30 giugno 2018

MUSUMECI TRA CLIENTELE AL CORPO FORESTALE, FLOP SUI FONDI EUROPEI E ZERO CONTROLLI SUL GRANO


Dal sito www.inuovivespri.it

di Franco Busalacchi - 30 giugno 2018
In una settimana registriamo tre ‘grandi successi’ del Governo regionale di Nello Musumeci: la legge-marchetta per riempire di raccomandato il Corpo Forestale, la resa senza condizioni sui fondi europei (Roma controllerà tutto) e il proseguimento del nulla di fatto in materia di controlli sul grano che arriva con le navi nei porti siciliani. Ma questo quando se ne andrà a casa?

Musumeci uno: onesto e bugiardo. L’Assemblea regionale ha approvato un articoletto “marchetta” con cui tutti i fortunati raccomandati entrati senza concorso esterno (esterno, ovvero quello che conta veramente – sfido chiunque a dimostrarmi che hanno superato un concorso esterno!) negli Enti Parco dell’Isola sono stati ‘comandati’ al Corpo Forestale della Regione. Ciò sarebbe avvenuto per coprire gli organici del deficitario Corpo Forestale medesimo.

Tutto falso. Questi signori hanno ottenuto dall’onesto utilizzatore finale dei voti medesimi di transitare, senza averne i titoli, in un Corpo di Polizia vero e proprio, dove tutto quello che potranno fare è esattamente quello che facevano prima, cioè una beata…

Dev’essere chiaro che, per coprire i vuoti in organico nel Corpo Forestale, è necessaria una procedura odiosa ai politici scambisti, agli impresentabili, ai corrotti e a i corruttori: il concorso esterno!

Ovviamente, qualcuno obietterà che si tratta di un semplice ‘comando’: è vero. Ma chi ci garantisce che, tra qualche anno, non arriverà una legge per trasformare questi ‘comandati’ in Guardie forestali a tutti gli effetti?

Ribadiamo: il personale del Corpo Forestale va reperito con i concorsi, non con i ‘comandi’!

Musumeci due: onesto e becchino. Il requiem sulla competenza regionale sui fondi strutturali è stato cantato a piena voce da Nullo Musumeci che, ingloriosamente, in materia ha ceduto allo Stato un pezzo consistente dei poteri regionali. Quelli cioè di realizzare le opere con i fondi comunitari, occupandosi della spesa relativa e della sua certificazione. Ha sancito così la manifesta incapacità sua e del suo governo a dare attuazione alla programmazione comunitaria.

Con l’onestà intellettuale che ormai gli conosciamo Musumeci ha ceduto la gestione a Roma gabellando questa triste sconfitta, figlia dell’insipienza e della incompetenza come un vittoria della Regione. Da eroe in orbace e alamari, ha dato addosso alla burocrazia, il solito muretto basso, abbandonata a se stessa, guardandosi bene dal fare qualcosa contro l’aggravamento illegittimo dei relativi procedimenti, causati dai passaggi politici degli atti sui cui danni prima o poi la Corte dei Conti dovrà pur dire la sua.

Gloria anche ai partiti che lo “sostengono”, il Nullo, i cui capetti, piuttosto che perdere potere all’interno della politica facendo l’unica riforma possibile e necessaria, quella di accentrare le operazioni in testa ad un solo assessore, hanno regalato questo potere agli Uffici di Roma. Come quel famoso marito che per fare dispetto alla moglie… Ma come si fa! Ma quando se ne vanno a casa questi!

Musumeci tre: onesto e zappatore Vi ricordate quella fotografia di Musumeci in campagna elettorale che zappava nel Ragusano abbigliato con un candidissimo trench, che nemmeno Ubaldo Lay (di Bogart abbiamo troppo rispetto..)? Che colpo di teatro! E’ bastato questo per fare capire a tanti operatori della terra siciliani, notoriamente “turduni” e “carduni” e “pedi incritati” che le vacche magre erano finite.

Può un contadino mentire? Noooo! Quindi lo hanno votato fidenti e fiduciosi. Ovviamente, smessa la zappa, è rimasto il trench. La Sicilia agricola è precipitata in un baratro, gli indici sembrano quelli di Nerone al circo dei gladiatori, tutti rivolti all’in giù Quando si dice un lavoro fatto bene…

Mi spiego. Cui prodest questo disastro? Agli importatori ovviamente. Un giro di vite dopo l’altro la garrota si stringe al collo degli operatori del settore mentre taluni, come quelli del terremoto dell’Aquila, se la ridono e si stropicciano le mani.

Non parliamo poi di controlli sul grano che arriva in Sicilia con le navi: Casillo si potrebbe siddiare! Eh sì, come nelle settimana precedenti, anche questa settimana registriamo il nulla di fatto del Governo Musumeci in materia di controlli sulle navi cariche di grano che arrivano nei porti siciliani. Nulla di nulla!

L’art.14 dello Statuto che impone la difesa dei nostri prodotti? Nel cestino!! Provvida, per impedire la compattazione di un fronte (che si farà, certo che si farà!!), la Coldiretti ha intruppato quattro sfortunati creduloni e li ha portati, quale onore, al cospetto di sua Nullità il presidente della Regione, il quale ovviamente, si è fatto trovare in trench e con la stessa zappa di allora in mano e ha ribadito, ha auspicato, ha promesso.

