30 novembre 2019

NUOVO PIANO DEL PERSONALE IN REGIONE, VIA AI CONCORSI: "IN TRE ANNI 1500 NUOVI POSTI" PROCEDENDO ANCHE AL SUPERAMENTO DEFINITIVO DEL PRECARIATO. IL BLOG: ANCHE I LAVORATORI FORESTALI (CATEGORIA PIÙ ANZIANA D'EUROPA) MERITANO LA STABILIZZAZIONE


Dal sito gds.it

29 Novembre 2019
Arrivano i concorsi in Regione. Lo fa confermato il presidente Musumeci. «Nei prossimi tre anni contiamo di poter bandire concorsi per circa 1.500 posti nell’amministrazione regionale, procedendo anche al superamento definitivo del precariato. La macchina Regione ha bisogno di forze nuove e fresche per affrontare la sfida del futuro. Questo è il primo passo».
Il governatore commenta così l’approvazione, da parte della giunta regionale, della nuova dotazione organica e del Piano triennale dei fabbisogni di personale 2019-2021, su proposta dell'assessore alla Funzione pubblica Bernardette Grasso. Documenti che sintetizzano le principali informazioni sui dipendenti in termini quantitativi e di competenze.
La pianificazione delle risorse umane che emerge dal Piano triennale dei fabbisogni prevede: il rafforzamento dei Centri per l’impiego, in attuazione delle disposizioni statali; il superamento definitivo del precariato storico regionale; l’assunzione di personale presso l’Ufficio stampa e documentazione della Regione, le cui procedure sono state avviate nel 2019; le procedure di mobilità per la Centrale unica di committenza.
«L’attuale analisi delle esigenze e dei fabbisogni di personale – spiega l’assessore Grasso – è finalizzata a ottimizzare e razionalizzare le risorse umane della Regione. Un processo che sarà ulteriormente affinato grazie all’analisi quantitativa del personale e alla mappatura e reingegnerizzazione dei processi dell’amministrazione, avviate nell’ambito del Pra, il Piano di rafforzamento dell’azione amministrativa. Questi strumenti ci permetteranno di operare gradualmente il necessario ricambio generazionale, individuando e integrando i profili, anche emergenti, più idonei alle attuali esigenze dell’amministrazione».

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Dal sito: gds.it






29 novembre 2019

NEI BOSCHI DI CASTELBUONO LA "MINIERA" DI AMBRA E DEBORA PER I LORO ECO-GIOIELLI


Dal sito www.lasicilia.it

28/11/2019 - di Carmen Greco

"Chi semina raccoglie" è il progetto di moda naturale ideato da due sorelle per i loro monili di semi e bacche

CASTELBUONO (Palermo). Le facce da Cappuccetto rosso ce l’hanno, ma quello che hanno messo in piedi non è una fiaba. Ambra e Debora Mediati, due sorelle di Castelbuono, in provincia di Palermo, rispettivamente di 29 e 30 anni, hanno deciso di impostare il loro futuro sulla realizzazione di “gioielli” naturali.


Collane, bracciali e anelli ecocreativi fatti con semi, ghiande, fibre di ficodindia, brattee di pigne, bucce d’arancia. Una cosa che apparentemente riporta agli Anni Settanta, se non fosse che queste due ragazze hanno scelto la strada dell’artigianato green con una nuova consapevolezza, quella di rinsaldare il legame con la terra. Con i loro gioielli sono state fra le finaliste del contest #roadtogreen, l’iniziativa, dell’associazione Road to green 2020 che promuovere idee progettuali all’insegna della moda ecosostenibile.

«All’inizio c’era scetticismo intorno a noi, soprattutto perché non si capiva l’uso del materiale di scarto -ricorda Debora, laureata in Scienze della pianificazione territoriale urbanistica e ambientale, la sorella è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Palermo - poi il nostro messaggio è passato, cioè lo sforzo di voler portare il passato nel presente, laddove il passato è il recupero di una filosofia dell’ornamento che è totalmente ecosostenibile».


I loro “gioielli”, infatti, non sono trattati e non solo colorati se non con le sfumature originali di madre natura. «Del resto, anticamente, la gioielleria era fatta con elementi naturali - argomenta Debora - noi non abbiamo fatto altro che dare corpo ad un legame con la natura che avevamo sin da piccole. Prima realizzavamo oggetti con il tetrapack, poi la nostra vena artigianale si è evoluta abbiamo studiato i semi, il legno, e da lì è nato il progetto, ormai tre anni fa, chiamato “Chi semina raccoglie”».


In effetti Ambra e Debora stanno raccogliendo i primi frutti del loro eco-impegno se è vero che, ormai, sono gli stessi clienti a rifornirle di semi. Dopo la raccolta, vengono selezionati, puliti, essiccati (sul tetto di casa in estate o sul piano della stufa a legna d’inverno) e poi “messi in fila” su collane, bracciali e anelli. Non essendo trattati con prodotti chimici capita pure che il seme si riprenda la sua vita e germogli, magari su una collana. «Quando succede - afferma Debora Mediati - è meraviglioso, un seme sarà sempre un seme e seguirà comunque la sua evoluzione naturale. È tutto un ciclo, in fondo noi, dalla natura prendiamo solo in prestito».

Twitter: @carmengreco612

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Fonte: www.lasicilia.it






INCONTRO TRA I SINDACATI AUTONOMI E ASSOCIAZIONI CON L'ASSESSORE CORDARO. TEMA ALL'ORDINE DEL GIORNO: RIFORMA FORESTALE DA TROPPO TEMPO ATTESA DA TUTTI I LAVORATORI

Ricevo e pubblico 
dai i Sindacati autonomi e 
Associazioni di categoria







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MUSUMECI PENULTIMO FRA I GOVERNATORI ITALIANI SECONDO LA CLASSIFICA SWG SUL GRADIMENTO DELL’AZIONE AMMINISTRATIVA


Dal sito www.blogsicilia.it

29/11/2019
Solo penultimo. Il governatore siciliano Nello Musumeci esce male dalla sua seconda classifica di gradimento dall’insediamento. Con 15 punti si colloca solo nella parte bassa della classifica ma evita, anche se di una sola casella, la posizione di fanalino di coda occupata dal governatore della Calabria. Meglio fa perfino il neo arrivato Solinas che guida la Sardegna da pochi mesi.

