15 ottobre 2018

IL “RE NUDO”!


di Antonino Lomonaco
Qualche sera fa, come tutti gli anni, abbiamo fatto la cena di commiato fra noi A.S.P.I. del distaccamento di Linguaglossa, una cena come credo ogni distaccamento faccia ad ogni fine campagna di antincendio. Fra noi vi erano quattro agenti della Guardia forestale.
Agenti che hanno retto le campagne antincendio del nostro territorio (ventimila ettari!) da una trentina d’anni a questa parte. Più che superiori sono stati sempre nostri compagni. 
Con loro, negli ultimi decenni, abbiamo condiviso i dolori e le fatiche, anche aspre, che richiede il nostro compito. 
Certo, vi sono stati periodi animati anche dal confronto, ma sempre basati sul rispetto dei ruoli e delle persone che sono e che siamo. 
Invero, vi sono stati momenti e prese di posizione, da parte loro, a nostra difesa, persino con gerarchie superiori, perchè, come ebbero a dire: <<conosciamo bene i nostri uomini e le loro capacità operative>>. 
Una fiducia che ci ha onorato e che fa loro onore. 
Una fiducia, non sempre facile, ma che ha il significato di una comprensione del lavoro da svolgere e delle persone che si hanno a disposizione.
Tuttavia, su quattro che erano, uno è stato trasferito, già da diversi anni, ad un’altro distaccamento, rimasto precedentemente senza agenti. Un altro è già andato in pensione l’anno passato, il terzo entro la fine di quest’anno lo seguirà. 
Infine, il prossimo anno, (come in un famoso film) sembra che da noi ne rimarrà solo uno!
Una numerazione sintomatica di una condizione in decadenza.
Ciò non può sorprendere, visto che la politica si sta trasformando sempre più, dall’arte della gestione delle genti e dei loro territori, nell’arte dell’inganno retorico.
Così, ad esempio, la gestione regionale conclude la campagna A.I.B. siciliana del 2018 con parole di esaltazione per una supposta “pianificazione” che, a loro dire, è stata capace di ridurre di un ben 73,19% la superficie boscata percorsa dal fuoco rispetto all’anno passato, ed è chiaro come il sole, invece, che siamo di fronte ad una mistificazione che falsifica, ad uso propagandistico, dati che hanno tutta un’altra origine.
Infatti un tale atteggiamento non è nuovo ma, purtroppo, è una costante di tutte le amministrazioni regionali che si sono succedute in questi ultimi decenni.
Persone del genere sono lontane dalla realtà che dovrebbero governare: piloti ciechi su di un’auto in movimento! 
Proclamano cose senza senso come, in questo caso, quello di un contratto con “privati” che hanno fornito elicotteri segnalatori, per avvistare velocemente gli incendi. 
Solo che i nostri territori sono già costantemente controllati dal nostro validissimo sistema di vedette che segnala, in tempo reale, qualsiasi fumo inizi ad alzarsi nella calura estiva.
Invero, inoltre, la gran parte degli automezzi sono stati forniti fra luglio ed agosto (quindi con un irresponsabile ritardo!), costringendo le nostre squadre ad interventi disagiati nella celerità e nelle modalità. E addirittura (questo non era mai successo prima) molti di noi sono rimasti operativamente inattivi, poichè non gli si sono mai consegnati i D.P.I., ed i territori arsi li hanno attraversati soltanto nelle successive misurazioni perimetrali dei terreni bruciati, in supporto alle guardie che, come si diceva sopra, sono in carenza di numero.
La verità (la quale fa onore ad ogni politica sincera, leale con i propri cittadini) è che quel “meno 73,19%” va attribuito alla frequente piovosità di questa estate e all’avvicinare, in modo improprio, i numeri degli incendi del 2018 con i numeri di una estate particolarmente calda e secca, come quella del 2017! 
La competenza, nel settore forestale, sa che l’umidità non agevola gli incendi boschivi, al contrario, invece, delle alte temperature e della persistente siccità.
Paragonare, quindi, i dati dell’anno passato con quelli della recente estate è del tutto fuori luogo, ma ancor peggio è utilizzarli con lo scopo di autoelogiare una pianificazione mai fatta, mai pensata, mai realizzata: pura fuffa, come lo starnazzare, pomposo, di oche nell’aia!
Come ci si può fidare di gente del genere?
Io mi fido delle guardie forestali che mi sono state accanto negli anni, che hanno sudato ed hanno temuto, assieme a me ed ai miei compagni, di fronte alle fiamme. 
Che hanno sbagliato, come chiunque a questo mondo sbaglia, ma che hanno sempre saputo riconoscerlo: come veri Uomini!

Noi, nel nostro compito, rischiamo spesso l’incolumità ed anche la vita. 
Respiriamo fumo e, spesso, sputiamo sangue.
Non possiamo accettare, sulle nostre spalle, il gioco delle parole e dell’artifizio propagandistico: il re è nudo e se non si amano le menzogne va detto!
Il re è misero e se non si amano le vergogne va detto!





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