“Un ottimo segnale”, lo ha definito il presidente di Coldiretti Ferreri. Poteva andare peggio? Sì, poteva piovere.



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COLLESANO. PER IL VERDE PUBBLICO IL SINDACO SI AFFIDA ANCORA UNA VOLTA AI LAVORATORI FORESTALI... APPREZZAMENTO TOTALE DALLA COMUNITA'. IL BLOG SI COMPLIMENTA E GLI CHIEDE DI INTERVENIRE AFFINCHE' VENGONO UTILIZZATI ANCHE NELLE STRADE PROVINCIALI, VERE E PROPRIE POLVERIERE

Il Sindaco Giovanni Battista Meli

ARS, NO DI MICCICHÈ AL TAGLIO DEI VITALIZI: "POI CHI MI MANTIENE, CANCELLERI?"


Dal sito palermo.repubblica.it

di ANTONIO FRASCHILLA - 30 Giugno 2018
Il presidente del Parlamento regionale stoppa i grillini. La proposta di M5S punta a una sforbiciata media del 50 per cento: a rischio 317 assegni

Al solo sentire di parlare di "proposta Fico" per il taglio dei vitalizi erogati da Palazzo dei Normanni a 317 ex parlamentari o loro familiari, il presidente dell'Ars Gianfranco Micciché inorridisce: "Questa non è una proposta, è una vendetta contro chi ha fatto politica - dice a Repubblica oggi in edicola - e io non accetto vendette e demagogia dentro l'Assemblea.

Il vitalizio è un dirotto acquisito e comunque in molti casi giusto. Io senza il vitalizio non avrei potuto mantenere la mia famiglia dopo aver rinunciato al mio lavoro per fare politica. Lo vogliono tagliare? Bene, finita questa legislatura mi farò mantenere, insieme ai miei familiari, da Cancelleri". Il riferimento è al leader dei 5 stelle in Sicilia, il vice presidente dell'Ars Giancarlo Cancelleri, che ha annunciato di voler presentare la stessa proposta del presidente della Camera anche all'Ars.

La delibera dei 5 stelle prevede un ricalcolo del vitalizio in base ai reali contributi versati. Il taglio, rispetto agli assegni attuali, sarebbe in media del 50 per cento. L'Ars spende ogni anno 18 milioni per i vitalizi, anche a parenti di defunti e a deputati che hanno messo piede per pochi giorni a Sala d'Ercole. Il presidente però annuncia già che questa delibera non verrà nemmeno presa in considerazione.

Fonte: palermo.repubblica.it





VINCENZO FIGUCCIA: I VITALIZI VANNO ABOLITI ANCHE IN SICILIA

Ricevo e pubblico
dall'On. Figuccia






IL FENOMENO DEL PRECARIATO PUBBLICO SICILIANO DEGLI ULTIMI 30 ANNI NECESSITA URGENTEMENTE DI UNA SOLUZIONE CONCRETA ORGANICA STRUTTURALE E DEFINITIVA


Dal sito bastaprecaricomunemazara.blogspot.com

29 Giugno 2018
A questa prospettiva cerca di dare una risposta il Convegno del 6 luglio 2018 organizzato dall'Asael con il patrocinio della Città Metropolitana di Palermo in collaborazione all'Agi (Associazione giuslavoristi italiani) l'Ordine degli avvocati di Palermo e l'Anief.

Il Convegno vuole essere un momento di studio e di confronto, in particolare con gli amministratori locali, per evidenziare le tante criticità della legislazione siciliana vigente in materia di contratti a termine e procedure di stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari e sulle possibili conseguenze giurisdizionali per gli Enti Locali siciliani senza possibili soluzioni organiche e strutturali.

Dopo 30 anni di abuso di Stato è arrivato il momento di affrontare il problema di petto senza infingimenti ma soltanto adottando soluzioni legislative concrete organiche e strutturali soprattutto dal punto di vista del cofinanziamento ordinario delle procedure di stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari nella Pa siciliana. 

L'invito che faccio a tutti i dipendenti pubblici precari siciliani è quello di partecipare attivamente al Convegno per farsi un opinione completa della situazione reale sul fenomeno del precariato pubblico siciliano.
Dott. Gaetano Aiello

Fonte: bastaprecaricomunemazara.blogspot.com





BATTESIMO DEL FUOCO PER LA SQUADRA ANTINCENDIO BOSCHIVO NASSIRIYA


di Gaetano Guarino
Funzionario del CFRS

Battesimo del fuoco per la Squadra Antincendio Boschivo Nassiriya che congiuntamente alla Squadra Cozzotondo di Mezzojuso e l'autobotte 3000 Valle Maria, sono intervenuti su un incendio a Mezzojuso. Le fiamme non hanno minacciato boschi ma per il forte vento e il caldo sostenuto, avrebbero potuto arrecare danni notevoli. Siete degli Angeli del Territorio. Complimenti, con una promessa, avremo un futuro migliore. Onorato di avervi al mio fianco. 











ARS, IL PALAZZO D'ORO DA 154 MILIONI. OGNI DEPUTATO CI COSTA 26MILA € AL MESE


dal sito www.qds.it

di Raffaella Pessina
A tanto ammonta la spesa complessiva effettiva prevista per l’esercizio 2018. Il 50% della spesa per il personale. Il Consiglio della Lombardia costa 79 milioni. Indennità e diaria dei deputati non si toccano. Ogni deputato ci costa 26mila € al mese

PALERMO - È stato pubblicato sul sito istituzionale dell’Assemblea regionale siciliana lo schema di bilancio di previsione per il triennio 2018-2019-2020. Una cifra di tutto rispetto è quella che i siciliani dovranno spendere per mantenere le mura e gli “abitanti” di Palazzo dei Normanni, cuore pulsante, o almeno così dovrebbe essere, dell’attività legislativa siciliana.