Nonostante le tante difficoltà e polemiche che si registrano in veneto è, invece, Roberto Zaia  a guidare la classifica dei governatori che hanno ricevuto il maggior gradimento per l’efficacia della loro azione nell’amministrare le Regioni che si sono affidate alla loro leadership in base ai dati raccolti dalla Swg nel corso di una ricerca condotta su un campione di 10.800 cittadini maggiorenni, residenti in Italia, e intervistati tra ottobre e novembre 2019.

Zaia, che risulta il più apprezzato, ha totalizzato un punteggio pari a 66, ed è seguito di misura dal governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini con 62 punti, anche lui molto apprezzato, mentre il lombardo Attilio Fontana lo insegue con 55, in terza posizione, a pari merito con il ligure Giovanni Toti.

A inseguire i ‘fantastici quattro’ c’è il friulano Massimiliano Fedriga, distanziato, con 46 punti, e incalzato dal governatore della Toscana Enrico Rossi con 43 punti. Più distaccato, il piemontese Alberto Cirio con 37 punti che si lascia alle spalle il governatore del Lazio Nicola Zingaretti che si ferma a soglia 30, e alle spalle è tallonato dal campano Vincenzo De Luca, appena un punto sotto.

Il resto della classifica assegna 28 punti al governatore della Basilicata Vito Bardi, 24 a quello delle Marche Luca Ceriscioli che condivide il pari merito con l’abruzzese Marco Marsilio, alle cui spalle c’è governatore della Puglia Michele Emiliano con 23 punti. A quota 20 si attesta il sardo Solinas che, anche se collocato nella parte bassa della classifica sopravanza comunque il collega Nello Musumeci fermo a 15 punti. Fanalino di coda il governatore della Calabria Oliverio che chiude la ‘hit’ a quota 10. Dalla rilevazione sono state escluse Umbria, Molise, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige.

Per Musumeci si tratta, comunque di un miglioramento rispetto alla precedente classifica che risale ad aprile redatta, però, in quel caso dal Sole 24 ore. Musumeci era risultato ultimo. Adesso, secondo Swg, lascia la piazza del ‘disonore’ staccandola di 5 punti. Prima di lui l’onta dell’ultima piazza era toccata, nel 2017, al suo predecessore Rosario Crocetta ma non ad inizio bensì a fine mandato.

Appena ieri l’Osservatorio Irfis Svimez aveva comunicato dati, invece, confortanti per la Sicilia parlando di una sia pur flebile ripartenza di pil e occupazione. Un dato che, incredibile ma vero, sembra confermato proprio dall’analisi approfondita di questa classifica (leggi qui) che mostra una inversione rispetto alla tendenza degli anni passati anche nel gradimento.

Fonte: www.blogsicilia.it







SICILIA, STABILIZZAZIONE FORESTALI: TAVOLO TECNICO CON L’ASSESSORE CORDARO. GLI ASSESSORATI STANNO LAVORANDO PER DI DEPOSITARE ENTRO IL 15 FEBBRAIO IL DISEGNO DI LEGGE DI RIFORMA DEL COMPARTO IN PARLAMENTO. QUESTA DATA DIVENTA UN IMPEGNO INSOSTITUIBILE ED INELUDIBILE


Dal sito www.strettoweb.com

Forestali in Sicilia: l’assessore  Cordaro ha garantito che gli uffici dell’Assessorato stanno lavorando a pieno ritmo per integrare le diverse proposte di riforma pervenute

29 Novembre 2019 Serena Guzzone
Oggi, assieme alla altre sigle sindacali autonome e di categoria, il Sinalp è stato convocato al tavolo tecnico, per il comparto lavoratori forestali, dall’Assessore On. Toto Cordaro.
L’incontro è servito per fare il punto sul percorso di stabilizzazione da sempre chiesto dalle OO.SS. autonome, per i lavoratori forestali precari.
Il Sinalp, rappresentato da Andrea Monteleone, Matteo Cannella e Gaetano Grigoli, ha evidenziato che a tutt’oggi si è fermi nel calendario della stabilizzazione dei precari anche se apprezza la sincera volontà dell’Assessore On. Toto Cordaro di voler dare una svolta definitiva al riconoscimento del diritto e dignità al lavoro dei forestali siciliani.
Le OO.SS. presenti hanno ribadito la loro idea di stabilizzazione sottoscritta e consegnata alla Segreteria dell’Assessore già ad Aprile del 2019.
Hanno ribadito la piena disponibilità ad un confronto con altre OO.SS. e le loro proposte di riforma, precisando che quanto fino ad oggi depositato sarà rimesso in discussione e rimodulato affinchè si abbia la totale adesione delle OO.SS. presenti nel comparto.
Il Dr. Monteleone ha evidenziato che è necessaria, nell’ambito del progetto di riforma del Corpo Forestale della Regione Siciliana, la istituzione di un organismo collegiale regionale che sia in grado di razionalizzare le turnazioni e i ruoli dei lavoratori.
L’Assessore On. Toto Cordaro ha garantito che gli uffici dell’Assessorato, in collaborazione con quelli dell’Assessorato Agricoltura e Foreste stanno lavorando a pieno ritmo per integrare le diverse proposte di riforma pervenute, ed estrapolarne una in grado di dare la massima condivisione tra tutte le OO.SS. partecipanti e per il 15 febbraio essere in grado di depositare il disegno di legge di riforma del comparto in Parlamento.
Questa data per i lavoratori diventa, quindi, un impegno insostituibile ed ineludibile e per evitare che si possano verificare ritardi, il Sinalp ha chiesto di poter tutti ricevere la bozza dell’accordo quadro della stabilizzazione affinchè ci si possa rincontrare con già delle proposte, soluzioni ed alternative a quanto in essa inserito.
Da quella data inizierà, da parte del Sinalp, una nuova attività sindacale di controllo e sprone affinché tale Disegno di Legge non si areni nei meandri di qualche Commissione Parlamentare.

