31 dicembre 2019

MUSUMECI: "LAVORIAMO INSIEME AFFINCHÉ IL 2020 SIA L'ANNO DELLA SVOLTA"


Dal sito pti.regione.sicilia.it

Siciliani,
alla vigilia del nuovo anno sento di rivolgere a ciascuno di Voi, ovunque siate nel mondo, l'augurio più sincero di ogni bene, anche a nome del Governo regionale che da 24 mesi ho l'onore di guidare, per volontà popolare.
Quello che ci lasciamo alle spalle è stato un altro anno di duro lavoro, come impone del resto la difficile condizione di una Regione che da tanto tempo vive una crisi diffusa in quasi tutti i settori. Siamo in coda in molte classifiche nazionali e stiamo pesantemente pagando omissioni ed errori recenti e remoti, compiuti tanto a Palermo quanto a Roma.
Con quel passato -fatto non solo di ombre- abbiamo definitivamente chiuso. E il faticoso lavoro di questi primi due anni alla Regione comincia a dare alcuni incoraggianti risultati: il Pil sale più del previsto e l'occupazione è in lieve aumento; nell'ultimo trimestre si è rilevata la crescita del nostro export e l'industria delle costruzioni è in ripresa, grazie anche all'azione del Governo regionale che ha molto accelerato sulla spesa pubblica per investimenti, raddoppiando il numero di gare d'appalto rispetto al 2017. In centinaia di cantieri oggi si lavora nei Comuni dell'Isola con risorse messe a disposizione dalla Regione.
Sui fondi europei il mio Governo ha vinto la sfida per il secondo anno consecutivo, certificando oltre un miliardo e cento milioni di euro per infrastrutture, beni e servizi, a sostegno di migliaia di imprese siciliane, in tutti i settori economici.
Stiamo lentamente uscendo anche dalla emergenza rifiuti: la raccolta differenziata è passata dal 17 al 40 per cento, per l'impegno di tanti Sindaci e di milioni di cittadini, mentre il Governo regionale lavora per dotare l'Isola di altri impianti pubblici per il trattamento dei rifiuti e per rendere l'ambiente più sano e vivibile.
Ma siamo solo all'inizio della ripresa: lo squilibrio finanziario della Regione, accumulatosi in un quarto di secolo, ci impedisce di agire come vorremmo. Dopo anni di sprechi e festini, oggi impongono a noi di operare al bilancio pesanti tagli: risaneremo pure le finanze regionali ma non faremo mai gravare sulle fasce più deboli il peso di colpe altrui.
Al Governo nazionale, che ci ammette ad una rateizzazione decennale del disavanzo, chiediamo però più attenzione per la Sicilia: qui servono grandi infrastrutture, reti ferroviarie efficienti, autostrade sicure, strade statali e provinciali percorribili, procedure burocratiche snelle, tariffe aeree ridotte, prodotti petroliferi defiscalizzati, enti locali con risorse certe. La nostra Isola deve diventare un luogo in cui valga la pena di investire, con un ruolo non più periferico ma di centralità economica e culturale rispetto al bacino mediterraneo. Questo è l'ambizioso obiettivo per cui continueremo a lavorare nell'immediato futuro.
Ci vorranno ancora anni di duro e appassionato impegno da parte di tutti, neutralizzando la insidiosa illegalità ed il diffuso sentimento di rassegnazione che da secoli accompagna noi Siciliani. La strada è lunga ma l'abbiamo già imboccata.

Dio benedica la nostra Isola. E tanti auguri a ciascuno di Voi.

Nello Musumeci
Presidente della Regione Siciliana

Fonte: pti.regione.sicilia.it






SALVA SICILIA, ARMAO SI RIBELLA AI TAGLI: «NON ACCETTEREMO CURE DA CAVALLO»


Dal sito www.lasicilia.it

L'assessore regionale all'Economia: «Prima i nostri diritti». Bilancio provvisorio, verso una manovrina da 17 milioni

30/12/2019 - di Mario Barresi - Giuseppe Bianca
CATANIA - «Basta, adesso basta». Gaetano Armao non ci sta a fare lo scolaretto costretto a fare i compiti a casa per le vacanze imposti dal governo nazionale. Del resto, ieri, in una domenica sciolta fra un festivo e l’altro, le luci degli uffici di via Notarbartolo sono accese. Ma sul tavolo dell’assessore all’Economia c’è la priorità del bilancio provvisorio da far quadrare.
E gli «impegni di riequilibrio strutturale dalla parte corrente del bilancio» chiesti dal governo nazionale in cambio della spalmatura decennale di 2,2 miliardi di disavanzo della Regione?

Il decreto legislativo 158/2019 è stato pubblicato nella Gazzetta del 27 dicembre. Ma non è certo per questa circostanza che l’assessore all’Economia decide di rompere il ghiaccio: «Non accetteremo supinamente cure da cavallo, prima rivendichiamo i nostri diritti: lo Stato ci dia tutte le risorse che deve darci». La rivolta autonomista è anche legata alle indiscrezioni, riportate da La Sicilia, sulla “lista della spesa” che sarebbe già sul tavolo di Giuseppe Conte. Con una serie di diktat alla Regione, condivisi da esponenti governativi del M5S (oltre al viceministro Giancarlo Cancelleri anche il potente sottosegretario alla Presidenza, Riccardo Fraccaro) che spingono per il pugno duro nella trattativa dell’accordo previsto dal Salva Sicilia, con 90 giorni di tempo per mettere nero su bianco le riforme.

Il punto di partenza è l’accordo - «in gran parte disatteso», secondo i grillini - fra Stato e Regione del 2016: riduzione della spesa corrente del 3%, pesanti sforbiciate su partecipate e affitti per uffici regionali, stretta su burocrazia e soprattutto dirigenti. Il “bonus” aggiuntivo, su esplicita richiesta di Cancelleri, è adeguare il taglio dei vitalizi dell’Ars al modello nazionale.
Ma per Armao pensare oggi a un copia&incolla dell’intesa fra i governi di Renzi e Crocetta, è «un’enorme castroneria». E non perché voglia sottrarsi al patto d’onore sottoscritto il 23 dicembre. «I tagli alla spesa corrente li faremo perché vanno fatti, anche perché, nella Sicilia frontiera di un Sud abbandonato dallo Stato, diminuiscono le entrate». Dunque, quel -3% potrebbe pure diventare -5%, al netto di spese su cui non si può incidere. Ma «non in una dialettica fra bravoni e spreconi». E Armao aggiunge: «Sulle partecipate abbiamo già prodotto 800mila euro di risparmi, ma è l’ora di smetterla con la favola del costo di burocrazia e dirigenti. Gli ultimi dati dimostrano che la spesa è di gran lunga inferiore rispetto alle altre Regioni in paragone alle funzioni che lo Stato ci assegna».

È questa la ferita che brucia di più: «Bisogna garantire, a fronte di un’economia in crisi e dunque di trasferimenti in calo secondo accordi scellerati, la remunerazione di queste funzioni». E ciò, in attesa di «chiudere definitivamente le intese sull'autonomia finanziaria regionale» a febbraio, per il vicepresidente della Regione non può avvenire «in una dialettica bravoni contro spreconi», in cui Roma «tratti i siciliani da cittadini di serie B, con una degradazione, di taglio in taglio, dei diritti sociali». Il riferimento è al Lep (Livello essenziale delle prestazioni), con numeri «misurabili».