Siamo andati ad analizzare nel dettaglio le pagine del bilancio pubblicate sul sito ufficiale dell’Ars alla voce “Amministrazione trasparente”. La dotazione a carico del bilancio regionale per il 2018, viene scritto nella relazione, si attesta a 139 milioni di euro, inferiore rispetto a quella prevista per il 2017 pari a 143 milioni. In realtà, però, la spesa complessiva effettiva prevista per l’esercizio 2018 si attesta a 153.794.473,91 euro.

“Tale dato per il 2018 - è scritto nella relazione - si desume dalla differenza tra le spese complessive iscritte obbligatoriamente in bilancio per euro 240.587.977,102” e gli avanzi di amministrazione degli anni precedenti per 143 milioni di euro, 5.765.146,00 di Fondo pluriennale vincolato per spese in conto capitale dagli esercizi precedenti e 38.027.320,00 di servizi per conto terzi e partite di giro. Inevitabile il consueto confronto con il Consiglio regionale della Lombardia, simile per estensione di territorio, che per il 2018 ha previsto la cifra, per competenza, di 79 milioni: una differenza importante.

Rispetto ai soldi spesi nel 2017 (160.239.307,08) vi è stata una contrazione del 4.02%. Il costo del personale in quiescienza rappresenta il 33,4% del totale della spesa. Il costo del personale dipendente in servizio, invece, incide per il 16,54%.
Quasi il 90 per cento del totale delle uscite sono spese obbligatorie e riguardano prevalentemente il pagamento delle competenze e dei relativi oneri previdenziali, i premi di assicurazione e le imposte e tasse.

COSTO MENSILE DEL DEPUTATO CONSIGLIERE - TOTALE € 26.048

Indennità lorda mensile € 6.600 – Cifra stabilita dal Consiglio di Presidenza nella seduta del 30 dicembre 2013 a decorrere dal 1° gennaio 2014. L’indennità è corrisposta per 12 mensilità. Per ogni giorno in cui il Deputato non partecipi alle attività parlamentari nelle sedute d’Aula in cui si svolgono votazioni su testi legislativi o su atti di indirizzo politico iscritti all’ordine del giorno, è stata prevista, una trattenuta pari all’1% dell’indennità spettante.

Rimborso spese soggiorno (diaria) € 4.500 – Viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Palermo, indifferentemente se un parlamentare abiti nel capoluogo o se venga da Ragusa. O, almeno, non è specificato altrimenti. L’equiparazione al Senato qui stride, poiché se è comprensibile che la maggior parte dei senatori non sia di Roma o di zone limitrofe, altro discorso è per chi proviene dalla stessa regione seppur da città diverse da Palermo.

Collaboratore (portaborse) € 3.214 – Per l’anno 2018 lo stanziamento (2.700.000,00 euro) è di importo inferiore di rispetto all’anno precedente perché si sono ridotti i deputati. Le polemiche nate in seno all’utilizzo da parte dei parlamentari di collaboratori ha infiammato qualche mese fa il dibattito all’interno dell’Assemblea regionale siciliana. Dopo l’ultimatum della Corte dei Conti, dal 2019 il presidente Miccichè ha promesso tagli e una maggiore trasparenza.

Indennità parlamentare deputati supplenti € 0 – Si tratta di una voce saltuaria, come indica la parola stessa. Chi esercita temporaneamente una funzione in assenza della persona che ne è titolare: in questo caso non è quantificabile e quindi abbiamo lasciato la cifra a 0. Può comunque anche capitare poiché è avvenuto in precedenza che le sostituzioni durino anche diversi mesi.

Indennità di funzione e di mansione € 517,61 – Godono di questa indennità, differente a seconda della carica, il presidente dell’Ars, i due vice presidenti, i nove capigruppo parlamentari, i tre segretari, i tre questori e i sette presidenti, i sette vicepresidenti e i 7 segretari delle commissioni legislative. Per uniformità abbiamo spalmato la cifra su tutti i 70 deputati, nonostante siano solo in 39 a percepire le somme.

Deputazioni e missioni € 26,52 – Anche questa voce va ad incrementare le spese a carico dei cittadini. Si tratta di una semplice stima, poiché il dato per il 2018 è incompleto, pertanto abbiamo utilizzato come riferimento il dato dei primi quattro mesi che è di 7.427,24 euro, pubblicato sul sito ufficiale Ars. Ma già in questa direzione l’Assemblea ha contenuto molto i costi poiché in anni precedenti ed in precedenti legislature le missioni dei deputati costavano ai cittadini tre volte tanto.

Indennità di fine mandato € 488 – La l.r. 1/2014 ha disposto la soppressione dell’assegno di solidarietà e l’istituzione dell’assegno di fine mandato che prevede, oltre ad un contributo dell’1% a carico del deputato, un onere a carico del bilancio dell’Assemblea regionale siciliana pari al 7,34% dell’indennità parlamentare lorda. Una specie di “trattamento di fine rapporto”.
L’assegno di fine mandato non può comunque eccedere il limite di dieci anni di mandato, anche non consecutivi, da computare a decorrere dal 1° gennaio 2014.