Fonte: www.strettoweb.com



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NOVITÀ PENSIONI 2020


Dal sito www.laleggepertutti.it

28 Novembre 2019 - Autore: Noemi Secci

Proroga opzione donna e Ape sociale, aumento
 importo pensione, congelamento dei requisiti: che cosa cambia dal prossimo anno.

In arrivo importanti novità, in materia di pensioni, a partire dal 2020. Con la nuova legge di bilancio saranno infatti prorogate due agevolazioni pensionistiche molto importanti: l’opzione donna, che consente alle lavoratrici il pensionamento a 58 anni di età (59 anni per le autonome), e l’Ape sociale, un assegno di accompagnamento alla pensione che consente l’uscita dal lavoro a 63 anni.

È inoltre prevista una rivalutazione dell’importo delle pensioni, che dovrebbe risultare pari allo 0,6%, in base ai dati resi noti sinora: l’aumento sarà in misura piena per le pensioni sino a 4 volte il minimo, secondo le nuove modifiche al meccanismo di perequazione, cioè di adeguamento dei trattamenti Inps all’inflazione.

Ma procediamo con ordine, e facciamo il punto sulle novità pensioni 2020: proroga delle agevolazioni per l’uscita dal lavoro, aumento degli importi.

I requisiti per la pensione, nel 2020, non saranno modificati, e non lo saranno neanche nel 2021 e nel 2022: i requisiti resteranno difatti congelati sino al 31 dicembre 2022, grazie alle previsioni del decreto del Mef, di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali [1], sull’adeguamento agli incrementi della speranza di vita dei requisiti di accesso alla pensione,

Per capire meglio: Blocco requisiti pensione.

Indice

1 Rivalutazione pensioni 2020
2 Aumento pensioni 2020
3 Blocco requisiti pensione 2020
4 Proroga opzione donna 2020
5 Proroga Ape sociale 2020


Rivalutazione pensioni 2020

Dal 2020 cambierà ancora il meccanismo di perequazione delle pensioni, che era già stato modificato per il 2019, rispetto agli adeguamenti applicati in precedenza. Nel dettaglio, per l’anno 2020 solo le pensioni che superano di 4 volte il trattamento minimo subiscono una riduzione della rivalutazione; ad oggi, il limite per aver diritto all’adeguamento all’inflazione al 100% è pari a 3 volte il minimo.

Ecco la nuova rivalutazione delle pensioni dal 2020, in base all’importo dell’assegno:


  • per le pensioni fino a 3 volte il minimo, l’adeguamento all’inflazione è pari al 100%;
  • per le pensioni oltre 3 e fino a 4 volte il minimo, la rivalutazione è ugualmente prevista nella misura del 100% per il 2020; è invece pari al 97% nel 2019;
  • per le pensioni oltre 4 e fino a 5 volte il minimo, la rivalutazione è del 77%, nel 2019 e nel 2020;
  • per le pensioni oltre 5 e fino a 6 volte il minimo la rivalutazione è del 52%, nel 2019 e nel 2020;
  • per le pensioni oltre 6 e fino a 8 volte il minimo la rivalutazione è del 47%, nel 2019 e nel 2020;
  • per le pensioni oltre 8 e fino a 9 volte il minimo la rivalutazione è del 45%, nel 2019 e nel 2020;
  • per le pensioni oltre 9 volte il minimo la rivalutazione è del 40%, nel 2019 e nel 2020.

La rivalutazione prevista per il 2020 è pari allo 0,6%: l’ammontare della perequazione, però, deve essere confermato da un apposito decreto. Le modifiche al meccanismo di perequazione si trovano invece già nel disegno di legge di Bilancio 2020.


Aumento pensioni 2020

Le pensioni erogate dall’Inps nel 2020 aumenteranno in questo modo, a partire dal mese di gennaio (gli aumenti potrebbero essere riconosciuti dall’Inps in ritardo: in questo caso, l’istituto corrisponderà gli arretrati), nell’ipotesi in cui siano confermati sia gli incrementi dello 0,6%, sia il nuovo meccanismo di rivalutazione:

pensioni fino a 4 volte il minimo: si applicherà, se confermato, un tasso di rivalutazione pari allo 0,60%;

  • pensioni di importo da 4 a 5 volte il minimo: si applicherà, se confermato, un tasso di rivalutazione pari allo 0,462%;
  • pensioni di importo da 5 a 6 volte il minimo: si applicherà, se confermato, un tasso di rivalutazione pari allo 0,312%;
  • pensioni di importo da 6 a 8 volte il minimo: si applicherà, se confermato, un tasso di rivalutazione pari allo 0,282%;
  • pensioni di importo da 8 a 9 volte il minimo: si applicherà, se confermato, un tasso di rivalutazione pari allo 0,27%;
  • pensioni di importo oltre 9 volte il minimo: si applicherà, se confermato, un tasso di rivalutazione pari allo 0,264%.


Blocco requisiti pensione 2020

Nel 2020, i requisiti per la pensione non aumenteranno, e resteranno gli stessi anche nel biennio successivo, 2021 e 2022, come confermato da un recente decreto [1].

Il blocco requisiti pensione è stato stabilito in quanto, relativamente al biennio 2021- 2022, l’aumento della speranza di vita media riscontrato dall’Istat è stato inferiore al mese, quindi non è possibile procedere ad alcun aumento.