Intanto Armao sta limando il bilancio provvisorio, bussola finanziaria per almeno i primi due-tre mesi del 2020. Sarà una mini-manovra da 17 milioni per ridurre i disagi ad alcuni atterriti figli (lavoratori, enti e associazioni) di mamma-Regione. Oggi la giunta sarà chiamata di fatto a rimodulare una serie di voci che in sede di assestamento non è stato possibile toccare per la natura strettamente tecnica del documento. I soldi dovrebbero arrivare dai residui non utilizzati e non comporterebbero tagli di altra spesa. Dopo il primo accantonamento di 145 milioni, subordinato a una spalmatura del disavanzo sui 30 anni, la cifra da ripianare in tre anni è arrivata a 118 milioni: si libererebbero dunque 27 milioni.

Da parte di questo “tesoretto” la giunta proverà ad attingere per scongiurare due mesi d’asfissia per alcuni settori: dal trasporto pubblico locale ai teatri, dai parchi all’agricoltura (Corfilac, Esa e Consorzi di bonifica), fino ai precari delle partecipate. Nell’ultima giunta dell’anno c’è (un po’ più di) speranza per tutti.

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Fonte: www.lasicilia.it







PROVENZANO ANNUNCIA, CENTO MILIARDI AL SUD IN DIECI ANNI. IL BLOG: TUTTI QUANTI DOVETE SERIAMENTE PENSARE DI STABILIZZARE IL COMPARTO FORESTALE, PREVENENDO SOPRATTUTTO SIA IL DISSESTO IDROGEOLOGICO CHE GLI INCENDI


Dal sito qds.it

30 Dicembre 2019

Il Ministro, "D’ora in poi un terzo di tutti gli investimenti nazionali andrà al Meridione, in proporzione alla sua popolazione". Difendere il reddito di cittadinanza, ma eliminare alcune strutture
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Il Piano per il Sud da “cento miliardi in dieci anni sarà un’occasione anche per il Nord, l’Italia coesa è più forte”.

Lo ha dichiarato in un’intervista il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, aggiungendo che il Mezzogiorno “non è una terra dimenticata, ma la vera emergenza nazionale”.

“Ecco perché – ha sottolineato Provenzano – in manovra abbiamo trasformato il principio teorico del 34% in norma di legge valida ex ante, non come controllo a posteriori. D’ora in poi un terzo di tutti gli investimenti nazionali andrà al Sud, in proporzione alla sua popolazione”.

Il vincolo del 34% in legge di bilancio, ha continuato il ministro, porterà risorse aggiuntive al Sud per “almeno due miliardi, visto che sin qui la norma si traduceva in un mero monitoraggio ex post e si arrivava a un venti per cento di spesa ordinaria per investimenti al Sud. I fondi Ue sono stati sostitutivi di mancate risorse nazionali”.

Quanto al Piano, ha ricordato Provenzano, “sarà decennale con oltre cento miliardi di fondi Ue”.

“Nei primi tre anni – ha spiegato – realizzeremo le novità della legge di Bilancio. Negli altri sette attueremo meglio la programmazione europea. I soldi ci sono, ma bisogna metterli a terra e capire cosa farci”.
Ad esempio, ha spiegato, “riformiamo l’Agenzia per la coesione. La riportiamo alle origini, vicina ai territori per affiancare le amministrazioni in tutta la fase: dalla progettazione ai bandi, fino alla rendicontazione. E ci concentriamo su cinque direttrici di intervento: scuola, innovazione, infrastrutture, ambiente, Zone economiche speciali. Doteremo ogni Zes di un commissario: chi vuole investire al Sud deve sapere con chi parlare”.

Il ministro Provenzano ha parlato anche del reddito di cittadinanza.

“Quanti vogliono cancellarlo – ha detto – probabilmente non hanno mai parlato con chi mette insieme pranzo e cena grazie a quel sostegno. Ma la misura va profondamente rivista per correggerne le storture, coinvolgendo gli attori sociali, come l’Alleanza per la povertà, separando gli obiettivi di contrasto alla povertà e attivazione al lavoro. Il reddito da solo però non crea posti. Per quello servono gli investimenti”.

Finte: qds.it







IL 2019 DEI VIGILI DEL FUOCO DI PALERMO: UN ANNO IMPEGNATIVO, CIRCA 1.600 GLI INCENDI BOSCHIVI. IL BLOG: NOI AIB RICORDIAMO CON ORGOGLIO I RINGRAZIAMENTI PER IL LAVORO RISCHIOSO, RIUSCENDO A CONTENERE IL DANNO AMBIENTALE E CONTRIBUITO A SALVARE VITE UMANE E ABITAZIONI DA DISTRUZIONE CERTA


Dal sito www.adnkronos.com

30/12/2019
"Un anno impegnativo" con i vigili del fuoco alle prese con oltre 17.800 interventi, di cui più del 30 per cento per incendi (4.182), soprattutto boschivi (quasi 1.559), che sono divampati nei primi quindici giorni di agosto e, in particolare, la notte tra il 2 e il 3 agosto e quella tra il 7 e l'8 agosto. A essere presi di mira, però, non sono stati solo i boschi, un centinaio di interventi ha riguardato cumuli di rifiuti a cui ignoti hanno appiccato le fiamme, "fino a impedire in alcuni casi ai camion persino di scaricare nella discarica di Bellolampo". A tracciare il bilancio dell'anno che volge al termine è stato il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Palermo, Agatino Carrolo, in occasione del tradizionale incontro con la stampa per gli auguri.

"E' stato un anno impegnativo - ha detto -: incendi, incidenti stradali, nubifragi hanno tenuto impegnati i miei uomini. Quella degli incendi è stata un'emergenza che ha visto lavorare tutti interrottamente giorno e notte". Nella provincia di Palermo i vigili del fuoco vigilano su circa 5mila chilometri quadrati di terreno, buona parte dei quali ricoperti da boschi. "Le fiamme hanno circondato la provincia di Palermo: Monreale, Borgetto, Partinico, Corleone - ha sottolineato -. E gli interventi si sono protratti nel tempo, perché oltre allo spegnimento delle fiamme abbiamo dovuto effettuare anche la bonifica del territorio insieme al Corpo forestale della Regione". In particolare, dal primo gennaio scorso i vigili del fuoco hanno effettuato 17.806 interventi, di cui 4.182 per incendi, 1.545 per dissesto statico, 1.569 per soccorso a persone. E ancora 2.103 per l'apertura di porte e finestre, 462 per ascensori bloccati e 698 per fughe di gas, 117 per la ricerca di persone scomparse e 595 per alberi pericolanti. In 619 casi, invece, sono intervenuti in assistenza alle altre forze di polizia.

