo di Nello Musumeci potrebbe vedere la luce già stasera ed essere presentato domattina o comunque entro la fine della settimana. Ieri il governatore è stato a Catania, dove ha incontrato, tra gli altri, gli esponenti autonomisti, poi è tornato a Palermo, dove ha chiesto di verificare le singole posizioni dei potenziali assessori proposti dai partiti. E ormai siamo alle battute finali: c’è da chiarire solo un paio di posizioni, ma la strada è spianata. 

E così, ecco la squadra di Musumeci. Forza Italia porterà certamente Gaetano Armao, Marco Falcone e Bernadette Grasso. Sull’ultima poltrona potrebbe sedere Edy Bandiera, anche se le resistenze sono molto forti all’interno di un’altra area del partito a Siracusa. Solo per questo motivo sono ancora vive le ipotesi Giuseppe Guaiana (ma anche lui risente dei mugugni del suo partito a Trapani) e Gaetana Palermo, candidata nel collegio di Enna. Ma il politico aretuseo, sponsorizzato da Stefania Prestigiacomo dovrebbe spuntarla. 

Le altre certezze hanno poi il volto e il nome di Vittorio Sgarbi (andrà ai Beni culturali), Ruggero Razza (avrà la Sanità) e Roberto Lagalla. Quest’ultimo, nonostante sia stato eletto tra i Popolari e autonomisti, verrà considerato “extra quota”. Una mossa che ha consentito a Raffaele Lombardo di lanciare in giunta Mariella Ippolito, presidente dei farmacisti di Caltanissetta che si affianca all’altro deputato espressione della lista che fa capo anche a Saverio Romano, cioè Toto Cordaro. 

Schiarita anche nell’Udc. Lorenzo Cesa ha inviato a Musumeci, proprio oggi, una rosa ristrettissima di nomi. In pratica, sono tre i papabili per due poltrone: il deputato trapanese Mimmo Turano, quello palermitano Vincenzo Figuccia e la siracusana Costanza Castello. Al momento i primi due sembrano in vantaggio. Infine, è Sandro Pappalardo a vincere la volata tutta interna tra Fratelli d’Italia e Noi con Salvini: sarà lui, salvo sorprese, l’assessore della lista di destra. Una nomina che sta già provocando le prime polemiche: “Spiace - i tre deputati siciliani della Lega Angelo Attaguile, Alessandro Pagano e Carmelo Lomonte - che in Sicilia si scelga il vecchio invece del nuovo. Noi invece continueremo a lavorare per il futuro senza alcuna tentazione di ritorno al passato. Non chiederemo e non ci interessano poltrone di sottogoverno ma proseguiremo a fare esclusivamente gli interessi dei siciliani”.
28 Novembre 2017

Fonte: livesicilia.it





PSR SICILIA : FINO AL 30 NOVEMBRE APERTO IL BANDO MISURA 8.3 PREVENZIONE INCENDI E CALAMITÀ NATURALI NELLE FORESTE


Scade il 30 novembre 2017 il termine per presentare le istanze per l’accesso ai benefici della misura 8.3 PSR Sicilia che finanzia interventi per la prevenzione degli incendi boschivi e delle calamità che minacciano il patrimonio forestale della Sicilia .
Il bando, promosso dal Dipartimento Sviluppo Rurale e Territoriale della Regione Siciliana e finanziato con le risorse comunitarie PSR Sicilia 2014/2020 , prevede l’erogazione di contributi diretti per:
  • realizzazione di strutture di protezione a difesa dagli incendi (viali parafuoco, viabilità forestale, piazzole per elicotteri, reti e punti di prelievo idrico, nonché le relative progettazioni)
  • interventi localizzati per la prevenzione e la lotta alle fitopatologie ed agli infestanti
  • installazione di strutture per il monitoraggio antincendio e delle patologie vegetali (torrette, videocamere e sensori, sistemi di comunicazione, impianti di laboratorio per fitopatologie)
  • redazione dei piani di gestione forestale
Possono accedere alla misura i soggetti pubblici e privati proprietari o titolari di diritti su foreste ed aree boschive per l’intero territorio regionale.
Le domande dovranno essere presentate online sul portale SIAN entro la data indicata e successivamente essere inoltrate in formato cartaceo ai competenti uffici del Dipartimento Sviluppo Rurale e Territoriale della Regione Siciliana






TUTTI I NOMI. REGIONE, LA GIUNTA È AD UN PASSO. L'ANNUNCIO PREVISTO FRA OGGI E DOMANI


di Giacinto Pipitone— 28 Novembre 2017
PALERMO. Mancano appena un paio di nomi. Poi la giunta Musumeci sarà completa e non a caso il presidente ha fatto sapere ieri agli alleati di essere pronto ad annunciarla fra oggi e domani.
Le certezze sono gli uomini di Diventerà Bellissima, cioè Ruggero Razza, e Fratelli d’Italia, che punterà su Sandro Pappalardo. Niente assessori alla Lega.