Trasferimenti ai gruppi parlamentari € 10.702 – Le previsioni per il 2018 parlano di una cifra a dir poco sorprendente: 9 milioni di euro. I trasferimenti ai gruppi parlamentari incidono per il 5,8% sul totale della spesa dell’Ars.
Tale cifra, a partire da quest’anno, comprende anche il contributo di 58.400 euro a deputato proveniente dal Decreto Monti e applicato solo a partire da questa legislatura per 70 deputati.

LE ALTRE VOCI DI SPESA 2018

Fondi e accantonamenti – Con le nuove regole di redazione dei bilanci, è stata inserita questa “voce” nel bilancio interno dell’in cui sono i due titoli dei Fondi di riserva. Il primo, per l’eventuale integrazione degli stanziamenti di bilancio, di parte corrente, di 31.371.457,10 euro; il secondo, per il Fondo pluriennale vincolato e per le spese impreviste in conto capitale, pari a 1.493.000,00 euro.
Sono soldi utilizzati in casi di necessità per far fronte a insufficienze negli stanziamenti degli articoli del bilancio. Vi sono poi dei fondi di riserva costituiti dai fondi speciali, in cui sono iscritti, come disposto dagli organi collegiali dell’Ars, accantonamenti prudenziali per spese imputabili a “Fondi speciali per personale in quiescenza ed ex Deputati in attesa di futura determinazione in materia di quiescenza da parte degli organi competenti” e per spese in conto capitale relative al “Fondo pluriennale vincolato”.

Programma 02 – Interessante il “Programma 02” che comprende i costi di varia natura istituzionale ma non specificati; registra un incremento rispetto al 2017 del 9,1 per cento. La causa principale di tale incremento, viene scritto nella relazione, è da imputare a prestazioni professionali. Più avanti viene evidenziato come “Tuttavia si registra un risparmio negli incarichi libero professionali di consulenza e altri servizi connessi alla
Sicurezza”. Da evidenziare poi che per la statistica e i sistemi informatici siano stati previsti circa 2 milioni e 800 mila euro.

Manutenzioni del Palazzo – Resta un argomento a parte la manutenzione del Palazzo dei Normanni, che se da un lato rappresenta una sede istituzionale di valore unico, presenta il rovescio della medaglia costituito dalla continua e necessaria manutenzione i cui costi pesano sul bilancio.
Nella relazione viene spiegato come, “nonostante la contrazione della dotazione ordinaria come previsto dalla l.r.1/2014, si fa fronte agli aumentati oneri derivanti dalla necessità di effettuare sempre più gravosi e significativi interventi di restauro e manutenzione straordinaria del complesso monumentale e dalle aumentate spese connesse alla sicurezza di un Palazzo ritenuto obbiettivo sensibile a seguito dei noti fatti di terrorismo”.

Trasparenza Il bilancio interno ha assunto una veste di difficile lettura per i non addetti ai lavori, perché non esistono più le voci di spesa di una volta.
Infatti lo “Schema di bilancio di previsione” viene redatto secondo le modalità introdotte nell’ordinamento regionale dall’art.11, comma 5,della legge regionale n.3 del 13 gennaio 2015, secondo il quale l’Assemblea regionale siciliana ha adeguato il proprio ordinamento contabile ai principi di cui al D.Lgs.118/2011 e successive modificazioni ed integrazioni. Il cittadino comune quindi può solo conoscere quanti soldi servono Tutte le voci di spesa pertanto vengono raggruppate in missioni e programmi, con una suddivisione generica e di non facile comprensione.

30 giugno 2018 - © RIPRODUZIONE RISERVATA

Fonte: www.qds.it




RICOMINCIA LA PARTITA SULLO SCACCHIERE DELLE NOMINE, TENSIONI FRA I PARTITI DELLA MAGGIORANZA ALLA RICERCA DI UN ACCORDO


Dal sito www.blogsicilia.it

di Manlio Viola - 29/06/2018
Dalla sanità alle aziende controllate passsando per Sicilia Digitale e per la Sas riparte la battaglia sullo scacchiere delle nomine del governo Musumeci. Mentre tutti gli occupanti dei posti chiave che erano stati messi lì in via provvisoria prima delle elezioni nazionali restano al loro posto nonostante siano passati ormai quasi 4 mesi da quelle elezioni (la motivazione ufficiale è stata fornita da un’altro turno elettorale, le amministrarive finite con i ballottaggi di domenica scorsa) arrivano conferme informali su nomi fatti nelle scorse settimane e che avevano destato sorpresa ma circolano anche altri nomi per altri posti. Si tratta, al momento, solo di voci ma sono voci insistenti ed autorevoli anche se tutto può sempre cambiare fino all’ultimo istante.

Mentre si attende il concorso per i nuovi manager delle Asp e degli ospedali siciliani in virtù della nuova pasticciata legge nazionale che impone procedure lunghe, farraginose e foriere di ricorsi e paralisi (la commissione è stata nominata e insediata e se ne attende l’esisto dei lavori), ci sono aziende che restamo nell’orbita della sanità ma che potrebbero vedere nomine a prescindere dal concorso e dall’iscrizione nel registro degli aventi titolo all’incarico di manager, albo istituito presso il ministero.