"Se non c'è il fuoco c'è l'acqua da governare e il maltempo ci ha tenuto parecchio impegnati", ha ricordato il comandante dei vigili del fuoco di Palermo, spiegando che "ogni volta che si manifesta una situazione meteo avversa come quella del giorno di Santa Lucia effettuiamo 300-400 interventi". In questi casi davanti a bombe d'acqua o a forti raffiche di vento che hanno raggiunto anche i 120 chilometri orari "il pericolo è dietro l'angolo: alberi divelti, cartelloni pubblicitari abbattuti, allagamenti, viabilità stradale in tilt". Ma l'anno che sta per concludersi ha visto anche i vigili del fuoco di Palermo vittime in due occasioni durante le operazioni di spegnimento di alcuni incendi a Brancaccio di una fitta sassaiola. Un episodio che il comandante ha duramente stigmatizzato. "Un gesto ignobile che ha lasciato tutti noi sgomenti e che va condannato con fermezza". Episodi che sono stati al centro dell'attenzione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. "E' stato deciso - ha sottolineato il comandante - che in condizioni particolari in cui potrebbe verificarsi una situazione analoga le forze di polizia assicureranno il loro pronto intervento a tutela dell'incolumità dei vigili del fuoco". Dopo i due episodi gli alunni di due classi della scuola elementare della direzione didattica Francesco Saverio Cavallari hanno portato ai vigili del fuoco la loro solidarietà.

Ma la conferenza stampa di fine anno è stata pure l'occasione per lanciare un allarme. "Un momento di festa rischia di trasformarsi in tragedia - ha concluso -. Durante l'ultima notte mediamente si effettuano dai 40 ai 50 interventi per principi di incendio provocati da un uso improprio dei botti. Il nostro centralino è intasato da decine di telefonate di cittadini che chiedono aiuto: un uso inconsapevole e maldestro di giochi pirotecnici può causare una vera e propria pioggia di fuoco che innesca roghi di auto, bidoni dell'immondizia, verande, sterpaglie con effetti devastanti".

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Fonte: www.adnkronos.com






Quì sotto la lettera con la quale l'Assessore regionale al territorio e all'ambiente On. Avv. Salvatore Cordaro e il Dirigente Generale del Comando del Corpo Forestale Dott. Filippo Principato esprimono il loro ringraziamento a tutto il personale stagionale addetto al servizio antincendio boschivo per la partecipazione alla campagna 2019.







PALERMO. ORDINANZA DI DIVIETO BOTTI DI CAPODANNO, PER L’UGL UN ATTO DI CIVILTÀ


Ricevo e pubblico
dal Giornalista Filippo Virzì
Ufficio Stampa UGL Sicilia - UGL/UTL Palermo

Botti di capodanno, il sindaco Orlando firma l'ordinanza di divieto, a  partire da domani e sino al primo gennaio 2020 saranno vietati su tutto il territorio comunale l'accensione, il lancio e sparo di fuochi d'artificio, mortaretti, petardi, bombette e oggetti similari.

“Apprendiamo con soddisfazione della  nota ufficiale  del Comune di Palermo  - dichiara Franco Fasola Segretario responsabile  dell’UGL di Palermo -  riguardante il divieto assoluto dei botti in città, siamo molto preoccupati per l’arrivo della novità del momento denominata  <<Quota 100>>, si tratta del nuovo e pericolosissimo petardo immesso sul mercato clandestino dei fuochi in vista della notte di San Silvestro, una trovata commerciale  per far aumentare le vendite”.

 “E’ un atto di civiltà  - gli fa seguito il Portavoce dell’UGL di Palermo,  Filippo Virzì -  che si intensifichino adesso i controlli sul territorio nei quartieri popolari ed in particolare nei mercati rionali”.






30 dicembre 2019

PALERMO. ACCREDITATO IL MESE DI NOVEMBRE PER I LAVORATORI DELLA MANUTENZIONE


Lavoratori forestali della manutenzione. Accreditata nei conti Unicredit la mensilità di Novembre. A seguire negli altri istituti di credito





LE VERIFICHE. REGIONE, I FONDI EUROPEI POTREBBERO ESSERE SALVI

Palazzo d'Orleans

Dal sito gds.it

30 Dicembre 2019
I fondi europei sarebbero salvi. Da una prima ricognizione completata sabato mattina sembrerebbe che, così come riporta Giacinto Pipitone in un articolo del Giornale di Sicilia in edicola, Palazzo d'Orleans abbia superato l'asticella dei 404 milioni, grazie agli ultimi investimenti fatti dagli assessorati alle Attività Produttive, che ha certificato 135 milioni di spesa nel solo mese di dicembre, e alle Infrastrutture, con il finanziamento di nuovi tratti di ferrovie e strade.

La Regione, dunque, si prepara alle verifiche di Bruxelles e occorrerà ancora un giorno per inviare tutti i documenti necessari a certificare la spesa. Domani la Regione chiuderà ufficialmente la questione cercando di evitare di restituire a all'Unione Europea i soldi non spesi.

L'articolo completo sul Giornale di Sicilia in edicola

© Riproduzione riservata

Fonte: gds.it





29 dicembre 2019

SICILIA, DIRIGENTI REGIONALI: VIA LIBERA AGLI AUMENTI. MA ALL'ORIZZONTE C'È LA ROTAZIONE. FINO A 209 EURO MENSILI IN PIÙ


Dal sito palermo.repubblica.it

di GIUSI SPICA - Dicembre 2019
Fino a 209 euro mensili in più.  Ora la trattativa è nelle mani dei sindacati convocati lunedì prossimo per la firma
Il Natale è arrivato — in ritardo — anche per i 1.630 dirigenti regionali di assessorati, enti controllati e uffici di gabinetto: dopo quattro anni di stallo, l’Aran — l’agenzia per la rappresentanza negoziale della Regione siciliana — ha messo nero su bianco la nuova bozza di accordo che prevede aumenti in busta paga fino a 209 euro mensili. Aumenti retroattivi a partire dal 2016. Così, dopo aver distribuito 48 milioni di euro fra premi di rendimento, straordinari e progressionidi carriera per i regionali con profili inferiori, il governo Musumeci pensa ai vertici della piramide amministrativa, mettendo sul tappeto 8,8 milioni di euro. Scatti che — come avrebbe confidato il governatore ai suoi più stretti collaboratori — preludono a una nuova mini-rotazione dei dirigenti generali di alcuni assessorati-chiave.

Secondo rumors, a rischio potrebbe essere l’incarico di Dario Tornabene, dirigente generale della Programmazione all’assessorato all’Economia, cui compete — fra l’altro — la gestione dei fondi europei. Ma bisognerà attendere la verifica dei risultati: il 31 dicembre è la deadline per la certificazione dei fondi europei. In ballo c’è anche la direzione generale dell’assessorato alla Famiglia, attualmente ricoperta ad interim da Letizia Diliberti, che è di ruolo al Dipartimento attività sanitarie ed osservatorio epidemiologico: potrebbe restare alla Famiglia e lasciare libera la casella della sanità. Il bilancio dell’attività degli assessorati sarà uno dei criteri cui il governatore si ispirerà per la mini-rotazione. Ma non l’unico.

