16 ottobre 2018

FONDI EUROPEI. IL GOVERNO PUNTA SUI GRANDI PROGETTI. UN PIANO PER NON PERDERE I FONDI UE


Dal sito livesicilia.it

di Andrea Cannizzaro
Musumeci è andato Bruxelles per chiedere la rimodulazione del Fesr: una mossa per raggiungere gli obiettivi entro il 2018.

PALERMO – Il dossier più caldo sulla scrivania del governo regionale continua a essere quello dei fondi europei. E per affrontarlo, nei giorni scorsi Nello Musumeci è volato per la prima volta a Bruxelles nella veste ufficiale di governatore. Nella sede europea della Regione il presidente della Regione ha incontrato Corina Cretu, il commissario europeo per le politiche regionali e i fondi di coesione. L’incontro aveva una missione ben precisa: avanzare una proposta di rimodulazione del programma operativo del Fondo europeo per lo sviluppo regionale, il Fesr.

Il governo infatti venerdì scorso ha approvato una proposta di revisione degli obiettivi di spesa e degli obiettivi fisici e cioè le opere realizzate e le imprese coinvolte. La revisione si baserebbe su numerosi criteri ma fra tutti il più importante è quello relativi ai “Grandi progetti”: l’Ue dovrebbe fare valere all’interno dei 710 milioni di euro da spendere entro il 2018 la spesa per la Agrigento-Caltanissetta, la tratta Stesicoro-aeroporto di Catania della Ferrovia circumetnea e la ricevibilità del passante ferroviario di Palermo. Con questo riconoscimento la Sicilia otterrebbe la rimodulazione degli obiettivi del Fesr e potrebbe riuscire a raggiungere l’obiettivo sperato.

La sintonia tra Musumeci e Lezzi

Sembrerebbe così risolversi l’enigma intorno alle dichiarazioni del ministro per il Sud Barbara Lezzi che qualche settimana fa aveva parlato di una triplice intesa firmata da Musumeci, da lei stessa e dal commissario Cretu. Due settimane fa da Bruno Vespa il ministro aveva infatti parlato della Sicilia come la “regione più critica” dove si era riusciti “a recuperare il ritardo” sebbene sacrificando qualche milione. La scorsa settimana poi sono passati alle cronache i reciproci apprezzamenti tra il governatore e la componente del governo nazionale.

“Restano certamente alcuni nodi da sciogliere – aveva detto il ministro - e da qui al 31 dicembre il tempo a disposizione è poco, per cui è necessario continuare a lavorare a testa bassa. Al contempo, rilevo che alcune cifre rispetto al rischio di disimpegno dell’N+3 che sono circolate in questi giorni sono certamente superiori rispetto al reale stato dell’arte”. Musumeci però a fine settimana ha fatto lo stesso ma parlando di fondi europei ha detto che raggiungere l’obiettivo di spesa da certificare sarebbe “un miracolo”. Oggi, però, tutte queste dichiarazioni assumono un contenuto chiaro e così tutto dovesse andare per il meglio più che di miracolo potremo parlare di una laica operazione di ingegneria fra le norme e i numeri.

Se la commissione metterà il proprio visto alla ridefinizione degli obiettivi di spesa entro il 2018 non cambierà l'ammontare della spesa da certificare. La rimodulazione prevista è all'interno del programma, la Commissione dovrebbe accettare la ridefinizione in aumento in alcuni ambiti di intervento con il riconoscimento dei grandi progetti e poi dovrebbe acconsentire all’uso di un altro criterio:quello della territorializzazione delle risorse. Quest'ultimo si applica in base a una decisione della Commissione europea del 2017 che prevede la possibilità che i fondi siano impiegati attraverso delle Strategie territoriali, una specie di unione di Comuni. Una parte delle risorse, quindi, potrebbero essere accantonate e scomputate perché siano usate attraverso i programmi territoriali.

I numeri

L’approvazione dei grandi progetti vedrebbe una maggiore spesa certificata per 874 milioni: 164 milioni in più rispetto ai 710 da spendere e certificare obbligatoriamente. Spostare in avanti la spesa del Fesr affindandola alla gestione dei territori consente poi di applicare una riduzione dal tetto di spesa che porterebbe la spesa certificabile a 839 milioni. Ci sarebbero così 128 milioni di spesa da certificare in più rispetto alla soglia richiesta dall’Unione europea. Ma perchè alzare la soglia se sembra un miraggio che si possa raggiungere il minimo richiesto? Questi 128 milioni così diventano un bacino di risorse in più per abbattere gli obiettivi di spesa predeterminati per ogni asse. Il Fesr, infatti, è formato da nove assi cioè settori di risorse con una particolare finalità. Per ogni asse sono fissati degli obiettivi da raggiungere. 

I grandi progetti alzano il volume di spesa di due assi: quello sull’energia sostenibile e quello sui trasporti sostenibili. Con la rimodulazione nel quarto asse il risultato di spesa da raggiungere entro il 31 dicembre passa da 177 milioni a 213 milioni mentre nell’asse sette la soglia da raggiungere passa da 107 milioni a 236. Il criterio grandi progetti si applica anche all’asse per l’Agenda Digitale: l’obiettivo dei 57 milioni previsto rimane invariato. Gli altri settori del Fesr invece vengono rivisti in diminuzione.

Le altre cause della rimodulazione

Alcuni degli elementi che hanno portato l’amministrazione a rivedere i risultati per ogni singolo obiettivo sono già stati detti: i grandi progetti e il taglio alle risorse. Ma il documento ne indica altri. Anzitutto il contesto economico di crescita regionale è diverso da quanto ottimisticamente previsto quando fu approvato il programma: il Pil infatti è pari allo 0,8 per cento e non al 2,1 come preventivato. Si deve considerare che il programma operativo è stato approvato nell’ottobre 2015. Nel frattempo è arrivato pure il nuovo codice degli appalti che ha bloccato la capacità di realizzare i progetti delle amministrazioni. Mentre, infatti, prima i progetti venivano completati dalle imprese appaltanti adesso le amministrazioni non possono più fare una gara d’appalto se i progetti non sono esecutivi. Anche questo ha causato ulteriori ritardi. Un ultimo elemento è alla basa della rimodulazione degli obiettivi. L’amministrazione regionale ha iniziato a spendere le prime risorse. E così, dopo l’emanazione dei bandi, la burocrazia regionale ha più chiare quali sono le azioni e gli assi che più interessano alle imprese e che quindi più facilmente vedranno la richiesta di risorse. Inoltre la Regione ha investito su alcuni grandi progetti che hanno consentito un buon livello di spesa e che oggi permettono di operare le modifiche ai risultati.
16 Ottobre 2018

Fonte: livesicilia.it






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