Un caso è quello della Fondazione Giglio che gestisce l’omonimo ospedale a Cefalù. Una anomalia gestionale dovuta ad una serie di vicende passate che vanno dall’abbandono da parte del san Raffaele Di Milano per le sue note vicende giudiziarie alla trasformazione in Fondazione e fino alle polemiche sui soci e sulla gestione di contratti di servizio e contratti di lavoro del personale. Ora per la guida della Fondazione Giglio si fa il nome di Ada Terenghi, già candidata di Forza Italia nel collegio Palermo 2 Libertà alla Camera dei deputati battuta dal pentastellato Giorgio Trizzino direttore sanitario dell’ospedale dei Bambini. Quali le competenze a curriculum non lo si sa. Da ultimo dirigente della AMG, azienda del gas di Palermo, potrebbe così approdare ad un ruolo di primissimo piano.

Secondo caso è quello dell’azienda Seus 118, certamente di natura sanitaria visto che gestisce le emergenze ed urgenze, insomma ambulanze ed eliambulanze in Sicilia. Alla guida c’è Roberto Colletti uno fra gli ultimi nominati di Musumeci. Il Presidente aveva scelto di mettere in queste aziende solo ‘commissari’ o comunque presidenti provvisori non volendo fare le nomine durante la campagna elettorale per le nazionali. Quei nominati attualmente sono tutti in sella. E fra loro Colletti era indicato come possibile riconfermato dopo il 4 marzo. Ma adesso gli equilibri potrebbero essere cambiati e a Colletti potrebbe succedere un giovane avvocato palermitano attualmente al Corecom ovvero Giuseppe Di Stefano che però sarebbe in lizza anche per un altro posto e dunque potrebbe cedere il passo. Sempre voci non confermate, per carità, ma neanche smentite.

Lasciando il mondo della sanità c’è un’altra sfida importante per la guida di una società regionale che fino a qualche settimana fa non valeva praticamente niente ma che adesso diventa strategica: la Resais.

Società costituita a Palermo per la gestione del personale già dipendente degli Enti Economici AZASI, EMS ed ESPI e delle società a totale partecipazione o controllate, era ormai ad esaurimento perchè il personale in questione era ormai quasi azzerato. Ma la Finanziaria regionale le assegna il compito di assorbire per la stabilizzazione 2800 precari ex Pip e questo significa un rilancio forte dell’attività della società che torna ad essere il consistente contenitore che era negli anni ’70 e ’80; guidata dall’avvocato Francesco Salvo nominato a giugno del 2017 prima dell’era Musumeci. Alla Resais potrebbe puntare un uomo pronto a riciclarsi dopo l’era Crocetta durante la quale ha avuto ruoli e incarichi. Si tratta di Giulio Guagliano, ma qui le voci si fanno meno insistenti. La sua vicinanza a molte operazioni targate Crocetta e compagni sembra non sia stata sufficientemente compensata dalle polemiche che lui stesso ha lanciato verso altre idee dell’epoca appena trascorsa.

Restando in tema di personale come non parlare della Sas la Servizi Ausiliari Sicilia, società da duemila dipendenti, molti precari, che nei giorni scorsi è stata al centro della polemica anche per il rischio licenziamenti. L’ultimo episodio riguarda il precario che ha tentato il suicidio dal cortile dell’Ars durante i lavori del Parlamento di due giorni fa. Proprio per la Sas torna in pista Di Stefano e qui la battaglia è a due. Da un lato, Marcello Caruso, assai gradito all’area di Forza Italia più vicina all’ex presidente del Senato Renato Schifani, dall’altro di nuovo lui Giuseppe Di Stefano, già alla guida della Sas in passato, e molto vicino al presidente della commissione bilancio dell’Ars Riccardo Savona.

Di nomine sul piatto ce ne sono diverse altre ma la stagione delle scelte potrebbe slittare ancora di qualche settimana a causa di tensioni fra i partiti che compongono la maggioranza. Sui nomi proposti per alcune partecipate, infatti, ci sarebbe divergenza di opinioni fra il Presidente dell’Ars Miccichè e la maggioranza di Musumeci e ci sarebbe, poi, anche la posizione dell’assessore all’economia Gaetano Armao al quale alcuni nomi proprio non andrebbero giù.

Così l’ultima proposta parla di dividere prima le ‘spettanze’ in base al peso dei partiti e poi procedere alla scelta all’interno delle singole forze politiche. Forza Italia potrebbe, quindi, ottenere Sicilia digitale, Cas, Sas, Seus e Irca. E in questo caso passerebbe il ‘Miccichè pensiero’ per Sas. l’Udc vuole l’Airgest di Trapani. La Lega, fino ad ora rimasta fuori da tutto, vorrebbe Siciliacque ma forse anche qualcosa di più. E ci sarebbe posto anche per una indicazione degli autonomisti di Raffaele Lombardo ed una seconda dell’aerea popolare della medesima formazione come accaduto in giunta (dove Autonomisti e popolari sono rappresentati da Lagalla e Ippolito per dare spazio a entrambe le anime)

Fonte: www.blogsicilia.it





MUSUMECI CONFERMA CHE ANDRÀ A PONTIDA MA FRENA SUGLI ACCORDI CON LA LEGA


Dal sito www.blogsicilia.it

di Antonio Maria Casarubea - 29/06/2018
“Domenica sarò a Pontida, insieme agli altri governatori del centrodestra, su invito del segretario della Lega Matteo Salvini, che mi ha chiesto di portare una testimonianza della Sicilia, dell’alleanza che la governa e di quello che stiamo facendo”.

