06 aprile 2017

CORPO FORESTALE, DUE DIPENDENTI DI CASTELLANA E PETRALIA A GIUDIZIO PER TRUFFA E PECULATO. IL LEGALE: «GLI INVESTIGATORI HANNO PRESO UN ABBAGLIO»


L’inchiesta interna è partita a seguito di un esposto anonimo


Due forestali, in servizio sulle Madonie, sono accusati di aver usato la macchina di servizio per motivi personali e di avere avuto il “cartellino facile”. Uno dei due, secondo l’accusa per andare e venire dalla propria abitazione, in particolare l’Ufficiale di Petralia Sottana, verso i distaccamenti di Gangi e Castellana Sicula. V.M è stato accusato del reato di peculato  e A.Z. di truffa. I due Agenti forestali  sono stati rinviati a giudizio dal Gip del Tribunale di Termini Imerese. Il processo inizierà il 10 maggio.
L’inchiesta è stata aperta per una lettera anonima, nella quale sono stati descritti i presunti spostamenti e comportamenti illegittimi delle due Guardie Forestali.
A. Z. sarebbe stato accusato di essere un «furbetto del cartellino», perché non si sarebbe presentato con regolarità all’ufficio di Castellana Sicula.

A seguito della lettera anonima è stata avviata un attività d’indagine interna, da parte del Comando di Palermo per accertare eventuali responsabilità, il risultato ha convinto il Giudice a procedere con il rinvio a giudizio.
Dentro l’auto, con cui si sarebbe spostato V.M., è stato installato un GPS per rilevare eventuali percorsi non autorizzati. Tuttavia il GPS non avrebbe rilevato alcun percorso anomalo diverso da quello autorizzato.
L’avvocato difensore di V.M., molto apprezzato dai colleghi e dai residenti dei luoghi in cui lavora, ha sostenuto la tesi che il suo assistito prestasse servizio in uffici ubicati in due diversi paesi e la sua abitazione si trova a metà percorso. V.M. di fatti ricopre l’incarico di Comandante dei due distaccamenti. Sarebbe stato legittimo, secondo il legale, in questo modo invece di ritornare a Castellana per prendersi la macchina e poi recarsi a Gangi, l’Ufficiale sarebbe andato direttamente dalla sua casa di Petralia, inoltre la macchina, in uso da V.M., per tali spostamenti sarebbe stata regolarmente autorizzata dal Capo dell’Ispettorato di Palermo. V.M. aveva cura di parcheggiare l’autovettura di servizio, presso il piazzale del Distaccamento di Petralia Sottana, nelle vicinanze della sua abitazione.
Mentre l’avvocato di A.Z., accusato di essere un “furbetto del cartellino” e di  recarsi al lavoro in orari “strani” o di assentarsi arbitrariamente dal lavoro, afferma che in realtà sarebbe stato in ferie, anche nei momenti in cui veniva “osservato”, nel corso delle indagini. I colleghi, non avrebbero tenuto conto del fatto che A.Z., all’epoca dei fatti (2013) risiedeva nello stesso stabile della Caserma, quindi l’orario di servizio, appuntato nel  “brogliaccio di caserma” non sarebbe un elemento legale da tenere in considerazione. «Un atto interno», secondo l’avvocato.
L’ispettore A.Z., distintosi nel corso dell’ultima emergenza neve, di fatti sarebbe stato a “disposizione” h24 del distaccamento per cui lavora anche in considerazione della coincidenza tra l’abitazione e la caserma, ubicata nello stesso stabile che consta di due entrate. L’ispettore entrava ed usciva senza avere un’abitudine nella scelta della cancellata ed i colleghi non avrebbero potuto stabilire con certezza, secondo l’avvocato Francesco Costantino, che rappresenta il collegio di difesa, quanto riportato alla magistratura.
«Hanno preso un abbaglio, dimostreremo l’estraneità dei mie clienti a qualsiasi tentativo di sfruttare la loro posizione», afferma l’avvocato Costantino.
di Silvia Iacono

Fonte: www.madonienotizie.it





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