Ricordiamo che, a partire dal 2021, l’aspettativa di vita è calcolata considerando la media del biennio immediatamente precedente, confrontata con la media del biennio ancora anteriore.:

se si riscontra un aumento della speranza di vita, questo determina un proporzionale incremento dei requisiti per la pensione collegati all’aspettativa di vita, relativamente al biennio di riferimento;
se si riscontra una diminuzione della speranza di vita media, invece, questo non determina un alleggerimento dei requisiti per la pensione: il decremento viene invece sottratto dall’eventuale futuro incremento riscontrato nella verifica per il biennio successivo.
In parole semplici, quando la speranza di vita diminuisce non c’è un calo dell’età pensionabile (o degli altri requisiti collegati all’aspettativa di vita), ma solo un congelamento dei requisiti. Nessun aumento dei requisiti per la pensione anche quando si registra un incremento inferiore a un mese.


Proroga opzione donna 2020

Per il 2020 è stata disposta, nel disegno di legge di bilancio, una nuova proroga dell’opzione donna.

Ricordiamo che con opzione donna, ad oggi, possono pensionarsi le lavoratrici dipendenti che abbiano compiuto almeno 58 anni di età, e le lavoratrici autonome che abbiano compiuto almeno 59 anni di età entro il 31 dicembre 2018. Queste lavoratrici, alla stessa data, quindi entro il 2018, devono anche avere alle spalle almeno 35 anni di contributi. In cambio del pensionamento anticipato, è previsto il ricalcolo contributivo dell’assegno.

Con la proroga opzione donna 2020 si pensioneranno:

le lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato che avranno compiuto 58 anni entro il 31 dicembre 2019, quindi nate entro il 31 dicembre 1961; queste lavoratrici dovranno inoltre possedere 35 anni di contribuzione effettiva entro il 31 dicembre 2019, e dovranno attendere una finestra pari a 12 mesi;
le lavoratrici autonome, o con contributi misti (derivanti sia da lavoro autonomo che da lavoro dipendente), che avranno compiuto 59 anni di età al 31 dicembre 2019, quindi nate entro il 31 dicembre 1960, e che avranno maturato 35 anni di contribuzione effettiva il 31 dicembre 2019; queste lavoratrici dovranno attendere una finestra pari a 18 mesi.


Proroga Ape sociale 2020

L’Ape sociale, o anticipo pensionistico a carico dello Stato, è un assegno che ha la funzione di accompagnare il lavoratore dai 63 anni sino all’età per la pensione di vecchiaia.

I beneficiari dell’Ape sociale devono possedere almeno 30 anni di contributi (contando tutti i periodi non coincidenti maturati presso le gestioni Inps; le donne con figli hanno diritto a uno sconto sul requisito contributivo pari a un anno per ogni figlio, sino a un massimo di due anni) se appartengono a una delle seguenti categorie: disoccupati di lungo corso, caregiver, invalidi dal 74%. Sono invece necessari 36 anni di contributi (anche in questo caso, le donne con figli hanno diritto a uno sconto sul requisito contributivo pari a un anno per ogni figlio, sino a un massimo di due anni) per gli addetti ai lavori gravosi.

I requisiti devono essere raggiunti entro il 31 dicembre 2019: in base alla nuova proroga disposta nel disegno di legge di bilancio, potranno essere raggiunti sino al 31 dicembre 2020.

Per approfondire: Ape sociale 2020.

note
[1] Mef, Mlps, decreto 5 novembre 2019.


Fonte: www.laleggepertutti.it







ASSEGNO D’INVALIDITÀ PER LAVORATORI. A CHI SPETTA, COME SI CALCOLA, CON QUALI PRESTAZIONI È COMPATIBILE, COME SI VALUTA LA CAPACITÀ DI LAVORO


Dal sito www.laleggepertutti.it

23 Agosto 2019 - Autore: Noemi Secci

Assegno ordinario d’invalidità: a chi spetta, come 
si calcola, con quali prestazioni è compatibile, come si valuta la capacità di lavoro.

Sei un lavoratore, versi i contributi all’Inps e da poco ti sei ammalato o hai subito un infortunio? Forse non sai che, se dalla malattia o dall’infortunio sono derivate gravi conseguenze, destinate a permanere nel tempo, potresti aver diritto a una prestazione da parte dell’Inps: si tratta dell’assegno ordinario d’invalidità.

L’assegno d’invalidità per chi lavora, in particolare, spetta quando si verifica un infortunio non lavorativo, o una malattia non professionale: se invece l’infortunio capita in occasione di lavoro, o se la malattia si verifica a causa della professione svolta, è l’Inail, nella generalità dei casi, a dover pagare una rendita o un indennizzo.

L’assegno d’invalidità per lavoratori è stato previsto per la prima volta nel 1984, dalla riforma delle pensioni di invalidità [1]: questa riforma ha il merito di aver introdotto un nuovo concetto di inabilità al lavoro. Il nuovo concetto d’inabilità al lavoro, in particolare, è differente da quello di inabilità al guadagno, unico parametro di valutazione della riduzione della capacità lavorativa valido sino a quel momento, in quanto esclude ogni riferimento al contesto economico, sociale ed al mercato del lavoro.

In buona sostanza, col nuovo criterio di inabilità al lavoro non ci si basa sui fattori esterni, per valutare la riduzione della capacità lavorativa, ma su un giudizio medico-legale individualizzato; si deve poi tener conto non solo del danno biologico, ma anche della situazione specifica del lavoratore: età, sesso, abitudini, qualifica lavorativa raggiunta, usura lavorativa.

Ma chi ha diritto all’assegno ordinario d’invalidità? Quali sono i requisiti sanitari necessari? Bisogna aver versato un minimo di contributi? Si può continuare a lavorare? Facciamo il punto completo della situazione.