Lo dichiara, in una nota, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. Un modo per spegnere polemiche e interpretazione sulla presenza del Presidente della Regione siciliana letta come il via ad un accordo proprio con la Lega sia per effetto dell’esigenza di dialpogare con il governo gialloverde a Roma sia per la pregressa amicizia di Musumeci personalmente vicino agli esponenti di punta della Lega, Salvini in testa.

A dare il via alla ridda di interpretazioni era stata, oltre alla voce di campagna acquisti della Lega in corso in Sicilia, una intervista di Salvini al sitod ell’agi nella quale, fra l’altro, dice  “Noi abbiamo invitato anche i governatori del centrodestra: Toti della Liguria, Toma del Mosile, Musumeci della Sicilia. Ovviamente tutti hanno degli impegni però spero che ci siano, in presenza o con un messaggio per dare una idea della squadra”.

E Musumeci risponde che ci sarà e che cis arà nella qualità di governatore della Sicilia e di invitato come altri.

Naturalmente per i Partigiami Dem l’interpretazione è diversa. “La notizia non mi stupirebbe più di tanto ma se fosse confermata – dice ancora in modo dubitativo Antonio Rubino –  potremmo dire di avere il primo governatore leghista di una regione del sud” .

“L’annunciata presenza dell’assessore Ruggero Razza al raduno leghista di Pontida – continua Rubino – credo segni anche il definitivo collocamento del movimento Diventerà Bellissima nell’orbita della Lega”.

“Musumeci è libero di andare dove vuole certo ma mi aspetterei dal Presidente un minimo di chiarezza politica soprattutto nei confronti dei siciliani, specialmente di quelli che lo hanno votato come rappresentante di una forza politica e di una determinata coalizione e ora rischiano di trovarselo, nella migliore tradizione gattopardesca, con una felpa gialloverde. Sarà divertente capire con quale coraggio Musumeci garderà in faccia i giovani siciliani insultati e sbeffeggiati dai leghisti di Salvini”.

Fonte: www.blogsicilia.it






28 giugno 2018

CENTO MILIARDI INGHIOTTITI DALLA CORRUZIONE IN DIECI ANNI. ECCO IL BOLLETTINO DI GUERRA


Dal sito siciliainformazioni.com

Da SALVATORE PARLAGRECO - 28 giugno 2018
C’era una volta “la casa di vetro”. Era perorata da un folto numero di amministratori e governanti, veniva annunciata solitamente nei primi giorni di attività del nuovo governo o consiglio di amministrazione. Restava una perorazione, niente più che un auspicio, perché conviveva, non casualmente, con la regola dell’arcana imperii, cioè la stretta sorveglianza di informazioni ed notizie che dovevano restare all’interno del Palazzo. Piuttosto che il vetro, fascicoli, provvedimenti, atti e scelte venivano protette da spesse mura, quelle che a Palazzo dei Normanni hanno permesso di tenere in piedi per secoli il Palazzo che fu dei Re.

Il percorso della trasparenza, evocato dalla prof.essa Maria Cristina Cavallaro, docente di Diritto amministrativo dell’Università di Palermo, segna con  la precisione del droghiere la storia, alterna e faticosa, della lotta alla corruzione in Italia, essendo la trasparenza l’arma più efficace contro corrotti e corruttori.

Quanto emerge da uno studio di Unimpresa sui costi della corruzione sembra riferirci che la strada è ancora lunga e che accanto agli indubbi passi avanti si sono registrati i passi indietro. La marcia del gambero?

Negli ultimi 10 anni, la corruzione ha “mangiato” 10 miliardi di euro l’anno di prodotto interno lordo per complessivi 100 miliardi in un decennio. Le aziende che operano in un contesto corrotto crescono in media del 25% in meno rispetto alle concorrenti che operano in un’area di legalita’. E, in particolare, le piccole e medie imprese hanno un tasso di crescita delle vendite di oltre il 40% inferiore rispetto a quelle grandi.

Dal tempo delle “case di vetro”, che conviveva con gli arcana imperii, all’obbligo di pubblicità ed esibizione di qualunque atto della pubblica amministrazione, sono cambiate, in meglio, tante cose. Sono nati istituti di partecipazione dei cittadini, si è instaurata gradualmente una flessibilità nel campo della trasparenza che ha regalato alla pubblicità degli atti un  a priorità rispetto al diritto di riservatezza dei dati personali, divenuta per tanti anni l’ultima spiaggia degli arcana imperii, la riservatezza della pubblica amministrazione.

Il primo passo utile, suggerisce la prof.essa Cavallaro nella sua relazione al seminario dedicato alla Corruzione, ad Agrigento (organizzato dal Libero Consorzio), è stata la norma che negli anni ’90 ha previsto l’accesso ai documenti quando ricorreva una necessità, un interesse rilevante, che giustificasse l’esibizione degli atti. Ma fu, come si suole dire, una contentezza in sonno, dato che a decidere sulla rilevanza o meno dell’interesse, sarebbe stata la pubblica amministrazione, generalmente arroccata su posizioni tradizionaliste, a prescindere dall’attitudine o volontà di combattere la corruzione.

