05 agosto 2017

IL GOVERNO REGIONALE NON SA TUTELARE I BOSCHI DAL FUOCO CHE COSÌ DIVENTANO UN PERICOLO PER LE PERSONE


05 Agosto 2017
Gli incendi che continuano a funestare la Sicilia (negli ultimi giorni inceneriti il bosco di Casaboli a Monreale e il bosco di Santa Caterina a Piazza Armerina) non distruggono solo le aree verdi, ma anche aree attrezzate, le aziende agricole e agrituristiche. Il Governo regionale non è in grado di tutelare queste zone che, nelle giornate di caldo, diventano pericolose anche per le persone. Le denunce del Si.F.U.S. e le ripicche di CGIL, CISL e UIL a Caltanissetta…  

Ormai è un fatto dimostrato dagli incendi che si presentano, puntuali, ogni qual volta, in Sicilia, la temperatura supera i 30 grandi centigradi: le aree verdi delle nostre parti non sono più sicure. Ne sanno qualche cosa i titolari delle strutture turistiche e agrituristiche che operano tra i boschi di Piazza Armerina, nel cuore della nostra Isola, dove le fiamme, ieri, hanno seminato il panico.

Lo stesso discorso vale per il bosco di Casaboli, tra Pioppo e Monreale, in provincia di Palermo, ‘inghiottito’ qualche giorno fa da un incendio: anche questa area verde, nelle belle giornate, era meta di tante persone, soprattutto bambini. I fatti hanno dimostrato che era poco sicura (QUI UN ARTICOLO SULL’INCENDIO CHE HA DEVASTATO IL BOSCO DI CASABOLI).

Con gli ultimi due incendi sono oltre 15 mila gli ettari di verde andati in fumo da giugno ad oggi. Un disastro ambientale che non ha eguali nella storia dell’Autonomia siciliana.

Vero è che, da alcuni anni a questa parte, la Sicilia è entrata nella cosiddetta ‘bolla sahariana’, come ha illustrato il professore Silvano Riggio in questo articolo e anche in quest’altro articolo.

Ma è anche vero che, nella storia dell’Autonomia, nessun Governo regionale ha mostrato l’incapacità dell’attuale esecutivo (come denuncia il Si.F.U.S, sigla che sta per Sindacato Forestali Uniti per la Stabilizzazione).

In questa incredibile storia degli incendi in Sicilia ci sono precise responsabilità politiche che riguardano gli assessori regionali Alessandro Baccei, Antonello Cracolici e Maurizio Croce e anche gli uffici della Ragioneria generale della Regione siciliana, come ha raccontato, ieri, il leader dei Sovranisti della Sicilia, Beppe De Santis (QUI L’INTERVISTA A BEPPE DE SANTIS).

Il risultato è che le aree verdi della Sicilia non sono più sicure.

Alla stessa nostra conclusione è arrivato Giuseppe Li Rosi, presidente dell’associazione Simenza che, commentando l’incendio che ha distrutto un’area verde a Piazza Armerina scrive:

Bosco di Santa Caterina di Piazza Armerina distrutto completamente. Sono esplose anche una trentina di bombe militari. Siamo nelle mani di nessuno. Una mia amica ha salvato il suo agriturismo grazie alla sua opera di prevenzione con gli stagliafuoco fatti a sue spese. Tutto ciò che è in mano al Governo siciliano sta bruciando. Le aziende agricole e le attività rurali vengono coinvolte nelle fiamme. Questo noi lo consideriamo un attacco in piena regola”.

Andare nelle aree verdi della Sicilia, nelle giornate di caldo, magari in un agriturismo immerso tra gli alberi, diventa pericoloso, per i siciliani e per i turisti. Il Governo regionale non è in grado di tutelare queste zone. Prendiamone atto.  

Con molta probabilità, gli incendi che colpiscono a ritmo continua i boschi della Sicilia sono dolosi. Con molta probabilità, sono in corso speculazioni da parte di chi guadagna con il fuoco o conta di guadagnarci in futuro, magari facendo cambiare la destinazione d’uso ai terreni bruciati.

Qualunque sia la motivazione, un fatto è certo: l’attuale Governo regionale, fino ad oggi, non è stato in grado di proteggere i 15 mila ettari di boschi della Sicilia andati in fumo.

“Tutto ciò che è nelle mani del Governo siciliano sta bruciando”, scrive Li Rosi.

L’assessore Cracolici dice di aver avviato gli operai della Forestale al lavoro a metà maggio. Già questo è un fatto gravissimo: perché le opere di prevenzione degli incendi debbono essere effettuate a partire dai primi giorni di aprile.

Stando a quello che dice l’assessore Cracolici, c’è già un ritardo di un mese e mezzo!

Cracolici si giustifica: “L’Ars non aveva ancora approvato il Bilancio 2017”. Ma questa è una giustificazione di chi non sa governare!

Ma il problema è che gli operai della Forestale iscritti al Si.F.U.S. sostengono che l’avviamento al lavoro, per gli operai 151-isti e 101-isti, è iniziato a metà giugno; se si aggiunge una settimana circa per le visite mediche, gli operai avrebbero iniziato a lavorare dopo il 20 di giugno, quando già le opere di prevenzione dovrebbero essere una realtà.