Continua in questo link:
https://www.laleggepertutti.it/294658_assegno-dinvalidita-per-lavoratori







MUSUMECI, SECONDO COMPLEANNO “AMARO”, SICILIA ANCORA NEL TUNNEL DELLA CRISI ECONOMICA


Dal sito qds.it

Patrizia Penna - 29 Novembre 2019
Due anni di governo ma l'Isola ancora in affanno: 3,5 miliardi di liquidità bloccata dalla burocrazia, disoccupazione 21,1%, 162 incompiute, Pil +0,5%, differenziata 38,35%, 10 miliardi non ancora spesi (fondi Ue e Fsc), povertà relativa 23%
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PALERMO – Il Presidente della Regione, Nello Musumeci, si è insediato il 18 novembre 2017.
Quel giorno era stato chiaro: “Servono almeno tre anni di duro lavoro prima di poter vedere risultati concreti”.

Di anni ne sono passati due e l’amara constatazione fatta allora, quella cioè di trovarsi di fronte ad un lavoro durissimo da svolgere alla guida di una Regione disastrata, è la stessa di oggi.

Certo, la pesante eredità lasciata da Rosario Crocetta e dai governi Lombardo e Cuffaro, non potevano non condizionare qualunque tentativo di operare una svolta. Quella stessa svolta che purtroppo i siciliani ancora attendono.

Sul fronte incompiute, il ministero Infrastrutture conferma il pesantissimo dato: 162 le opere che aspettano ancora di essere completate. E, come ha sottolineato il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, dal tasso infrastrutturale dipende la capacità di un territorio di produrre ricchezza.

Sul fronte rifiuti prosegue lo status quo, rappresentato dalla dipendenza dalle discariche dalla cui schiavitù soltanto i moderni Energimpianti ad impatto zero potranno liberarci.
Eppure, i modelli ci sono: Giubiasco, Tel Aviv e Londra, tanto per fare un esempio.

Su fondi Ue e Fsc, l’Unione europea ci inchioda alle nostre responsabilità: 10 miliardi sul piatto non ancora spesi.

Sul fronte degli indicatori economici, numeri ancora una volta sconfortanti. Nel II trimestre 2019, i prestiti erogati a famiglie e imprese sono scesi a 57,8 miliardi di euro, contro i 60 miliardi dello stesso periodo del 2018 (Studi e Ricerche per il Mezzogiorno).

Depositi bancari e risparmio postale, invece, continuano a crescere (61,9 miliardi nei primi sei mesi del 2019), sintomo dell’impossibilità da parte di famiglie e imprese di guardare oltre, cioè verso la crescita e gli investimenti.

L’export siciliano, nel secondo trimestre del 2019 ha perso il 17,4%.
La povertà relativa, dice l’Istat, si attesta al 23%. Disoccupazione in lieve calo al 21,1% nel primo semestre 2019 ma il tasso registrato si conferma sempre più del doppio della media nazionale.

A breve l’Istat pubblicherà il dato 2018 relativo al prodotto interno lordo siciliano: al momento, quello più aggiornato si riferisce al 2017 e vede il Pil isolano inchiodato a 82,3 miliardi. Secondo la Svimez, la stima per il 2018 sarà di 82,7 miliardi, cioè un modestissimo +0,5%.

Trentamila, infine, i siti a rischio idrogeologico secondo il ministero dell’Ambiente.

A ciò si aggiunga la mancanza di una maggioranza compatta all’Ars che rende il cammino verso le riforme ancora più tortuoso.

Nonostante gli sforzi encomiabili e l’impegno profuso dal governo regionale, i numeri ci raccontano un’Isola ancora in drammatico affanno.
La ripresa, di fatto, non c’è.




Così il direttore della Svimez, Luca Bianchi, ieri a Palermo“In Sicilia carenza su spesa fondi europei e nazionali”
PALERMO – “Il tema del rilancio degli investimenti è fondamentale per la ripresa della Sicilia e del Mezzogiorno”. Lo ha detto ieri il direttore di Svimez, Luca Bianchi, a Palermo, al convegno su “Investimenti nel Mezzogiorno di Italia: opportunità e sviluppo”, organizzato a Villa Malfitano dall’Osservatorio economico e sociale sulla Sicilia, costituito da Irfis e Svimez.

Secondo Bianchi esiste un grave deficit di risorse che riguarda la Sicilia e, più in generale, tutto il Sud. “Nel Mezzogiorno – ha spiegato Bianchi – la spesa pro capite su alcuni comparti fondamentali, come istruzione e servizi sociali, è decisamente inferiore rispetto al resto d’Italia. Nel Sud abbiamo in media circa tremila euro pro capite in meno in termini di spesa. E questo riguarda l’attività ordinaria, ovvero la gestione dei servizi e anche le infrastrutture sociali.”.

“Esiste un deficit di risorse – ha sottolineato ancora Bianchi -, se ragioniamo sul totale delle risorse pubbliche spese nelle regioni meridionali, abbiamo un deficit. Abbiamo chiesto un riequilibrio perché servono a garantire i diritti di cittadinanza essenziali”.

Il tema, dunque, è sempre la questione meridionale, cioè l’abisso che ci divide dal ricco e produttivo Nord. Un gap che da soli non riusciamo a colmare. Ecco perché, nel corso del convegno, il Presidente della Regione, Nello Musumeci, non ha mancato di sottolineare che l’impegno del governo è proiettato verso l’apertura di un dialogo con Roma: “Nei prossimi giorni – ha spiegato Musumeci – penso di chiedere anche un appuntamento con il presidente del Consiglio Conte perché la situazione in Sicilia e nel Mezzogiorno in generale impone una scelta straordinaria da parte del governo al di là delle buone volontà”.

Dal Rapporto presentato ieri emergono timidissimi segnali di ripresa sul fronte degli investimenti privati e in particolare degli investimenti industriali che rimangono comunque circa 30 punti inferiori a livello del 2008. E poi, ancora, la stima di crescita del Pil siciliano per il 2018 si attesta sullo 0,5%. +0,3%, invece, l’incremento degli occupati nel 2019: veramente troppo poco perché si possa parlare di una Sicilia non più in affanno.