Secondo fonti interne, infatti, la partita dei dirigenti generali è strettamente connessa a quella del rimpasto in giunta e ai nuovi equilibri all’Ars delle forze di maggioranza. Il governatore ha già fatto sapere — durante l’incontro con la stampa per lo scambio degli auguri natalizi — che una revisione della squadra di governo non avverrà prima di maggio-giugno, ovvero a metà esatta della legislatura. E prima di redistribuire gli incarichi di sottogoverno bisognerà tenere conto anche della forza di gruppi come quello di Fratelli d’Italia che già conta 5 membri all’Ars, e della possibile nascita di un gruppo della Lega.

Al di là delle manovre di palazzo che preoccupano i dirigenti generali, la buona notizia è lo sblocco della trattativa all’Aran. Ieri, durante un vertice convocato per discutere di altre questioni, l’Agenzia guidata dall’avvocato Accursio Gallo ha presentato a sorpresa ai sindacati una bozza di accordo per il rinnovo del contratto della dirigenza, al palo dal 2015. Il nuovo contratto si applicherebbe a 1.630 dirigenti che oggi percepiscono una retribuzione media di 78.420 euro (fra stipendio tabellare, parte fissa, parte variabile e indennità di risultato) e avrebbe valore retroattivo per il triennio 2016-2018. L’incremento medio pro-capite è di 21 euro al mese per il 2016, 65 euro per il 2017 e 209 euro per il 2018.

Ma c’è una differenza fra dirigenti semplici (180 euro al mese nel 2018) e i 28 dirigenti generali (221 euro mensili). In caso di via libera, i soldi degli arretrati verranno stanziati in un’unica soluzione, dopo una serie di passaggi tecnici. Inoltre ai dirigenti spetterà una indennità di vacanza contrattuale per il triennio di 1.748 euro a testa.

Ora la palla passa ai sindacati, convocati lunedì prossimo per la firma: «Questa è la proposta finale dell’Aran — dicono Angelo Lo Curto e Giuseppe Badagliacca del Siad Cisal — e su questo valuteremo l’ipotesi di contratto».

Fonte: palermo.repubblica.it






ARS, OK ASSESTAMENTO BILANCIO E RENDICONTO. FOTI NUOVO VICEPRESIDENTE. L’ASSESTAMENTO DI BILANCIO COMPORTA TAGLI DI SPESA ‘DAPPERTUTTO‘. TRA LE LE VOCI PIÙ CORPOSE I 6,4 MILIONI DI EURO DA DESTINARE AGLI INTERVENTI SUI BOSCHI SICILIANI E 650 MILA EURO PER LA PREVENZIONE DEGLI INCENDI


Dal sito www.ilsicilia.it

M5S 'SPACCATO' PER LA NUOVA NOMINA

di Maurizio Zoppi - 28 Dicembre 2019
Un weekend anomalo, in prossimità del capodanno per i deputati regionali, che oggi hanno approvato il rendiconto del 2018 e l’assestamento di bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2019. La parola d’ordine dei lavori d’Aula è stata: taglio di spesa. Dopo il buco economico accertato dalla Corte dei Conti, il governo Musumeci ha ‘raschiato il barile’ per riuscire a trovare ‘una quadra‘ in merito alle leggi finanziarie.

Con 26 voti a favore i gruppi parlamentari di Sala d’Ercole hanno approvato il rendiconto del 2018. Era presente in Aula anche il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci. Su 134 enti solo meno della metà hanno presentato i documenti contabili che  permettono di controllare le loro finanze. Prima del voto il vice presidente della Regione Gaetano Armao ha annunciato linea dura contro gli amministratori degli enti che non hanno approvato i bilanci relativi all’esercizio dello scorso anno. “La giunta regionale – ha assicurato Armao – è disponibile ad avviare le procedure per la decadenza degli amministratori che non hanno approvato i bilanci“.

Approvato anche l’assestamento di bilancio – con 31 voti favorevoli – ma non sono mancati i mal di pancia da parte dell’opposizione, fatta essenzialmente dal Pd e dal Movimento 5 stelle.

Il sì al ddl arriva grazie anche alla decisione del presidente dell’Assemblea Gianfranco Miccichè di dichiarare inammissibile la ventina di emendamenti presentati. Passa una sola modifica, quella che proroga il contratto dei lavoratori Asu per tutto il 2020. Proprio sugli Asu si ritiene soddisfatto il deputato regionale dell Udc Danilo Lo Giudice che afferma: “La proroga al 31 dicembre 2020 per i lavoratori socialmente utili, benché giunta in calcio d’angolo, salva i 5200 Asu della nostra regione. Sarebbe stato assurdo, dopo aver approvato ad ottobre la norma per la fuoriuscita dei lavoratori Asu dalle cooperative, ritrovarsi il primo gennaio senza le risorse per la prosecuzione delle attività svolte dagli stessi. Adesso bisognerà avviare quel percorso virtuoso che potrà finalmente dare una risposta concreta e dignitosa a questi lavoratori”.

L’assestamento di bilancio comporta come già scritto, tagli di spesa ‘dappertutto‘. Le voci più corpose sono i 7,5 milioni cancellati dal fondo per far uscire dal precariato i ‘contrattisti’ degli enti locali, i 6,4 da destinare agli interventi sui boschi siciliani e il milione e 666mila euro del fondo per il percorso di stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili. Tagli dal valore di 922mila euro per la proroga dei contratti nei consorzi di bonifica. 650mila euro per la prevenzione degli incendi. Cancellati anche 321mila euro per l’antiracket, 198mila euro per le adozioni internazionali, 110mila per i consultori e tante altre voci. Il testo esegue dei tagli anche all’Irfis (10 milioni cancellati dal 2019, 20 dal 2020 e 23 dall’anno successivo), facendo sparire allo stesso tempo i 53 milioni che invece l’istituto avrebbe dovuto versare alla Regione.

Numerosi gli interventi dallo scranno di Palazzo dei Normanni da parte dei deputati dell’opposizione. Come quello di Nuccio Di Paola (M5S) che ha chiesto le dimissioni dell’assessore al Bilancio Gaetano Armao. Contrari al voto per l’assestamento di bilancio tutto il gruppo parlamentare del Pd. “Abbiamo votato contro un assestamento di Bilancio che ha messo in evidenza tutti i gravi errori contabili, finanziari ed amministrativi  del governo Musumeci.  Si continua ad andare avanti a tentoni, senza una strategia ne un indirizzo politico. Se non fosse stato per il senso di responsabilità del governo nazionale, che pochi giorni fa ha permesso la spalmatura del disavanzo, oggi avremmo una Regione ad un passo dal fallimento. Abbiamo inoltre espresso la nostra più ferma contrarietà alla scelta del governo di non utilizzare i 27 milioni di euro inizialmente accantonati, dando così un ulteriore colpo a diversi settori a cominciare dal mondo dell’agricoltura, del lavoro, della cultura e dello sport”.