Insomma, i ritardi ci sono stati e sono stati gravi: senza la pulizia del sottobosco (eliminazione delle erbe secche e delle sterpaglie dalle aree verdi) il fuoco, nelle giornate di grande caldo, si propaga a gran velocità; se poi mancano pure i viali parafuoco – cosa che si è purtroppo verificata – il danno ingente da fuoco è quasi matematico!

E oggi? Ormai il danno è fatto: ed è un danno gravissimo. E al danno si aggiunge anche la certezza – altrettanto matematica – che l’attuale Governo regionale non è in grado di proteggere le aree verdi della Sicilia e i cittadini che si avventurano tra i boschi, soprattutto quando fa caldo.

Da cosa lo desumiamo? Da un elemento semplicissimo: la mancanza di personale per presidiare le aree verdi della Sicilia.

E perché non c’è il personale a presidiare i boschi della Sicilia? Alla base c’è una campagna di disinformazione che – guarda caso – è diventata martellante da quando il Governo Renzi, qualche anno fa, ha, di fatto, commissariato la Regione siciliana, imponendo al solito presidente Crocetta il signor Alessandro Baccei sulla plancia di comando dell’assessorato regionale all’Economia.

In TV è iniziata la campagna contro “i 20 mila operai della Forestale siciliana che non servono a nulla”. A parte che tale affermazione è falsa (a spegnere gli incendi che continuano a funestare la Sicilia sono gli operai della Forestale, insieme con i Vigili del fuoco e con gli addetti della Protezione civile, lavorando 12-18 ore consecutive con temperature di 40 gradi e forse più!), è ancora più falsa la tesi, fatta passare in modo subdolo, che a pagare gli operai della Forestale siciliana sarebbe lo Stato.

Invece a pagare gli operai della Forestale della Sicilia, sin da quando è iniziata tale attività, è sempre stata la Regione! Che ha pagato e paga i forestali con i soldi delle tasse pagate dai Siciliani!

Grazie anche a questa campagna di disinformazione, il Governo nazionale ha scippato alla Regione anche i soldi per le attività forestali, con la connivenza del presidente della Regione, Crocetta, della sua Giunta (tutta) e della maggioranza di centrosinistra dell’Assemblea regionale siciliana.

Siamo arrivati ai nostri giorni. In tutto questo, da quando è finito un certo modo di ‘avviare’ gli operai della Forestale, le federazioni di CGIL, CISL e UIL che si occupano di tale settore non hanno quasi più proferito parola. Forse perché gli operai forestali, avendo intuito che queste organizzazioni sindacali non sono più quelle di un tempo, hanno optato per altri soggetti.

Siamo arrivati ai nostri giorni. E sulla pagina facebook del Si.F.U.S. leggiamo di una sceneggiata del Governo regionale sull’assunzione dei circa 10 mila operai della Forestale detti 78-isti (cioè coloro i quali dovrebbero lavorare per 78 giorni).

Sono stati i sindacalisti del SI.F.U.S. a battersi per fare assumere i 78-isti. Ma a Caltanissetta sta succedendo un mezzo parapiglia, perché ai sindacati confederali, a quanto pare, non andrebbe giù che il Governo regionale avvii al lavoro i 78-isti dopo la battaglia fatta dal Si.F.U.S.

Il risultato è che, mentre gli incendi continuano a incenerire il verde della Sicilia, i circa 10 mila operai 78-isti rimangono a casa.

Questo perché, CGIL, CISL e UIL, dopo aver osservato un religioso silenzio (solo dopo il già citato incendio del bosco di Casaboli, la CGIL ha ritrovato la ‘favella’, offendendo, tra l’altro, molti operai, definendoli troppo anziani…), hanno scoperto che gli operai della Forestale possono fare a meno di loro, soprattutto se i sindacati confederali del settore no sembrano nutrire più grande fiducia verso la triplice.

Scrive sulla pagina facebook del Si.F.U.S. il segretario generale di questa organizzazione sindacale, Maurizio Grosso:

“GLI AVVIAMENTI DEI 78ISTI A CALTANISSETTA SONO STATI BLOCCATI POICHE’ L’ON.CRACOLICI NON PUÒ ‘CALARSI’ DAVANTI LE RIVENDICAZIONI DEL SIFUS.
I SINDACATI CONFEDERALI DI CALTANISSETTA CHE CI AVEVANO SPIEGATO CHE GLI AVVIAMENTI PARTONO SEMPRE GRAZIE AL LORO LAVORO SILENZIOSO E CHE SONO LORO A DARE SEMPRE LE CARTE E A DECIDERE, CI VOGLIONO SPIEGARE COSA È SUCCESSO? CI VOGLIONO SPIEGARE PERCHÉ I 78ISTI NON PARTONO? OPPURE, DOBBIAMO CREDERE AI LAVORATORI E PENSARE CHE ANCHE QUESTA VOLTA HANNO DISTRIBUITO CARTE FALSE?”.


Fonte: www.inuovivespri.it






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