Le certezze sono gli uomini di Diventerà Bellissima, cioè Ruggero Razza, e Fratelli d’Italia, che punterà su Sandro Pappalardo. Niente assessori alla Lega.

Gli altri posti andranno a Forza Italia, Udc e Popolari Autonomisti.  I forzisti dovrebbero avere tre assessori che si aggiungono a Gaetano Armao e Vittorio Sgarbi. Miccichè indicherà di sicuro l’etneo Marco Falcone e la messinese Bernadette Grasso. Il giallo riguarda l’ultimo uomo che potrebbe essere il siracusano Edy Bandiera.

I Popolari avranno in giunta il palermitano Toto Cordaro e gli autonomisti la nissena Mariella Ippolito. Fuori quota viene considerato l’assessorato che andrà al palermitano Roberto Lagalla.

Gli ultimi nodi da sciogliere riguardano l’Udc che avrà due posti e potrebbe puntare sul trapanese Mimmo Turano e sulla siracusana Costanza Castello. Ma qui le sorprese non sono escluse.


Se gli equilibri verranno confermati dalle scelte finali, Forza Italia avrà rinunciato a un assessore a favore degli autonomisti. È un modo con cui i forzisti provano a saldare la maggioranza per blindare l’elezione di Gianfranco Miccichè a presidente dell’Ars.

Restano però forti fibrillazioni all’interno del partito di Berlusconi dove gli esclusi mugugnano. E sperano di poter recuperare spazi proprio all’Ars nelle postazioni di vertice che verranno assegnate ai primi di dicembre.

Intanto i grillini vanno all’attacco e con Giancarlo Cancelleri segnalano che Musumeci sta impiegando per fare la giunta più tempo di quanto non ci abbia messo la Raggi a Roma. E questo, spiega Cancelleri, è solo per le liti di chi è a caccia di poltrone.

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Fonte: gds.it






MICCICHÈ TRATTA COL PD ALL'INSAPUTA DEL SEGRETARIO. RACITI E M5S CHIEDONO «UN DIALOGO ISTITUZIONALE»


LOREDANA PASSARELLO, SALVO CATALANO 28 NOVEMBRE 2017

POLITICA – Il commissario di Forza Italia ammette una trattativa personale con i dem. «Nessuno mi ha contattato, non ho niente da chiedere né da offrire», replica il numero uno dei dem in Sicilia Fausto Raciti. Dai pentastellati attacco ai ritardi di Musumeci sulla giunta. Rallentata proprio dalla spartizione delle cariche dell'Ars


Una trattativa c’è, che si chiami inciucio o sia solo un gioco tattico per ottenere la presidenza dell’Ars, si capirà nel tempo. Intanto il commissario di Forza Italia in Sicilia Gianfranco Miccichè, eletto nel listino di Musumeci, vuole a tutti i costi per sé lo scranno della presidenza e lo fa sapere pubblicamente. «Non c'è dubbio che per uno che vuole fare il presidente dell'Assemblea ci sono sempre franchi tiratori da fronteggiare. In questo caso, il M5s non dialoga e mi devo cercare i voti da un'altra parte», ha ammesso chiaramente Miccichè, parlando con i giornalisti all’Ars, dopo aver incontrato la squadra dei suoi parlamentari eletti alle ultime regionali.

L’ipotesi di inciucio con il Pd, che ambisce alle vicepresidenze, come si ipotizzava all’inizio è stata così rivelata dal commissario azzurro, l’obiettivo non sarebbe però solo quello di ottenere i posti di potere all’Ars per il Pd e la poltrona da numero uno per Forza Italia. Per entrambe le forze coinvolte sarebbe importante anche depotenziare il Movimento 5 stelle che con i suoi venti deputati costituisce un’opposizione granitica e capace di far mutare i giochi della maggioranza rapidamente, specie se in presenza di franchi tiratori. Più pericoloso sarebbe infatti lo schieramento pentastellato nel caso riuscisse a ottenere la guida di commissioni o posti nell’ufficio di presidenza, a cui in realtà avrebbe diritto come maggiore forza di opposizione. Ecco dunque che, piuttosto che affrontare l’appuntamento al buio del voto segreto al momento dell’elezione del presidente e dell’ufficio di presidenza, le forze politiche di maggioranza e opposizione si organizzano. 