Il passo successivo fu rappresentato dalla considerazione che l’accesso agli atti dovesse essere considerata la regola e il veto, invece, una eccezione. Ma siamo sempre all’interno di una questione di principio, o quasi Meglio che niente, comunque, la flessibilità cominciò a prendere piede, mantenendo una forte tutela dei diritto alla riservatezza dei dati personali, la linea Maginot.

L’altro step, importante, è costituito dal principio di bilanciamento assegnato alla P.A. : nell’istanza di accesso l’interesse generale prevale sulla tutela della riservatezza. Ed è a questo punto che hanno la meglio, e nascono senza grandi ostacoli, gli istituti di partecipazione.

Ancora un passo avanti e arriviamo alla pubblicità degli atti, una normativa che prescinde dagli interessati e prevede l’accessibilità totale (è il 2009) , che permette l’adozione di uno strumento di monitoraggio del ciclo di gestione. E’ forse a questo punto che si esce dal tunnel, con la partecipazione del cittadino al percorso che migliora l’efficienza della P.A.

La trasparenza, infatti, è un’arma che agisce su due campi, quello della corruzione e l’altro, i processi di gestione. La mappatura dei processi, ricorda la prof.essa Cavallaro, permette l’individuazione delle aree di rischio ed migliora l’efficacia della P.A.

Se il cittadino fa sentire la sua voce, ed ha gli strumenti per farlo, gli effetti sono sicuramente positivi. L’accesso civico è l’antidoto ideale contro la mala amministrazione.

Tutto bene, dunque?

Ci sono ancora sacche di resistenza. Il problema del bilanciamento, ricorda la docente, resta nelle mani della P.A, che decide il da farsi, per esempio, sul web. Il percorso, insomma, è ancora ambiguo.

Fonte: siciliainformazioni.com






VITALIZI ALL'ARS, CANCELLERI: "PORTEREMO A PALAZZO DEI NORMANNI LA DELIBERA FICO"


Dal sito palermo.repubblica.it

di ANTONIO FRASCHILLA -28 Giugno 2018
Il vicepresidente del Parlamento regionale vuole replicare in Sicilia il modello della Camera: "Il risparmio sarebbe di 9 milioni"

"Porteremo una delibera analoga all’Ufficio di presidenza di Palazzo dei Normanni per abolire i vitalizi anche in Sicilia". Dopo la "delibera Fico", la proposta presentata dal presidente della Camera all'ufficio di presidenza di Montecitorio per sforbiciare i vitalizi - una proposta che secondo l'esponente del Movimento 5 Stelle comporterebbe un risparmio di 40 milioni - il leader di fatto dei grillini siciliani Giancarlo Cancelleri si prepara a una mossa analoga: nel mirino i vitalizi che non si basano sul sitema contributivo, cioè quelli relativi al periodo precedente al 2011. Secondo le stime dei grillini, il risparmio in Sicilia - una delle regioni con la maggiore spesa per i vitalizi - ammonterebbe a 9 milioni di euro su 19. Ma gli uffici sono pronti alle barricate.

Fonte: palermo.repubblica.it





MESSINA, AUTOSTRADE A RISCHIO INCENDI: ECCO TUTTI GLI INTERVENTI IN PROGRAMMA PER LA MESSA IN SICUREZZA. SOTTOSCRIZIONE DEL PROTOCOLLO OPERATIVO TRA CAS E DIPARTIMENTO REGIONALE SVILUPPO RURALE PER LA SCERBATURA DELLE FASCE ESTERNE AUTOSTRADALI E DELLE AREE DI SOSTA DELLA INTERA RETE VIARIA


Dal sito www.strettoweb.com

28 Giugno 2018 - Serena Guzzone
Autostrade a Messina a rischio incendi, il Cas risponde all’allarme lanciato da Cittadinanza Attiva: ecco tutti gli interventi attuati e in programma per la messa in sicurezza

In merito alla presenza di vegetazione infestanti a ridosso della tratta autostradale segnalata da Cittadinanza Attiva, il Direttore Generale ing Leonardo Santoro, condividendo l’allarme lanciato dalla Associazione, ha elencato le attività ad oggi eseguite e quelle in programmazione in tempi brevi, dando assicurazioni sul piano di lavoro.

E’ un segmento di manutenzione – ha dichiarato il Direttore Generale Ing. Leonardo Santoro da anni trascurato che, però, necessita interventi immediati e senza perdere altro tempo. Dallo scorso marzo, in cui mi sono insediato, non ho trovato nessun tipo di progettualità, né programmazione né previsione. Ho, quindi, chiesto agli uffici la massima attenzione sulla questione e di velocizzare le procedure in modo che si possa attuare un altro degli interventi trascurati negli anni passati. Alcuni lavori sono stati eseguiti con affidamenti d’urgenza, altri sono avviati ed altri ancora pianificati anche in collaborazione con altri soggetti istituzionali>.

