03 luglio 2017

CALATINO, FUOCO MINACCIA CASE E CAPANNONI A TAORMINA PANICO PER FUMO IN GALLERIA


02 Luglio 2017
Marcia indietro lungo la A18 per molti automobilisti spaventati dall'incendio sulla collina taorminese. A Catania fiamme in un ex deposito Sma della zona industriale, oltre che a Caltagirone, Grammichele e Palagonia. Vigili del Fuoco al lavoro senza sosta

Le temperature sono scese di alcuni gradi, ma la Sicilia continua a bruciare. Squadre dei vigili del fuoco, in prima linea quelli del distaccamento di Catania, sono impegnate senza tregua nelle zone in cui ardono roghi, non si sa ancora se per dolo o per autocombustione. Il forte vento tra l'altro favorisce il divampare del fuoco. La situazione resta critica nel catanese, in particolare a Palagonia, Grammichele e Caltagirone dove le fiamme stanno minacciando abitazioni e capannoni. Già ieri ad andare a fuoco erano stati i cumuli di rifiuti dell'azienda di compostaggio Kalat Impianti che ha sede a Grammichele. Un incendio si è poi sviluppato nell’ex deposito Sma nell’area industriale di Catania al Blocco Torrazze. In azione un elicottero e diverse squadre dei vigili del fuoco e il personale della forestale.
Il messinese, dopo i roghi ormai spenti che hanno interessato Patti e Mistretta, oggi ha richiesto l'impiego di due canadair nella zona collinare di Taormina. Ben visibili dalle spiagge i due mezzi aerei che andavano a rifornirsi in mare per spegnere le fiamme. Momenti di tensione si sono registrati lungo la A18, sempre a Taormina, per il fumo entrato nelle gallerie: c'è chi, preso legittimamente dal panico, è tornato indietro e chi ancor prima di entrare, ha azzardato una inversione ad U, per evitare l'ingresso. Molti automobilisti hanno chiamato con i telefonini la polizia stradale che non appena è giunta nella zona ha chiuso il tratto di autostrada tra Giardini Naxos e Roccalumera e ha gestito la circolazione, fino alla riapertura anche se si procede a rilento. La polizia comunica che la situazione è in continua evoluzione e che la circolazione è resa difficile dalle nubi di fumo che hanno invaso la carreggiata. Vigili del fuoco e personale della Protezione civile stanno cercando di spegnere i roghi e dare assistenza alla popolazione. Anche nella zona tirrenica nei pressi di Tindari il fumo è arrivato in autostrada sulla A20 Messina Palermo, dove la circolazione è stata interrotta per mezz'ora. 

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Rientrata almeno per il momento l'emergenza che per due giorni ha colpito anche il ragusano e più precisamente il comune di Chiaramonte Gulfi la cui pineta è andata quasi interamente distrutta.
L’unità di crisi istituita dopo l'incendio di Chiaramonte Gulfi, nel Ragusano, domato dopo 40 ore di lavoro dei vigili del fuoco, resta comunque aperta per eventuali nuove emergenze, ma il prefetto di Ragusa, Maria Carmela Librizzi, ha convocato per domani alle 11 una riunione della conferenza permanente incendi finalizzata alla definizione delle azioni per affrontare il fenomeno dei roghi sul piano preventivo e gestire al meglio le situazione critiche.  L’intento precipuo è «richiamare l’attenzione sulla necessità di svolgere una mirata opera di prevenzione in proposito e, al contempo, di definire compiutamente le più efficaci strategie operative con l’invito alle amministrazioni locali per la predisposizione, in ambito comunale, di adeguati piani operativi di pronto intervento, non trascurando l’impiego di apposite squadre di volontariato».
E in attesa della stima dei danni, arrivano le prime proposte di imprenditori e amministratori. Martedì è previsto un vertice a Palermo indetto dal governatore siciliano Rosario Crocetta. Ma gli imprenditori privati fanno prima a trovare soluzioni. «Adottiamo il bosco e ripopoliamo le parti distrutte dalle fiamme con alberi da frutto», dice Giovanni Leonardo Damigella, amministratore delegato della Mondial Granit, azienda di marmi che esporta in tutto il mondo, che pensa «di adottare una parte della pineta distrutta, 10-20 ettari di terreno da adibire a bosco fruttifero, impiantando alberi da frutto tipici della Sicilia, come il gelso o il melo siciliano».

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