«Devo fare una promessa, nessuno mi dà qualcosa per niente - ha detto Miccichè - se io chiedo cinque voti e mi chiedono quelli per i loro vicepresidenti, io che devo fare? Non è un'operazione politica, sto solo parlando con tantissima gente, la ritengo questa una normale attività, una trattativa. Ho solo chiesto ai partiti (di opposizione, ndr), legittimamente, se mi danno una mano e mi hanno risposto "se è possibile nel rispetto del nostro ruolo di opposizione, siamo disposti a darti una mano». 

Ma con chi parla Miccichè? Se da un lato i singoli neo deputati del Pd preferiscono non commentare, rimandando la palla al segretario regionale Fausto Raciti, quest'ultimo taglia corto: «Né Miccichè, né nessun altro mi ha chiamato - precisa a MeridioNews -, non so se qualcuno lo ha fatto con singoli deputati, ma sconsiglio a chiunque di provare a spaccare il Pd. Io non ho niente da offrire e niente da chiedere, le trattative personali non mi interessano, altra cosa è il dialogo istituzionale tra maggioranza e opposizione. E il governo dell'assemblea riguarda sia maggioranza che opposizione, ma deve essere la maggioranza a venire a bussare alla mia porta, non è mio compito cercare Miccichè».

Di dialogo istituzionale parla anche un'autorevole rappresentante del gruppo Cinque stelle all'Ars come Angela Foti. «Con Forza Italia c’è stata qualche interlocuzione informale - spiega la deputata acese -. Riteniamo però che la cosa si debba svolgere attraverso un dialogo istituzionale e non con il giro di telefonate tra amici. Assistiamo invece ad un teatrino deplorevole. Aspettiamo che si spengano questi fuochi di paglia, questo show mediatico, per passare ad un ragionamento serio». Apertura al dialogo, dunque, ma dure le critiche sulle posizioni della maggioranza: «Non mi stupisce affatto - prosegue Foti - che Miccichè dica alla stampa di intrattenersi in dialoghi con il Pd, sono due facce della stessa medaglia. Alcuni esponenti del Pd - dice, riferendosi al deputato catanese Luca Sammartino - sono dei virus del centrodestra infiltrati nelle sue maglie. Vorrei dire a Miccichè, prima di dare per scontate cose non vere, di sentire il suo presidente, non credo che Musumeci possa acconsentire ad uno sposalizio tra Forza Italia e Pd». 

Ieri anche Giancarlo Cancelleri è intervenuto, con un video sulla sua pagina Facebook, sul quadro politico degli ultimi giorni. Nessun riferimento alla trattativa Forza Italia-Pd. Un attacco diretto invece ai ritardi con cui Musumeci sta formando la giunta. «Sono passati 22 giorni dalla elezioni - fa notare - non c’è ancora uno straccio di giunta regionale, non se ne sa nulla. Un giorno sale un nome, un giorno un altro. È assolutamente incredibile. Ricordo che quando Virginia Raggi è stata eletta, dopo dieci giorni i quotidiani chiedevano il conto sulla sua giunta con insistenza, ed è stata massacrata mediatamente. Qui nessuno parla dei ritardi di Musumeci, mi piacerebbe che i giornali trattassero gli altri come trattano noi».

Intanto proprio i giochi per far sedere Miccichè sullo scranno più alto di Palazzo dei Normanni condizionano proprio la partita della giunta di governo. Sembra che Forza Italia abbia ceduto il quinto assessore agli autonomisti di Saverio Romano in cambio di garanzie sul voto in aula per la presidenza. Sarebbe infatti Roberto Di Mauro, designato prima come vicepresidente, a passare in giunta con Roberto Lagalla e Toto Cordaro eletti nelle liste Popolari e autonomisti. Tre i nomi certi di Forza Italia: Gaetano Armao, Marco Falcone e Bernadette Grasso. Il quarto, di cui non si sa il nome, potrebbe essere designato all’Agricoltura: «Non sarebbe un tecnico - ha detto Miccichè - ma sarebbe uno bravo».

Fonte: meridionews.it


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