Nel corso del convegno si è poi parlato della nota dolens per antonomasia: la spesa dei fondi europei e nazionali. “Abbiamo dato un colpo d’acceleratore alla spesa di tutti i fondi e i numeri che arrivano al governo, e che renderemo noti il prossimo mese, sono positivi e assolutamente incoraggianti per il 2019”, ha detto ieri Musumeci. In verità nel rapporto Svimez si sottolinea l’esatto contrario: “C’è un’incapacità di spesa dei fondi aggiuntivi che riguarda sia quelli europei che quelli nazionali. La Sicilia è la regione a più alto rischio di disimpegno”. Per quel che riguarda i fondi nazionali, invece, “il fondo di sviluppo e coesione, i famosi Patti per il Sud in realtà hanno uno stato di attuazione intorno al 2-3 per cento. Di fatto c’è una carenza di progettazione e una frammentazione delle risorse su molti progetti che spendono poco”, ha aggiunto il direttore Bianchi.

Il presidente della Regione è stato netto quando ha parlato di carenze infrastrutturali che vengono dal passato, di desertificazione delle risorse umane, di problemi legati a un meccanismo burocratico con tempi inaccettabili e, soprattutto dell’assenza di un governo centrale. Ma soprattutto è stato chiaro quando ha rimesso al centro del dibattito il Ponte sullo stretto.

“Serve un pensatoio – ha spiegato -. Abbiamo avviato un lavoro programmatico che preveda e prepari la Sicilia del 2030. È una rivoluzione culturale in una regione nella quale la stessa lingua non prevede la forma al futuro. Non si progetta ma vive alla giornata. Ma c’è anche una luce positiva: nell’ultimo biennio abbiamo raddoppiato la spesa pubblica, spendendo la maggiore cifra per il dissesto idrogeologico e l’infrastruttura immateriale”.

“La normativa che blocca l’attività autorizzativa – ha concluso Musumeci – è una follia: i tempi e l’incertezza bloccano gli investimenti e fanno scappare investitori e giovani siciliani. Per questo ho chiesto un appuntamento al presidente Conte: non ci servono nuove risorse ma dobbiamo poter spendere bene e presto i nostri cinque miliardi che abbiamo in cassa. Chiediamo una deroga per cinque anni alle normative che impongono lacci e lacciuoli senza mettere in discussione la trasparenza delle azioni amministrative”.

Twitter: @PatriziaPenna


Fonte: qds.it





PALERMO - SAN MARTINO DELLE SCALE. CINQUE ALBERI DI CONIFERE TAGLIATI. TRE GUARDIE FORESTALI INDAGATE

I carabinieri di San Martino delle Scale

Dal sito livesicilia.it

di Riccardo Lo Verso

Segnalazioni dei carabinieri della stazione di San Martino delle Scale

PALERMO - Un ispettore e due guardie forestali sono indagati per falso e abuso d'ufficio. Lo scorso 21 ottobre sono state perquisite le abitazioni e sequestrati computer e telefonini di Sergio Gallo, Rosolino Di Carlo e Domenico Tumminello.

Sono tutti e tre in servizio al distaccamento di San Martino delle Scale del Corpo forestale della Regione siciliana. Secondo la Procura, che ha ricevuto due informative della locale stazione, le tre guardie avrebbero autorizzato il taglio di cinque alberi di conifere, mettendo nero su bianco che danneggiavano il muro di recinzione di una villa.

La vicenda è venuta a galla nel corso di un sopralluogo nell'immobile quando la coppia di proprietari e il direttore dei lavori hanno consegnato il nulla osta del comando che li aveva autorizzati ad eseguire i lavori. Sono stati gli stessi proprietari, però, a dichiarare di non avere mai chiesto alcuna autorizzazione. Anche perché non c'era alcun muro di recinzione, ma solo una rete fissata con dei paletti.

Da qui le ipotesi di falso e abusivo di ufficio per avere dato il via libera al taglio degli alberi n una zona sotto vincolo paesaggistico. Neanche il muro avrebbe potuto essere costruito. Agli dell'inchiesta ci sono dei contatti telefonici da chiarire. Da qui il sequestro dei telefonini, mentre nei pc si cerca traccia della scrittura dell'autorizzazione. Gallo ha fatto ricorso contro il sequestro, ma il Riesame gli ha dato torto. 
29 Novembre 2019

Fonte: livesicilia.it






LA SICILIA TAGLIA I VITALIZI MA È BUFERA SULLA NORMA APPROVATA. SECONDO I 5 STELLE INVECE LE PENSIONI SAREBBERO STATE ADDIRITTURA AUMENTATE


Dal sito www.blogsicilia.it

di Manlio Viola  28/11/2019
Anche la Sicilia, alla fine, ha approvato la sua norma per il taglio dei vitalizi.  L’Assemblea ha detto sì al provvedimento intorno alle 22 di ieri sera approvando  il disegno di legge che riduce gli assegni per gli ex parlamentari regionali in pensione. È prevista una riduzione lineare del 9,25%, con un ulteriore 5% che si applicherà agli assegni da 32 a 67 mila euro mentre ammonterà al 10% il taglio aggiuntivo per quelli oltre i 62 mila euro raggiungendo, così, per gli assegni più alti, un taglio del 19,25%. Ha votato contro solo il M5s.

I tagli entrano in vigore subito, già a fine settimana ovvero dall’1 dicembre di quest’anno e saranno applicati per un quinquennio.

Sono 149 i vitalizi erogati dall’Ars con un costo di 18 milioni di euro. Il via libera al ddl è arrivato grazie a un’opera di mediazione che ha consentito una riscrittura di un articolo del ddl, che ha introdotto gli ulteriori aumenti a scaglioni del taglio rispetto al testo iniziale che conteneva solo la riduzione lineare del 9,25%.

Per il Presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè  “La legge approvata dal Parlamento siciliano sul taglio dei vitalizi consegna alla Sicilia il podio tra le regioni italiane. Dal punto di vista del risparmio, con un taglio annuo di 2 milioni di euro e 10 milioni di euro in cinque anni, siamo senza alcun dubbio i primi in Italia – ha aggiunto -. Sfido chi ha vissuto sulla pelle dell’immagine della Sicilia a trovare una regione che abbia fatto meglio di noi. I siciliani, sbeffeggiati, insultati e denigrati per mesi, aspettano adesso le scuse di coloro che ci tacciavano di essere spreconi”.