Una voce fuori dal coro dal suo gruppo parlamentare è quella del deputato dell’Udc Vincenzo Figuccia. “Non voterò né il rendiconto né l’assestamento di bilancio esitati dalla seconda commissione e pronti per essere incardinati in aula. I documenti contabili in questione, aprono nuovamente alla logica dell’indebitamento delle giovani generazioni, si esauriscono in fattispecie futili e reiterano una certa spregiudicatezza di taluni che dopo aver abbondato nelle spese pazze e inutili, annunciano rigore e austerity. Nulla si dice o si fa per avviare i tanto attesi e conclamati concorsi regionali, espletare la stabilizzazione e la ricollocazione dei precari, in particolare dei Pip, degli Asu, dei licenziati della formazione professionale e degli stagionali della forestale. Bisogna intentare ricette capaci di generare shock nell’economia regionale, rilanciando turismo e agroalimentare. Purtroppo, quella dei documenti contabili rischia di diventare come è accaduto finora, una farsa dietro la quale si celano microinteressi e una politica povera e meschina che guarda ad accontentare pochi privilegiati. Bisogna trovare il coraggio di rinunciare a quest’impostazione e invertire la rotta. Non intendo contribuire a perpetuare il debito che ogni Siciliano continua a contare con lo Stato sin dalla nascita”.

Colpo di scena da parte del movimento 5 stelle che si è nettamente ‘spaccato‘ durante il voto del nuovo vicepresidente dell’Ars  che va a succedere a Giancarlo Cancelleri nominato qualche tempo fa, vice ministro nel governo Conte bis.

Con 31 voti è stata eletta Angela Foti deputata del M5s, conteo i 28 voti andati a Francesco Cappello dello stesso gruppo parlamentare. Un solo voto per il deputato del Pd Nello Dipasquale.

Per l’elaborazione dell’esercizio provvisorio è tutto rinviato ai primi di gennaio. Lunedì il documento arriverà alla commissione bilancio e poi potrà essere votato dall’Ars.

Fonte: www.ilsicilia.it





28 dicembre 2019

REGIONE, ANCHE MUSUMECI SI ARRENDE: "ESERCIZIO PROVVISORIO? L'ARS LO DISCUTERÀ A GENNAIO". INTANTO ARRIVA IL DISEGNO DI LEGGE GOVERNATIVO DI ASSESTAMENTO, CHE CONTIENE ANCHE 6,4 MLN DA DESTINARE AGLI INTERVENTI SUI BOSCHI SICILIANI E 650 MILA EURO PER LA PREVENZIONE DEGLI INCENDI


Sal sito palermo.repubblica.it

Il governatore si arrende alle tensioni nella sua stessa maggioranza: si va verso la spesa contingentata. "Ma l'anno prossimo niente collegati". L'assestamento di bilancio verso l'approvazione veloce

di CLAUDIO REALE - 28 dicembre 2019
Adesso anche Nello Musumeci si arrende. E rinvia tutto ai primi giorni di gennaio, quando l’Ars potrà votare l’esercizio provvisorio. Dopo l’accordo con lo Stato sullo “spalma-debiti” la maggioranza va in tilt sull’esercizio provvisorio: ieri sera l’esecutivo guidato da Nello Musumeci ha discusso fino a tarda ora sulla legge cioè che permette di sbloccare una parte della spesa 2020 senza varare una vera manovra.

Il punto è che molti capitoli di spesa sono rimasti a zero euro dopo le correzioni di quest’anno: il governo, che ha raggiunto un accordo di massima sulla durata di due mesi per l’esercizio provvisorio, ha discusso per ore su quali voci rimpinguare, per non scontentare le esigenze degli assessori e anche per non lasciare senza soldi precari e teatri come il Bellini di Catania. Con un epilogo sul quale ha messo la faccia lo stesso presidente della Regione: “Con la parifica arrivata il 13 dicembre - osserva Musumeci - gli uffici finanziari hanno avuto appena sette giorni lavorativi per approntare tutti gli strumenti finanziari necessari. Entro giorno 31 l'esercizio provvisorio arriverà all'Ars che potrà esaminarlo già ai primi dell'anno nuovo”. Secondo Musumeci “le direttive prevedono la garanzia del pagamento di tutti gli stipendi e la applicazione di apposite formule per il recupero di eventuali mensilità di stipendi pregressi”.

All’Ars, intanto, si ragiona sui soldi da trovare. In ballo ci sono dieci milioni: fra gli altri si tratta dei fondi per garantire gli stipendi al personale Resais, quelli per l’Esa, i finanziamenti per il museo Mandralisca di Cefalù e i fondi per il Bellini di Catania e il Vittorio Emanuele di Messina. Senza l’approvazione dell’esercizio provvisorio entro fine anno si va in “gestione provvisoria”, una formula di limitazione della spesa alle sole uscite essenziali che la Regione ha già sperimentato due volte, l’ultima delle quali all’inizio di quest’anno.
Il remake del 2019, però, secondo Musumeci si limiterà solo alla gestione provvisoria, che pure il presidente non evoca esplicitamente. Niente collegati, insomma: “Entro gennaio – assicura il governatore - la giunta licenzierà anche i disegni di legge del bilancio definitivo e di stabilità, senza più alcun collegato. La Regione, così, potrebbe avere i suoi strumenti contabili operativi già a febbraio, per evitare agli enti locali di dovere attendere fino al mese di maggio, com'era triste prassi nel passato”.

Oggi, intanto, arriva in aula l’assestamento. Una correzione che gli uffici dell’Ars descrivono come una mera operazione formale: “Il disegno di legge governativo di assestamento – si legge nella relazione della commissione Bilancio - contiene prescrizioni di natura esclusivamente tecnica”. Eccole, dunque: le voci più corpose sono i 7,5 milioni cancellati dal fondo per far uscire dal precariato i contrattisti degli enti locali, i 6,4 da destinare agli interventi sui boschi siciliani e il milione e 666mila euro del fondo per il percorso di stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili, ma i capitoli colpiti dalle “riduzioni delle autorizzazioni di spesa” sono tantissimi, dai 922mila euro per la proroga dei contratti nei consorzi di bonifica ai 650mila euro per la prevenzione degli incendi. Cancellati anche 321mila euro per l’antiracket, 198mila per le adozioni internazionali, 110mila per i consultori e decine di altre voci. Il testo, poi, aggredisce con la scure i fondi per ripatrimonializzare l’Irfis (10 milioni cancellati dal 2019, 20 dal 2020 e 23 dall’anno successivo), facendo sparire allo stesso tempo i 53 milioni che invece l’istituto avrebbe dovuto versare alla Regione. Per queste norme il percorso dovrebbe essere abbastanza veloce: all’Ars si prevedono tempi brevi per gli emendamenti e un’approvazione che potrebbe arrivare anche in giornata. Una tregua. Che precede, come spesso accade, una tempesta.

Fonte: palermo.repubblica.it






PALAZZO D'ORLEANS. LA REGIONE VERSO L'ESERCIZIO PROVVISORIO DI DUE MESI: ALL'ARS A GENNAIO. LE DIRETTIVE PREVEDONO LA GARANZIA DEL PAGAMENTO DI TUTTI GLI STIPENDI E L'APPLICAZIONE DI APPOSITE FORMULE PER IL RECUPERO DI EVENTUALI MENSILITÀ DI STIPENDI PREGRESSI

Nello Musumeci e Gaetano Armao

Dal sito gds.it

28 Dicembre 2019
La giunta si prepara all'esercizio provvisorio di due mesi. Le direttive, come si legge in una nota, prevedono la garanzia del pagamento di tutti gli stipendi e l'applicazione di apposite formule per il recupero di eventuali mensilità di stipendi pregressi. Con la seduta di ieri sera, infatti, il governo Musumeci ha dato agli uffici finanziari le linee-guida per l'elaborazione dell'esercizio provvisorio, che verrà approvato a Palazzo Orleans entro fine anno.