Di seguito gli interventi in corso di esecuzione:

Sottoscrizione del Protocollo Operativo tra CAS e Dipartimento Regionale Sviluppo Rurale (ex Corpo Forestale) per la scerbatura delle fasce esterne autostradali e delle aree di sosta della intera rete viaria;
• Protocollo Operativo, in corso di stipula, con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco per la creazione di 3 presidi antincendio in località Giarre (A18) Gazzi (Tangenziale Messina) Buonfornello (A20);
Disponibilità del CAS ad allestire, presso proprie aree attrezzate, le manichette di erogazione idrica per ospitare mezzi antincendio della Protezione Civile e dell’Ispettorato Forestale;
• Progettazione ex novo di n.5 interventi di scerbatura nelle tratte Messina-Catania (A18), Siracusa-Gela (A18), Messina-Calatabiano (A18), Svincoli della Messina-Catania (A18), Fiumefreddo-San Gregorio (A18). Per tali progettazioni sono in corso le relative procedure di gara e di aggiudicazione (secondo Codice degli Appalti);
• Progettazione di scerbatura <totale> della intera Messina-Palermo (A20);
• Interventi nelle rampe dei 27 svincoli della rete autostradale;
• In corso di redazione i <Piani Triennali> di manutenzione del verde per la A18 e per la A20.

e quelli già eseguiti:

• nell’intero svincolo di Rocca di Caprileone
• in tutte le 14 aree di servizio della rete autostradale

Fonte: www.strettoweb.com





REGIONE E STATO INSIEME PER SBLOCCARE LA SPESA EUROPEA MA NON È UN COMMISSARIAMENTO, MUSUMECI: “UE VUOLE TAGLIARE FONDI” (FOTO E VIDEO)

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Dal sito www.blogsicilia.it

di Manlio Viola - 28/06/2018
“C’è il tentativo di ridimensionare il budget e noi dobbiamo vigilare e stare attenti. È mancata una regia, se polverizziamo la spesa, invece di indirizzare gli interventi sulle imprese, infrastrutture, tutela ambiente, tecnologia non si raggiungerà mai un risultato soddisfacente”.

Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, in occasione della visita del ministro per il Sud, Barbara Lezzi, oggi a a Palazzo d’Orleans, per la sottoscrizione di un protocollo di cooperazione rafforzata tra il ministero e la Regione siciliana a supporto del Fondo europeo di sviluppo regionale.

“La nostra priorità sono le infrastrutture -a continuato Musumeci – cedo che la spesa più grossa all’interno dei 758 milioni sia rappresentata da infrastrutture ferroviarie e autostradali, in particolare l’autostrada Caltanissetta-Agrigento e il passante ferroviario di Palermo, assieme credo che impegnino una risorsa che vale oltre i 300 milioni di euro”.

“Con i bandi abbiamo impegnato altre risorse da destinare a edilizia scolastica, sostegno imprese, interventi risanamento sul territorio, – ha proseguito – ma come sapete l’Europa non si accontenta della risorsa impegnata ma certificata. Non dipende solo da noi, ma anche da controparte. Rfi avrebbe potuto certificare da sola oltre 200 milioni di euro e invece ha rinviato l’utilizzo delle risorse e quindi la realizzazione dell’opera e questo fa venire meno una fetta importante delle risorse da utilizzare. Siamo fiduciosi, sarebbe da irresponsabili dire che raggiungeremo l’obiettivo, non si può fare in un anno quello che non si è fatto in tre anni, ma stiamo lavorando affinché questa pesante eredità venga neutralizzata e mi fa piacere che il ministro abbiamo condiviso questa sfida perché questa Italia a due velocità non possiamo più permettercela”.

La prima uscita del Ministro per il Sud Lezzi, dunque, riguarda proprio la spesa comunitaria per accelerare la quale regione e Stato si impegnano reciprocamente. “Questo protocollo consacra la collaborazione fra il governo centrale e quello regionale attraverso il ministro per il Sud – ha pfrecisato Musumeci  – finalizzato a una cooperazione rafforzata al fine di poter recuperare il tanto tempo perduto negli anni passati, almeno negli ultimi due anni, nell’utilizzo e nella certificazione dei fondi Po fesr 2014-2020 per il raggiungimento nell’obiettivo consistente di certificare e rendicontare una spesa di circa 758 milioni di euro entro dicembre”.

“È un obiettivo assai arduo e ambizioso fissato da Bruxelles – ha proseguito – e quindi stiamo attivando tutte le risorse umane, poche, e strumentali, quasi inesistenti, per poter raggiungere l’obiettivo. Con il ministro Lezzi, consapevole di una difficoltà che abbiamo ereditato nel dicembre scorso, stiamo lavorando affinché il ministero possa con le proprie strutture e competenze mantenere fino al 31 dicembre dicembre 2018 un rapporto costante con i nostri uffici per darci un concreto sostegno e fare in modo che l’obiettivo venga raggiunto”.

Ma dietro lo strumento del protocollo c’è chi intravede una sorta di Commissariamento della Sicilia come ci ha abituati il governo precedente “Questo protocollo non è un commissariamento ma una presa di responsabilità anche del ministero, non solo della Regione – dice con senso istituzionale inatteso il Ministro – si mettono a disposizione tutti gli strumenti tecnici, una responsabilità congiunta. Il governo centrale si mette a disposizione delle regioni che hanno più bisogno”.

“Un po’ tutte le regioni sono indietro – ha spiegato – poi ci sono dei target diversi, ma tutte hanno i loro ritardi. È chiaro che in questa fase di ascolto, ho ravvisato delle criticità nella procedura, voglio individuare le criticità guardando oltre, perché dobbiamo pensare anche al futuro. Ci apprestiamo a discutere la programmazione post 2020. Sto chiedendo ai presidenti la massima cooperazione che ci consentirà una contrattazione con l’Europa”.

“La Sicilia – ha concluso – ha dato moltissimo al M5s, ho deciso di iniziare dalla Sicilia dove abbiamo avuto un grande riscontro”.

Fonte: www.blogsicilia.it


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