Anche da Diventerà Bellissima,il gruppo poltiico di Musumeci che si è sempre dettio favorevole al taglio, considerano la legge un buon risltato se non un primato “Il taglio dei vitalizi approvato dall’Ars pone la Sicilia come seconda regione in Italia per l’entità dell’importo decurtato e la prima riguardo al risparmio che ne deriverà. L’accordo raggiunto in aula ha consentito di dare risposta a un tema giustamente molto avvertito dall’opinione pubblica, senza tuttavia cadere nella facile lusinga di decisioni demagogiche” dice Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di DiventeràBellissima.

“Si tratta, infatti, di un provvedimento ragionevole e ben ponderato, così come previsto dai criteri sanciti dalla Corte Costituzionale. E contiene pure l’introduzione di un metodo tramite scaglioni, fortemente voluto da DiventeràBellissima: il taglio, infatti, arriverà a circa il venti per cento per i vitalizi superiori ai 5 mila euro lordi”.

Ma sulla norma, anche dopo i tagli aggiuntivi, è ugualmente bufera. I 5 stelle votano no e attaccano “La classe politica continua a resistere al taglio dei privilegi. Oggi tutto il parlamento, con la sola eccezione del Movimento 5 Stelle e nell’assoluto silenzio di quei deputati che hanno votato a favore di un vero e proprio indecente capolavoro, si è toccata una delle pagine più buie della storia di questa Regione. Si dovevano tagliare i vitalizi e invece si sono aumentate le pensioni. Evidentemente, quando si toccano gli interessi di chi domani dovrà percepire il vitalizio, perché in gran parte il parlamento regionale è formato da persone che dovranno percepirlo, nessuno ha voluto dare un taglio a un privilegio personale. Quello che ha fatto questo parlamento è semplicemente produrre una legge che favorisce pochi e a spese di 5 milioni di siciliani” sostiene il capogruppo del Movimento Francesco Cappello .

E non poteva mancare l’anatema di Figuccia “Come volevasi dimostrare alla fine, anche il Movimento 5Stelle getta la maschera e con una trasversalità che va da Miccichè alla maggioranza fino all’ultimo degli uomini dell’opposizione, tra astensioni e voti favorevoli, il disegno di legge sul taglio dei vitalizi passa con un misero taglio del 9%, modificato con piccoli stratagemmi. La posizione di Miccichè era nota a tutti: per difendere i vitalizi di pochi si sacrifica il bene di tutti. Ai 5Stelle dico che auspico che la determinazione della commissione regolamento che ha previsto l’ingresso di un deputato del MoVimento 5 Stelle a sostituzione del viceministro Cancellieri che lascia il Parlamento regionale, sia soltanto una coincidenza. In una trasversalità e in un inciucio che coinvolge tutto il Parlamento, passa così il testo con il mio solo voto contrario. Vergogna a tutti”

Ai 5 stelle, invece, risponde l’altra anima Udc  attraverso il capogruppo Eleonora Lo Curto  “Dal Movimento Cinquestelle solo bugie sui vitalizi, mistificazioni e false verità per cavalcare l’onda populistica tipica degli agitatori e degli ispiratori dell’odio sociale. I grillini riescono a fare solo questo facendo credere che in questo parlamento
regionale c’è una classe politica che si cura dei giovani, dei deboli e dei disoccupati, e una classe politica che tutela i privilegi. Niente di più falso e tendenzioso, anzi una trappola con la quale vogliono imprigionare l’intelligenza dei siciliani Tutti sanno che dai tagli sui vitalizi effettuati da Camera e Senato non è stato utilizzato un solo euro per opere pubbliche, per iniziative a vantaggio dell’occupazione giovanile, le imprese e le persone in difficoltà. Le somme recuperate dal taglio dei vitalizi sono state accantonate non potendo entrare in nessuno strumento finanziario”.

“L’onda populistica tenta di travolgere la Sicilia con i Cinquestelle  che si guardano bene dal criticare l’atteggiamento del governo nazionale – conclude – che minaccia la Regione con tagli ai trasferimenti”.

Incardinato il ddl sui vitalizi, slitta alla prossima settimana la discussione sulla riforma rifiuti

Stop al taglio dei vitalizi, nuovo rinvio della norma in discussione all’Ars

Vitalizi, rifiuti e voto segreto paralizzano l’Ars ma per Musumeci “Nessuna impasse e sui conti sono ottimista

”Vitalizi, “la legge regionale è inaccettabile, Roma faccia rinsavire Miccichè”

Guerra sui vitalizi, fra bugie e smentite la mezza beffa della legge regionale resta in ballo


Fonte: www.blogsicilia.it






28 novembre 2019

BRONTE, PIANO DELLE GINESTRE. ASSEMBLEA SINDACALE DEI LAVORATORI FORESTALI. IL SEGRETARIO GENERALE DELLA FLAI CGIL DI CATANIA PINO MANDRÀ, HA ILLUSTRATO LA PROPOSTA DI RIFORMA DEL SETTORE FORESTALE



Dalla pagina Facebook
Flai Cgil Catania

Bronte Piano delle Ginestre, assemblea lavoratori forestali
Si è svolta oggi, giovedì 28 novembre, un’assemblea sindacale dei lavoratori del settore forestale presso Piano delle Ginestre, Parco dell’Etna, in territorio di Bronte a mille metri d’altitudine. Presente il Segretario generale della Flai Cgil di Catania Pino Mandrà, che ha illustrato la proposta di riforma del settore forestale. “Per il nostro territorio, per i nostri giovani e per il nostro futuro. È giunta l’ora”.