Intanto, dopo la firma del capo dello Stato, la Gazzetta ufficiale della Repubblica ha pubblicato il decreto legislativo che autorizza la Regione Siciliana al ripiano in dieci anni del disavanzo 2018. La norma consente oggi di approvare l'assestamento, in linea con le risultanze della parifica, oltre che alleggerire il ripiano del disavanzo nel 2020, '21 e '22. La legge è stata incardinata all'Ars e sarà discussa nel pomeriggio.

"Con la parifica arrivata il 13 dicembre - osserva il presidente della Regione - gli uffici finanziari hanno avuto appena sette giorni lavorativi per approntare tutti gli strumenti necessari: ci sono riusciti. Li ringrazio di cuore per il particolare impegno che stanno profondendo, anche in queste ore. Per le stesse ragioni voglio esprimere apprezzamento al presidente dell'Ars, Gianfranco Miccichè, al presidente della commissione Bilancio Riccardo Savona e ai deputati componenti.
Entro il 31 dicembre l'esercizio provvisorio, limitato a soli due mesi, arriverà all'Ars che potrà esaminarlo già ai primi dell'anno nuovo. Entro gennaio, comunque, la Giunta licenzierà anche i disegni di legge del bilancio definitivo e di Stabilità, senza più alcun collegato".
"La Regione, così, potrebbe avere i suoi strumenti contabili operativi già a febbraio, per evitare agli enti locali di dovere attendere fino al mese di maggio, com'era triste prassi nel passato", conclude il governatore.

© Riproduzione riservata

Fonte: gds.it





ARS, FIGUCCIA: "NON VOTERÒ RENDICONTO E ASSESTAMENTO DI BILANCIO". NULLA SI DICE PER LA STABILIZZAZIONE DEI LAVORATORI FORESTALI E DELLE ALTRE CATEGORIE


Ricevo e pubblico
dall'On. Figuccia

"Non voterò né il rendiconto né l'assestamento di bilancio esitati dalla seconda commissione e pronti per essere incardinati in aula. I documenti contabili in questione, aprono nuovamente alla logica dell'indebitamento delle giovani generazioni, si esauriscono in fattispecie futili e reiterano una certa spregiudicatezza di taluni che dopo aver abbondato nelle spese pazze e inutili, annunciano rigore e austerity. Nulla si dice o si fa per avviare i tanto attesi e conclamati concorsi regionali, espletare la stabilizzazione e la ricollocazione dei precari, in particolare dei Pip, degli Asu, dei licenziati della formazione professionale e degli stagionali della forestale. Bisogna intentare ricette capaci di generare shock nell'economia regionale, rilanciando turismo e agroalimentare. Purtroppo, quella dei documenti contabili rischia di diventare come è accaduto finora, una farsa dietro la quale si celano microinteressi e una politica povera e meschina che guarda ad accontentare pochi privilegiati. Bisogna trovare il coraggio di rinunciare a quest'impostazione e invertire la rotta". 
Non intendo contribuire a perpetuare il debito che ogni Siciliano continua a contare con lo Stato sin dalla nascita.






IL PRESIDENTE DEL COMITATO CONSULTIVO INAIL PALERMO, MICHELANGELO INGRASSIA: SUGLI INFORTUNI VA CAMBIATA L'IDEA DI LAVORO





ARS. DISAVANZO, COME SI COPRIRÀ IL BUCO DEI 7 MILIARDI, UNO È DI MUSUMECI


Dal sito livesicilia.it

di Accursio Sabella
La commissione bilancio ha approvato l’assestamento. Domani approderà in Aula. Cosa contiene.

Il mega disavanzo della Regione siciliana ha radici certamente antiche. Ma il governo attuale non è esente da responsabilità. Dei 7 miliardi di “buco”, un miliardo è spuntato nel solo esercizio finanziario del 2018. Il dato è messo nero su bianco nell’assestamento di bilancio che la seconda commissione dell’Ars ha approvato questo pomeriggio. Una legge con la quale si fa il punto sulla somma da recuperare, sull’origine della voragine e anche sulle modalità del recupero. Cioè le rate che i siciliani dovranno pagare a volte per oltre un quarto di secolo. L’assestamento prende atto da un lato dei rilievi mossi dalla Corte dei conti in sede di giudizio di parifica, dall’altro del via libera del governo giallorosso alla spalmatura di parte di quel disavanzo in dieci anni.

Come proverà allora la Sicilia a recuperare questo disavanzo, tra spalmature già compiute e altre da autorizzare con questa legge? Intanto bisogna partire dal dato complessivo. Il disavanzo della Regione, al 31 dicembre 2018 è di oltre 7,3 miliardi di euro. Come è nato questo “buco”? Oltre 1,3 miliardi è frutto dell’esercizio finanziario 2014 (governo Crocetta). Più di 4,7 miliardi invece sono saltati fuori dopo il riaccertamento straordinario dei residui portato avanti dall’allora assessore all’Economia Alessandro Baccei: una operazione verità per il governo Crocetta, una manovra azzardata secondo gli oppositori. Circa 187 milioni invece derivano dall’esercizio finanziario 2017, quasi del tutto imputabile quindi al governo precedente (Musumeci si insedia solo nel dicembre di quell’anno). Così siamo a oltre sei miliardi. Come si arriva ai 7 complessivi? Lo dice la stessa legge di assestamento: un miliardo infatti è “relativo al disavanzo derivante dalla gestione dell’esercizio 2018”. Cioè in piena era Musumeci. E del resto, nel corso della Parifica la Corte dei conti aveva “bacchettato” l’esecutivo proprio su questo punto: non solo non aveva proceduto col ripiano del disavanzo, ma ne aveva creato anche di nuovo.

E così, se sei miliardi sono il frutto dei “trent’anni di malapolitica”, un miliardo è più strettamente legato all’attualità. Come verrà ripianato a partire dall’esercizio finanziario 2019? Il disavanzo relativo al 2014 in altre 16 rate da 57 milioni e in dieci rate da 42 milioni; la fetta più grande da oltre 4,7 miliardi verrà coperta con 26 rate da 164 milioni l’anno e con dieci rate da 49 milioni; con 30 rate da 6 milioni verrà coperto il disavanzo del 2017; in altre dieci rate da 102 milioni il disavanzo dell’esercizio finanziario 2018. Oltre 400 milioni di rate solo per l’anno che verrà.

 "Finalmente – ha commentato il presidente della commissione Bilancio, Riccardo Savona - si è intrapreso un percorso di chiarezza nei confronti di tutti i siciliani e grazie al lavoro del Governo regionale, degli uffici e della commissione di appartenenza dopo una attenta valutazione dei dati trasmessi si è approvato il ddl su rendicontazione e assestamento, un provvedimento molto asciutto e rigido che farà ripartire la nostra regione ed ha evitato conseguenze nefaste per le categorie più deboli dei siciliani".

