18 aprile 2017

COSTI DELLA POLITICA. UNA DIETA PER I VITALIZI D'ORO. ALL'ARS ORA SI ASPETTA IL SENATO. LA CAMERA CHIEDE UN SACRIFICIO AGLI EX ONOREVOLI. ECCO DI CHI SONO LE SUPER PENSIONI CHE SAREBBERO COLPITE DAI TAGLI


La Camera chiede un sacrificio agli ex onorevoli. Ecco di chi sono le super pensioni che sarebbero colpite dai tagli.

di Salvo Toscano
PALERMO – Ora si aspetta solo il Senato. Dopo che la Camera dei deputati ha varato il contributo di solidarietà a carico degli assegni vitalizi superiori a 70mila euro, a Palazzo dei Normanni si attende la mossa di Palazzo Madama. Se il Senato farà lo stesso, anche l'Ars, ha detto qualche giorno fa il presidente Giovanni Ardizzone, si adeguerà. E per decine di ex parlamentari e loro eredi scatterà il contributo aggiuntivo sui corposi assegni mensili, che all'Assemblea regionale costano 18 milioni di euro all'anno. 

Il “sacrificio” imposto alla Camera
Il Consiglio di presidenza di Montecitorio ha varato, tra le polemiche, la norma che applica il contributo aggiuntivo sui vitalizi su 4 scaglioni: il 10% per quelli compresi tra 70mila e 80mila euro lordi l'anno; 20% fino a 90mila; 30% fino a 100mila e 40% per quelli superiori a 100mila. Una misura analoga a quelle adottate già da otto consigli regionali. Non dall'Ars, dove si attende che altrettanto faccia il Senato, a cui l'Assemblea regionale è agganciata da un punto di vista normativo. Una misura contro la quale già venti ex inquilini di Montecitorio hanno fatto ricorso, per non rinunciare nemmeno a un pezzettino dei loro corposi assegni maturati a condizioni ben più favorevoli rispetto ai normali lavoratori. 


Gli assegni d'oro dell'Ars
Se Palazzo Madama si adeguerà, l'Assemblea dovrà quindi fare altrettanto. Imponendo una sforbiciata ai vitalizi più pesanti. Che sono parecchi. Cioè tutti quelli che superano i 5.800 euro lordi al mese. Se ne contano più di cinquanta tra quelli diretti, cioè gli assegni percepiti dagli ex deputati, e una ventina tra quelli di reversibilità, che vanno a vedove e figli degli ex onorevoli. 


La fascia più colpita sarebbe quella sei vitalizi superiori a 100 mila euro. Che all'Ars non mancano. Ne sono titolari i deputati (o alcuni dei loro eredi) che hanno accumulato diverse legislature nel corso della loro carriera. Come i deputati che con quattro legislature alle spalle hanno assegni mensili da 8.700 euro. Tra loro il forzista Salvo Fleres, l'ex presidente dell'Ars Angelo Capitummino. il democristiano trapanese Salvatore Grillo, l'ex deputato del Pd Salvatore Zago, Camillo Bosco, deputato socialista dalla terza alla sesta legislatura, Giorgio Chessari, comunista ragusano, il democristiano siracusano Giuseppe Lo Curzio, il socialista gelese Salvatore Placenti e il democristiano ennese Salvatore Plumari, l'ex presidente della Regione Salvatore Corallo, l'ex vicepresidente della Regione Luciano Ordile (più di novemila euro lordi al mese), il gelese del Pd Lillo Speziale (poco meno di novemila euro al mese). 

Tra gli assegni di reversibilità supera la soglia Anna Manasseri, vedova del presidente della Regione Vincenzo Leanza, scomparso nel 2004, beneficiaria di un vitalizio di 9.200 euro mensili lordi. Ci si avvicina Angela Zoroschi, vedova del deputato modicano Nino Avola, che supera di poco gli ottomila lordi mensili. Nella seconda fascia (tra i 90 e i 100 mila euro), quella per cui la Camera ha imposto un contributo aggiuntivo del 30 per cento, ricadono una decina gli assegni di reversibilità in questa fascia (tutti di 7.709 euro lordi). Nelle prime due fasce, tra i 70 e i 90 mila euro, ci sono decine di beneficiari. 

Il contributo già versato
I tagli di cui si parla sono quelli del contributo aggiuntivo, che già è stato approvato, oltre che a Montecitorio, anche in otto consigli regionali, alcuni dei quali hanno chiesto il sacrificio anche ai percettori di vitalizi di importo più basso.

L'Ars fin qui non lo ha applicato. L'Assemblea ha invece imposto il con tributo di solidarietà, previsto dalla normativa nazionale, per tutti i redditi alti. Gli assegni vitalizi dell'Ars sottoposti a contributo di solidarietà sono stati 41, di questi 26 diretti, cioè quelli agli ex deputati e 15 indiretti. 


La legge voto
In futuro, il “sacrificio” per i titolari di vitalizio potrebbe essere ben più pesante. Ma al momento siamo ancora alla prefazione. Il consiglio di presidenza dell'Ars, infatti, ha varato un disegno di legge voto per chiedere al Parlamento nazionale di uniformare la disciplina dei vitalizi tra le due camere e i consigli regionali, fissando un tetto di cinquemila euro che però tenga conto di tutti i vitalizi che si percepiscono. Gli assegni, infatti, sono cumulabili, e chi è stato sia consigliere regionale sua parlamentare nazionale ha il doppio vitalizio. Sono una ventina gli ex deputati dell'Ars con il doppio assegno, come Emanuele Macaluso, Mirello Crisafulli, Nicolò Cristaldi, Lillo Mannino e Pino Firrarello.

La legge voto però, dovrà essere prima approvata dall'Ars e poi essere sottoposto al Parlamento nazionale. E considerato che entrambi sono in scadenza di legislatura, tutto lascia presagire che il taglio drastico del vitalizio sarà destinato, ancora, ad attendere.

18 Aprile 2017

Fonte: livesicilia.it







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