RAPPORTO IRFIS-SVIMEZ, IN SICILIA CRESCE IL PIL E AUMENTANO GLI OCCUPATI


Dal sito pti.regione.sicilia.it

28 Novembre 2019
Buone notizie per l'economia siciliana. I dati positivi provengono dal Rapporto "La Sicilia, il Mezzogiorno i ritardi e le opportunità di investimento" presentato oggi dall'Osservatorio economico e sociale sulla Sicilia, costituito da Irfis e Svimez.
In crescita dello 0,3 per cento, rispetto all'anno precedente, il numero totale degli occupati in Sicilia, nel 2019. Un dato in assoluta controtendenza rispetto a quanto è accaduto nello stesso periodo nel resto del Mezzogiorno, dove si è invece riscontrata una diminuzione degli occupati dello 0,3 per cento, e in linea con quanto avvenuto in Italia, dove l'aumento dell'occupazione si è attestata allo 0,3 per cento.
"Il risultato complessivo dell'anno 2018 in Sicilia - spiega il Rapporto - riflette un andamento decisamente positivo nell'industria. Nella regione aumentano del 5,8 per cento gli occupati dell'industria (+0,1 per cento nel 2017), del 5,9 per cento gli occupati agricoli mentre flettono del 2,2 per cento quelli dei servizi".

«I dati del Rapporto - ha commentato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci - ci confortano perché indicano una chiara inversione di tendenza rispetto al passato. Stiamo pigiando sull'acceleratore per potere spendere le risorse a nostra disposizione, tanto che la spesa è raddoppiata in questi ultimi due anni rispetto agli ultimi due anni del precedente governo. Vogliamo fare ancora di più e di meglio - ha proseguito il governatore - ma i tempi e l'incertezza bloccano gli investimenti e fanno scappare investitori e i giovani siciliani. Per questo ho chiesto un appuntamento al presidente Conte: non ci servono nuove risorse, ma dobbiamo poter spendere bene e presto i nostri cinque miliardi che abbiamo in cassa. Chiediamo una deroga per cinque anni alle normative che impongono lacci e lacciuoli senza mettere in discussione la trasparenza delle azioni amministrative».

Notizie confortanti anche per quanto riguarda gli occupati a tempo pieno, che aumentano per il quarto anno consecutivo (+0,7 per cento) mentre si riduce il lavoro part time (-4,6 per cento) dopo la crescita registrata nel 2017 quando i lavoratori a tempo parziale crebbero dell'1,9 per cento. Le cose vanno meglio del previsto anche per quanto riguarda il Pil siciliano per l'anno 2018. Infatti le stime contenute nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza della Regione Siciliana 2020/2022, prevedono una crescita del prodotto interno lordo dello 0,3 per cento, mentre il Rapporto Irfis-Svimez valuta l'incremento di Pil dell'isola in uno 0,5 per cento.

Lo scorso anno, spiega ancora lo studio presentato oggi, "le esportazioni della Sicilia sono cresciute del +15,3 per cento: un dato molto positivo - uno dei valori più elevati tra tutte le regioni italiane. Questo biennio di forte crescita - prosegue il Rapporto - ha consentito alla regione di recuperare pienamente il calo delle esportazioni subito nei due anni precedenti (-27 per cento, complessivamente, tra il 2014 e il 2016)". E' decisamente migliorata anche la propensione all'export, che è risalita al 12,1 per cento. Tale ultimo dato diventa ancor più significativo se si considera che, sempre nel 2018, la propensione all'export dell'intera area meridionale è stata pari al 12,6 per cento.

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Fonte: pti.regione.sicilia.it






I LAVORATORI FORESTALI NON ABBOCCANO!


Dalla pagina Facebook
Flai Cgil Palermo

È ridicolo rivendicare la conquista di un diritto che è già acquisito e sancito nel Cirl. Ogni giorno come sindacato insieme ai lavoratori forestali lottiamo, con i fatti, per far rispettare i diritti conquistati come è giusto che sia! I lavoratori devono sapere, ma molti lo sanno già che l’indennità del 10% per i lavori on acqua  è prevista nel contratto,  come quella dei lavori in alta montagna, piuttosto che per chi è motoseghista e decespugliatore.
Ci sembra assurdo e fa specie che qualcuno continui a fare disinformazione con argomenti sterili sfruttando la buona fede dei lavoratori. Ancora peggio se questa disinformazione arriva da chi questo contratto lo voleva strappare e non lo ha mai voluto riconoscere!

P.S. pagamenti di ottobre saranno visibili sui conti correnti la prossima settimana


Leggi anche:

Il Segretario regionale del Sifus, Giuseppe Fiore: in provincia di Palermo la lotta del Sifus ha pagato, agli operai del secondo distretto riconosciuta l'indennità di lavori in acqua pari al 10%

Ai forestali siciliani che hanno lavorato nei fiumi va liquidato il 10% in più in busta paga. Il Sifus diffida le aziende forestali siciliane







DISERBO SULLE STRADE, FORESTALI IN AZIONE SULLA PROVINCIALE 193 IN DIREZIONE AUGUSTA: “SUBITO STABILIZZAZIONE”


Dal sito www.siracusaoggi.it

27/11/2019
Hanno ripulito circa 4,5 chilometri di margini delle strade in diverse aree, tra cui la provinciale 193, in direzione Augusta. I lavoratori forestali sono stati impiegati in questo tipo di attività nei giorni scorsi. Ragione che spinge Nello Bongiovanni, consigliere dell’Unione dei Comuni Valle degli Iblei, a far partire una sollecitazione indirizzata all’assessore regionale all’Agricoltura, Edy Bandiera. Bongiovanni evidenzia che “a causa della scelta scellerata della sinistra di sopprimere le provincie oggi ci ritroviamo con delle strade e scuole che sono in uno stato di totale abbandono. Diventa fondamentale il supporto dei forestali, che vanno quindi stabilizzati, così da poterli utilizzare tutto l’anno, con la loro professionalità, sempre dimostrata”. La richiesta dell’esponente della Lega è quindi quella di un “percorso definitivo per questi lavoratori”.