Ma le opposizioni già guardano oltre. “A tre giorni dalla fine dell'anno – affermano i deputati M5S all'Ars, componenti della commissione Bilancio, Luigi Sunseri, Sergio Tancredi e Stefano Zito, a conclusione della seduta di oggi della seconda commissione di palazzo dei Normanni – attendiamo ancora il bilancio provvisorio, auspichiamo che si pigi pesantemente sull'acceleratore per farlo arrivare in tempi brevi all'Ars per darci la possibilità di valutarlo e votarlo, visto che non è tollerabile che la Sicilia resti ancora senza bilancio, ancorché provvisorio. Oltre che veloce ci aspettiamo che sia snello e pulito, senza richieste assurde da parte degli assessori. Sin da ora, comunque, non possiamo fare a meno di esprimere grande preoccupazione per i tanti capitoli azzerati nel bilancio di previsione 2019-2021 relativamente al 2020”.
27 Dicembre 2019

Fonte: livesicilia.it









ADRANO, GIOCATTOLI E ABBRACCI A BIMBI RICOVERATI. I FORESTALI DONANO UN SORRISO

La Sicilia





ASSESTAMENTO BILANCIO E RENDICONTO, ARRIVA L’OK IN COMMISSIONE E LA PAROLA ADESSO PASSA ALL’ARS. IL PROVVEDIMENTO


Dal sito www.blogsicilia.it

27/12/2019
“Finalmente si è intrapreso un percorso di chiarezza nei confronti di tutti i siciliani e grazie al lavoro del Governo regionale, degli uffici e della commissione di appartenenza dopo una attenta valutazione dei dati trasmessi si è approvato il ddl su rendicontazione e assestamento, un provvedimento molto asciutto e rigido che farà ripartire la nostra Regione ed ha evitato conseguenze nefaste per le categorie più deboli dei siciliani”. Lo dice Riccardo Savona, presidente della commissione Bilancio dopo l’ok a rendiconto e assestamento.

“C’è un iter delineato – aggiunge – dopo gli accordi con il governo centrale per il risanamento della finanza pubblica, anche per questioni che partono da molto lontano, adesso, superato il passaggio dell’Aula, si lavorerà per una politica che persegua il rigore ma al contempo che apra a un percorso che vede margini per lo sviluppo e gli investimenti del territorio siciliano attraverso una sana collaborazione con tutti gli enti collegati alla Regione e che si possa tracciare un percorso politico e di governo di ampio respiro e senza ulteriori problematiche finanziarie”.

“Ok dalla commissione Bilancio all’assestamento di bilancio 2019, si acceleri ora su quello provvisorio, sia veloce e snello”.

Lo affermano i deputati M5S all’Ars, componenti della commissione Bilancio, Luigi Sunseri, Sergio Tancredi e Stefano Zito, a conclusione della seduta di oggi della seconda commissione di palazzo dei Normanni.

“A tre giorni dalla fine dell’anno – dicono i deputati – attendiamo ancora il bilancio provvisorio, auspichiamo che si pigi pesantemente sull’accelleratore per farlo arrivare in tempi brevi all’Ars per darci la possibilità di valutarlo e votarlo, visto che non è tollerabile che la Sicilia resti ancora senza bilancio, ancorché provvisorio. Oltre che veloce ci aspettiamo che sia snello e pulito, senza richieste assurde da parte degli assessori. Sin da ora, comunque, non possiamo fare a meno di esprimere grande preoccupazione per i tanti capitoli azzerati nel bilancio di previsione 2019-2021 relativamente al 2020”.


Regione senza soldi, economia siciliana in discesa nel 2019, peggiorano anche le stime per il 2020

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Fonte: www.blogsicilia.it






27 dicembre 2019

MIGLIORANO LE CONDIZIONI DI ANTONINO INGALISO, L'ASPI DI SORTINO TRAVOLTO DA UN’AUTO MENTRE SPEGNEVA UN INCENDIO. SI TROVA ANCORA RICOVERATO PRESSO L'OSPEDALE DI CEFALU'


di Michele Mogavero
Per il giorno di Natale, grazie ad un mio collega di Gratteri ho avuto il piacere e l'onore di conoscere presso la struttura ospedaliera di Cefalù, Antonino Ingaliso, Aspi di Sortino (SR) rimasto gravemente ferito durante le operazioni di spegnimento di un incendio presso la SS 114 Siracusa – Augusta. Da quel giorno nessuno ne ha parlato più, ma oggi il Blog, parlando direttamente con lo sfortunato collega, prepotentemente ritorna sull'argomento perchè questo incidente probabilmente poteva anche essere evitato.

Era il 14 settembre 2019 quando Antonino si trovava in servizio insieme alla squadra "Sortino 28" e veniva travolto da un’auto nonostante avesse indossato il DPISe però la stradain concomitanza con le operazioni di spegnimento fosse stata chiusa al traffico, oggi sicuramente avrebbe festeggiato il Santo Natale a casa sua con i suoi cari.

Ricordiamo che era stato trasportato in condizioni gravissime con l'elisoccorso presso l’ospedale Cannizzaro di Catania. Poi successivamente era stato trasferito presso l'Ospedale Giglio di Cefalù dove è rimasto in coma per diverse settimane. Si trova sempre ricoverato presso il reparto di lunga degenza, fortunatamente è fuori pericolo, migliora di giorno in giorno e sta pian piano recuperando tutte le forze necessarie per poter uscire dall'ospedale. 

Anche il Capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, aveva espresso vicinanza a lui e alla sua famiglia, augurandogli una pronta guarigione
Le indagini per accertare l'esatta dinamica e le cause dell'incidente sono affidate ai carabinieri.

Dal profondo del cuore ti auguriamo una pronta guarigione affinchè nella prossima campagna antincendio potrai ritornare in servizio con i tuoi colleghi.
A presto...



Leggi anche:
Operaio forestale investito mentre spegne incendio ad Augusta. Messaggio vicinanza del Capo Dipartimento Protezione Civile. Auguri di una pronta guarigione da parte del Blog






STATO DI CALAMITÀ PER LE ALLUVIONI DI NOVEMBRE IN SICILIA, LA GIUNTA MUSUMECI CHIEDE NUOVO INTERVENTO ROMANO. ANCORA IN CORSO LA STIMA DEI DANNI


Dal sito www.blogsicilia.it

26/12/2019
Così come successo in occasione degli eventi meteorologici particolarmente avversi registratisi negli scorsi mesi di settembre e ottobre, anche per le alluvioni che si sono abbattute sulla Sicilia a novembre, il governo Musumeci ha deciso di dichiarare lo stato di calamità e di avanzare conseguentemente all’esecutivo centrale la richiesta dello stato d’emergenza che consentirà di ottenere le risorse necessarie a riparare i danni subiti e a mettere in sicurezza i territori.

In particolare – così come accertato dal dipartimento della Protezione civile della presidenza della Regione Siciliana – le zone sulle quali si sono abbattute trombe d’aria e forti temporali che hanno provocato allagamenti in aree urbane, frane, esondazioni di corsi d’acqua, crolli di infrastrutture e di alberi e interruzioni nei collegamenti stradali e ferroviari, sono quelle dell’Agrigentino (oltre al capoluogo, Cammarata, Licata, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Racalmuto e Ribera), del Nisseno (Niscemi e Sutera), del Catanese (Catania, Ramacca, Caltagirone), dell’Ennese (Agira, Assoro e Regalbuto), del Messinese (Gioiosa Marea, Lipari, Furci Siculo, Messina, Montalbano Elicona e Scaletta Zanclea), del Ragusano (la città di Ragusa, Comiso, Giarratana e Modica) e, infine, del Siracusano (Palazzolo Acreide).

“La stima dei danni – afferma il governatore Nello Musumeci – è ancora in corso, anche perchè si attendono le valutazioni definitive da parte delle amministrazioni locali. Ma c’è l’assoluta esigenza di ripristinare ovunque condizioni che consentano un ritorno alla normalità, eliminando ogni ulteriore situazione di rischio per le popolazioni. Si tratta di aree particolarmente vulnerabili per le quali non vanno lesinate risorse: gli interventi dovranno essere tempestivi e, soprattutto, risolutivi”.

Tecnicamente, la giunta di Palazzo Orleans ha chiesto per i nuovi territori colpiti l’estensione della dichiarazione dello stato di calamità deliberata lo scorso primo novembre, sollecitando la relativa dichiarazione dello stato di emergenza alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Danni da maltempo, Musumeci a Conte, “Roma garantisca giusta attenzione alla Sicilia

”Di Maio in Sicilia nei luoghi colpiti dal maltempo “Sono venuto per chiedere scusa a nome dello Stato”


Fonte: www.blogsicilia.it






26 dicembre 2019

DAL FONDO CRESCI AL SUD ALLA 'NUOVA SABATINI'. MANOVRA ECONOMICA, TUTTE LE NORME PER IL SUD E PER LA SICILIA


Dal sito www.ilsicilia.it

di Manlio Melluso - 25 Dicembre 2019
Gli italiani hanno trovato sotto l’albero la Manovra economica, varata dal governo e approvata dal Parlamento prima della pausa per le festività. Ma quali sono le misure che più influiscono sul Mezzogiorno e, in particolare, sulla Sicilia? Ecco una breve rassegna delle principali misure.

Nasce il fondo Cresci al Sud, a sostegno della competitività e della crescita dimensionale delle piccole e medie imprese aventi sede legale e attività produttiva nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Il Fondo avrà una durata di dodici anni e la sua dotazione iniziale sarà a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione.

Un’altra norma autorizzata una spesa di 1,13 milioni nel 2020 e 3,4 annui dal 2021, per l’immissione in ruolo di ulteriori unità che hanno superato la procedura di stabilizzazione avviata per i lavoratori titolari di contratti attivati dall’ufficio scolastico provinciale di Palermo. La norma si è resa necessaria a seguito del subentro dello Stato nei compiti degli enti locali, e prorogati ininterrottamente, per lo svolgimento di funzioni corrispondenti a quelle di collaboratore scolastico. Previsto anche un incremento dell organico dei collaboratori scolastici nella regione Sicilia.

Infine, ok al rifinanziamento di 105 milioni per il 2020, di 97 milioni per ciascuno degli anni dal 2021 al 2024 e di 47 milioni per il 2025 della cosiddetta Nuova Sabatini, misura di sostegno volta alla concessione – alle micro, piccole e medie imprese – di finanziamenti agevolati per investimenti in nuovi macchinari, impianti e attrezzature, compresi i cosiddetti investimenti in beni strumentali Industria 4.0 e di un correlato contributo statale in conto impianti rapportato agli interessi calcolati sui predetti finanziamenti.

La maggiorazione del contributo statale per investimenti Industria 4.0 è del 100% per gli investimenti realizzati dalle micro e piccole imprese nel Mezzogiorno nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, nel limite complessivo di 60 milioni di euro a valere sulle risorse autorizzate. Una ulteriore riserva pari al 25% delle risorse autorizzate è poi destinata alle micro, piccole e medie imprese con una maggiorazione del 30%.

Fonte: www.ilsicilia.it






25 dicembre 2019

I PIU’ SINCERI AUGURI AL GOVERNO MUSUMECI, AI DEPUTATI DELLA MAGGIORANZA E MINORANZA, AI SINDACATI CONFEDERALI E AUTONOMI, AI COLLEGHI E COLLEGHE DELLA MANUTENZIONE E ANTINCENDIO E A TUTTI I LETTORI. BUON NATALE!







ANIMALI SELVATICI FERITI, ACCORDO TRA CORPO FORESTALE DELLA REGIONE SICILIANA, LIPU E WWF PER SOCCORRERLI (FOTO). MUSUMECI: "SERVIZIO MERITORIO ED IMPORTANTE"

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Dal sito www.blogsicilia.it

23/12/2019
Tra le tante attività che il Corpo forestale della Regione Siciliana svolge a tutela del territorio dell’Isola, ce n’è una che forse è ancora poco conosciuta dalla maggior parte dei cittadini: si tratta del recupero della fauna selvatica ferita e della prima assistenza fornita in attesa di affidare i vari esemplari ai centri specializzati, come quello di Ficuzza gestito dalla Lipu.

Con la Lega italiana protezione uccelli e con il Wwf è stato stipulato un accordo che prevede di mettere a disposizione i vari distaccamenti provinciali del Corpo per accogliere gli esemplari soccorsi dalla gente. Inoltre, è possibile consegnarli direttamente al personale della sala operativa di Palermo che si trova al numero civico 87 di via Ugo La Malfa.

“E’ senz’altro – sottolinea il governatore Nello Musumeci – un servizio meritorio e importante che, per la sua immediatezza, salva spesso la vita a quello animali che hanno bisogno con urgenza di un intervento veterinario. Le strutture della Forestale, infatti, sono distribuite in modo capillare e, proprio per questo, sono facilmente raggiungibili da quei cittadini premurosi che, dopo aver raccolto un esemplare ferito, sentono il bisogno di assicurargli un soccorso veloce. Va sottolineato che tutti gli animali, nei casi di completa guarigione, vengono rilasciati nel loro habitat naturale e anche così tuteliamo la nostra fauna che rappresenta un patrimonio dell’ambiente in cui viviamo”.

La sinergia avviata con le associazioni ambientaliste ha consentito al Corpo forestale della Regione Siciliana, guidato da Filippo Principato, di passare dai trecento esemplari accolti nel 2016 ai seicento del 2018 e agli oltre ottocento di quest’anno. Ci si può rivolgere, come sempre, al numero di pronto intervento – il 1515 – oppure contattare la sala operativa di Palermo allo 091/7070744.

Salvato dalla forestale un uccello ferito, trasportato nel centro di fauna selvatica a Ficuzza

Carabinieri salvano un airone ferito ad un’ala

Tartarughe caretta caretta morte e spiaggiate, la denuncia del WWF

Operazione del Corpo Forestale, videocamere nascoste contro furbetti e piromani

Fauna selvatica, di nuovo operativi i tre centri recupero regionali


Fonte: www.blogsicilia.it